Dopo 83 anni d’assenza, e nella sua seconda storica presenza in prima divisione, il Casa Pia Atlético Clube ha ritrovato i piani alti del calcio portoghese. Ergendosi a terza forza capitolina e tornando a far conoscere, ai più giovani, la storia centenaria che nel 1920 aveva portato un gruppo di ex orfanelli a fondare un club già in auge dal 1893. Trasformandosi sì negli anni, con una nuova proprietà e una solida idea di sviluppo, ma rimanendo sempre e comunque attaccato ai valori e la tradizione di un club unico nel suo genere e nella sua costruzione.
La storia tra Belem e Vasco da Gama
Non è qui che il Casa Pia ha ottenuto la prima vittoria in questo campionato (il 21 agosto, 2-0 contro il Boavista, ndr) ma è qui che nel 1893 nacque tutto. Siamo a Belem, in quella che oggi è considerata la perla turistica della capitale lusitana immersa tra il Monastero dei Geronimi, la torre sul mare e il monumento al navigatore portoghese Vasco da Gama. Qui, dove si trova tutt’ora la Casa Pia di Lisbona, l’istituto per orfani, fu creato un programma di sport e ginnastica per i ragazzi del centro. Il programma diede successivamente vita ad una squadra di calcio che nel 1898 si toglie la soddisfazione di battere 2-0 una squadra di professori inglesi del Carcavelos Club: la prima vittoria di una squadra portoghese su una straniera che si ricordi nella storia.
Da programma sportivo dell’istituto fondato dall’intendente Pina Manique ad una squadra di calcio il passo non è breve. Passeranno 30 anni e quando dei ragazzi dell’istituto daranno vita ad una rivista calcistica, chiamata Football, nasce l’idea di fondare un club, anche perché in Portogallo il Casa Pia era diventato un argomento chiacchierato per la qualità della sua associazione e per la reputazione dei suoi membri. Nel luglio 1920 viene fondato il club e già ad ottobre arrivano le prime soddisfazioni: un trofeo vinto ai danni del Benfica 2-1 e una coppa delle associazioni il mese successivo. La società sembra prendere piede, anche se raggiunge la prima storica partecipazione in prima divisione soltanto nel 1938, vince una sola partita e retrocede dunque dopo appena un anno. Sarà l’inizio di un oblio lungo circa 80 anni, al termine dei quali gli investimenti stranieri e la buona sorte porteranno ad una rapida risalita dalla quarta divisione alla massima serie.
Il fato e l’arrivo della nuova proprietà
“Conosciamo la storia del club e abbiamo naso per gli investimenti a lungo termine, che portino al successo. Ma lo facciamo riflettendoci, senza fretta, sapendo dove possiamo arrivare”
Queste erano le parole del presidente Tiago Lopes in un’intervista per A Bola lo scorso anno. Il Casa Pia veniva dall’essere graziato in seconda divisione restando così tra i professionisti: dopo la promozione ottenuta nel 2018-2019 grazie a Ruben Amorim (l’oggi allenatore dello Sporting Lisbona, ndr), l’anno successivo era stato segnato da una campagna pessima che ne aveva sancito l’ultimo posto ed il ritorno tra gli amatori. Furono soltanto le retrocessioni amministrative di Vitoria Setubal e Desportivo Aves a permettere alle Oche di rimanere in cadetteria.
Dall’estate 2020 la musica cambia, perché il Casa Pia viene acquisito dal fondo americano guidato dalla famiglia Platek, proprietaria tra le altre dello Spezia in Serie A e del SønderjyskE in Danimarca. Vengono rimesse a nuovo le infrastrutture del club, viene chiamato un allenatore giovane come Filipe Martins e pian piano il club inizia la sua ricostruzione interna per non cadere più nel baratro. Il vero miracolo si consuma però lo scorso anno, quando senza nomi altisonanti e con una rosa dal valore di 6 milioni di euro il Casa Pia ottiene la promozione con 68 punti, 50 gol fatti e 22 subiti in 21 vittorie, 5 pareggi e 8 sconfitte. La particolare parabola del club sta tutta nel simbolismo del suo giocatore faro, il difensore Vasco Fernandes, un 36enne giramondo da queste parti nell’estate del 2021 che tutto avrebbe pensato tranne che di vivere una stagione da protagonista assoluto. Stagione che gli ha di fatto consegnato la fascia da capitano per traghettare Os gansos nel primo difficile anno in prima divisione.
“Questo è un campionato in cui il minimo dettaglio fa la differenza ed è quello che ci aspettiamo e per cui siamo preparati: fare meno errori possibili per vincere le partite, con lavoro, sacrificio, resilienza e concentrazione. È quello che cerchiamo di trasmettere ai più giovani che qui conta tutto e su questo aspetto dobbiamo essere molto concentrati”
Le prime difficoltà non hanno tardato, in quanto per motivi di capienza e struttura lo storico impianto del Casa Pia, l’Estadio Pina Manique situato nel bairro de Boavista, non potrà essere utilizzato. Il Casa Pia sarà quindi costretto a giocare sempre “fuoricasa”, nello stadio nazionale di Jamor, a Oeiras, poco fuori Lisbona. Un vero peccato perché l’impianto, il 29 agosto, compie 68 anni.
La rosa attuale
Oltre al confermatissimo allenatore Filipe Martins e a capitan Vasco Fernandes, il club è già riuscito nell’obiettivo di migliorare la rosa per restare in prima divisione. Il Casa Pia ha ottenuto qualche giorno fa il prestito del centrocampista del Porto Romário Baró, classe 2000 indicato come uno dei prospetti più fiorenti del calcio lusitano. Prima dell’esordio del nativo di Bissau, al momento sono gli attaccanti Rafael Martins e Saviour Goodwin gli uomini più pericolosi, nonché fautori della prima vittoria contro il Boavista con i loro gol. Il primo è un esperto della prima divisione portoghese, resosi importante nel Vitoria Guimarães salvo poi vivere la retrocessione con la Moreirense lo scorso anno dopo una parentesi in Cina. Il secondo invece fu un’intuizione della società nel 2020 dopo qualche parentesi in Belgio tra Oostende e Roeselare. Giocatore rapido, di gamba, con un buon destro: un contropiedista che sarà la chiave di volta di una squadra che dovrà pensare prima di tutto a coprirsi bene per poi ripartire. Versante mercato internazionale, occhio a due colpi che potrebbero rivelarsi potenziali sorprese: il giapponese Kuni, Takahiro Kunimoto, classe 1997 in provenienza dallo Jeonbuk Motors in Corea, ed il terzino Eduardo Fereira, venezuelano di passaporto portoghese che nel Caracas ha anche disputato la Copa Libertadores e che, dotato di rapidità e buoni cross, potrebbe ritagliarsi uno spazio nel 3-4-3 di Martins. Anche l’ex Granada Yan Eteki, centrocampista roccioso classe 1997, può dire la sua qualora non dovesse essere falcidiato dagli infortuni come in Andalusia.
Il futuro saprà dirci quale sarà il ruolo di questo club, ma una cosa è certa: il Casa Pia è tornato grande e vuole onorare la sua storia pluricentenaria.