Aurélien Tchouaméni sta dimostrando di essere diventato un giocatore di alto livello al suo terzo campionato da professionista, con il Monaco.
Eredità
Rouen è una città che porta con sé tantissima parte della storia della Francia, un’eredità che si vede dal suo enorme lascito architettonico, meta basilare per chi ama le grandi altezze e la verticalità dello stile gotico.
Andando a cercare chi, nel mondo del calcio, ha nobilitato la principale città della Bretagna, il nome che emerge tra le celebrità qui nate (tra Flaubert, l’ex presidente Hollande e l’ultimo vincitore del Gran Premio di Monza Pierre Gasly) è quello di David Trezeguet, uno che con le grandi altezze – leggi gioco aereo – di stile gotico ci ha costruito una grande carriera.
Come lo stesso centravanti campione del mondo nel 1998, un altro nativo di Rouen, anche lui figlio di emigranti, è andato a cercare fortune calcistiche nel principato di Monaco: stiamo parlando di Aurélien Tchouaméni, che oggi compie 21 anni e di mestiere fa il guardiano davanti alla difesa del Monaco di Nico Kovac, dall’alto dei suoi 185 cm frutto di due gambe che rimandano, come la sua città, allo sviluppo ascensionale tipico dello stile gotico.
Che giocatore è Tchouaméni?
Il centrocampista di origini camerunensi può svolgere diversi compiti partendo davanti alla difesa, difatti Tchouaméni ha ottime qualità sia in fase di distribuzione del pallone sia grandi abilità nel proteggere la linea difensiva. Avendo fatto l’intera trafila nelle varie nazionali giovanili francesi ha potuto respirare nel centro tecnico di Fontainebleau la stessa aria dei suoi idoli e riferimenti, ossia N’Golo Kanté e Paul Pogba.
Di certo le sue caratteristiche non sono accostabili né al giocatore del Chelsea (con cui condivide la funzionalità in fase di recupero del pallone) né a quello del Manchester United (seppure la somiglianza nell’affrontare i duelli contro i propri avversari diretti è ben visibile), ma di certo ha le caratteristiche per poter coprire nell’undici della nazionale francese una delle caselle oggi assegnate a loro.
Se vediamo il suo posizionamento in campo (fonte mappe SmarterScout) nelle ultime due stagioni, si evince chiaramente che il suo raggio d’azione è alle spalle della linea di centrocampo, e poco importa se si trova a dover giocare in un centrocampo a 2 (come accade adesso al Monaco) o come parte di un centrocampo a 3 (come accadeva alcune volte a Bordeaux sotto la guida di Paulo Sousa).
Gli anni al Bordeaux
Tchouaméni da ragazzino si è unito al settore giovanile del Bordeaux rendendo la città girondina sostanzialmente la sua città di adozione: qui ha completato tutta la trafila nelle giovanili fino ad arrivare all’esordio in prima squadra.
Il suo esordio in prima squadra arriva nella stagione più tormentata del Bordeaux degli ultimi anni, ossia la 2018/2019, dove i girondini erano alle prese con continui cambi di società ed altrettanti di allenatore. Tuttavia, in tutti questi cambiamenti Tchouaméni riesce sempre a trovare il suo spazio: prima con Gus Poyet (l’allenatore che gli ha dato per primo la maglia da titolare) e poi con i suoi successori (il traghettatore Bedouet, Ricardo Gomes, fino ad arrivare a Paulo Sousa), Tchouaméni inizia la transizione in prima squadra, chiudendo la stagione con 15 presenze da titolare tra campionato e coppe europee.
Dalla stagione di esordio si potevano già intuire le sue caratteristiche: la determinazione nell’andare a sfidare gli avversari diretti a duello per riconquistare il pallone era ben visibile, così come l’utilizzo del fisico e la lunghezza delle sue gambe per andare a contestare palloni in situazioni in cui altri giocatori tendono a temporeggiare.
L’arrivo di Paulo Sousa
Questa confidenza nel proprio corpo lo porta ad essere eccessivamente irruento e falloso, per questo Paulo Sousa decide di tenerlo fuori nella fase finale della stagione allo scopo di istruirlo a smussare questa irruenza ed a lavorare di più sulla posizione in campo.
L’ultima partita che Tchouaméni giocherà in questa stagione sarà proprio a Montecarlo l’8 marzo 2019. Finisce 1-1, in una partita molto tesa vista anche la posizione di classifica complicata di entrambe le squadre: il centrocampista produce una prestazione che induce la dirigenza della squadra monegasca ad iniziare a fare qualche pensierino su di lui.
Non ostante il periodo di apprendistato voluto da Paulo Sousa, le prestazioni in Ligue 1 e con le nazionali giovanili francesi lo rendono subito un giocatore meritevole di un video di highlights individuali su Youtube in cui emergono le qualità per cui lo conosciamo.
Nel corso di questo apprendistato, Paulo Sousa cerca di indottrinare Tchouaméni alla strategia di gioco voluta dal tecnico portoghese. Il Bordeaux versione 2019/2020 è una squadra che cerca di fare possesso palla partendo da dietro insistendo nei fraseggi nella propria metà campo al fine di trovare spazi alle spalle delle linee avversarie, ma soprattutto in fase di non possesso la squadra deve sapere stabilire quando è il momento opportuno per chiudere le linee di passaggio anziché cercare il contrasto. Questa situazione necessita una ri-sintonizzazione del modo di giocare per un giocatore come Tchouaméni, che fa della fisicità e dei duelli la base del suo modo di giocare.
