Questa sera a Udine la Lazio cercherà tre punti preziosi per concretizzare la sua posizione nella zona-Europa della classifica. I biancocelesti dovranno però fare a meno del loro capitano nonché macchina da gol, l’inamovibile Ciro Immobile. Oggi, l’attaccante partenopeo festeggia il suo trentaduesimo compleanno, ma a causa di una febbre che persiste da qualche giorno sarà costretto a guardare la partita da lontano. Lo stop potrebbe terminare già in settimana, e l’attaccante potrebbe dunque presenziare contro il Porto giovedì. Tuttavia, nello scacchiere di Maurizio Sarri, l’assenza di Ciro Immobile pesa molto.
Se infatti il campione d’Europa talvolta fatica a trovare l’incisività giusta in azzurro, vero è che nella Lazio questa viene sempre confermata. Osservando la sua carriera infatti, si può affermare che Ciro Immobile abbia trovato nei laziali la vera possibilità di affermarsi. Da quando ha raggiunto il club nel 2016, Immobile si è trovato stagione dopo stagione in un clima adatto a lui. E dopo molti anni passati in diverse società da Sud a Nord Italia, e anche all’estero, Ciro con la Lazio si è affermato come uno dei più incisivi goleador del nostro campionato e non solo. Uno Sliding Doors che ha faticato ad arrivare, ma che oggi sembra essersi compiuto.
Tra il Vesuvio e il mare
Tra le pendici del Vesuvio e la parte più meridionale del Golfo di Napoli, spicca il comune di Torre Annunziata. A pochissimi minuti da Pompei, la cittadina si trova nella zona rossa del vulcano, ovvero l’insieme dei luoghi più a rischio in caso di eruzione. Qui, trentadue anni fa, il 20 febbraio 1990, nasce Ciro Immobile.
Fin da piccolissimo, incastrato tra la montagna del vulcano e il mare calmo del golfo, Ciro ha occhi solo per il pallone. Gioca ovunque, dove capita e con cosa capita. E il padre spera che almeno a lui la vita regali il sogno di giocare a calcio, sul serio. Anche papà Antonio infatti giocava, in Eccellenza, ma nel frattempo lavorava anche all’Avis di Castellammare e aggiustava pure ferrovie. Non c’era abbastanza tempo per gli allenamenti e il suo sogno spesso rimaneva oscurato all’ombra di quel vulcano, imponente a coprire le teste di chi voleva soltanto guardare verso il mare, libero.
Ciro Immobile muove i primi passi a Torre Annunziata ’88, il club vicino casa, che presto lascia per giocare nella società Maria Rosa e poi ancora nella Salernitana. Qui non riesce ad emergere del tutto, ma la fortuna vuole che un’altra squadra locale lo adocchi. Si tratta del Sorrento, che gioca le sue partite nello Stadio Italia, quasi affacciato sul mare. Ciro ha dodici anni quando si allena per la prima volta con i Costieri, e fino all’età di diciassette rimarrà nelle giovanili, dimostrando per la prima volta la sua attitudine da centravanti esplosivo, con il fiuto della rete e con la voglia di bucarla e stupire tutti.
Stupisce perché, nella stagione 2006-2007, Immobile segna trenta reti. Ma soprattutto colleziona una doppietta storica a Torino, contro gli allievi dei Granata. Quel giorno sugli spalti, per una benedizione o per segno del destino, siedono gli osservatori della Juventus. Il primo grande salto della carriera di Ciro Immobile sta per compiersi.
Mammà, ma tu hai capito?
Fu soprattutto un altro Ciro a segnare il destino di Immobile. Si tratta di Ciro Ferrara, che dopo l’esperienza da collaboratore tecnico di Marcello Lippi nel 2006 era tornato alla Juventus come responsabile del settore giovanile. Ciro Ferrara quindi, nell’estate del 2007, si ritrova ad essere il consigliere numero uno per i movimenti di mercato dei giovani bianconeri. E dopo quei gol rifilati ai torinesi, Immobile sembrava un giovane su cui scommettere. Ferrara quindi riesce a far concludere l’affare, e per 80 mila euro il ragazzino di Torre Annunziata indossa la maglia di uno dei più prestigiosi club italiani, lasciando mamma, papà, Vesuvio e mare a quasi 900 km di distanza.
