Centoquindici milioni di euro. Sarebbe dovuto essere l’uomo da cui ripartire, quello da mettere al centro del progetto e grazie al quale porre le basi per dare il via ad un nuovo ciclo vincente per il Real Madrid. A quasi due anni dall’approdo di Hazard al Santiago Bernabeu, le premesse purtroppo sono rimaste tali. Una serie di infortuni succedutisi l’un l’altro hanno tenuto il fuoriclasse belga costantemente fuori dal campo, in un’escalation che ormai sembra aver assunto connotati a dir poco assurdi, e con sullo sfondo il serio pericolo di poter aver perso per sempre uno dei migliori giocatori della sua generazione.
L’Odissea madrilena di Hazard
Parto con una semplice premessa. Io sono innamorato, perdutamente e follemente innamorato di Eden Hazard. Lo sono stato sin dalla prima volta in cui l’ho visto giocare, ancora piccolo e gracile, con quella maglia del Lille che appariva sin troppo grande per quel mingherlino belga dagli occhi verdi. Uno di quei giocatori per cui sarei disposto a contribuire di tasca mia, pur di vederlo giocare con la maglia della mia squadra del cuore, fermamente sicuro che ogni centesimo ne varrebbe la pena, solo per vedergli accarezzare il pallone.
Quando ho sentito della notizia del trasferimento al Real Madrid ho pensato che potesse essere finalmente il passo decisivo per la definitiva consacrazione, per magari salire quel gradino che lo avrebbe messo al pari dei due mostri sacri che dominano il momento storico in cui viviamo, e non solo come uno di quelli a venire subito dopo. Non potete immaginare quanto male abbia fatto al mio cuore vederlo così a lungo lontano dai campi.
Dieci infortuni, undici stop nel complesso tenendo conto anche della positività. Il tutto in un arco di tempo che copre appena poco più di un anno e mezzo, andando dal suo approdo a Madrid nel luglio del 2019, sino ad oggi. Una serie di sfortunati eventi che ha impedito ad Hazard di disputare più della metà degli incontri in programma, e che di fatto non gli ha mai permesso di trovare la giusta continuità per esprimersi al meglio con la maglia dei Blancos.
Un calvario cui sembra non esservi mai fine e che ha portato in molti a considerare l’ex Chelsea oramai come un peso per i madrileni, che già sin dal suo arrivo era stato preso di mira per la scarsa forma fisica con cui si era presentato. Un rapporto con l’ambiente non certo iniziato nel migliore dei modi, e che i continui infortuni non gli hanno mai permesso di instaurare davvero, con le luci dei riflettori spostatesi sempre più lontano da lui.
Sembra quasi che a questo punto a Madrid abbiano fatto l’abitudine con l’assenza del proprio numero sette; non che Zidane non aspetti trepidante il suo ritorno, ma la squadra e l’ambiente circostante appaiono ormai abituati ad andare avanti senza di esso. A tal proposito, di certo non mancano anche le voci di mercato, già incessanti su giocatori del genere, figurarsi nelle condizioni in cui si trova Hazard. Apparentemente fandonie, ma che la voglia di determinare nel mercato e di tornare subito a splendere del Real potrebbe anche portare a tramutarsi in realtà. D’altronde è risaputo che le vie del calcio(mercato) sono infinite. Ma a questo punto viene da chiedersi: “Perché il Real Madrid dovrebbe privarsi di Hazard?”.
Una situazione complicata
Fino a poco più di tre anni fa, Eden era considerato come uno dei pochi quotati a poter potenzialmente interrompere il duopolio di Ronaldo e Messi sul Pallone d’Oro . Alla fine a riuscirci è stato chi forse meno ci saremmo aspettati, con quei Mondiali del 2018 che hanno letteralmente spedito Modric verso la conquista del premio istituito da France Football, rubando di fatto la scena un po’ a tutti.
Eppure, proprio a quel Mondiale era andata in bella mostra quella che forse fino ad ora è la versione migliore di Hazard che si sia mai vista. Brillante, in perfetta forma, consapevole della propria forza e più focalizzato che mai sul rettangolo di gioco. Al di là dei numeri (3 gol e 2 assist) e del terzo posto finale, a meravigliare in quel torneo fu l’atteggiamento del belga in ogni partita, trascinatore di una nazionale che di campioni ne aveva tanti, ma che in lui trovava la vera guida.
In quel torneo mise insieme una serie di prestazioni impressionanti, giocando praticamente a tutto campo, e rivelandosi determinante in entrambe le fasi, dando l’impressione di poter spaccare in due, di determinare la partita ogni qual volta toccasse palla. La partita nei quarti con il Brasile è quella emblematica, passata ai posteri per il numero di dribbling (in cui personalmente non ho ancora capito se abbia stabilito un record o meno), e per il modo in cui trascinò la squadra, con la forza di dominare ogni situazione di gioco.
