Siamo arrivati all’ultima tappa di questo percorso che ci ha portati a scoprire le attrici della Coppa d’Africa 2021. Protagonista di oggi è il Gruppo F con Gambia, Mali, Mauritania e Tunisia.
Gambia
di Danilo Budite
Tra le cenerentole dell’edizione 2021 della Coppa d’Africa c’è il Gambia. Gli scorpioni sono alla prima partecipazione della loro storia alla competizione, dopo diverse vicissitudini che sono un po’ lo specchio della condizione di tantissime nazionali africane. Dal suo esordio nel 1962, un’amichevole vinta contro il Senegal, il Gambia non è mai riuscito a centrare la partecipazione alla Coppa d’Africa, ma non ci ha potuto nemmeno provare negli ultimi anni. Nel 2014 infatti la selezione gambiana è stata sospesa per due anni dalle competizioni internazionali della CAF per aver falsificato l’età di alcuni giocatori. Uno specchio della condizione d’incertezza e approssimazione in cui navigano tantissime federazioni calcistiche del Continente Nero.
Stavolta però il Gambia è riuscito a scrivere una pagina importante della propria storia, ottenendo la sua prima qualificazione in Coppa d’Africa. Il cammino della Nazionale allenata da Tom Saintfiet ha avuto inizio addirittura dai preliminari, dove il Gambia ha eliminato con moltissima fatica il Gibuti. Dopo un doppio 1-1, gli scorpioni hanno avuto la meglio ai rigori e sono approdati alla fase a gironi. Qui, si è compiuto il piccolo capolavoro degli uomini di Saintfiet, che sono riusciti a vincere un gruppo con squadre molto più attrezzate come il Gabon di Aubameyang e la Repubblica Democratica del Cong,o che annovera tra le proprie fila giocatori del calibro di Yannick Bolasie, Cedric Bakambu e Chancel Mbemba.
Il primo match del girone è stato sul campo dell’Angola per il Gambia, una vittoria per 1-3 che rappresenta anche una tappa storica per gli scorpioni, essendo stata la prima vittoria in trasferta della loro storia in un match di qualificazione ai Mondiali o alla Coppa d’Africa. Dopo di ché, è arrivato il pareggio con la RD del Congo in casa e poi una sconfitta e una vittoria contro il Gabon. Alla penultima gara del girone uno degli uomini chiave della rosa, Ceesay, ha regalato la vittoria al Gambia, che poi nonostante la sconfitta all’ultimo turno con la RD del Congo riesce comunque a chiudere al primo posto il girone.
Una vittoria al fotofinish per il Gambia, che chiude a 10 punti come il Gabon, con una differenza reti uguale, ma meno gol segnati. Beffata invece la RD del Congo che ha totalizzato 9 punti, arrivando terza nel gruppo. Uno dei trascinatori del Gambia nella fase di qualificazione alla Coppa d’Africa è stato senza dubbio Assan Ceesay, attaccante classe 1994 in forza allo Zurigo. Il centravanti, piccolo e rapido, ha segnato tre gol in questa fase a gironi, guidando il Gambia alla qualificazione. È cresciuto in Svizzera, arrivando all’affermazione con la maglia dello Zurigo. In Nazionale ha uno score significativo, con 11 centri i 23 apparizioni.
Al fianco di Ceesay, la stella della squadra è Musa Barrow, che conosciamo molto bene qui in Italia. Formatosi nell’Atalanta, il gambiano sta trovando la propria consacrazione al Bologna, sotto la sapiente guida di Sinisa Mihajlovic. Fisicamente esplosivo e dotato di un’ottima tecnica, l’ex bergamasco ha alternato i ruoli di esterno e di centravanti in rossoblù, arrivando in questa stagione a trovare continuità nella posizione di seconda punta nel 3-4-2-1 di Mihajlovic, in coppia con Soriano alle spalle di Arnautovic. Per il Gambia, Barrow è un giocatore estremamente prezioso, soprattutto perché è il più imprevedibile della rosa, capace di tirare fuori da un momento all’altro giocate importanti. La Coppa d’Africa per lui è una vetrina da sfruttare al meglio per poter continuare nel suo percorso di maturazione.
