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CALCIO ITALIANO

Arthur Theate, raccogliere cocci e colpire di testa

Dobbiamo farci delle domande. Come fa il Bologna a vendere e sostituire difensori come fossero telefonini trovandone sempre uno meglio (o comunque al pari) dell’altro? Com’è possibile che in Belgio è nato un giocatore che ad oggi sembra incamminato sulla strada dell’eredità di Toby Alderweireld e neanche due anni fa è stato sul punto di lasciar perdere il calcio? Non dobbiamo darci una risposta adesso, ma intanto ci basta sapere che Arthur Theate ha a che fare con entrambe.

From zero to hero

Partiamo da Agosto 2020, quando il direttore sportivo dello Standard Liegi lo boccia sonoramente con “non ha abbastanza talento né per lo Standard, né per la prima serie”. Non è esattamente la notizia che aspettava al telefono Patrick de Vlaymnck, il suo agente. Vale del tempo fermarsi un momento su questo periodo. Forse con un po’ di retorica dietro, ma questo periodo di vita di Theate sembra essere quella parte di film dove il protagonista cade di faccia per terra (figurativamente, quantomeno) e lotta, sgomita, sputa sangue per rimettere le cose a posto. Come spiega suo nonno, Nico Marechàl, tra l’altro famoso allenatore nel giro del calcio provinciale di Liegi. “Io, mio genero…” – Jean-Michel Theate, babbo di Arthur ed ex-giocatore tra le riserve dell’FC Liegi – “…tutta la nostra famiglia siamo ossessionati dal calcio“, dice nonno Nico. “Solo che non l’abbiamo mai preso sul serio come Arthur. Ho sperperato il mio talento a 16 anni a causa di altri interessi: uscire, una fidanzata… Mio nipote lavorava come un uomo in missione“.

Theate in azione con l'Oostende
Theate festeggia il goal allo Standard Liegi.  (Foto: Kurt Desplenter/Getty Images – One Football)

Nel mezzo, un sacco di opportunità mancate per un motivo o l’altro. Lierse e Lommel potrebbero essere interessate per un provino ma si tirano indietro, c’è una macchina nuova da pagare (la rivenderà) e un futuro appena troncato da Benjamin Nicaise (il DS dello Standard) con ben poca diplomazia. Il suo agente trova un’opportunità ad Oostende. Theate ci va con la macchina della sorella ed un borsone. In 10 giorni convince il coach Alexander Blessin – nome da ricordare, scuola Red Bull – a dargli un posto in squadra.

La scuola Oostende

Ora, occhi all’Oostende. Il lavoro di coach Blessin è stato largamente apprezzato in Belgio e supportato dai risultati. Si parte da una base di 3-5-2 con parecchio focus verso un’uscita di palla a terra efficace e resistente al pressing. In questo sistema, i 3 dietro – Anton Tanghe, Jack hendry ed Arthur Theate – assorbono molte responsabilità in fase di costruzione. In particolare, i due braccetti esplorano le loro rispettive metà campo allargando le distanze. Con i terzini alti ed i movimenti di Maxime D’Arpino a dare appoggio in mediana, l’uscita della palla può seguire la direttiva DC, DCS/DCD e da lì, diagonale verso i terzini o verso il centro. Contro una squadra meno aggressiva, uno dei braccetti può sganciarsi e proporsi in avanti.

La connessione Theate – D’Arpino funziona decisamente bene anche in caso di pressing feroce, con il mediano francese molto abile a posizionarsi con gli angoli giusti per giocare da “parete” a chiudere un compagno. In questo ambiente, il centrale belga ha sviluppato un senso del gioco non banale, molto più verso la sicurezza che portato al rischio o al key pass, ma con un’interessante comprensione dei tempi di gioco. L’assist per Musa Barrow contro la Lazio ci fa sperare in una ancor maggiore confidenza sulle lunghe distanze.  Al momento, siamo ad un accettabile 3/8 in tentativi riusciti/provati. Insomma, non è presumibilmente il prossimo regista difensivo che sventaglia da un lato all’altro del campo, ma risulta già oggi un elemento affidabile in fase di possesso.

