Quando l’Arsenal ha acquistato Ben White dal Brighton per circa 58 milioni di euro, probabilmente sperava in una reazione mediatica diversa. In molti hanno infatti bollato l’operazione per prelevare il difensore centrale classe ‘97 come avventata. Altri invece, soprattutto chi magari poco avvezzo al campionato inglese, si sarà semplicemente chiesto chi fosse, nella cui domanda è sovente implicita una certa diffidenza.
Il prezzo del cartellino spesso dà vita a pregiudizi spiacevoli e aspettative esagerate, ma è giusto ricordare che il calciatore non ha incidenza su quello che è il costo del suo trasferimento, e che il suo valore prescinde da ciò che accade in sede di calciomercato. Le trattative in Premier League poi fanno storia a sé, trattandosi di un campionato mediamente più ricco degli altri e in cui anche le squadre medio-piccole sono difficili da prendere per il collo.
Volendo esagerare, White ha dalla sua parte anche una serie di precedenti positivi. Stones, Maguire, Van Dijk sono i nomi di alcuni dei centrali passati negli ultimi anni da squadre di metà classifica a top team per cifre da capogiro, e senza pagarne troppo lo scotto.
Un rischio più o meno calcolato
Al di là delle provocazioni, alcuni dei dubbi che circondano l’operazione sono leciti, a partire dall’utilità effettiva dell’investimento. La stabilità al centro della difesa dell’Arsenal negli ultimi anni ha vacillato, ma c’era forse la possibilità di porre rimedio alla situazione tramite alcune pedine già sotto contratto. Konstantinos Mavropanos, in prestito biennale allo Stoccarda, lo scorso anno ha fatto enormi passi avanti e ha mantenuto un rendimento piuttosto alto nel corso dell’intera stagione di Bundesliga. Si poteva quindi pensare di richiamarlo anticipatamente alla base trovando un accordo con la squadra tedesca.
Poi c’è William Saliba, difensore francese classe 2001 considerato uno dei più promettenti interpreti del ruolo a livello europeo. L’Arsenal lo ha acquistato nel luglio 2019 dal St.Etienne per 30 milioni, ma con Arteta ha sempre fatto fatica a trovare spazio, complici anche alcuni problemi personali che ne hanno ritardato l’adattamento al mondo anglosassone. Dopo 6 mesi della scorsa stagione trascorsi al Nizza sembrava potesse tornare indietro per giocarsi le sue chances, invece si è deciso di rimandarlo in prestito in Ligue 1, questa volta al Marsiglia.
Le perplessità riguardano anche i compagni di reparto che White troverà con sé in rosa, o meglio le possibilità di integrarsi con loro nel migliore dei modi. Il centrale nativo di Poole infatti è abituato ad essere affiancato a uomini più fisici e abituati a guidare la linea. In particolare nelle ultime due stagioni, in cui è esploso prima al Leeds e poi al Brighton, accanto a lui hanno trovato spazio rispettivamente Liam Cooper e Lewis Dunk, due giocatori rocciosi ed esperti.
Il pacchetto difensivo dell’Arsenal è costituito da Holding e Pablo Marì – elementi abbastanza validi per fare da contorno, però senza aspirazioni ulteriori – ma soprattutto da Gabriel Magalhaes. Il brasiliano, complici le sue capacità aeree e nello scontro fisico, si integra molto bene con White da un punto di vista tecnico, ma ha dimostrato in più occasioni di poter essere persino più acerbo del britannico, probabilmente troppo per comandare una retroguardia. Questo potrebbe portare il neo-acquisto a svolgere quindi un compito per lui quasi inedito alla sua prima esperienza in una squadra così importante.
Il costo non deve portare a pensare che White sia a tutti gli effetti un giocatore fatto e finito. La minor copertura da parte degli altri reparti e le sollecitazioni più sporadiche potrebbero infatti evidenziarne le lacune. Per fare qualche esempio, l’ormai ex difensore del Brighton nell’ultima stagione ha vinto soltanto il 53% dei propri duelli aerei per 90 minuti, e ha una media di 0.06 errori che hanno portato a un tiro avversario, una media leggermente superiore a quella dei cinque maggiori campionati europei. La giovane età lascia però ovviamente spazio a miglioramenti possibili e auspicabili sia da un punto di vista fisico-atletico che da quello dell’attenzione nel corso dell’intera gara.