Sono diversi gli “italiani” presenti nella rosa del Gambia. Ci sono innanzitutto i due Colley: Omar ed Ebrima. Il primo è il punto fermo della difesa ed è protagonista in Serie A con la maglia della Sampdoria. Come tutta la sua squadra, Colley non sta vivendo una stagione entusiasmante, con troppi alti e bassi e momenti di difficoltà che ne stanno minando il rendimento. Tuttavia, il blucerchiato rimane uno dei leader del Gambia e sarà fondamentale per il percorso in Coppa d’Africa. L’altro Colley invece, Ebrima, gioca allo Spezia, anche se non sta riuscendo a trovare troppo spazio nella squadra di Thiago Motta. Sono 10 finora le presenze in Serie A per lui, senza nessun gol e con un solo assist all’attivo.
Uno dei giocatori più interessanti del Gambia è sicuramente Ebrima Darboe, giovane centrocampista della Roma che sta trovando spazio quest’anno con Mourinho. Sin dallo scorso anno il giocatore ha mostrato doti interessanti, giocando senza paura contro il Manchester United, e anche quest’anno sta trovando spazio, vivendo però anche lui dei passaggi a vuoto come gran parte della rosa giallorossa. Da poco ha firmato il rinnovo di contratto con i capitolini: un bell’attestato di stima che dimostra quanto la Roma voglia puntare su di lui. L’esperienza in Coppa d’Africa può essere molto utile per acquisire ulteriori sicurezza e responsabilità, per poi tornare a Roma e continuare a giocarsi le proprie carte.
Infine, in Italia milita anche il portiere Sheikh Sibi, che però non è il titolare in quel ruolo: il posto spetta a Modou Jobe, estremo difensore dei Black Leopards. Un’altra pedina interessante è il terzino destro Saidy Janko, classe 1995 che vanta un passato al Manchester United. Il giocatore è infatti cresciuto nelle giovanili dei Red Devils, esordendo anche in un match di Capital One Cup contro l’MK Dons. Dopo l’addio all’Old Trafford, Janko ha vestito le maglie di Celtic e Saint-Etienne e ora milita in Spagna, nel Valladolid.
Altre pedine interessanti sono il centrocampista del Gent Sulayman Marreh e l’attaccante del Boavista Yusupha Njie, che completa il tridente con Barrow e Ceesay. Il Gambia è stato inserito nel girone F della Coppa d’Africa, insieme a Tunisia, Mali e Mauritania. È palese che le prime due risultino favorite, molto più attrezzate rispetto alle avversarie, ma il Gambia già una volta ha saputo ribaltare i favori del pronostico e vorrà fare di tutto per continuare a vivere il proprio sogno e scrive ulteriori pagine di storia nella prima Coppa d’Africa della sua esistenza
Il Mali vuole tornare a correre
di Matteo Speziale
Da quando Seydou Keita, factotum del Barcellona di Guardiola, si è ritirato, la storia calcistica del Mali ha subito una brusca frenata. Dopo l’indipendenza del 1960 e l’incredibile secondo posto alla prima partecipazione del 1972, la nazionale Sahariana dopo oltre trent’anni di anonimato, nel 2012 e nel 2013 era riuscita ad inanellare ben due terzi posti in Coppa d’Africa. Da lì in poi, nuovamente grigie partecipazioni, conclusesi con eliminazioni precoci.
