C’erano tutti i presupposti per vedere finalmente l’Atalanta sollevare un trofeo, coronare anni e anni di lavoro e mettere la ciliegina sulla torta che Gian Piero Gasperini ha saputo assemblare magistralmente. E invece la ciliegina è finita su quella che più che un dolce sembrava un pasticcio, la Juventus di Andrea Pirlo. Il Maestro ne ha di motivi per brindare: ha conquistato la Coppa Italia, lo ha fatto nel giorno del suo 42° compleanno e ha messo a tacere – almeno momentaneamente – le critiche sul suo conto.
Da tre stagioni a questa parte, il Lecce è a bordo di una montagna russa: prima la promozione in massima serie, poi il ritorno in Serie B e ora di nuovo in lotta per riprendersi la A. Non c’è tempo da perdere e il presidente Sticchi Damiani ha deciso di fare la sua parte in sede di mercato. Tra gli acquisti estivi c’è stato anche Pablo Rodriguez, rimasto fin troppo tempo nell’ombra.
Chi si ricorda gli addii al Barcellona di Xavi e Iniesta? Siamo abituati a vedere il Camp Nou stracolmo di gente in occasione dell’ultima partita di campioni del genere. Per Carles Puyol non è stato così. Era la stagione 2013/2014, quella del Tata Martino, e il centrale continuava ad avere problemi fisici. Giocò quelli che non sapeva essere i suoi ultimi novanta minuti in una serata di inizio marzo di fronte ad appena (si fa per dire) 58 mila spettatori, segnando anche un gol nel 4-1 all’Almeria.
Quando l’Ajax aveva fatto sapere che sarebbe stato molto difficile trovare un accordo per il rinnovo, Paolo Maldini aveva iniziato a fiutare il colpo a parametro zero. Il suo Milan, però, è stato anticipato dal RB Lipsia: l’attaccante classe 2002 Brian Brobbey ha firmato un contratto quadriennale con il club tedesco. Ma chi è Brobbey? Perché Nagelsmann ha esplicitamente fatto il suo nome alla dirigenza?
Chiamatela audacia, sfacciataggine o follia. L’esultanza di Emmanuel Adebayor in Manchester City-Arsenal rimane una delle più memorabili, nel bene o nel male, della storia del calcio. Una corsa da centometrista verso il settore ospiti, solo per provocare i suoi ex tifosi. Un’istantanea che rimarrà impressa nelle mente di chiunque, soprattutto in quella dell’attaccante togolese.
Il campione del mondo in carica di scacchi, Magnus Carlsen, è norvegese. Con lui i Paesi dell’Europa Settentrionale hanno raggiunto per la prima volta i vertici di questo gioco, che tra le nevi e le aurore del Nord ha trovato terreno fertile. Eccezion fatta per la Finlandia, che ha sempre dato l’idea di avere il re sotto scacco. Anche se a dirla tutta, un Kuningas – come lo chiamano da quelle parti – i finlandesi l’avevano trovato: Jari Litmanen. Peccato che la sua scacchiera fosse un campo da calcio.
Molti son nati poveri, molti son belli, forti, leali. Pochi, eppur ci sono, sanno farsi il campo da soli e poi segnare. Ma soltanto lui, Adriano, è una forza della natura: “quella” forza della natura.
Che volino oltre la barriera o che la beffino rasoterra, che siano delle bordate pazzesche o dei tocchi morbidi morbidi, tutti amiamo i calci di punizione. Dopo ore e ore passate davanti alla sagoma in allenamento capiamo che sono tanto belli quanto difficili. Delle opere d’arte che, in quanto tali, richiedono l’intervento di veri e propri artisti. Juninho Pernambucano è uno di loro: dipingeva parabole paradisiache con il suo personalissimo pennello, lo scarpino destro taglia 40 ⅔ griffato Adidas.
In Italia la notizia non trova spazio nell’agenda dei media, ma il progetto Red Bull ha finalmente trovato terreno fertile anche in Sud America. La società di energy drink austriaca sta apparecchiando la tavola del grande calcio ai neonati tori del Red Bull Bragantino. In giro per il mondo le aspettative sono già elevatissime, tanto che il Japan Times ha sentenziato:
Il Red Bull Bragantino è pronto a diventare il Lipsia brasiliano.
Come ogni anno, in questi giorni ESPN ha stilato la sua top 10 per ogni ruolo. A guidare la classifica dei terzini sinistri ci sono Andrew Robertson, Alphonso Davies e Jordi Alba. Più defilato, in ottava posizione, figura Ben Chilwell. Calcisticamente parlando, il 2020 è stato generoso con lui: gli ha riservato prima una cavalcata pazzesca con il Leicester – tornato a sfiorare la Champions League con il Leicester – e poi la chiamata del Chelsea.