Con il doppio scoppiettante 2-2 del Gruppo F, con Germania, Ungheria, Francia e Portogallo che hanno dato vita a uno dei più bei gironi di sempre nelle competizioni internazionali, si è abbassata la serranda sulla prima fase di Euro 2020. 36 partite sono state giocate, 16 ne mancano alla fine del torneo: un Europeo dalle mille anime, con le 24 squadre che hanno portato in campo la propria identità tecnica, tattica e culturale, con le influenze politiche che, specie in un torneo tra Nazionali, non possono mancare mai. Ma bando alle ciance, in questo articolo il focus è sul calcio giocato, perciò senza troppi preamboli abbiamo preso al balzo l’invito di Gigi Marzullo, facendoci cinque domande su com’è andato fino ad ora quest’Euro 2020 itinerante e dandoci anche delle risposte.
Dal punto di vista del puro intrattenimento, come avete trovato questa prima parte di Euro 2020? Vi aspettavate di trovare i giocatori messi meglio o peggio dal punto di vista fisico-atletico?
Nicola Lozupone: Personalmente non sono insoddisfatto di quanto visto in questa fase a gironi: ovviamente ci sono stati picchi di alto (Danimarca-Belgio su tutti) quanto di basso livello (Svezia-Slovacchia). Mi aspettavo qualcosa di più da alcune nazionali che hanno, invece, dissipato buona parte del talento a propria disposizione: non mi riferisco solo a formazioni di prima fascia come Portogallo e Francia, ma anche squadre di seconda fascia su cui personalmente puntavo per vedere qualcosa di interessante a livello tecnico. Mi riferisco in particolare all’Ucraina che, quanto meno, ha trovato il salvagente dei ripescaggi, e alla Polonia di Paulo Sousa, che si è svegliata solamente nel secondo tempo della partita finale contro la Svezia. A livello di tenuta atletica ho visto la maggior parte delle squadre cercare di gestire le proprie energie: hanno alternato fasi di pressione alta a fasi di controllo del ritmo e, soprattutto, una volta riconquistato il pallone cercavano prevalentemente di controllare il possesso anziché cercare di andare in battere e levare; unica squadra che non si è risparmiata, e questo un po’ mi preoccupa, è proprio l’Italia che, nei primi 180 minuti del torneo, ha corso davvero tanto. Per questo mi è sembrato saggio il turnover massiccio di Mancini contro il Galles: siamo una squadra che necessita di star bene fisicamente quando dovremo affrontare squadre ben disposte atleticamente e fisicamente, come Austria e, probabilmente, Belgio.
Nicola Boccia: La condizione fisica era indubbiamente l’incognita più grande in vista di Euro 2020, soprattutto perché avrebbe potuto incidere in maniera significativamente negativa sull’intrattenimento. Devo dire invece che dovendo tenere sempre in considerazione l’ultima annata e mezzo, la tenuta delle squadre fino a questo momento è stata più che discreta, cosa di certo non scontata. Naturalmente le fasi di gioco “conservative” sono state più numerose rispetto al solito, ma nel complesso la rappresentazione non ne ha risentito più di tanto. Tralasciando la presenza inevitabile di qualche partita sonnifera, lo spettacolo messo in piedi in questa fase a gironi è stato comunque ampiamente all’altezza del palcoscenico, già capace di regalare partite non solo dall’elevato tasso tecnico ma anche di significativa carica emotiva, e ritrovando oltretutto finalmente il pubblico sugli spalti, non certo un fattore di poco conto in questo ambito. Mettendo da parte il giudizio sui singoli, sarei un bugiardo se dicessi che fino ad ora non mi sono divertito. The best is yet to come.
Chi è stata la miglior squadra dei raggruppamenti? Chi, invece, il miglior singolo?