Il girone che questa volta si apprestano ad affrontare “Le Aquile” non sembra affatto proibitivo. Esclusa l’ottima Tunisia, sia la Mauritania che il Gambia sembrano pienamente alla portata. Come nell’ultima edizione (quella del 2019) a guidare il Mali sarà Mohamed Magassouba. Il tecnico maliano si trova quasi per caso sulla panchina della sua nazione: dopo l’addio improvviso di Giresse, causato dall’ultimo posto nel girone di qualificazione per i Mondiali del 2018 era stato chiamato come semplice traghettatore per le qualificazioni in Coppa d’Africa. Il gruppo però ha trovato una certa sintonia con lui e, reputando sufficiente il risultato della Coppa vera e propria, ha scelto di continuare con lui. Magassoba ha ripagato la fiducia qualificandosi in largo anticipo per questa edizione del trofeo continentale, chiudendo al primo posto il girone di qualificazione. Il materiale tecnico a sua disposizione è di buona qualità e in questa edizione ci si aspetterebbe un miglioramento degli Ottavi conquistati due anni fa.
Le Aquile si schierano solitamente con un 4-2-3-1 molto offensivo. Il capitano, Hamari Traoré terzino destro del Rennes, è un vero stantuffo. Offensivamente parlando tra i migliori della competizione intera, paga un po’ dazio quando si tratta di rincorrere l’avversario. Se il resto della difesa è completato da calciatori di medio valore, quasi tutti militanti in Ligue1 (Fofana dell’Amiens o Kouyaté del Metz), a centrocampo la musica cambia improvvisamente. Dopo l’enorme buco lasciato da Seydou Keita infatti la qualità è arrivata in maniera improvvisa e straordinariamente abbondante nella zona nevralgica del campo. Per sole due maglie ci sono ben tre giocatori di livello internazionale come Samaessekou dell’Hoffenheim, Bissouma del Brighton e Haidara del RB Lipsia. I primi due veramente eccellenti in fase di costruzione e posizionamento, il terzo un classico completissimo motorino di centrocampo in grado di svolgere perfettamente le due fasi. Leggermente dietro loro tre il talentino del Salisburgo, Mohamed Camara; indietro più per la giovane età che per il valore. Magassoba li alterna con saggezza, sarà molto divertente vedere chi giocherà e in quale situazione.
Nei tre trequartisti abbiamo la peculiarità di aver due omonimi. Due Adama Traorè, e nessuno dei due è l’Adama Traorè caro ai giocatori incalliti di Fifa. Infatti sull’esterno destro trova spazio l’Adama “Noss” Traorè ex Monaco, attualmente in forza all’Hatayspor. Un funambolo con non troppa voglia di allenarsi e un passato già piuttosto chiacchierato. A ridosso della punta invece troviamo l’Adama Traorè conosciuto dai tifosi dell’Inter, poiché in forza allo Sheriff Tiraspol. Giocatore molto più concreto, in nazionale riveste il ruolo del cosiddetto “ghost-striker”: deputato a inserirsi negli spazi aperti e lasciati dagli altri trequartisti e dalla punta. Sulla corsia di sinistra possiamo evitare di continuare a scervellarci per tenere a mente quale sia l’Adama Traorè giusto, perché troviamo Moussa Djenepo. Il rapidissimo esterno in forza al Southampton è ancora in cerca dell’esplosione definitiva, nonostante le sue indubbie qualità nel dribbling manca ancora di completezza per essere veramente decisivo all’interno di una stagione. In nazionale avrà molte responsabilità, difficile prevedere se riuscirà a reggerle o meno. Infine a contendersi la maglia di punta saranno El Bilal Tourè, punta tecnica e associativa dello Stade Reims, e Kone, gigante del Sarpsborg molto bravo nelle sponde e nel creare spazi per i tre trequartisti. Come si potrà intuire dai loro scores, nessuno dei due è un bomber.