La carriera di Ciro Immobile, che inizia a giocare nella Primavera bianconera, prende quindi una svolta definitiva. Il borsone con scritto “Juventus” è certo più pesante, trasuda storia e responsabilità, ma la gioia e l’orgoglio rendono tutto positivo e fanno scomparire anche le ansie più insidiose. Molto consapevole, durante una visita di “mammà” a Torino, Ciro le dirà: “Ma tu hai capito dove sono arrivato? Io sto alla Juve e diventerò un grande cannoniere“. E chissà se mamma Michela e papà Antonio si sono resi conto immediatamente dell’importanza di quel passaggio alla Vecchia Signora. Sicuramente Ciro stesso, con le numerose presenze in campo e con i gol determinanti, non ha bisogno di stropicciarsi più gli occhi e poco dopo il suo diciannovesimo compleanno arriva anche il primo trofeo: la vittoria del Torneo di Viareggio del 2009, ipotecato proprio grazie a una sua doppietta contro la Sampdoria.
Un mese dopo Viareggio, Immobile esordisce anche in Serie A, subentrando proprio ad Alessandro Del Piero, il 14 marzo 2009 nella sfida contro il Bologna. Sempre in quest’anno solare, l’attaccante napoletano giocherà qualche minuto anche in Europa e in Coppa Italia. È con la Juventus quindi che Immobile vive il grande calcio, concretizzando un po’ quel sogno che suo padre non era riuscito a compiere. E fa anche qualcosa di più, perché sempre in questo anno vive la sua prima convocazione nell’Italia Under-21, calcando una striscia di miglioramento continua che l’anno successivo lo porterà anche a diventare capocannoniere nel Torneo di Viareggio con dieci reti.
Giro d’Italia
Inizia ora, verso la fine della stagione 2009-2010, un periodo molto movimentato per Ciro Immobile. Nel luglio 2011 arriva infatti il prestito al Siena, che milita in Serie B. Con i toscani l’attaccante fa il suo debutto già in agosto, per una partita di Coppa Italia, ma nei mesi successivi, fino a dicembre, fatica a trovare spazio. Così, già nel gennaio 2011 passa al Grosseto, squadra pari di categoria. Passano così altri sette mesi, in cui Immobile segna soltanto una rete, a febbraio. La Juventus, a cui appartiene ancora il cartellino di Ciro Immobile, non ha intenzione di riprenderlo con sé, già ricca di un comparto offensivo più che soddisfacente.
Nell’agosto 2011 quindi, Ciro Immobile arriva, sempre in prestito, nel Pescara, dove vive una sorta di riscatto e cancella il rischio dell’anonimato in cui stava per cadere. Nella partita di esordio infatti segna la sua prima rete, utile nella vittoria contro il Verona. E quel gol diventerà qualcosa di profetico. Da una parte, infatti, Immobile rivive nella stagione 2011-2012 le glorie di attaccante-goleador, come ai tempi del Torneo di Viareggio con i giovani bianconeri, e dall’altra pure la squadra stessa, neo-capitanata da Zdenek Zeman, inizia a vivere il suo primo miracolo calcistico.
Il Pescara di Zeman infatti è qualcosa di spettacolare. La rincorsa alla vittoria della Serie B si stava concretizzando partita dopo partita, con Lorenzo Insigne, Marco Verratti e lo stesso Ciro Immobile, tutti ventenni e all’inizio di carriere oggi esplosive. Quel Pescara, oltre che per il bel gioco, i tanti gol e la presenza di molti giovani talentuosi in rosa, diventa qualcosa di storico e quindi irripetibile. Zeman infatti riporta la squadra in Serie A dopo venti anni di assenza e Ciro Immobile batte il record di sempre di gol stagionali eseguiti con quella maglia. Sono infatti 28, ben sette in più rispetto al record precedente detenuto da Stefano Rebonato negli anni Ottanta.
A fine stagione Ciro Immobile è quindi rinato e, dopo il passaggio dalla Juventus al Genoa firmato già a gennaio, passa ufficialmente nella squadra ligure. Con il Genoa Immobile si ritrova di nuovo un po’ schiacciato, e nell’agosto del 2013 la Juventus risolve a proprio favore la compartecipazione con i Rossoblu, cedendo però metà del suo cartellino al Torino. Quella stagione Immobile vive ancora grandi conquiste, con la totalità di 22 gol segnati in campionato in trentatré presenze. Oltre a venire incoronato capocannoniere in Seria A, Immobile riempie di orgoglio tutti i Granata, dato che non accadeva dal 1970 che un loro giocatore venisse incoronato primo marcatore della stagione.
La consacrazione sembra raggiunta, tanto che durante quella stagione, nel marzo 2014, viene convocato anche in Nazionale da Cesare Prandelli, che lo porterà anche ai mondiali in Brasile durante l’estate.
