Estate 2009. Il sole, il mare, il calciomercato. Le notizie come in ogni sessione estiva si moltiplicano, si diffondono a macchia d’olio e creano degli intrighi che spesso si risolvono in nulla di fatto. A volte ispirano sogni, suscitano ambizioni, ma provocano anche cocenti delusioni. Quasi sempre permettono di fantasticare, di immaginare scenari incredibili. Alcune volte, finiscono anche per realizzarli. È l’estate del 2009 e la notizia forse più sorprendente che circola in quelle settimane riguarda l’interessamento del Real Madrid per un centrocampista della Serie A, reduce da una stagione pazzesca. Gli spagnoli, stando a quasi l’unanimità delle fonti, hanno messo gli occhi su Gaetano D’Agostino, centrocampista in forza all’Udinese.
Dopo aver mosso i primi passi nel mondo del calcio con la Roma ed essersi messo in mostra con la maglia del Messina, il calciatore nell’estate 2006 ha svestito il giallorosso e annullato ogni colore, indossando la casacca bianconera dell’Udinese. Dopo una prima stagione di ambientamento, nella seconda diventa un titolarissimo della squadra. Nella terza esplode in maniera inaspettata e fragorosa.
Nella stagione 2008-2009 Gaetano D’Agostino segna addirittura 11 gol in 36 partite: numeri da trequartista offensivo particolarmente ispirato, non certo da regista. Il centrocampista è il cuore pulsante di un’Udinese che arriva fino ai quarti di Coppa Uefa, cadendo solo col Werder Brema, ma che vede soffiarsi la qualificazione alla nuovissima Europa League dalla Lazio, che strappa il pass vincendo la Coppa Italia contro la Sampdoria. A questo punto, con l’Udinese fuori dall’Europa, per D’Agostino si accendono le sirene di mercato. In pochi però pensavano che sarebbero state tanto fragorose.
D’Agostino al Real: sogno o son desto?
Sulle prime le notizie di quell’accostamento sembrano fantamercato. Per quanto reduce da una stagione pazzesca, pare oggettivamente difficile che il Real Madrid possa seriamente mettere gli occhi su D’Agostino, in fin dei conti al primo anno ad alti livelli. Eppure piano piano l’affare prende forma, si definisce con sempre maggiore insistenza, fino al grande annuncio.
Così, in un torrido pomeriggio di quell’estate del 2009 il Real Madrid annuncia l’acquisto di Gaetano D’Agostino dall’Udinese. Il calciatore firma un contratto di cinque anni. Tra entusiasmo e scetticismo, quel colpo è destinato a dominare il dibattito in Italia. Il Real è in un momento molto particolare della sua storia. Le Merengues vengono fuori dal triennio della presidenza Calderon e hanno riabbracciato Florentino Perez, l’artefice del leggendario Real Madrid dei Galacticos. Nei tre anni senza di lui, i Blancos hanno conquistato una Liga con Capello, per poi lasciare spazio all’ascesa del Barcellona di Guardiola.
L’estate del 2009 è quella che segue il triplete dei blaugrana, la notte di Roma contro lo United e la consacrazione definitiva dell’estate di Lionel Messi. Serve una scossa in casa Real e la carica arriva dal mercato, con una campagna acquisti che fa paura. Florentino Perez punta a costruire una versione 2.0 del Real Madrid dei Galacticos e porta nella Capitale spagnola Cristiano Ronaldo, Kakà, Karim Benzema, Raul Albiol, Xabi Alonso, Alvaro Arbeloa, Esteban Granero. E, appunto, Gaetano D’Agostino. La squadra viene affidata a Manuel Pellegrini e l’obiettivo è quello di interrompere il nascente dominio blaugrana.
La vita da galactico e l’arrivo dello Special One
Da Udine a Madrid, il cambiamento per D’Agostino è chiaramente enorme. Un abisso che assicura le vertigini. Da cuore pulsante dell’Udinese, il centrocampista diventa una riserva in Spagna, semplice alternativa a Xabi Alonso. Trova poco spazio e quando gioca non riesce a essere incisivo, complice anche un Real isterico, frustrato dal non riuscire a tenere testa al Barcellona.
La prima stagione di D’Agostino al Real si conclude con qualche presenza e nulla di più. Nell’estate del 2010 arriva poi José Mourinho, chiamato a dare una svolta dopo aver vinto tutto con l’Inter. Nonostante le poche presenze del primo anno D’Agostino rimane in Spagna, ha ancora quattro anni di contratto e vuole giocarsi le sue carte. Nelle tre stagioni con Mou il centrocampista italiano rimane una riserva, ma diventa una pedina preziosa, facendosi trovare sempre pronto nel momento del bisogno.
Con la camiseta blanca il centrocampista italiano mette in bacheca la Liga del 2012, vantando anche qualche presenza in quel campionato. È lontano dall’essere una pedina fondamentale del Real, ma fa il suo e col tempo diventa un leader dello spogliatoio, aiutando i giovani e facendosi trovare pronto quando chiamato in causa.