Le possibilità che il Mali superi il girone sono piuttosto elevate, dove poi riesca ad arrivare dipende molto dalla vena dei suoi trequartisti (Djenepo in primis) e da quanto riuscirà col suo ottimo centrocampo a sovrastare gli avversari. Se gli ottavi sono virtualmente scontati, i quarti sarebbero un risultato che potrebbe voler dire aver ripreso la marcia interrotta dalla gloriosa spedizione firmata Seydou Keita.
La Mauritania ha riscritto la storia
di Federico Sborchia
Per una realtà minore come la Mauritania raggiungere la fase finale della Coppa d’Africa è un risultato storico, che lo diventa ancor più se si considera che questa sarà la seconda partecipazione consecutiva.
I Mourabitounes si presentano ai blocchi di partenza della competizione continentale dopo aver chiuso al secondo posto il girone di qualificazione in cui a precederli è stata la corazzata Marocco, con cui hanno raccolto due pareggi. Capo della spedizione in Camerun sarà il francese Didier Gomes Da Rosa. Da Rosa è un profilo di grande esperienza del panorama africano ed è reduce dal double raggiunto in Tanzania con il Simba che lo ha poi licenziato dopo l’eliminazione dalla Champions League.
La rosa della Mauritania non è assolutamente di primo piano e non a caso Da Rosa ha attinto senza troppe remore dal campionato locale. Dalla Super D1, infatti, vengono tutti e tre i portieri della rosa, con il titolare, Babacar Diop, che al momento difende i pali dei campioni del Nouadhibou dimostrandosi estremamente valido nel campionato locale.
In difesa uno dei principali referenti di questo gruppo sarà Abdoul Ba, nato in Senegal e che per qualche anno ha militato in Francia con Lens e Auxerre prima di spostarsi in Marocco e infine in Libia, dove attualmente gioca nelle fila dell’Al-Ahli di Tripoli. Ba è un centrale di copertura con un fisico a dir poco imponente, dotato di una buona capacità di lettura e con una buona esperienza, per cui non stupisce trovarlo come leader difensivo di questa squadra. I due partner di Ba in difesa dovrebbero essere invece due profili molto meno rilevanti per il contesto di provenienza: con origini simili a quelle di Ba è Diadié Diarra, attualmente al Goal FC nella quarta divisione francese, mentre nato e cresciuto in patria è Hassan Houbeib, che dal 2019 milita nell’Al-Zawra, uno dei club più importanti del panorama iracheno.
Sulla fascia sinistra il titolare sarà un uomo di grande qualità per questo gruppo come Aly Abeid, prodotto del settore giovanile del Levante e ora al Valenciennes dove gioca – non troppo a dire il vero – principalmente da esterno bloccato. Ad agire sul lato opposto invece ci sarà un esterno con una dimensione offensiva più marcata come il ventinovenne del Nancy Souleymane Karamoko, incredibilmente alla sua prima convocazione in carriera.
Passando al centrocampo un uomo centrale di questa nazionale sarà Mohamed Dellahi Yali, regista molto interessante con un misterioso passaggio in Lettonia all’interno della sua carriera svoltasi principalmente in patria; ora svincolato dopo alcune esperienze in Maghreb, tra cui l’ultima nell’Al-Nasr di Bengasi. Vicino a lui un uomo molto interessante sarà Mahmoud Abdallahi, prodotto delle giovanili dell’Alaves e attualmente in prestito all’Istra in Croazia. Classe 2000, Abdallahi è una mezzala destra molto interessante, con buoni tempi di inserimento e discreta qualità tecnica che preferisce giocare sul lato sinistro del campo. A completare il centrocampo di Da Rosa la scelta dovrebbe ricadere su Guessouma Fofana, fratello dell’ex Lione Gueida e cresciuto in Francia, dove ha giocato principalmente in Ligue 2 prima del passaggio in estate ai romeni del Cluj. Nel novero dei centrocampisti c’è anche un ragazzo molto interessante come Beyatt Lekweiry, sedicenne del Douanes e uno dei principali talenti dell’Under 20 mauritana che però non ha potuto prendere parte alla competizione di categoria per infortunio.