Giovanni Fasano: Senza dubbio l’Italia. La squadra di Mancini è quella che ha espresso il calcio migliore nella fase a gironi di Euro 2020, mixando alla perfezione una fase offensiva iper-produttiva e una difensiva efficiente. Di squadre con talento offensivo superiore a quello della selezione azzurra ce ne sono diverse, ma sul piano dell’organizzazione nessuna raggiunge i picchi toccati dall’Italia. L’MVP dei gironi invece veste la maglia della squadra di maggiore talento ed è Paul Pogba. Il centrocampista dello United ha deluso con l’Ungheria, incappando in una di quelle gare in cui non sembra essere interessato a raggiungere il livello agonistico necessario per affrontarle, ma è stato illuminante nelle grandi serate contro Germania e Portogallo. L’esterno con cui serve Hernandez e propizia l’autogol di Hummels e il filtrante visionario con cui imbecca Benzema nella gara contro i lusitani rappresentano il culmine di due partite passate a danzare tra i centrocampisti avversari.
Nicola Lozupone: Non è possibile negare l’evidenza: quanto fatto vedere dall’Italia finora è stato un grande piacere per gli occhi e per il cuore. Si vede chiaramente che questo Europeo è il culmine di un ciclo iniziato nel 2019 da Roberto Mancini che ha completamente rivoluzionato il senso e la definizione del concetto di nazionale di calcio: non siamo più una selezione, bensì una vera e propria squadra costruita un pezzo alla volta nel corso di questi anni con una ricerca di profili ben definiti dal nostro commissario tecnico, una scelta che ha decisamente pagato indipendentemente da come andrà a finire Euro 2020. A livello di singoli mi piace segnalare le prestazioni in queste prime 3 partite di Gini Wijnaldum, a cui Frank De Boer ha assegnato la maglia numero 10 della nazionale olandese: il neo-acquisto del PSG ha giocato da vero numero dieci integrandosi perfettamente con la coppia d’attacco degli Oranje ed ha messo a referto 3 reti, tra cui quella che ha sbloccato la partita d’esordio contro l’Ucraina in una realizzazione che rappresenta un perfetto compendio delle sue capacità di seguire l’azione nascosto dietro le foglie ed arrivare alla conclusione quando la difesa avversaria crede di aver scampato il pericolo.
Matteo Speziale: Nonostante abbia incontrato la squadra peggiore delle 24 (la Turchia, ndr) credo sia difficile negare l’assoluto dominio azzurro in tutto il girone, letteralmente 270′ di supremazia. Solo i Paesi Bassi del vituperato De Boer possono competere col livello prestazionale degli uomini di Mancini, ma con la macchia di aver regalato qualche occasione da gol di troppo agli avversari. Sull’MVP personalmente ancora meno dubbi: Frenkie De Jong ha incantato tutti con sapienza quando c’era da cucire il gioco e con grande senso dell’anticipo e della posizione quando c’era da mantenere alto tutto il baricentro della squadra. Insieme a De Roon, specie nelle partite contro Macedonia del Nord e Austria, ha garantito a tutta la squadra una costante proiezione offensiva grazie alla capacità di governare la linea mediana gestendo. Tre partite in cui, sinceramente, non riesco a dargli meno di 8.
