Il calcio nel sud-est d’Europa vive da ormai 30 anni di paradossi. A fronte di campionati locali poco sviluppati, spesso tediati da corruzione e difficoltà economiche, negli ultimi tempi sempre più selezioni nazionali provenienti dai Balcani e dintorni stanno acquisendo competitività. La diaspora dettata da guerre e dittature ha fatto sì che nuovi talenti crescessero in contesti sportivi decisamente più strutturati. Di certo è questo il caso dell’Albania e di una nuova generazione di talenti pronta a illuminare il futuro delle aquile, come Marash Kumbulla, Armando Broja e l’empolese Nedim Bajrami.
Quest’ultimo, nato da genitori macedoni di Tetovo, una cittadina a maggioranza albanese, è cresciuto in Svizzera, a Zurigo. Con la maglia del Grasshopper ha esordito nel calcio che conta, mostrando, soprattutto a partire dalla stagione 2017/2018 (3 gol e 4 assist a soli 18 anni), tutte quelle qualità che evidentemente lo avrebbero presto portato lontano dalla svizzera, verso lidi calcisticamente (e non solo) più esotici.
Con l’Albania nel cuore
Nella sua carriera a livello giovanile Bajrami ha rappresentato praticamente tutte le selezioni giovanili svizzere. Lo scorso anno però c’è stata una svolta, in quanto il ragazzo ha rifiutato la convocazione per l’Europeo Under 21 manifestando la volontà di giocare con la maglia dell’Albania, paese di origine dei suoi genitori. Nel prendere la decisione Bajrami ha dichiarato di aver parlato non solo con la sua famiglia, ma anche con Amir Abrashi, centrocampista ex-Friburgo ora al Grasshoppers con un background molto simile al suo.
Il caso ha curiosamente fatto giurisprudenza, poiché secondo i regolamenti FIFA, avendo già compiuto 21 anni e giocato per tutto il 2020 con le giovanili elvetiche, era inammissibile che Bajrami potesse cambiare nazionale. Nell’agosto del 2021 il CAS ha invertito la decisione della FIFA e dato ragione al ragazzo e alla federazione albanese, permettendogli così di unirsi alla compagine allenata da Edy Reja. Il 5 settembre 2021 Bajrami ha quindi esordito con l’Albania, e ad oggi ha collezionato un totale di 6 presenze, mentre attende ancora la prima segnatura.
Il trampolino Empoli
L’Empoli. squadra da sempre attenta ai giovani talenti e senza alcuna barriera mentale nel prelevarli da qualsiasi serie o campionato, ha portato Bajrami nel nostro paese 2 anni fa, quando era sconosciuto ai più. La prima stagione italiana del trequartista albanese, inizialmente prelevato in prestito con diritto di riscatto, è stata sorprendente. Dopo alcune difficoltà iniziali, tra panchine e un ruolo non del tutto definito, all’alba del 2020 Bajrami è esploso, concludendo l’annata con 5 gol e 4 assist.
Per i biancoblu la stagione fu vagamente travagliata, segnata da 2 cambi di allenatore. Con Pasquale Marino i toscani trovarono la quadra per arrivare quantomeno ai playoff, e allo stesso modo è con l’allenatore siciliano che Bajrami ha trovato maggiore feeling. Marino affidò all’ex Grasshoppers il ruolo di esterno, quasi sempre a destra sul piede forte, ma senza disdegnare anche la mattonella di sinistra. Una posizione, quella esterna, che gli ha dato modo di mettere in mostra soprattutto il proprio dribbling elegante e fulmineo.
Nella trionfale cavalcata dell’anno successivo Fabio Dionisi gli ha affidato le chiavi della trequarti, mettendolo nella condizione in cui Bajrami più si diverte, cioè quella di svariare lungo il fronte d’attacco. Il ragazzo ha risposto con 7 gol e 10 assist in tutte le competizioni, di cui 5 e 8 soltanto in Serie B. Inutile dire che le prodezze del classe ’99 in una squadra così ben organizzata hanno catturato l’attenzione di parecchi.