In attacco la situazione per i Mourabitounes è sicuramente più florida grazie alla presenza di alcuni individui di livello; Da Rosa ha regalato la prima convocazione al centravanti del Le Havre Pape Ibnou Ba, recentemente naturalizzato e con una buona carriera nelle serie minori francesi. Quasi omonimo è Adama Ba, uno dei leader del gruppo e attualmente miglior marcatore della rosa con 6 gol in 40 presenze e una carriera che si è mossa tra Francia, Turchia e infine Grecia, prima di rimanere svincolato. Chi invece in Turchia gioca ancora è Souleymane Doukara, cresciuto nei settori giovanili italiani fino a raggiungere la Serie A con il Catania nel 2013; dopo un passaggio interlocutorio al Leeds in Championship Doukara si è consolidato principalmente nella Super Lig turca, dove ha trovato 3 gol nel Giresunspor. Senza dubbio l’uomo di miglior qualità della rosa è però Aboubakar Kamara; entrato solo quest’anno nel gruppo della nazionale, Kamara è un attaccante abbastanza versatile che si muove principalmente da centravanti, ruolo in cui si è conquistato un ruolo di rilievo prima nell’Amiens e poi nel Fulham, con cui ha conquistato due promozioni in Premier League – pur attirando su di sé le ire di Ranieri per aver tolto un rigore a Mitrovic e averlo poi sbagliato – e da agosto 2021 è titolare nell’Aris Salonicco.
Il livello complessivo del gruppo di Da Rosa è mediamente basso e anche i profili di riferimento non sono proprio esaltanti; inoltre, il girone è decisamente proibitivo vista la presenza di due squadre importanti come Mali e Marocco. I Mourabitones sono anche reduci da un 2021 molto deludente in cui è arrivata una sola vittoria – contro la Siria nell’Arab Cup – e per questo è difficile aspettarsi un grande exploit, tuttavia, le ultime addizioni di Kamara e Ibnou Ba potrebbero alzare sensibilmente il livello di una squadra altrimenti molto povera di talento. Ciò detto, l’aver raggiunto la fase finale per la seconda volta di fila è motivo di grande orgoglio per una realtà di secondo piano come questa, per cui i Mourabitones potranno andare in Camerun e pensare soprattutto a godersi l’esperienza.
Tunisia: l’esperienza non tramonta mai
di Lorenzo Masi
Sono tempi tranquilli per la Tunisia, forse troppo. Dopo la partecipazione ai mondiali 2018, sicuramente il calcio tunisino ha vissuto un periodo di declino a causa di un ricambio generazionale che tarda ad arrivare. Nonostante ciò, l’ultima Coppa d’Africa della Tunisia si rivelò un piacevole percorso in crescendo quando tutto sembrava perduto. Nel 2019, in Egitto, le Aquile di Cartagine si piegarono solo in semifinale contro il Senegal per 1-0. La squadra di Mondher Kebaier, pur ottenendo soli 3 punti nella fase a gironi, ottenne il pass come seconda e diede vita ad un incredibile percorso nelle fasi finali, eliminando il Ghana favorito agli ottavi ed il Madagascar ai quarti.
Dallo 0-1 del Cairo nella finale per il terzo posto disputata contro la Nigeria, gli uomini di punta della nazionale tunisina sono rimasti più o meno gli stessi. Che sia un bene o un male lo si vedrà nel corso della competizione. Di certo c’è che nei 28 convocati da Kebaier non ci sono grandi assenti o esclusioni di lusso: rispetto ad altre nazionali la Tunisia è stata meno chiacchierata mediaticamente. Un aspetto che potrebbe rivelarsi vincente come tre anni fa, quando in pochi avrebbero puntato sulle Aquile nelle ultime quattro del torneo.