Un “interrail” faticoso
Una notizia che si preannuncia come sensazionale, è quella del passaggio dal Torino al Borussia Dortmund. Per 19 milioni di euro i Gialloneri portano quindi Ciro Immobile a Dortmund, che adesso sembra aver spiccato il volo, lontanissimo tanto da Torino e dai suoi gol granata, quanto da Pescara, e da quella stagione miracolosa.
L’ambiente, come ci si può certamente immaginare, è completamente diverso. E i tedeschi impareranno a conoscere due Ciro Immobile. In campionato è un giocatore di riserva, poco incisivo, confuso, che in tutta la stagione 2014-2015 segna soltanto tre volte. In Europa invece, Immobile è un fuoco, dato che in sei presenze realizza quattro gol, anche se in Champions il Borussia viene eliminato agli ottavi, proprio per mano della Juventus. Qualche buona partita non salva la sua esperienza in Germania, e lo stesso Immobile afferma che l’ambiente, la lingua, il clima, sono troppo diversi da quelli a cui è abituato. Il periodo è troppo difficile e anche la stampa tedesca incalza, affermando che l’acquisto di Ciro Immobile è stato uno dei più grandi errori del club.
Che il suo futuro sarebbe stato lontano da Dortmund è quindi chiaro. E ad accoglierlo questa volta è il Siviglia, con la formula di prestito con obbligo di riscatto. In Spagna Ciro Immobile trova un piccolo miglioramento, soprattutto con la rete dell’8 novembre 2015 contro il Real Madrid, dopo otto mesi di digiuno. Anche la Liga tuttavia non entra a pieno nelle sue corde e nel gennaio 2016 viene accolto di nuovo a Torino, in prestito, in memoria della sua ultima stagione di gloria. I gol tornano, la serenità anche. E Antonio Conte lo sceglierà per portarlo agli Europei di quell’anno.
I livelli sono però ancora inferiori a quelli degli anni prima, e soprattutto le aspettative riposte in lui, dopo le stagioni di Pescara e Torino, sembrano disattese, se non addirittura completamente svuotate. Il grande passo che avrebbe potuto fare giocando in Bundesliga o in Spagna, si è rivelato una delusione. Il ritorno al Torino sembra quindi una toppa, quasi per rimediare e ritirare su un periodo in realtà molto piatto. Nell’estate del 2016 però, arriva per Ciro Immobile l’ennesimo trasferimento, quello che finalmente garantirà all’attaccante una caratteristica che non aveva finora mai avuto prima: la stabilità.
Lo Sliding Doors di Ciro Immobile
24 luglio 2016, fa caldo a Roma. Il solleone delle 12.30 picchia forte sulla pista di Fiumicino. Un aereo pieno di passeggeri atterra. È il volo Ryanair FR9667 e tra turisti, viaggiatori e romani tornati a casa dalle vacanze, c’è un ragazzotto biondo che cerca di nascondersi sotto un cappellino con la visiera e degli occhiali da sole neri. Si tratta del primo grande colpo di Lotito. Ciro Immobile è appena arrivato a Roma per svolgere le visite mediche.
Con il Siviglia ormai è tutto fatto, manca la firma. Arriverà dopo qualche giorno per 8,5 milioni più 500 mila euro di bonus. Lo stipendio sarà lo stesso di Klose che ha appena lasciato Roma, 2 milioni più bonus. Cappellino e occhiali non sono abbastanza. Ormai le notizie di calciomercato stanno circolando, e tutti i tifosi sanno che potrebbe arrivare in quelle ore l’attaccante dai piedi oro. Lo sanno anche due steward laziali, che lo riconoscono e chiedono selfie e uno scambio di battute. E poi, una richiesta: segnare nel derby.
Inizia così l’avventura di Ciro Immobile nella Lazio. Il giocatore viene presentato come futuro bomber di punta e anche per lui questo ritorno in Italia rappresenta una possibilità concreta di riscatto. Che arriverà, anche molto presto, e anche in modo migliore di come ci si poteva immaginare.
I gol arrivano e nel 4-3-3 di Simone Inzaghi Immobile riesce a non far rimpiangere Miroslav Klose. Dopo una doppietta in trasferta contro l’Udinese, arriva per Ciro e per tutta la squadra una sfida importante. È la semifinale di Coppa Italia 2017. È un derby. Roma e Lazio si sfideranno per conquistare il passaggio finale per la lotta del titolo. Dopo un gol di Milinkcovic-Savic al 30′, arriva al 78′ il suo momento. Palla che insacca, gol fatto, partita blindata. Ciro Immobile si prende tutto il tifo che gli spetta. Da molto, molto tempo non sentiva una responsabilità così grande.