Gianluca Losito: Sicché l’Italia va per la maggiore, mi tocca recitare il ruolo del guastafeste e citare l’Olanda di Frank de Boer come miglior complesso della fase ai gironi di Euro 2020. Se da un lato bisogna dire che le avversaria dell’Italia sono state sminuite, anche in parte a torto, dopo che gli Azzurri le hanno schiacciate, anche il girone degli Oranje non è stato così facile come potesse sembrare a primo impatto: passi la Macedonia del Nord, che è stata peraltro l’ultima avversaria quando ormai i giochi erano già decisi per entrambe, ma Ucraina e Austria sono due squadre ricche di talento che daranno diversi grattacapi alle loro avversarie. Le partite contro le nazionali di Shevchenko e Foda hanno visto una formazione in evoluzione, di cui va sempre ricordato quanto sia un cantiere attualmente in costruzione – il commissario tecnico è arrivato lo scorso autunno, molti dei calciatori in campo hanno poca esperienza con la nazionale dei Tulipani. Sin dal primo incontro si è visto un undici propositivo e con velocità nella costruzione di trame offensive, capace di portare tanti uomini a ridosso dell’area di rigore gialloblu. La difesa a tre viene interpretata in maniera proattiva, col perno de Vrij che è sostenuto ai lati dal capitano Danny Blind e da un redivivo de Ligt, tornato solo nell’incontro contro l’Austria ma subito nel vivo della partita, e rimpiazzato nella prima partita da uno spavaldo Jurrien Timber. In fase difensiva c’è qualche varco, dovuto anche a un Dumfries in forma smagliante, ma più disposto a guardare verso la porta avversaria che verso la sua: due reti per lui, che è in un magic moment che può aiutare tanto. In generale, ciò che mi fa ben sperare per il prosieguo sono due fattori: un tabellone abbordabile e la capacità di poter disporre di calciatori interessanti e sprezzanti dalla panchina. Il già citato Timber, un Donyell Malen che si sta facendo spazio a forza di folate e che credo presto toglierà il posto a Wout Weghorst, Ryan Gravenberch e Nathan Aké: l’ex tecnico di Inter e Crystal Palace ha tante armi per dare una scossa dalla panchina, cambiando anche le caratteristiche degli undici in campo. Lo scettro di singolo MVP dei gironi per pochissimo non lo assegno proprio ad un Oranje, cioé Frenkie de Jong, che nella mia personale classifica è secondo (il suo dominio tecnico è impressionante, specie dopo la lunghissima stagione che ha sostenuto) alle spalle di un Romelu Lukaku nei migliori giorni della sua carriera, e forse anche della sua vita. Il ruolo di leader tecnico e carismatico gli viene ormai naturale e ammirarlo è un piacere. Me la rischio: se le eliminatorie vanno come devono, al 12 luglio potremmo avere un nuovo candidato per il Pallone d’Oro.
Qual è l’ottavo di finale più interessante a Euro 2020?
Nicola Lozupone: Inghilterra-Germania rappresenta un match che dovrebbe trasformarsi in un instant classic come ogni confronto tra i sudditi di Sua Maestà e la Mannschaft, e tanto vale come presentarla come una grande sfida. Tuttavia io sono curioso di seguire l’incrocio tra Danimarca e Galles, in quanto mette di fronte due squadre con uno stile di gioco molto diverso tra di loro ma eseguito su ritmi alquanto interessanti: da una parte i danesi che esprimono un calcio molto offensivo che porta tanti giocatori in attacco, dall’altra parte i gallesi che difendono bassi e compatti, ma che appena entrano in possesso del pallone non ci pensano su due volte ad innescare Gareth Bale e Daniel James in modalità staffetta 4×100.
Nicola Boccia: Per qualità delle squadre, storia calcistica ed extracalcistica non potrei che dire Germania-Inghilterra. Non può che essere la partita di maggior fascino, dunque per non risultare banale virerei su Olanda-Repubblica Ceca. Le due nazionali arrivano agli ottavi di Euro 2020 fiduciose, rinfrancante da un girone che ha regalato parecchie sensazioni positive, soprattutto per gli Oranje, e con la prospettiva di un cammino che rende le possibilità di arrivare in semifinale decisamente più concrete di quanto fossero ad inizio torneo. Considero la Repubblica Ceca un avversario ostico per chiunque, forte nei singoli e compatta nell’insieme, che anche per modo di giocare ha in teoria le potenzialità per mettere in difficoltà un’Olanda che fino a questo momento ha camminato piuttosto sul velluto. Una sfida che a mio avviso propone spunti molto interessanti.