Rispetto ad altre nazionali del Maghreb, quella tunisina è sicuramente una delle squadre che più si abbevera alla fonte dei club nazionali, sfruttando la rivalità Club Africain – Esperance Tunis, che da anni ha sicuramente migliorato il panorama calcistico della capitale. I fari della squadra sono sicuramente i giocatori che militano in Europa, soprattutto in Francia. La nazionale tunisina possiede moralmente due capitani, anche se è il primo quello che porta la fascia: Youssef Msakni, bomber storico e bandiera di tutto un paese, e Wahbi Khazri, icona della Ligue 1 che continua a distillare magie con la maglia del Saint-Étienne.
In porta è più che sicura la titolarità di Farouk Ben Mustapha, l’estremo difensore dell’Esperance Tunis. A partire dalla difesa sorgono i primi dubbi: l’assenza di Yassine Meriah, infortunatosi gravemente ad un ginocchio durante la semifinale di Arab Cup del mese scorso, lascia le redini della squadra a Dylan Bronn, centrale del Metz. Con lui a far reparto ci sarà Montassar Talbi, roccioso difensore del Rubin Kazan, e uno tra Ali Maaloul dell’Al Ahly e Oussama Haddadi (Yeni Malatyaspor) qualora Kebaier puntasse sulla difesa a tre come durante le qualificazioni mondiali. L’ex terzino sinistro del Digione Haddadi, dotato di un ottimo mancino e bravo in fase offensiva, ha duttilità e potrebbe sacrificarsi come terzo centrale o diventare titolare sulla fascia sinistra. A destra, dopo l’esclusione dai 28 del terzino della Salernitana Wajdi Kechrida, corsa a due tra Hamza Mathlouthi dello Zamalek e Mohamed Drager del Nottingham Forest. Il poco tempo di gioco del secondo in Inghilterra potrebbe lasciar spazio a Mathlouthi. Sarà poi curioso vedere se Omar Rekik esordirà nella competizione: il classe 2000 dell’Arsenal, fratello di Karim, ha scelto senza pensarci su la nazionale tunisina rispetto a quella olandese (luogo di nascita dei due fratelli), trovando la prima convocazione per questa Coppa d’Africa.
Il centrocampo è sicuramente il reparto migliore dei tunisini: a prescindere dallo schema (3-5-2 o 4-3-3) si tratta di un mix tra esperienza, qualità e freschezza fornito dalle doti di interdizione di Ellyes Skhiri, uno dei migliori numero 5 in tutto il continente africano ed in Bundesliga con il Colonia, e di imprevedibilità grazie alle caratteristiche di Saîf-Eddine Khaoui e di Aissa Laidouni, che con il Ferencvaros sta facendo bene. In attacco, Naim Sliti, arma nascosta di Lille e Digione partito un po’ presto verso gli emirati, potrebbe essere l’arma segreta in attacco assieme ad Hamza Rafia, ex Juventus ora allo Standard Liegi, entrambi partiranno sicuramente dalla panchina ma potrebbero rivelarsi fondamentali nel prosieguo della competizione. Occhi puntati anche su Hannibal Mejbri, classe 2003 del Manchester United che ha tutta l’allure per diventare il nuovo Marouane Fellaini. 18 anni, 184 cm ed un capelli riccio e sfavillante che accomunano subito il nativo di Ivry (Francia) con il talento belga. Come punta centrale difficile pensare ad un ballottaggio Msakni/Khazri, anche se lo schema iniziale, qualora fosse un 4-3-3, influirà sulle scelte di mister Kebaier e potrebbe relegare una delle due colonne in panchina.
Visto il gruppo F, l’obiettivo della Tunisia deve forzatamente essere quello di passare il girone, giocandosi il primato con un Mali strutturato a livello di rosa e ad un Gambia interessante e possibile sorpresa. Seppur la Mauritania sembra partite un passo indietro nel gruppo, durante le qualificazioni mondiali era riuscita a strappare un pareggio proprio contro la Tunisia.