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CALCIO ITALIANO

Forza Maggiore

Nel 2012 il Milan mise gli occhi su un piccolo biondino che si destreggiava nel settore giovanile dello Spezia e decise di portarlo a Milanello, avendo individuato in lui uno dei possibili pilastri del centrocampo rossonero del futuro. Quando solo qualche mese dopo Giulio Maggiore fece ritorno a La Spezia più di qualcuno parlò di occasione persa, di un treno che non sarebbe passato più. Troppa la nostalgia di casa, della famiglia, del mare. Troppo importante stare bene con se stessi, il grande calcio poteva aspettare e Giulio in fondo sapeva che si sarebbero incontrati di nuovo.

Cinque anni dopo, era il 2017, Maggiore si dimostrò habitué delle scelte impopolari. Convocato per il mondiale Under 20 dalla nazionale italiana rifiutò per poter conseguire la maturità scientifica, rinunciando alla possibilità di mettersi in mostra su un palcoscenico internazionale importante. Una decisione sofferta, ma comprensibile per un ragazzo le cui aspirazioni non si fermano al campo da gioco. Il centrocampista ligure è infatti iscritto alla facoltà di Scienze della comunicazione e punta a un futuro da giornalista sportivo post-calcio (speriamo di diventare colleghi, Giulio).

A modo suo e con il suo tempo, Maggiore in Serie A ci è arrivato. Le scelte fatte in precedenza, che sul momento sembravano poterlo frenare, gli hanno dato la maturità necessaria per affrontare al meglio ogni sfida. A 23 anni è il capitano dello Spezia e il più giovane tra i 20 presenti in Serie A. Di casuale può esserci poco se due come Vincenzo Italiano e Thiago Motta, che sulla leadership in mezzo al campo potrebbero scrivere manuali, hanno deciso di fidarsi ciecamente della sua maturità nel sopportare il peso della fascia e un ruolo delicato all’interno dello spogliatoio.

Maggiore premiato dal presidente Platek per le 150 presenze con lo Spezia
Il 15 maggio scorso Maggiore ha raggiunto le 150 presenze con la maglia dello Spezia, un traguardo impressionante per un ragazzo così giovane (Photo by Gabriele Maltinti/GettyImages – OneFootball)

Dalla curva al campo

Da bambino Maggiore era solito passare le domeniche in Curva Ferrovia tifando Spezia con amici e parenti. Contemporaneamente giocava nelle giovanili della squadra bianconera con ottimi risultati. Difficile però immaginare che di lì a poco sarebbe stato catapultato dalle gradinate al prato del Picco, proprio mentre si affacciava il periodo più florido della storia calcistica spezzina. Nella stagione 2016-2017 infatti, Mimmo Di Carlo iniziò a utilizzare con buona continuità un Maggiore appena diciottenne. Lo Spezia era una squadra competitiva per la Serie B, che difatti avrebbe raggiunto i playoff in tre delle quattro stagioni successive. Nonostante il contesto particolarmente competitivo e un fisico ancora tutto da formare, si intravedevano già le doti tecniche del ragazzo.

Potersi fare le ossa nel campionato cadetto per Maggiore è stato fondamentale, tanto che quando l’agognata promozione, nell’annata 2019-2020, è arrivata, l’impressione era quella di avere a che fare con un giovane calciatore ben più maturo dei suoi 21 anni. Capace di mettere a segno 2 gol e 6 assist, di cui 1 gol e 1 assist ai playoff, Maggiore è stato assolutamente fondamentale per la conquista della Serie A e vestendo anche i panni del capitano per la prima volta. In questo grandi meriti ha Vincenzo Italiano, che da giocatore con lampi non comuni lo ha trasformato in un box-to-box capace di incidere in entrambe le fasi e di avere un impatto anche fisico sulla partita.

Lo scorso anno, all’esordio nella massima serie, Maggiore non ha deluso le aspettative dettate dall’etichetta di talento tra i più promettenti del nostro calcio. Le 3 reti – una nella storica vittoria col Milan, poi negli scontri salvezza con Cagliari e Crotone – arricchite da 1 passaggio vincente non sono abbastanza per spiegare la crucialità del suo ruolo all’interno della composizione di Italiano e la sua importanza nell’economia di una storica salvezza, la prima per gli aquilotti alla prima partecipazione. L’attuale allenatore della Fiorentina ama ruotare i propri calciatori, nella passata stagione lo Spezia fu la squadra con più uomini utilizzati. Una tendenza da cui, in mezzo al campo, non uscirono indenni neanche i più celebrati Pobega e Matteo Ricci. In queste rotazioni Maggiore, a parte una parentesi condizionata dai postumi del Covid in autunno, non è entrato praticamente mai.

