Sono passati tre mesi da quando, nel ritiro di Dimaro, Khvicha Kvaratskhelia provava a spiegarci, con scarsi risultati, come pronunciare il suo nome. Da allora non abbiamo mai smesso di guardarlo, di ammirarlo, di capire come mai un talento simile potesse giungere quasi per caso e avere un impatto così folgorante. Qualcosa che raramente si è visto nella storia del calcio italiano, al punto da farci chiedere come sia possibile che una periferia dell’impero del pallone sia stata in grado di creare un giocatore del genere. Nemmeno l’unico in una nazionale che vanta altri giocatori di valore come Davitashvili e Mamardashvili. Quest’articolo non è la risposta a questa domanda, bensì a come nel mondo dello sport georgiano si stia assistendo a un fenomeno interessante. Kvaratskhelia è l’immagine di un mondo fatto di atleti nati da fuochi che a lungo sono rimasti sopiti. Prima però è importante fare un salto all’indietro e connettere questi fuochi ad altri, presenti nella storia.
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