Bajrami-Andreazzoli, l’amore ritrovato
C’è stato un periodo, in questo primo anno di Serie A, in cui il gioiellino balcanico finiva spesso in panchina. Bajrami stesso, alla Gazzetta dello Sport, ha confessato di non esserne stato particolarmente felice, ma di aver accettato le decisioni del tecnico Aurelio Andreazzoli. Eppure il 2021/2022 era iniziato col botto per Nedim, con una straripante prestazione estiva col Napoli in Coppa Italia.
La difficoltà di Andreazzoli, presumibilmente, stava nel riuscire a far coesistere una batteria di calciatori come Bandinelli, Zurkowski, Henderson, Di Francesco e lo stesso Bajrami. Giocatori tra loro diversi, ma rappresentanti di una variazione sullo stesso tema, cioè quella del centrocampista votato all’attacco e cui piace tanto toccare il pallone. Sacrificare Bajrami significava rinunciare a quello con meno attitudine difensiva, e allo stesso tempo tenersi buona un’arma in grado di cambiare con la propria classe le partite dalla panchina.
Da dicembre in poi comunque le cose sono cambiate, Bajrami ha probabilmente capito che per giocare in Serie A era necessario anche sobbarcarsi compiti poco gradevoli, e allo stesso tempo Andreazzoli si è reso conto di disporre di un calciatore di classe superiore. Delle ultime 12 partite Bajrami ne ha disputate 11 da titolare, segnando 4 gol e regalando anche 2 assist ai compagni. Il trequartista ha trovato anche un’intesa non indifferente col centravanti, Pinamonti, che in questi 6 mesi di villeggiatura toscana ha sviluppato una notevole capacità nel proteggere il pallone e dialogare con i compagni. Farlo con uno con i piedi e la testa di Bajrami non deve essere tanto male.
Mi manda Zidane
L’idolo di Nedim Bajrami è Zinedine Zidane. Con il fuoriclasse francese, fatte le dovute proporzioni, non condivide soltanto ruolo e numero di maglia. Bajrami fa infatti parte di quella schiera di calciatori che coniugano il bello all’utile. Il trequartista albanese è irriverente e sfacciato al punto giusto, gioca con la consapevolezza di chi sa che il calcio è innanzitutto spettacolo, ma a questo associa, almeno per ciò che riguarda la fase d’attacco, una certa consistenza statistica. Oltre ai 9 gol e 5 assist totali (e mancano 3 mesi di stagione), sono le statistiche legate ai palloni giocati per gli altri a impressionare.
Bajrami è il primo U23 in Europa per passaggi chiave per 90 minuti (2,9 ogni 90′), è nel 91esimo percentile per expected assists rispetto ai colleghi in Serie A (0,26 a partita) e manda al tiro i compagni quasi 3 volte a gara (2,98). I suoi tentativi di dribbling o di passaggio, quasi mai conservativi, non sono fini a se stessi né superflui. Bajrami tenta la giocata perchè in quella frazione di secondo riconosce una possibilità di vantaggio, e possiede le doti tecniche per approfittarne.
A renderne ancor più interessante il profilo, come già accennato nei paragrafi precedenti, è la duttilità. Nedim Bajrami nasce e si sente trequartista, ma ha abbastanza velocità e abilità nell’uno contro uno per fare l’esterno. Dispone di un’ottima rapidità di pensiero e capacità di essere verticale che lo rendono, pur consapevoli del pericolo difensivo, applicabile come mezzala. Vede la porta con discreta facilità e ha un ottimo tiro di destro, sia di potenza che di precisione, il che permette anche di avvicinarlo all’area e farlo giocare da seconda punta accanto a un centravanti.
Il presidente dell’Empoli Corsi ha già detto in modo piuttosto chiaro che trattenerlo quest’estate sarà difficile. Nelle ultime due sessioni si erano già fatte timidamente avanti Sassuolo, Lazio e Napoli, e soprattutto le ultime due paiono destinazioni plausibili. La Lazio potrebbe aver bisogno di qualcuno in grado di riempire il vuoto che lascerà Luis Alberto, mentre il Napoli pare abbia individuato nell’albanese il naturale sostituto di Lorenzo Insigne. In ogni caso chi vorrà dovrà fare uno sforzo non indifferente, i diamanti si pagano a caro prezzo.