Per Italiano il suo capitano de-facto (lo scorso anno la fascia era ancora ufficialmente di Claudio Terzi) era assolutamente fondamentale. Dalla sua Maggiore aveva e ha l’invidiabile qualità di far bene quasi tutto ciò che si può richiedere ad un centrocampista. Corre molto, è dinamico, è predisposto al pressing e non si tira indietro nei contrasti, talvolta sfiorando l’irruenza. In fase di possesso è dotato di un’ottima tecnica di base, sa proteggere il pallone e smistarlo con i tempi giusti, si inserisce molto bene senza palla e soprattutto ha coraggio, misura, fantasia e visione nelle giocate. Una dote non necessariamente associata a una mezzala italiana di provincia.

Maggiore esulta contro il Chievo
Contro il Chievo ai playoff nel 2020 Maggiore ha segnato uno dei gol più importanti della sua carriera (Photo by Gabriele Maltinti/GettyImages – OneFootball)

Talento operaio

Alcune sliding doors del mercato estivo hanno impedito allo Spezia di affacciarsi alla nuova stagione nel migliore dei modi. Il rifiuto dell’Atalanta a cedere in prestito Piccoli, già lo scorso anno in maglia bianconera, ha costretto la società spezzina a cercare un ripiego nel ruolo di centravanti e poi a reintegrare non senza riserve Nzola (ora di nuovo fuori rosa). Gli infortuni e il Covid hanno fatto il resto, costringendo Thiago Motta a inventarsi nuove soluzioni ogni domenica.

In un’atmosfera così precaria, l’allenatore italo-brasiliano ha sapientemente scelto di affidarsi alla spina dorsale lasciata da Italiano, quella costituita da Erlic al centro della difesa, Gyasi sull’esterno e soprattutto due spezzini doc come Maggiore e Bastoni, quest’ultimo reinventato da mezzala. Di Maggiore Motta si fida molto, muovendolo sullo scacchiere in base alle necessità. Sempre abituato a fare l’intermedio in un centrocampo a 3, quest’anno il capitano si è visto prima alzato sulla linea dei centrocampisti, poi riabbassato su quella dei mediani stazionando vicino a Kiwior. Un ruolo, quest’ultimo, non propriamente congeniale, ma che gli sta insegnando molto sulla gestione dei ritmi e delle partite.

Rispetto allo scorso anno Maggiore ha percentuali migliori nei passaggi (76,9% vs 70,1%) e allo stesso tempo un numero di key passes già superiore (25 vs 14), così come i passaggi che portano al tiro nei 90 minuti (3,04 vs 1,46). Anche le percentuali di dribbling riusciti (53,6% vs 45,9%) sono in miglioramento. Inoltre Maggiore è, in questo primo scorcio di stagione in Serie A, uno dei migliori per falli subiti (2,59 a partita, 91esimo percentile). Segno di un ragazzo che sta diventando sempre più sicuro col pallone tra i piedi. In questo momento è un po’ come se fosse il prolungamento del volere di Thiago Motta in campo. A voler trovare un difetto, a Maggiore sta mancando il gol. Il capitano spezzino è infatti ancora a bocca asciutta dopo 20 giornate, un po’ per sfortuna e un po’ per carenza di precisione nei giocatori offensivi dello Spezia, ma questo non deve diventare un assillo.

Nelle ultime due vittorie della squadra ligure contro Genoa e Napoli Maggiore è stato infatti fondamentale pur senza timbrare il cartellino alla voce gol o assist. Nel derby Giulio ha chiuso con l’83% di passaggi riusciti, 3 passaggi chiave, 8 contrasti vinti e 9 palloni recuperati. Di tenore simile è stata la prestazione col Napoli al cospetto di uno dei migliori centrocampisti del campionato come Anguissa: 63 tocchi, 1 passaggio chiave, 7 duelli vinti e 7 palloni recuperati. Numeri da centrocampista capace di giocare in modo totale e adattarsi alle necessità di compagni e allenatore con carattere e disponibilità, ma anche qualità. Insomma, se lo Spezia ha un margine sulla zona retrocessione a questo punto della stagione, tanto lo deve al suo capitano.