Giovanni Fasano: Belgio-Portogallo e Inghilterra-Germania sono le partite dal pedigree più importante, ma personalmente l’ottavo che guarderò con più gusto è quello che si disputerà a Copenaghen tra Croazia e Spagna. Vedere Modric, Kovacic, Brozovic, Pedri, Koke e Busquets contendersi il possesso e sfidarsi a colpi di cambi di gioco millimetrici (e c’è chi li fa d’esterno), conduzioni in spazi ristretti e triangolazioni ad alta velocità è tutto ciò che chiedo ad una competizione del genere. Inoltre sarà interessante vedere affrontarsi due squadre il cui livello tecnico in mezzo al campo non è sempre supportato da un’efficienza realizzativa di alto livello. La Croazia deve combattere con limiti di organico (bellissimo Bruno Petkovic, ma fare gol non è propriamente il suo mestiere), mentre la Spagna con la scarsa verve del suo attaccante principe. Chi sarà in grado di andare oltre i propri limiti?
Matteo Speziale: Difficile negare che la tradizione di Inghilterra-Germania sia assolutamente la più affascinante tra le otto sfide. Sia per il valore dei calciatori, sia per la storia che lo scontro si porta dietro. La battaglia tattica, poi, fornisce altri spunti ancora più interessanti. Sono curioso di vedere, infatti, come Low cercherà di scardinare la difesa inglese parsa molto solida fino ad oggi. Se continuerà a farlo usando un “tridente leggero” ed un atteggiamento molto votato ad occupare l’ampiezza oppure se cercherà di dare il pallone agli inglesi. Di contro, Southgate continuerà a dare la priorità alla fase difensiva cercando attacchi estemporanei? Vedremo un gioco offensivo più corale e avvolgente oppure, come nell’ultima partita del girone, ci si affiderà addirittura a Pickford per risalire il campo? E Sancho? Avrà qualche minuto in più della miseria dei gironi? Tutte domande che non fanno che accrescere l’hype. Una citazione obbligatoria però vorrei riservarla a Ucraina-Svezia. Gli uomini di Shevchenko sono senza dubbio una squadra ricca di talento, ma allo stesso modo hanno dimostrato di essere fragili – difensivamente quanto mentalmente – e si troveranno davanti il titanio svedese, fatto di un calcio immediato ed essenziale. Da questo ottavo potrebbe uscire un dark horse da raccontare nei prossimi europei.
Gianluca Losito: Non posso non rispondere Belgio-Portogallo. Una partita tra due squadre storicamente belle e incompiute (anche se la seconda ha battuto il ferro proprio da poco), nel momento migliore della loro storia, con una difesa lenta e vecchia ma un potenziale di fuoco offensivo dinamitardo, specie quando si apre il campo e ci sono spazi in cui galoppare. Le similitudini non finiscono qui: entrambe hanno un centrale classe 1997 emerso in adolescenza e da cui ci si aspetta il torneo della vita, che fino ad ora hanno fatto bene ma non troppo (Tielemans ha dichiarato “Non sono al top. Devo cercare di migliorare per essere al massimo nelle prossime partite. So che non ho giocato al mio livello finora”). Dunque, bisogna capire se avrà la meglio chi farà meno danni in difesa o chi saprà essere più distruttivo in attacco: in mezzo, due centrocampi ancora in costruzione, col Portogallo che potrebbe costringere De Bruyne a lavorare qualche metro indietro per non lasciare in inferiorità Tielemans e il convalescente Witsel. Ci si aspetta tanto anche da Bruno Fernandes, che fin qui non ha convinto più di tanto. Dal punto di vista personale, la struttura più chiara e consolidata dei Diavoli Rossi (anche se Martinez ha fatto degli esperimenti un po’ strani nel girone, tipo invertire Thorgan Hazard e Carrasco) fa pendere la bilancia rispetto a un Portogallo in cui Fernando Santos ancora non ha capito perfettamente come far convivere il talento offensivo a sua disposizione. A proposito di Carrasco: siamo sicuri che non esista qualche legge umanitaria che impedisca di metterlo sulla stessa fascia di Semedo? Sarà l’ennesimo mismatch pericoloso per il terzino del Wolverhampton in questo Euro 2020.