Oggi al Bologna

Chiaramente, parlando di un difensore, vanno compresi i suoi talenti quando la palla l’hanno gli altri. L’arrivo del difensore belga a Bologna coincide praticamente con l’addio di Takehiro Tomiyasu, venduto all’Arsenal per circa 23 milioni di euro, secondo il solito mantra “uno entra, uno esce”. È anche vero che la trattativa con l’Oostende è durata quasi un anno, quindi la cessione di uno non è la conseguenza logica dell’acquisto dell’altro.

In ogni caso, dopo la partita persa per 4-3 con l’Empoli, Sinisa Mihajlovic ha scelto il 3-5-2 al posto del vecchio 4-2-3-1. Non avendo più il difensore giapponese in rosa – che giocava da TD ma è sostanzialmente ambidestro -, Theate ha trovato il suo spazio nell’11 titolare. La nuova depth chart vede Theate /Binks a sinistra, Medel al centro e Soumaoro a destra, con Bonifazi a dare turnover agli ultimi due.

Theate contende palla a Weston McKennie (Foto: Vincenzo Pinto/Getty Images – One Football)

Cosa ha di interessante Theate da offrire in fase difensiva? Prima di tutto una buonissima abilità in 1v1. Sfrutta bene l’eccellente attitudine al gioco aereo – con la quale ha già segnato 2 goal in stagione – ed il fisico alto e longilineo per giocare d’anticipo sul diretto avversario. C’è ancora margine di miglioramento nell’affrontare attaccanti più strutturati di lui, sia nella gestione del contatto fisico che nei tempi d’intervento, ai quali concede ancora il vantaggio fisico nel prendere posizione. A prima vista potrebbe sembrare un difensore che punta sulla dominanza atletica, impressione che la realtà smentisce con forza.

Theate non è un giocatore dal primo passo rapidissimo ma possiede una raffinata lettura del gioco e di gestione delle distanze. Lavora di fino sul positioning rispetto al portatore di palla, dirigendolo verso l’esterno e chiudendogli la strada con l’aiuto della linea laterale. Nella particolarità del suo ruolo, si trova da affrontare terzini esplosivi, ali rapide e centravanti potenti, tutti profili che possono gravitare nelle sue zone. Saper gestire il proprio approccio ogni volta senza riferimenti, anche prendendo tempo nell’attesa del raddoppio di un compagno, è una qualità assolutamente notevole. Nel caso specifico del Bologna, sta costruendo un’ottima affinità con Aaron Hickey, sia in fase di possesso che non.

Non ama comunque particolarmente il contrasto diretto. Ne fa non pochi, 1,5 a partita, ma viene saltato circa la metà delle volte. Questa presenza di mente viene fuori anche su palloni intercettati, sporcati o bloccati. Molti palloni riconquistati – ad oggi quasi 2 palloni e mezzo a partita – passano direttamente da passaggi intuiti e catturati. Al momento quindi è un profilo molto particolare che sta trovando a Bologna un ottimo luogo per esprimersi. Il reparto con Medel e Soumaoro sembra ben costruito ed i risultati sono evidenti. Colpisce tra l’altro come Theate abbiamo modo di imparare da due giocatori molto più esperti di lui ma, allo stesso tempo, parli molto in campo per guidare e spronare i suoi compagni.

Correre ancora o rallentare?

Strano parlare di prospettive di trasferimento per un giocatore appena arrivato in Italia. Il Bologna dovrà solamente esercitare il riscatto concordato con l’Oostende, circa 7 milioni di €euro per tutta l’operazione. Le sue ultime recenti prestazioni stanno già attirando parecchie attenzioni anche di club di ottimo livello. Considerato l’ambiente rossoblù, rimanere almeno un altro anno non sarebbe affatto un’idea malvagia, essendo già un elemento molto importante e potendo così acquisire partite ed esperienza. Non dimentichiamoci che ad oggi ha giocato appena 48 partite da professionista, praticamente un terzo di Mattias Svanberg, praticamente suo coetaneo. Detto questo, potrebbe non essere saggio (almeno per me che scrivo) porre limiti ad un ragazzo che si è costruito un posto importante tra i professionisti in solo due anni, partendo da (quasi) zero. L’ascesa di Arthur Theate, del resto, è appena iniziata.

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