La gloria con Ancelotti
Nell’estate 2013 tutto cambia in casa Real: fuori José Mourinho, dentro Carlo Ancelotti. È un’estate particolare anche per D’Agostino: il suo contratto con gli spagnoli sarebbe scaduto l’estate successiva e il club gli comunica che un suo prolungamento non è nei piani. D’Agostino si guarda intorno per trovare un’altra destinazione, ma l’arrivo di Ancelotti cambia tutto. Il tecnico italiano decide di tenere il connazionale, un ultimo anno e poi avrebbe lasciato la Spagna a parametro zero. Una mossa che cambia la vita del centrocampista.
Nella stagione 2013-2014 D’Agostino gioca pochissimo, rimane quell’importante uomo spogliatoio degli anni precedenti, ma vede il campo davvero in rare occasioni. A fine anno, però, insieme ai compagni alza al cielo la Champions League, la storica decima del club, Un successo atteso per più di dieci anni e finalmente diventato realtà e Gaetano D’Agostino fa parte di quella storia. Da comprimario, certo, ma l’importante è esserci.
Nell’estate 2014 quindi il contratto che lega l’ex Udinese al Real Madrid scade definitivamente. Quella pazzesca avventura iniziata cinque anni prima con una notizia a cui molti stentavano a credere ha portato D’Agostino a vincere una Liga, una Champions League e due coppe di Spagna. Nonché a una maturazione e una crescita incredibili in uno dei club più forti del mondo.
Ora però, a 32 anni, per il calciatore è arrivato il momento di tronare protagonista, mettendo in campo tutto ciò che ha appreso dalla sua esperienza al Real Madrid.
Il ritorno in Italia
Dopo cinque anni l’Italia torna a chiamare, nello specifico le dolci forme rinascimentali di Firenze. Libero a parametro zero, Gaetano D’Agostino si accasa in maglia viola, un colpo importante per una squadra in cerca del salto di qualità. La Fiorentina di Montella viene dal quarto posto dell’anno precedente e nella stagione 2014-2015 l’obiettivo è la qualificazione in Champions League.
I viola danno battaglia per tutto l’anno, ma alla fine devono ancora una volta arrendersi al quarto posto, a un passo dal sogno. Al contempo però i toscani si rendono protagonisti di un grande cammino in Europa League, con D’Agostino che torna a vivere i fasti di anni prima con l’Udinese. Con la Fiorentina il centrocampista arriva ancora più lontano di quanto fatto con i bianconeri, alle porte della finale. La squadra di Montella deve arrendersi in semifinale, vedendo infrangersi il sogno della conquista di un incredibile titolo europeo. In quella cavalcata gioca comunque un ruolo molto importante D’Agostino, che fa valere la sua grande esperienza e abitudine a grandi palcoscenici e si piazza nel cuore del centrocampo viola.
La stagione 2015-2016 si profila piena di cambiamenti per i toscani. Cambia la guida tecnica, con Paulo Sousa in panchina. Il centrocampo si sfoltisce con gli addii di Pizarro e Aquilani, e D’Agostino acquisisce una centralità ancora più importante nella squadra, diventando un titolare fisso insieme a Borja Valero e Vecino in quel reparto. A 33 anni il centrocampista vive una sorta di seconda giovinezza, tornando a giocare con una regolarità che non aveva più avuto dai tempi dell’Udinese. La stagione 2015-2016 è però anche una sorta di canto del cigno per il siciliano, che dà letteralmente tutto, prima del tramonto.
Dopo la quinta piazza della stagione precedente, la Fiorentina chiude il campionato 2016-2017 all’ottavo posto, vivendo un’annata deludente che sostanzialmente chiude il ciclo avviato con Montella e che aveva fatto carezzare sogni di gloria ai tifosi toscani. D’Agostino gioca pochissimo in questa stagione, segnato da problemi fisici e da un’età che inizia a farsi sentire. L’italiano lascia il posto a Badelj, colleziona una manciata di minuti e a fine stagione saluta, col contratto in scadenza che non viene rinnovato.
La pensione americana e il ritiro
Dopo i tre anni alla Fiorentina, nell’estate 2017, quando D’Agostino ha ormai 35 anni e reduce da un’annata deludente, le proposte non sono molte. Il centrocampista decide dunque di preparare le valigie e di volare in America, per vivere gli ultimi anni da professionista in una sorta di pensione dorata.
Un ex Real Madrid, campione d’Europa, un vero e proprio idolo per gli americani. D’Agostino in MLS gioca senza pressioni e si gode gli ultimi due anni di carriera. A 37 anni poi, dopo due stagioni nel campionato americano, decide di dire basta e si ritira, mettendo la parola fine a una bellissima avventura.
Il grande turning point della carriera di D’Agostino è, inutile sottolinearlo, quel trasferimento al Real Madrid nell’estate 2009. Con la camiseta blanca ha probabilmente giocato molto meno di quanto avrebbe fatto restando in Italia, ma ha vinto tanto, ha acquisito esperienza, ha vissuto gomito a gomito con i più grandi calciatori del mondo. Poi ha saputo tornare protagonista con la Fiorentina, prima della fine di una carriera che, numeri alla mano, è valsa la vittoria di una Champions League. Un titolo di cui pochi giocatori sicuramente possono fregiarsi.