Andando a leggere le statistiche che comparano le due stagioni in prima squadra di Tchouaméni a Bordeaux, si evince chiaramente come Paulo Sousa abbia permesso al ragazzo di rivedere il proprio stile e farlo crescere. I numeri mostrano come in fase di non possesso l’utilizzo degli intercetti sia aumentato tanto quanto sono diminuiti gli interventi in tackles; analogamente, le pressioni individuali sono diminuite proprio grazie al miglioramento del senso della posizione.
Con questi numeri e con delle prestazioni progressivamente più incoraggianti, l’idea è che ormai il passaggio da esordiente a giocatore vero sia definitivamente completato. Per questo, il Monaco nel mercato di gennaio dello scorso anno rompe gli indugi e, con un assegno da 18 milioni di euro, decide di portarselo nel Principato.
L’ulteriore upgrade sotto la guida di Kovac
Quando Tchouaméni è approdato a Montecarlo l’allenatore era Robert Moreno, ex assistente di Luis Enrique sin dai tempi di Roma ed allenatore della nazionale iberica ad interim durante il doloroso congedo parentale dell’attuale CT della Spagna.
Il tecnico spagnolo aveva iniziato ad inserire il centrocampista di origini camerunensi nel nuovo centrocampo che stava disegnando dopo l’espansivo mercato invernale portato avanti dal club, che decise di completare il centrocampo con l’arrivo di Youssouf Fofana dallo Strasburgo, oggi partner in crime di Tchouaméni in mezzo al campo. L’esperimento, però, durò poco, in quanto la fine anticipata del campionato causa Covid-19 non permise al tecnico di dare realmente il via al lavoro fino ad arrivare al divorzio che ha portato Niko Kovac a sedere sulla panchina monegasca.
Il tecnico croato ha deciso di implementare uno stile di gioco basato su difesa alta ed accettazione dei duelli individuali. Per Tchouaméni è il ritorno al suo vecchio amore e ad un calcio che decisamente sembra molto adatto alle sue corde: nel 4-2-3-1 scelto da Kovac si affianca a Fofana a protezione della linea difensiva ed è chiamato ad aiutare la costruzione della manovra grazie alla sua abilità di muovere il pallone molto velocemente, così come quella di portarlo avanti in conduzione.
Come si evince dai confronti statistici, l’apporto di Tchouaméni è quello di un centrocampista moderno che è in grado di sfruttare sia il fisico sia il senso della posizione per recuperare palloni; soprattutto, gli stimoli dati dal lavoro con Kovac lo hanno portato ad essere molto abile nel far progredire il gioco in avanti, a dimostrazione che col pallone tra i piedi non cerchi mai la giocata conservativa o banale.
Dopo aver completato il suo percorso per diventare un calciatore professionista in quel di Bordeaux, a Montecarlo Tchouaméni sta raggiungendo i livelli necessari a renderlo uno dei centrocampisti più forti in circolazione.
Quali sono i prossimi step per Tchouaméni?
La stagione del centrocampista al Monaco, come abbiamo visto precedentemente, è di grandissimo livello e sta contribuendo a riportare la squadra monegasca in Europa dopo alcuni anni di inaspettate sofferenze.
Il progetto messo in piedi dal club di Rybolovlev sotto la regia del direttore sportivo Paul Mitchell – proveniente dalla galassia Red Bull – ha l’obiettivo di rinverdire i fasti della squadra costruita dal suo predecessore Luis Campos, con tanti giovani da lanciare nel grande calcio come accaduto con Mbappé, Bernardo Silva, Lemar e Bakayoko per citarne alcuni.
È proprio il panorama europeo quello che servirà a Tchouaméni per potersi confrontare con grandi campioni ed avere coscienza di quali siano le sue possibilità di diventare un centrocampista di prima fascia, magari degno di entrare a far parte delle convocazioni di Didier Deschamps dopo l’imminente edizione dell’Europeo.
Per poter ambire ad un livello più alto, probabilmente a Tchouaméni manca ancora qualcosa nell’ultimo terzo di campo che gli possa permettere un futuro, magari da centrocampista box to box. Come si può constatare dalle statistiche viste in precedenza, la fase realizzativa è un elemento su cui c’è ancora da lavorare: fino alla rete realizzata contro il Marsiglia pochi giorni fa, in 47 partite disputate in Ligue 1 il goal non era ancora arrivato.
In questa stagione, la capacità del Monaco di generare occasioni da calcio piazzato lo ha messo in condizione di essere pericoloso più volte in fase conclusiva (è passato dai 0,97 tiri a partita di Bordeaux ad 1,54 in questa stagione) tanto da essere il giocatore che, nelle 5 principali leghe europee, ha tentato più conclusioni in questa stagione senza aver trovato la rete (27), prima di sbloccarsi proprio nell’ultimo weekend.
La parte finale di questa stagione ci dirà quanto il Monaco potrà aiutare la crescita del calciatore e viceversa. Se la squadra di Kovac otterrà l’accesso in Europa (magari anche in Champions League) sarà decisamente stimolante poter vedere Tchouaméni all’opera in un contesto condiviso con i giocatori più importanti del panorama europeo e, chissà, magari al cospetto del suo idolo Paul Pogba.
Tchouaméni è un ragazzo che ha ancora la facoltà di decidere che giocatore voglia diventare da grande. Potrebbe continuare ad essere un magnifico equilibratore di gioco – sulla falsariga del compito oggi svolto da Kessie nel Milan – o diventare un centrocampista moderno utile e decisivo in tutte le fasi del gioco. Seguire la sua crescita ed il suo percorso sarà molto interessante anche per capire cosa sarà il calcio dei prossimi anni.