Finalmente la notte più attesa è arrivata. Mancano solo gli ultimi preparativi. Qualche decorazione sparsa per casa, un’ultima sistemata al proprio costume e allora tutto sarà pronto. Quei ragazzi attendono ormai da settimane la notte di Halloween. Il loro programma è pieno e pronto da tempo: cibo spazzatura, spaventosi film horror e soprattutto storie di paura per elettrizzare l’atmosfera. Quando finalmente arriva l’ora, gli irriconoscibili amici si riuniscono, sfoggiano il loro terrorizzante costume e si preparano a vivere quella notte tanto attesa.
Dopo una scorpacciata di dolci e un classico del cinema horror, si piazzano tutti in cerchio sul pavimento. Il legno del parquet scricchiola, e non fa che aumentare quella suggestiva atmosfera di adrenalinica paura. Il più sfrontato del gruppo propone di spegnere le luci, gli altri accettano più per orgoglio che per convinzione. Allora nella stanza cala il buio, e quei ragazzi sono in cerchio, pronti a spaventarsi con le più terribili storie dell’orrore che conoscono.
Uno di loro prende la torcia, la posiziona sotto al mento e l’accende. Con voce profonda, si propone di iniziare a raccontare. Dice che conosce una storia vera, assolutamente vera. Una storia che riguarda le streghe e racconta di quando sono uscite dall’ombra, alla conquista di tutto ciò che trovavano sul loro percorso. Spietate, in sella alle loro scope. Implacabili. Qualcuno non crede che questa storia sia vera, ma il ragazzo assicura che sì, lo è.
Allora cala il silenzio, gli altri ragazzi si stringono tra loro e il racconto del trionfo delle streghe ha inizio.
Ma questa non è una fiaba
Questa storia è ambientata a Benevento, la città delle streghe. Più precisamente, delle janare, una classe particolare di streghe che popola l’Italia meridionale. Secondo la leggenda, queste donne erano solite radunarsi sotto un albero di noce, famoso per le sue dimensioni, situato lungo le sponde del fiume Sabato. Qui, le streghe si abbandonavano ai propri rituali d’adorazione del demonio, seminando anche il terrore tra gli abitanti della città.
Queste janare infatti amavano rubare i cavalli dalle stalle degli allevatori, costringendo gli animali a feroci cavalcate per tutta la notte. L’unico modo per evitare che le streghe rapissero i cavalli era quello di piazzare una scopa o del sale davanti all’entrata della stalla, in modo che la fattucchiera, troppo intenta a contare i fili della scopa e i granelli di sale, avrebbe perso tempo e, terminata la notte, avrebbe fatto ritorno nella sua oscurità, senza toccare i poveri animali.
Queste leggende risalgono al periodo della dominazione longobarda nel sud Italia, intorno al VII secolo d.C. e traggono linfa dai riti pagani che questo popolo era solito fare. Nonostante la conversione ufficiale al cristianesimo, infatti, gran parte della popolazione longobarda era ancora attaccata ai tradizionali riti della propria religione e li metteva costantemente in pratica.
Così, la leggenda delle janare si è tramandata nei secoli, consacrando appunto Benevento come la città delle streghe. La storia che il ragazzo, accerchiato dai suoi amici, sta per raccontare non riguarda però qualche scorribanda in sella alle proprie scope o alcuni sabba più caotici del solito. No, racconta di una vera e propria impresa delle streghe di Benevento, di quando hanno abbandonato l’usanza di uscire solo durante la notte, facendosi vedere anche alla luce del sole e ritagliandosi il proprio posto nel mondo.
È delle streghe vere che parleremo
Questa storia di trionfo parte, come spesso accade, da un clamoroso fallimento. Al termine del campionato di Serie C 2014/2015, il Benevento si posiziona al secondo posto nel proprio girone, alle spalle della Salernitana. I playoff per la promozione in B durano un battito di ciglia per le streghe, che al primo turno vengono eliminate dal Como, con una brutta sconfitta in casa per 1-2.
Il clima a Benevento si fa talmente incandescente che arrivano le fragorose dimissioni del presidente Oreste Vigorito, una vera e propria leggenda da quelle parti. La rabbia dei tifosi esplode perché quella sconfitta col Como rappresenta l’ennesimo fallimento di una società per cui la Serie B sta diventando una vera e propria chimera. I sanniti non hanno mai conquistato l’accesso alla serie cadetta nella loro storia, ci erano riusciti nel lontanissimo 1946, ma vi hanno dovuto rinunciare per alcuni problemi finanziari.
La sconfitta col Como è solo l’ultimo atto di una serie incredibile di promozioni sfiorate, ma mai agguantate. Qualche anno prima, il Benevento era arrivato davvero a un passo da quell’agognata Serie B, con la finale playoff in casa contro il Crotone e due risultati su tre a disposizione per superarla. Invece arrivò una sconfitta, terribile e beffarda. Ora quel nuovo fallimento segna la proverbiale “goccia che fa traboccare il vaso”, portando a un vero e proprio terremoto in casa giallorossa.
