Ci sono squadre, in questa stagione di competizioni UEFA per club, il cui destino è legato da uno strano filo rosso che poco ha a che vedere con il calcio giocato: la guerra. Sì perché in quella che dovrebbe essere una favola da condividere con i propri tifosi e la propria gente, la possibilità di affrontare compagini di rilievo e di sognare una coppa, quattro società d’Europa sono costrette dall’attualità che le circonda a giocare lontano dalla propria casa. In gergo si definiscono “refugee clubs“, club rifugiati, destinati a una vita in perenne trasferta.
Dopo più di un ventennio di lavoro locale ed esperienza a livello europeo tra preliminari, Coppa Uefa e successivamente…