Secondo Treccani, una delle definizioni di compromesso è: “Transazione, accomodamento; forma di accordo fra le opposte esigenze di due parti in contrasto, per cui ciascuna delle due cede qualche cosa per risolvere la controversia”. Seppur con un’idea di fondo privativa, la negoziazione tra due parti in contrasto che vogliono perseguire un risultato comune è molto spesso necessaria. In fin dei conti, nello scendere a patti potremmo trovare anche risorse e soluzioni nuove. In un certo senso, il calcio di Adolfo Gaich è una sintesi del suo fisico da guardia svizzera – “El Tanque” il suo apodo, tanto per metterlo in chiaro – ed una tendenza a giocare e muoversi da diez, spiccatamente argentina, nel suo gioco. Il nativo di Bengolea vive su questa contraddizione, a volte chiedendo troppo alla sua tecnica, altre volte proponendo giocate da stropicciarsi gli occhi.
“El Pampa” Biaggio, il mentore
“Adonde vaya, Gaich se va a hacer notar“. Claudio “El Pampa” Biaggio, storico attaccante del San Lorenzo, difficilmente avrà torto. Dopo un paio di provini andati male con Lanús e River Plate, è proprio Biaggio a credere nelle sue potenzialità, portandolo fino alla prima squadra del CASLA. Si è innamorato fin dal primo momento del Tanque, descrivendolo come un giocatore volenteroso di imparare e che avrebbe dovuto solo adattarsi progressivamente a misurarsi con avversari più grandi ed esperti.
Effettivamente, per i giovani con un fisico molto più imponente dei pari età è paradossalmente più difficile imparare alcuni aspetti del gioco, vivendo di rendita sulla differenza di stazza. Lo stesso Biaggio racconta infatti di come Gaich abbia sgrezzato i movimenti da prima punta, il giocare spalle alla porta ed il corretto posizionamento per i colpi di testa nella squadra riserve.
Adolfo ha un fisico da barbaro, molto potente, alla sua età dominava gli avversari. Tra le Riserve ha dovuto cominciare ad affrontare difensori centrali più forti oppure che venivano dalla prima squadra. Ha imparato altri movimenti, come pettinare una palla. Non è più potenza pura, è diventato anche più elusivo. É una spugna, impara da tutto ciò che lo circonda. Guardate il goal al River, è tutta tecnica! Quei movimenti li abbiamo ripetuti diecimila volte in allenamento. É stato molto importante per lui il “Bocha” Batista e le chiamate in Nazionale. Oggi lo osservano da tutta Europa.
Il goal di Gaich al River Plate, la rivelazione
Il goal con il River Plate del quale parla Biaggio è una delle dimostrazioni più tangibile del gigantesco potenziale di Gaich quando mette d’accordo le sue lunghe leve con l’ambizione di provare a risolvere situazioni anche con giocate estremamente difficili. In questa occasione, la difesa di Gallardo si fa trovare scoperta in transizione, con Ángel Romero che trova comodamente il tempo di girarsi e puntare la porta. Mentre la difesa del River collassa verso la palla, Gaich si isola a centro area con Pinola.
La preparazione alla giocata è notevole: chiama palla, non perde d’occhio l’assist di Romero ed accorcia i passi per prepararsi allo stop. Pinola è scavalcato dal pallone e prova a coordinarsi in un difficile colpo di testa. Da questo momento in poi, l’azione si trasforma in un travolgente assolo del Tanque. Col destro controlla il pallone passando attorno a Pinola. Potrebbe già calciare in porta verso Armani, ma deve fare i conti con il rimbalzo del pallone che permetterebbe un recupero disperato di Milton Casco. Controlla e prepara la conclusione con la coscia, ma Casco può chiudergli lo specchio. Altro plot twist: Gaich sterza fulmineo verso l’interno e manda fuori tempo il difensore. Vince il rimpallo, ma deve ancora coordinarsi per un rimbalzo imperfetto, poi spinge sulla gamba sinistra e batte Armani con un destro imprendibile.