Vigorito lascia dunque la presidenza delle streghe, anche se rimane il principale finanziatore del club. Ufficialmente, però, la guida del Benevento passa a Fabrizio Pallotta, che affida la squadra a un allenatore esperto come Gaetano Auteri, artefice qualche anno prima della promozione in B della Nocerina. L’obiettivo per la nuova stagione è sempre lo stesso: raggiungere quella maledetta serie cadetta. A differenza degli anni scorsi, però, non c’è più Oreste Vigorito ad allestire vere e proprie corazzate per vincere il campionato di Serie C, ma a discapito di ambizioni più modeste, sarà proprio questo dettaglio a fare la differenza a livello psicologico.
Uno stregone non è mai in ritardo
Il campionato 2015/2016 di Serie C non parte benissimo per il Benevento. In avvio è la Casertana a prendere il timone delle operazioni, mettendosi alle spalle un’intricata bagarre che vede coinvolte Foggia, Messina, Lecce e appunto Benevento. La svolta per i sanniti arriva a gennaio, quando alcune operazioni di mercato in via di conclusione non vengono definite. Tre tenori della squadra, Mazzeo, Cissé e De Falco, già pronti con le valigie in mano, finiscono per restare in Campania, dando nuova linfa alla squadra. Insieme alla fantasia di Amato Ciciretti e alla leadership in difesa di Fabio Lucioni, il Benevento nel girone di ritorno aumenta le marce, finendo per dominare il campionato.
Alla ventiduesima giornata, con la vittoria sul Melfi e i contemporanei stop di Foggia e Casertana, il Benevento conquista per la prima volta la vetta della classifica. E non la lascerà più. La marcia dei sanniti da lì è battente e culmina nella super sfida del 30 aprile 2016, quando la squadra di Auteri ospita il Lecce, secondo a sei punti di distanza, al Vigorito.
L’atmosfera in città è a dir poco elettrica, anche se imperniata di un sano scetticismo scaramantico, che si evince bene dalla spettacolare coreografia allestita dai tifosi in occasione del match. Con le parole della canzone “Quante volte” di Vasco Rossi, i supporter campani esemplificano al meglio il sentimento di trasognante paura che accompagna quella gara.
Non ho voglia di credere, che domani sarà, sarà diverso e poi chi lo sa?
Ma stavolta, il domani è davvero diverso per le streghe. Stavolta non c’è alcun fallimento clamoroso, nessuna delusione cocente. Il Benevento supera 3-0 il Lecce con la doppietta di Mazzeo e la firma di Cissé e conquista la prima, storica, promozione in Serie B della sua esistenza.
È la notte delle streghe!
Le streghe sfatano così un tabù che sembrava una maledizione, e allo stadio esplode la magia. Benevento-Lecce è anche la prima partita di quella stagione vista allo stadio dall’ex presidente Vigorito, che al termine della gara viene acclamato dai tifosi e rivelato come il vero artefice di quel miracolo. Nella prima stagione nell’ombra, il mitico presidente sannita conquista la tanto sospirata promozione e forse è stato proprio quel suo passo indietro al termine della stagione precedente a essere decisivo.
Oreste Vigorito a Benevento è una figura leggendaria, è il vero idolo dei tifosi. È la storia del club. E forse proprio la voglia di farlo ricredere, di convincerlo a tornare alla guida del club, ha permesso ai giocatori di dare quel qualcosa in più per superare finalmente quel blocco rappresentato dalla permanenza continua in Serie C.
Dopo quel Benevento-Lecce, ad ogni modo, Oreste Vigorito torna alla guida del suo club, rimpiazzando Fabrizio Pallotta, e prepara le streghe al primo storico campionato di Serie B, prendendo però subito una decisione a dir poco clamorosa. Con tanti ringraziamenti, viene liquidato Auteri, il tecnico di quel miracolo, e al suo posto viene preso Marco Baroni. Una scelta che lascia esterrefatti molti tifosi, ma che viene comunque accettata, perché primo atto dell’attesissimo ritorno del leader sul suo trono.
A volte è solo polvere sulle dita di una strega
Con Vigorito alla presidenza e Baroni in panchina, un Benevento nuovo di zecca si appresta a disputare il primo campionato di Serie B della sua storia. Restano alcuni eroi della promozione dell’anno prima, su tutti il leader tecnico Amato Ciciretti. Arrivano però anche nuovi rinforzi, come Falco, Puscas, Cragno e Ceravolo.
Il campionato parte bene per il Benevento, che in avvio ha un rendimento sorprendentemente positivo, grazie al quale la squadra si ritrova in zona playoff. E qualcuno inizia già a sognare in grande. Poi, pian piano, i sanniti calano il proprio ritmo, cedendo il passo a squadre ben più quotate come Verona, Spal e Frosinone. Alla giornata numero 26 le streghe si trovano al secondo posto, alla pari con gli scaligeri, ma è un picco destinato a non ripetersi: da marzo il Benevento perde contatto con la vetta, finendo per dover difendere un posto nei playoff.