Forse i tifosi sugli spalti non si rendono ancora conto. Forse nemmeno mamma Michela e papà Antonio. Ciro Immobile però sta contribuendo a fare un pezzo di storia nella Lazio. La stagione successiva, poi, sarà quella definitiva. Autore di una tripletta contro il Milan, di un poker contro la SPAL, e di un totale di 29 reti fatte in campionato, sarà incoronato (a pari merito con l’interista Mauro Icardi) miglior marcatore della stagione. Per la seconda volta nella sua carriera Ciro Immobile segna più di tutti. E questa volta i risultati arrivano anche in Europa. Perché nella seconda competizione continentale più importante, con un bottino di 8 reti, vince la classifica capocannonieri.
Piedi d’oro
Non finisce qui. Nella stagione 2018-2019 Ciro Immobile si trova quindi a giocare per il terzo anno a Roma. Era dai tempi della Juventus che il partenopeo non trovava una continuità del genere in un determinato club. Dopo una decina di società e città girate, con la Lazio Ciro Immobile riesce a svolgere il suo ruolo in modo completo. Il senso del gol e l’incisività in tutto il comparto della zona d’attacco, sono per la Lazio fondamentali. Quello che nei biancocelesti Immobile trova è invece una squadra costruita sul suo mordente, che conta su di lui per fare la differenza e che d’altra parte lo rende sicuro.
La migliore stagione della sua carriera arriva nel 2019-2020, quando – eguagliando il record di Gonzalo Higuain di quattro anni prima – raggiunge quota 36 reti, in trentasette presenze in Serie A. Il terzo titolo della sua vita come capocannoniere è già una successo incredibile. Il fatto che un italiano abbia raggiunto questa quota di gol nel campionato italiano è un motivo di orgoglio per tutta l’Italia calcistica. Ma in questa occasione c’è pure qualcosa di più. Non c’è né Messi né Ronaldo che tenga. Perché al termine della stagione Ciro Immobile riceve la Scarpa d’oro, il massimo premio per un attaccante in Europa, ricevuto soltanto da due italiani prima di lui, Francesco Totti e Luca Toni.
👑 @ciroimmobile, il vincitore della Scarpa d’oro 2019-2020#CMonEagles 🦅 pic.twitter.com/l6KfqVRcRl
— S.S.Lazio (@OfficialSSLazio) March 10, 2021
Il suo record di gol inoltre suona come una rivincita dopo tutti quegli anni in cui la sua carriera era andata come un’altalena in basso e in alto, senza mai fermarsi nel picco, dove c’è più aria e dove si possono vedere gli altri dall’alto. Le critiche, mosse soprattutto dalla stampa estera, adesso sono come azzerate. Gli attacchi sul carattere, che appariva talvolta un po’ troppo fragile, sono trasformati in orgoglio. Ciro Immobile adesso ha riscattato un’intera carriera.
Bianco, celeste, azzurro
Si rischia talvolta di rispolverare i commenti della sua stagione tedesca, quando era evidente una discrepanza tra le prestazioni in Europa, più decisive, e quelle in campionato, quasi assenti. Allo stesso modo, osservando Immobile nel club e Immobile con la maglia azzurra, si può rimanere delusi e storcere un po’ il naso. L’etichetta di miglior bomber della storia della Lazio, e la vincita del miglior trofeo individuale per un marcatore a livello europeo, hanno fatto certo crescere le aspettative.
Con Roberto Mancini, Ciro Immobile è diventato “l’altro” di Andrea Belotti. Spesso nelle sue scelte i due corrono come in una staffetta, scambiandosi il testimone tra panchina e campo, o passandosi il pallone nella trequarti. Le caratteristiche simili dei suoi giocatori, e la presenza di un comparto offensivo comunque eterogeneo, non hanno spesso favorito la centralità di Ciro Immobile. Tuttavia, nello scorso torneo europeo, Immobile è stato sempre preferito all’attaccante del Torino, regalando soprattutto due gol nella fase ai gironi, contro Turchia e Svizzera.
In attesa quindi dei playoff per i Mondiali in Qatar, che vedranno l’Italia impegnata contro la Macedonia del Nord il prossimo 24 marzo, conviene osservare Immobile nella sua Lazio, per capire come renderlo altrettanto incisivo con i compagni azzurri. In questa stagione ha saltato cinque partite per disparati problemi di salute, ma, quando è stato in campo, ha giocato quasi sempre per 90 minuti. E per adesso guida la classifica marcatori di Serie A con 19 gol collezionati.