Chi pensate possa sorprendere nella fase ad eliminazione diretta, facendo il Portogallo della situazione (girone mediocre ma gran eliminatoria)?
Nicola Boccia: L’essere stati a 5 minuti dall’eliminazione, tra l’altro per mano dell’Ungheria (con tutto il rispetto per lo stupendo Europeo giocato dai ragazzi di Marco Rossi), non mette certo la Germania in buonissima luce in vista degli ottavi. Il girone dei tedeschi è stato un continuo susseguirsi di alti e bassi che ha chiaramente messo in mostra allo stesso tempo le infinite potenzialità di questa squadra e le ancora tante lacune che presenta. Tuttavia, scampato il pericolo ora la nazionale si trova nella parte “buona” del tabellone, e con davanti un avversario come l’Inghilterra che se battuto potrebbe dare nuova linfa alla squadra e soprattutto indirizzare concretamente gli uomini di Löw verso l’atto finale di questo Europeo. Chissà che dopo aver sfiorato il baratro i tedeschi non riescano a toccare il cielo con un dito.
Matteo Speziale: Dopo questo girone un po’ troppo brutto per essere vero penso che la Spagna possa invece dire più di qualcosa nella fase a eliminazione diretta. I tanti giocatori abituati a sfide di questa importanza (Jordi Alba, Koke, Busquets), lo stato di forma di Gerard Moreno potrebbero avere la meglio più facilmente di quel che si pensa sulla bolsa Croazia dei gironi. Trovandosi poi, presumibilmente, contro la Francia ai quarti, ci sarebbero almeno (altre) due belle storie da raccontare a Euro 2020. Quella di Laporte, prematuramente scartato da Deschamps e della sua voglia di rivalsa. O quella della Generazione d’Oro francese che va a sbattere contro i fasti della Generazione d’Oro spagnola che ora forse dopo quasi dieci anni di buio sembra poter vedere qualche altro frutto maturo – penso a Pedri e a Ferran Torres su tutti – pronto a raccogliere l’eredità di chi ha reso la Spagna una squadra vincente per davvero.
Giovanni Fasano: Ma vuoi vedere che l’Inghilterra si riscopre grande proprio contro la squadra che è storicamente la sua kryptonite? La Germania mai come in questa edizione degli Europei pare estremamente vulnerabile difensivamente, e l’Inghilterra ha a disposizione il potenziale offensivo per mettere in difficoltà qualsiasi squadra, figuriamoci una che prende imbucate da ogni lato. Superata la montagna tedesca, la strada per la Nazionale dei Tre Leoni si metterebbe in discesa, senza dimenticare che, escluso l’eventuale quarto di finale da disputare a Roma, Southgate e i suoi giocheranno (e giocherebbero) sempre a Wembley. Chissà.
Nicola Lozupone: Sarebbe scontato dire: “Chi più del Portogallo può essere il Portogallo?”. Ma dato che non amo le cose scontate e lapalissiane e sono anche molto pigro, resto nella penisola iberica e sputo la Spagna come mio nome. A me il gioco proposto da Luis Enrique non dispiace, mi piacciono le catene che si vengono a creare sui lati del campo e la qualità espressa dal centrocampo è importante, senza contare la capacità della squadra di recuperare facilmente il pallone testimoniata dal fatto che Unai Simon non sia mai stato impegnato finora. I risultati hanno fatto fatica ad arrivare perché la condizione ambientale ha un po’ tolto la voglia ad alcuni elementi di tentare la giocata (per esempio mi aspettavo qualche progressione palla al piede in più da Pedri). Il passaggio del turno e la manita alla Slovacchia potrebbero aver tolto la proverbiale scimmia dalla spalla di questa squadra che proverà a giocarsi le proprie chances.