La gara clou del campionato di Serie B 2016-2017 è rappresentata dallo scontro tra Benevento e Frosinone alla penultima giornata. Una gara cruciale non solo per le due squadre, ma per l’intero campionato. Le streghe devono vincere per evitare che i ciociari acquisiscano un distacco tale da ottenere la promozione diretta in A senza passare dai playoff. Se tra la terza e la quarta in classifica infatti, nel campionato di Serie B, ci sono più di 14 punti di distacco, le prime tre classificate ottengono la promozione diretta e i playoff non si disputano.
Il Frosinone quindi, terzo in classifica, ha un enorme match-point per la promozione e l’ultimo ostacolo sulla sua strada è il Benevento. La sfida è a dir poco folle e viene decisa all’ultimo respiro da un gol di Fabio Ceravolo, vero e proprio trascinatore dei sanniti in campionato. Il Benevento veniva da un periodo difficile. Appena tre giornate prima aveva perso sonoramente 4-1 sul campo del Cesena, vedendo farsi concreta la possibilità di dover rinunciare ai playoff. Poi il derby vinto con l’Avellino una settimana dopo ha ridato energia ai sanniti e ora il successo sul Frosinone garantisce non solo alla squadra di Baroni, ma anche alle altre inseguitrici, un posto nei playoff. L’esistenza stessa dei playoff.
Al primo campionato di Serie B della sua storia, il Benevento si posiziona al quinto posto e si guadagna la possibilità di concorrere addirittura per la promozione in massima serie. Un’ipotesi nemmeno paventata lontanamente qualche mese prima. Sembra già un miracolo essere lì, ma le streghe sono scatenate e non hanno alcuna intenzione di fermare la propria corsa.
Un sabato dove ballano tutte le streghe
Il quinto posto, ottenuto tra l’altro chiudendo a pari punti col Perugia quarto, costringe il Benevento a partire dal primo turno dei playoff. La squadra di Baroni si libera dello Spezia grazie alle reti di Ceravolo e Puscas che firmano il definitivo 2-1. Poi, in semifinale il Benevento ha la meglio sul Perugia, vincendo in casa 1-0 grazie a una rete di Chibsah e pareggiando sul campo degli umbri.
A questo punto, 180 minuti dividono il Benevento dalla clamorosa promozione in A. Di fronte alle streghe c’è il Carpi, che ha clamorosamente eliminato il Frosinone nell’altra semifinale. L’andata sul campo dei biancorossi finisce 0-0 e così, l’8 giugno 2017, il Benevento ha la possibilità di giocarsi una clamorosa promozione in Serie A davanti ai propri tifosi.
A un anno di distanza dalla vittoria contro il Lecce, le streghe possono firmare un’impresa ancora più incredibile. Inutile sottolineare come una promozione in Serie A fosse un’ipotesi nemmeno presa in considerazione all’inizio del primo campionato di Serie B della storia del Benevento. Quel sogno però pian piano ha preso forma e ora è lì, distante solo 90 minuti.
La firma decisiva arriva al 32’, è di Puscas. Il Benevento mantiene il vantaggio fino al triplice fischio finale, che segna la fine del campionato di Serie B. Quella serie cadetta, attesa per tutta la vita, dura solo una stagione per i sanniti. Perché poi arriva la Serie A, tutt’altro che un sogno, quella nemmeno mai immaginata.
Ora è il momento delle streghe
Un uomo che la immaginava in realtà c’era. L’unico a coltivare il sogno della promozione in Serie A a Benevento è sempre stato Oreste Vigorito. Quando ha rilevato il club, allora in Serie C2, ha dichiarato che un giorno si sarebbe seduto in tribuna accanto a Moratti. Ora Moratti in Serie A non c’era più, ma il presidentissimo giallorosso si sarebbe comunque seduto accanto a tutti gli altri numeri uno dei più grandi club italiani.
L’impresa del Benevento è spettacolare e unica: mai nessuna squadra era riuscita a fare il doppio salto dalla Serie C alla Serie A alla sua prima promozione in Serie B. I tifosi sanniti, quel 30 aprile 2016, nemmeno immaginavano quanto quel domani sarebbe stato diverso. Nel destino non c’era solo la prima promozione in Serie B, ma anche un clamoroso approdo in A. Un’impresa senza precedenti nel calcio italiano.
Le janare hanno smesso di uscire solo la notte, hanno deciso invece di conquistarsi il proprio posto nel mondo, ben visibile alla luce del giorno. Così il ragazzo può spegnere la torcia, la sua storia è arrivata alla fine. Le streghe, in sella alla loro scopa, hanno compiuto la loro impresa, hanno conquistato tutto ciò che si sono trovate davanti. Senza mai fermarsi. Stavolta però non è la classica storia dell’orrore, ma un vero e proprio dolcissimo sogno a occhi aperti.
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