Dopo un turno preliminare ad eliminazione diretta che ha ulteriormente dimostrato il valore tecnico dell’Europa League – regalandoci sfide bellissime come il doppio confronto tra Barcellona e Napoli e quello tra Rangers e Dortmund – la seconda competizione europea entra nel vivo con gli ottavi di finale, dove le vincitrici del turno preliminare affrontano le vincitrici degli otto gironi eliminatori. Diversi sono gli accoppiamenti di interesse, ma una partita su tutte merita una particolare attenzione, in quanto mette di fronte due squadre che hanno nel loro DNA il ruolo di outsider sia in patria che in Europa e che proveranno a giocarsi l’accesso ai quarti di finale dell’Europa League sfidandosi con due stili di gioco molto identitari, ben rappresentando l’ecosistema calcistico in cui si trovano. Da un lato il Betis di Manuel Pellegrini, dall’altro l’Eintracht Francoforte di Oliver Glasner.
Atletico Madrid-Manchester United ha una genesi a dir poco unica. Lo scorso 13 dicembre la UEFA andò incontro ad una delle più grandi figuracce a livello planetario e l’Atletico Madrid fu la squadra che scoperchiò il grande pasticcio, dopo che il sorteggio le aveva messo di fronte il Bayern Monaco di Nagelsmann all’interno di una serie di opzioni che includevano il Liverpool, squadra che i colchoneros avevano affrontato già nel girone eliminatorio. Le immagini non lasciano scampo ai funzionari dell’UEFA, il sorteggio è tutto da rifare.
La stagione 2003/2004 fu una stagione molto particolare che si chiuse con una serie di risultati alquanto clamorosi: il Porto che vince la Champions League, la Grecia che vince l’Europeo, il Valencia che vince la Liga sfruttando il suicidio del Real Madrid dei Galacticos, l’Arsenal che vince la Premier da imbattuta. In Italia, invece, è l’annata in cui l’albero di Natale di Carlo Ancelotti riporta lo scudetto nella Milano rossonera che mancava dall’impresa di Zaccheroni nel 1999.
Come da tradizione, l’inizio dell’anno solare coincide con l’inizio del mercato invernale, la sessione utilizzata dai club per cercare di coprire buchi di organico emersi dalla stagione in corso. O meglio, questa era in precedenza la funzione principale di questo slot, ma le trasformazioni del mondo del calcio negli ultimi anni hanno portato a rendere questa sessione utile per altri motivi.
“Il tempo stringe per Leroy Sane per realizzare il suo potenziale al Bayern” intitolava un articolo firmato da Raphael Honigstein su The Athletic nel corso della prima pausa nazionale di questa stagione (quindi agli inizi di settembre). Quell’articolo era susseguente ad un Bayern-Colonia della seconda giornata di questa Bundesliga, forse il punto più basso dell’esperienza del talento della Vestfalia in Baviera, sostituito dopo 45 minuti in cui era apparso impalpabile sul campo e venendo beccato dai suoi stessi tifosi.
Il numero 8 è il numero la cui forma rappresenta il simbolo dell’infinito, è sufficiente ruotarlo di 90 gradi. Nella definizione degli 11 giocatori in campo il numero 8 è il giocatore che più di tutti si avvicina al concetto di infinito perché è colui che deve coprire sezioni di campo molto grandi e non sempre definibili: lo spazio nel quale si muove parte dalla propria trequarti difensiva e può terminare fin dentro l’area di rigore.
Quando lunedì nel primo pomeriggio abbiamo iniziato ad assistere alla lunga serie di sorteggi delle competizioni europee, in molti erano focalizzati sugli ottavi di Champions. Sappiamo tutti come è andata, con la UEFA che ci regala una nuova dimostrazione di inefficienza organizzativa proprio nell’anno in cui ha ridisegnato le coppe europee nel modo adatto a stabilire le gerarchie del calcio europeo. Il sistema contenente anche Europa League e la Conference League rappresenta una bozza su come potrà essere il futuro del calcio, con tre competizioni europee da cui si può scendere e salire in base ai risultati ottenuti, un po’ come se fossimo di fronte ad una serie A europea (la Champions), una serie B (l’Europa League) ed un serie C (la Conference League).
Deve esserci qualcosa di particolare nella classe di calciatori nati nel 1999, gente che non ha dovuto attendere particolari procedure ministeriali per passare dal settore giovanile alla prima squadra (come qualcuno in Italia recentemente ha affermato con una certa leggerezza). Possiamo citare per reparto Gianluigi Donnarumma in porta, Matthijs De Ligt in difesa, Mason Mount a centrocampo, Joao Felix tra le linee e Kai Havertz che agisce da falso nueve.
Il Borussia Dortmund ha sempre avuto un senso del vaticinio a livello calcistico in Germania: le scelte societarie prima e quelle tattiche poi hanno mostrato un club sempre in grado di anticipare i cambiamenti del mondo del calcio, rendendo possibile sia la tenuta del club in un contesto economico meno florido rispetto al resto della Germania, sia la crescita del movimento calcistico tedesco.
È il 27 settembre 2021, vigilia del Monday Night della sesta giornata di Premier League, il Brighton va a far visita al Crystal Palace in quel di Selhurst Park. Potrebbe sembrare una partita qualsiasi della Premier, quasi anonima considerando il blasone delle contendenti. Ed invece è una partita che potrebbe fare storia: in caso di vittoria il Brighton & Hove Albion andrebbe da solo in vetta alla classifica del campionato più ricco e competitivo del mondo.