Ma è la semifinale con la Francia quella che a mio avviso fece ancora più eco. Una finale forse preannunciata, in cui il Belgio non giocò come probabilmente avrebbe sperato, Salvo per Hazard, che in quella partita sfidò praticamente da solo i transalpini, mai domo, caricandosi la squadra sulle spalle, e spesso creando gioco letteralmente da solo. Un calciatore già forte, la cui evoluzione in quel Mondiale apparve giunta a pieno compimento, capace di determinare in qualsiasi posizione del campo.
Tutto ciò per dire cosa? Che a conti fatti sarebbe una mezza follia privarsi di un calciatore di tal calibro, maggior ragione ora che il suo valore di mercato equivale ad un terzo di quanto venne pagato al momento del trasferimento. In un Real già in ripresa come quello che stiamo vedendo in questa stagione, l’inserimento di un elemento aggiunto come Hazard farebbe alzare in modo vorticoso l’asticella della qualità. D’altronde, il valore del giocatore è indiscutibile, un fuoriclasse di livello assoluto che se in condizioni fisiche ottimali diviene semplicemente devastante.
Ma il problema, non necessita certo un genio per capirlo, sta proprio nell’incognita delle sue condizioni fisiche. Differentemente da quanto si possa pensare al momento, il belga prima di arrivare a Madrid non ha mai avuto grandi problemi fisici, niente che gli abbia mai fatto saltare al massimo più di qualche settimana. Salvo l’operazione alla caviglia del 2017, che subita in estate gli permise comunque di recuperare in tranquillità. Un elemento che potrebbe essere rassicurante da un lato, ma ancor più preoccupante dall’altro.
Dalle testimonianze degli addetti ai lavori, Hazard non è mai stato un purista della preparazione, uno troppo dedito alla giusta cura del proprio fisico. Potrebbe darsi che ora, a 30 anni da poco compiuti, il suo corpo gliene stia rendendo conto, con un calo della tenuta fisica che altrimenti pare inspiegabile. Componente importante l’ha avuta senza dubbio anche la sfortuna, questo è certo: piove sempre sul bagnato.
Pertanto, è da capire quale possa essere il vero stato del 7 dei Blancos al momento del ritorno sul campo, dato che al momento è un po’ come una macchina lasciata ferma nel garage dopo due anni di lavoro: non puoi mai sapere come reagirà al momento della messa in moto. Il motivo principale che potrebbe portare il Real a privarsi del belga è proprio questa incertezza. Scommettere per il terzo anno di fila su di un’incognita potrebbe rivelarsi troppo deleterio.
Al Bernabeu c’è una gran voglia di tornare subito a vincere, e per fare ciò appare inevitabile un investimento importante sul mercato, per una squadra che ha sì tanti giovani, ma allo stesso tempo tanti elementi chiave in età avanzata. Ecco allora che il belga potrebbe diventare un espediente per arrivare a mettere a segno qualche colpo, soprattutto in un momento di difficoltà economica per tutti i club come quello attuale.
Quale futuro per Hazard?
Più realisticamente parlando, l’anno prossimo la residenza di Hazard dovrebbe, salvo imprevisti, essere ancora a Madrid. Troppa la discrepanza tra il possibile valore in campo del giocatore e quello attuale di mercato, troppo alto l’esborso economico necessario in questo momento per quasi tutti i club, troppo rischiosa la scommessa. E poi è assolutamente certo che il belga abbia tutt’altro in testa fuorché far le valigie. Dopo quasi due anni di anonimato, la fame e la voglia di lasciare il segno con la maglia dei Blancos saranno più incessanti che mai, ed è impensabile che un calciatore del genere possa abdicare in tal modo.
Il rientro in squadra dovrebbe essere ormai alle porte. Un finale di stagione da protagonista potrebbe – salvo infortuni, ma è superfluo dirlo – rilanciarlo alla grande. Il Real è d’altro canto ancora in corsa per due trofei, e chissà che proprio il recupero del belga non possa dimostrarsi determinante nel raggiungimento di una ipotetica vittoria. Sarebbe una spinta psicologica di fondamentale importanza anche in vista degli Europei di questa estate, che in prospettiva rappresentano un’ulteriore possibile rampa per il rilancio del belga.
La paura più grande è quella che il fisico di Hazard stia pian piano cedendo. Dopotutto, non sarebbe di certo la prima volta che si assiste al declino di un calciatore a causa del decadimento del proprio corpo. Un pensiero che sinceramente rattrista, ma che inevitabilmente avrà toccato molti anche soltanto di sfuggita.
Nel migliore dei casi, invece, quest’anno e mezzo diverrà solo un brutto ricordo. Con il passare del tempo, Eden riprenderà forza, brillantezza, confidenza con il campo. Diventerà l’uomo chiave del Real Madrid dell’anno prossimo, sarà nuovamente tra i protagonisti del Mondiale e ancora una volta ci stupirà. Tornerà ad essere quel fantastico giocatore che abbiamo avuto modo di ammirare prima al Lille e poi al Chelsea, che me e tanti altri aveva fatto innamorare.