La torre che gioca da diez
In tutto il complesso dell’azione si nota come non sia ancora un giocatore tecnicamente raffinato, ma che possiede istinti da attaccante vero ed una capacità di improvvisare e cambiare idea in corso d’opera veramente notevole. Non è comunque la punta d’area che ci aspetteremmo a prima vista. Gaich si muove molto su tutto il fronte d’attacco, sia in orizzontale che in verticale. Ama partire dalle fasce per condurre palla e creare in prima persona piuttosto che ricevere centralmente e fungere da pivot per la squadra.
Ha un tocco di palla non del tutto pulito e sembra sempre sul punto di dover riprogrammare i suoi movimenti ad ogni passo. In molti frangenti, però, sembra quasi trarre vantaggio da questo suo ritmo irregolare sorprendendo i difensori più aggressivi con le sue lunghe leve, quasi gettando loro un’esca facendoli intervenire su un pallone che non sembra in suo pieno controllo. Le doti da attaccante le ha già ben sviluppate, ha degli ottimi tempi nell’attaccare il fuorigioco ed in campo aperto è letteralmente implacabile. I difensori della Serie A ne dovranno tenere conto quando lo troveranno davanti, non è assolutamente saggio lasciargli prendere lo spazio tra loro e l’area. Il Bocha Batista, che lo ha allenato nelle Nazionali giovanili, lo ha paragonato a Lewandowski e Palermo. Due nomi molto pesanti con cui confrontarsi ma, se Gaich riuscirà a mostrarci con più costanza la sua miglior versione, nulla gli è precluso.
Il Benevento trova in lui un profilo al momento assente nel parco attaccanti, composto da giocatori brevilinei come Lapadula, Iago Falquè, Caprari e Roberto Insigne. In un certo senso è un acquisto piuttosto sorprendente per entrambe le parti. Le Streghe programmano un possibile investimento di 12,3 milioni di euro, non certo banale per un giocatore che rappresenta al momento attuale una scommessa. Solitamente, squadre che in passato sono state nelle stesse posizioni hanno preferito puntellare la rosa con profili più esperti per garantirsi una tranquilla navigazione verso la salvezza. Puntare un giocatore con potenzialità da top club ancora inespresse è effettivamente un cambio piuttosto radicale dalla consuetudine.
📣 BENVENUTO ADOLFO🎖
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L’accordo con il CSKA Mosca è comunque molto vantaggioso per i sanniti: 300.000 per il prestito da sei mesi, possibilità di estenderlo ad altri 12 ed un’opzione di acquisto di 12 milioni di euro. Per lo stesso Gaich, i prossimi 18 mesi saranno fondamentali per capire quale direzione far prendere alla sua carriera. L’Italia potrà essere sicuramente un Paese più “morbido” rispetto alla Russia per adattamento ed il Benevento non dispone di altri fulcri del gioco offensivi. I suoi centimetri saranno utilissimi per risalire il campo dando a Glik e Caldirola un’alternativa credibile all’uscita di palla bassa. I frequenti inserimenti delle mezzali potenzialmente bilanceranno la sua tendenza a giocare lontano dalla porta, favorendo la dinamicità della fase offensiva.
Sarà molto importante per lui rimanere concentrato anche nelle possibili lunghe fasi di difesa posizionale che il Benevento inevitabilmente affronterà in alcune partite. Inzaghi, anche per necessità, schiera spesso un 4-4-1-1 dove i due avanti si occupano principalmente di dirottare il possesso verso le fasce, dove si può portare pressione senza dilatare eccessivamente le distanze tra i giocatori. Importante anche limitare i palloni persi, soprattutto in un contesto dove le transizioni difensive non sono sempre ottimali.
Resta da scoprire che cosa Adolfo Gaich può dare e ricevere dal campionato italiano. Non è necessariamente un step in basso della sua carriera, nonostante il CSKA giochi nelle coppe europee. Il progetto dei sanniti, dopo una prima promozione piuttosto fallimentare, sta trovando una sua stabilità ed il campionato italiano è tendenzialmente più formativo della Premier Liga.
Ad oggi, l’argentino si presenta come un “boom or bust”, può esplodere definitivamente o tornare in Russia già a fine stagione. Se c’è qualcosa in lui con il quale non si può scendere a compromessi, sono di certo le aspettative.