Maggiore a contrasto con Anguissa
Il duello tra Maggiore e Anguissa in Napoli-Spezia è stato uno dei più interessanti di questo inizio di stagione (Photo by Carlo Hermann/AAFP via Gettyimages – OneFootball)

Uno sguardo al futuro

Nelle ultime settimane, comprensibilmente, si è parlato di Maggiore anche come uomo mercato soprattutto in ottica estiva. Il ragazzo è legatissimo allo Spezia, ma ha il contratto in scadenza nel 2023 e un talento la cui ambizione corrispondente dovrebbe essere quella di misurarsi con contesti più esigenti e competitivi. A mostrare interesse sono state alcune delle più importanti società italiane. L’Atalanta ne aveva già sondato il profilo in estate, virando poi su Koopmeiners. Un eventuale addio di Freuler potrebbe riaccendere la fiamma e i rapporti tra le due società sono molto buoni. Tra gli estimatori rientra anche la Roma di Mourinho, che tra l’altro su Maggiore aveva messo gli occhi già ai tempi della Primavera. La compagine capitolina ha necessità innanzitutto di un mediano, ma il giovane spezzino potrebbe tornare utile per allungare la rosa. Discorso simile per l‘Inter, per cui tra l’altro Maggiore non ha mai nascosto le proprie simpatie.

L’obiettivo e il focus è ovviamente sulla salvezza dello Spezia, ma è piuttosto chiaro che per le doti di Maggiore la squadra ligure stia iniziando ad andare stretta. Di contro, non è mai semplice valutare l’impatto che può avere il passaggio da una compagine di bassa classifica a un contesto meno protettivo in cui si alza anche il livello delle partite giocate. Il passato di Maggiore ci dice che la sua personale scelta sarà indubbiamente ponderata, ma al di là dell’aspetto mentale possono rimanere dei dubbi tecnici.

Maggiore ha ancora una serie di caratteristiche che vanno affinate. La precisione nei passaggi è migliorabile come lo è la quantità di palloni giocati. Allo stesso modo si tratta di un giocatore molto generoso, ma i cui tentativi di pressione tendono ad andare a vuoto con una frequenza ancora leggermente allarmante. Tutte queste lacune potrebbero essere accentuate dal confrontarsi con ritmi più asfissianti e la necessità di produrre gioco invece di aspettare la squadra avversaria. Dalla sua parte però l’attuale capitano dello Spezia ha una serie di peculiarità che lo renderebbero utilissimo in situazioni in cui si troverebbe a rivestire il ruolo di gregario.

Giulio Maggiore è infatti, nonostante la personalità ferma, un giocatore di contesto. Sa adattarsi ai compagni, non ha bisogno di accentrare il gioco per incidere, ha senso della posizione e di lettura delle situazioni e dei movimenti. La transizione dalla provincia a una grande squadra non lo costringerebbe quindi a cambiare radicalmente il modo di giocare perché già adatto al contesto di un top club. A un occhio abbastanza attento non sfugge come tante volte siano i compagni a non essere sintonizzati sulla sua stessa frequenza, un’evenienza che si verificherebbe molto meno avendo affianco giocatori di un certo calibro.

Il ragazzo nato a Genova ha poi una dote che va assolutamente coltivata, un’ostinazione affascinante nel cercare il passaggio filtrante (in Serie A è nel 95esimo percentile) e anche nel completarlo. Vede la giocata per i compagni e la rischia con frequenza. A volte la percezione è persino che ci provi troppo, ma trovasse un migliore equilibrio nelle scelte la sua capacità nel tagliare le linee difensive avversarie potrebbe essere un’arma irresistibile per chi si trova ad affrontare frequentemente squadre arroccate.

Insomma, per la cifra intorno ai 10 milioni di cui si parla Maggiore potrebbe dimostrarsi un’occasione e un eventuale rimpianto per tantissime società di livello. Chissà che allo stesso modo il messaggio, nonostante la forte competizione nel ruolo, non arrivi anche a Roberto Mancini.

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