Ben White, difensore all’arrembaggio
Senza farsi ingannare dal nome poco esotico e da un curriculum che non balza troppo all’occhio, quello dell’Arsenal non è stato però certo un abbaglio. Ci sono una serie di aspetti che fanno guardare alle prospettive di White con ottimismo. Il primo, forse scontato ma è giusto sottolinearlo, è l’aver già calcato i campi della Premier superando la prova senza riserve, per di più con un allenatore come Graham Potter, la cui impostazione di gioco è tutto sommato propositiva.
Il Brighton è stato abituato a giocare bene a pallone e produrre tanto (fino a diventare una specie di meme sui social per l’impietoso rapporto tra xG e gol segnati), e White si è calato perfettamente nel contesto. Nell’ultimo anno ha messo in mostra un piede destro educatissimo, doti di dribbling (0,68 riusciti per 90’), progressione palla al piede, passaggio e visione di gioco importanti per il ruolo, e lontanissime dal comune stereotipo del difensore centrale britannico fisico e un po’ rude. Indubbiamente anche l’apprendistato con Bielsa nella splendida cavalcata che ha riportato il Leeds in Premier ha aiutato, ed è facile intuire il perché Arteta veda nell’ex Seagulls l’uomo giusto per la propria idea di calcio che fino ad ora ha faticato ad applicare.
Dalla sua Ben White ha anche un’incredibile duttilità, dimostratasi chiave importante anche per guadagnare la convocazione di Southgate nella lista dei 26 per l’europeo. Il giovane inglese si è cimentato con successo non solo nel ruolo di difensore centrale, ma anche da terzino destro e soprattutto da mediano davanti alla difesa, complici una rapidità e una fluidità col pallone che gli permettono di destreggiarsi e guadagnare campo anche sotto pressione.
Questo garantirebbe quindi ad Arteta la possibilità di sperimentare con più moduli e combinazioni di uomini. Non è infatti da escludere che nuovo arrivato possa fare il terzino al posto di Chambers – un altro con caratteristiche prettamente difensive – dando la possibilità a Tierney sulla sinistra di sganciarsi con maggiore libertà. Così come è intrigante l’idea di una difesa a 3 in cui White farebbe presumibilmente il braccetto destro.
Stilisticamente poi, White è un giocatore molto agile con la palla, ma anche coraggioso in fase di difesa, e questo potrebbe giovargli nell’adattarsi con maggiore facilità al salto. I suoi numeri per quanto riguarda la pressione, i dribbling e gli 1 vs 1 contrastati, le respinte e i tackles sono infatti tutti sopra il 70%, seppur ancora con risultati altalenanti in alcuni casi.
Dove si può arrivare?
Le discussioni legate al prezzo probabilmente si protrarranno ancora a lungo tra tifoseria e salotti televisivi, e in questo senso dovranno essere bravi staff tecnico e società a proteggere quello che è a tutti gli effetti un patrimonio del club, essendo un investimento non solo per il presente, ma ancor di più per il futuro. Inserirsi in un contesto nuovo e di suo poco solido e affiatato non è compito facile per nessuno, neanche quando sei uno dei dieci difensori più costosi nella storia della Premier League.
L’adattamento e soprattutto l’impatto sulla squadra sono incognite senza ancora una risposta, ma di certo l’incontro tra un allenatore e un calciatore entrambi con voglia e necessità di affermarsi può essere stimolante. Arteta sa di avere per le mani un giocatore dal potenziale infinito rispetto a molti di quelli allenati fino ad adesso, per qualità e anagrafe. Metterlo nelle condizioni di rendere al meglio potrebbe essere la svolta non solo per l’Arsenal, ma anche per una carriera da allenatore, la sua, che ancora stenta a decollare. Quel che è certo è che già ora White è un ottimo difensore, e che questa opportunità se l’è guadagnata a pieno titolo. Nel nord di Londra sperano possa diventare il pilastro di una retroguardia che manca di una guida da troppo tempo. Sarebbe come ricevere quei 58 milioni indietro con gli interessi.