Gianluca Losito: Mi piacerebbe tanto vedere una Croazia leggiadra, con un Josip Brekalo protagonista ad operare un passaggio di consegne sulle fasce offensive: da Perisic e Rebic alla sua elettricità. La Spagna ha avuto uno scatto d’orgoglio nell’ultima gara del gironi, ma i limiti in fase di finalizzazione sono lì e spaventano. Di lì in poi per i Kockasti si aprirebbe un calendario impossibile, quantomeno sulla carta, ma ragionare sulle avversarie non è buon costume: vero, il percorso croato in Russia non è stato dei più difficili, ma avere quell’esperienza fresca sulle spalle, in queste partite può avere il suo peso. I limiti della difesa fanno temere un’eliminazione veloce e indolore, specie alla luce del fatto che Ćaleta-Car, il giocatore più mobile, è stato messo in panchina dopo la partita con l’Inghilterra, stabilendo come titolari fissi l’arrugginito duo Lovren-Vida. Voglio ignorare la realtà, che propende verso una Croazia fragile e contraddittoria, e tuffarmi in questo sogno.
Chi, invece, ritenete la favorita definitiva di Euro 2020?
Giovanni Fasano: Nonostante non abbia espresso con continuità il suo infinito potenziale, anche dopo questa fase a gironi la Francia resta la squadra da battere. Deschamps ha a disposizione un’infinità di soluzioni per cambiare spartito tattico in base all’avversario o a gara in corso, ed ogni uomo impiegato riesce sempre a dare il suo apporto ad un gruppo ormai consolidato e con esperienza da vendere.
Gianluca Losito: Regola numero uno dell’assegnazione dello scettro da favorita: i gironi contano molto poco. Le contromisure a incoerenze tattiche si possono trovare man mano, quando meno te l’aspetti, a metà di una partita che proprio non vuole girare. L’Europeo è una competizione strana e hipster, dove fanno strada squadre strane e un po’ pazze con giocatori di culto che dopo 3 anni si troveranno a giocare in un campionato esotico con stipendi a troppi zeri. Mai più di quest’anno, però, Euro 2020 profuma (o puzza, in base alle vostre preferenze) di nobiltà: per la seconda volta nella storia tutte le grandi storiche d’Europa (Italia, Francia, Inghilterra, Olanda, Spagna e Germania) hanno superato la fase a gironi. Scrivo questo preambolo in realtà perché non ho la più pallida idea di chi possa avere qualcosa in più degli altri: tutte queste sei, più il Belgio e il Portogallo, hanno qualcosa in più che gli altri non hanno; tutte queste hanno difetti che mi fanno pensare che prima o poi possano miseramente cadere. Se devo fare una bold prediction, mi piacerebbe vedere la Svezia quantomeno arrivare nella Final Four di Wembley, anche solo per non ascoltare più certi italiani che continuano a denigrare una nazionale con un percorso pluriennale di tutto rispetto (parliamo di una squadra che solo tre anni fa è arrivata ad un quarto di finale Mondiale: ulteriore dimostrazione che quando non gioca l’Italia, Mondiali ed Europei sono di contorno). Kulusevski e Isak hanno una combinazione di tecnica nello stretto e fisico abbastanza consolidata da reggere da soli l’attacco di una squadra che in fase difensiva ti prosciuga mentalmente; la Germania ha già faticato contro una Francia simile, dopo ci sarebbe realisticamente una tra Olanda e Danimarca, due squadre belle ma emotive, in finale si fa la partita della vita e 29 anni dopo l’impresa di Laudrup e compagni, vediamo un’altra scandinava sul tetto d’Europa. Questa utopia, purtroppo, è troppo bella per essere vera, e la Francia vincerà l’Europeo con 8 gol di Mbappé nella fase a eliminazione diretta.