Il 242esimo Derby d’Italia andato in scena ieri sera al Meazza di San Siro è stata una partita tutt’altro che spettacolare, per ampi tratti anche piuttosto deludente a voler essere pienamente sinceri. Un 1-1 quello di Inter-Juventus in cui entrambe le squadre non hanno brillato, né tantomeno emozionato, ma che nonostante ciò ha regalato diversi spunti di riflessione su quello che potrebbe essere il futuro cammino delle due squadre nella stagione.
Tra i due litiganti vince la paura
Come si ben sa, Inter-Juventus è una di quelle partite che non si limitano alla durata dei novanti minuti – probabilmente è la partita per antonomasia da questo punto di vista – ma che bensì iniziano con largo anticipo, per poi protrarsi per giorni, se non settimane, dopo il fischio finale. Rendendo il periodo immediatamente successivo nefasto per gli sconfitti, gloriosamente succulento per i vincitori. È quella partita che può rendere il lunedì un giorno stranamente luminoso, oppure cupo come non mai. Caso ha voluto però che la battaglia di San Siro decretasse niente di più di uno scialbo pareggio, che a conti fatti, e visto l’andamento della partita, lascia sia nerazzurri che bianconeri piuttosto insoddisfatti.
Partiamo da una semplice premessa. Inter-Juventus non ha minimamente rispettato la carica di aspettative che un incontro del genere si porta dietro, né dal punto di vista del gioco, né tantomeno (ed è questa la vera notizia) dal punto di vista emotivo. È stata una brutta partita, con tanti errori, e in cui le due squadre hanno avuto più paura di perdere che voglia di vincere, fattore che ha inevitabilmente condizionato anche il clima dentro il campo e sugli spalti.
Una partita che ha finito con il mettere in evidenza soprattutto i difetti delle due squadre, e che se non fosse stato per l’ingenuità di Dumfries – al di là dei possibili discorsi relativi a rigore sì/rigore no, var sì/var no, rimane il fatto che l’olandese abbia commesso una sciocchezza decisamente evitabile – sarebbe stata vinta dalla squadra che semplicemente aveva mostrato un pizzico di paura in meno. O di convinzione in più se vogliamo.
Tanti bassi, pochi alti
Paradossalmente il vantaggio nerazzurro arrivato in avvio ha contribuito a bloccare la partita, anziché il contrario. Si dice che sfide del genere aspettino solo il tabellino smuoversi per esplodere, in questo caso invece tale teorema è stato ribaltato. Questo perché il gol di Dzeko ha invertito i presupposti iniziali delle due squadre, portandole su terreni a loro poco congeniali, contribuendo a rendere ancora più sporco un match che già aveva dato idea di esserlo.
L’Inter era partita come ormai solito – nonché necessario – con l’idea di fare la partita e gestirne i tempi, portando avanti un contesto che alla Juventus non avrebbe fatto certo dispiacere. La squadra di Allegri di recente ha ritrovato apparentemente la solidità difensiva che ormai persa da tempo, dimostrando oltretutto di trovare molta più facilità di manovra nell’attaccare in campo aperto e con tanto spazio per correre. Senza il gol iniziale avremmo dunque assistito ad una buona fetta di gara in cui entrambe le formazioni avrebbero avuto modo di giocare nella maniera a loro più congeniale. I nerazzurri manovrando la palla per lunghi tratti in attesa di trovare sbocchi per sorprendere la difesa avversaria, i bianconeri cercando di sfruttare il recupero palla, alto o meno che fosse, per poi attaccare con la capacità in spazi aperti di puntare la porta senza troppi fronzoli.
Il gol ha invece cambiato la posizione delle parti in causa, che sempre più con il passare dei minuti – e naturalmente in particolare nel secondo tempo – si son trovate a seguire il copione a ruoli invertiti. La squadra di Inzaghi ha iniziato ad abbassarsi già nella seconda parte del primo tempo, anche abbastanza inspiegabilmente, lasciando man mano sempre più il pallone nei piedi degli avversari. In questo nuovo scenario la Juventus è stata costretta a lunghe azioni di manovra che poco le sono confacenti, e nelle quali ieri ha evidenziato tutti i propri limiti, riuscendo a creare occasioni principalmente da calcio piazzato. Dall’altro lato l’Inter – negli ultimi due anni maestra nel ribaltare il campo – ha evidenziato come quest’anno avere la prerogativa sul pallone sia imprescindibile per portare a casa il risultato, sbagliando spesso e volentieri passaggi in uscita, e anche ovviamente perchè priva delle frecce che l’anno precedente avevano fatto la differenza in questo fondamentale.
In questo modo la partita è andata sempre più spegnendosi, calando anche d’intensità per il numero sempre maggiore di errori. Soltanto l’ingresso di Chiesa, ma soprattutto Dybala ha permesso ai bianconeri di fare qualcosa in più ed avere maggiori soluzioni, mentre l’Inter ha trovato nel solo Perisic – probabilmente il migliore in campo – l’unica strada per far male in ripartenza. L’ingresso di un giocatore come Dumfries, simile per caratteristiche fisiche al croato, avrebbe dovuto servire proprio per dare nuova linfa da questo punto di vista, salvo poi rivelarsi determinante in negativo.
Inter-Juventus, indicazioni per il futuro
Se ci si dovesse basare su quanto visto ieri sera in Inter-Juventus per fare una previsione sul proseguo delle sue squadre, la sentenza sarebbe alquanto severa. Questa prima parte di stagione è stata caratterizzata per ambedue le formazioni da una mancanza di continuità – seppur rilevatasi in differenti forme – che ha finito col diventare attrice principale anche nel match andato in scena meno di ventiquattrore fa. Sia la formazione di Inzaghi che quella di Allegri hanno dimostrato di trovare non poche difficoltà, in parte magari dovute anche a carenze strutturali, qualora costrette ad andare fuori spartito.
Se per l’Inter questo era già intravedibile, per la Juventus la nota “positiva” è che quantomeno ora si ha un’idea precisa di quale sia lo spartito, cosa che in avvio di stagione apparentemente mancava. Proprio a tal proposito, se la sfida ha da un lato messo in evidenza tutti i difetti delle due squadre, dall’altro è servita a tracciare una linea marcata sulla strada da seguire nei prossimi mesi.
L’Inter ha estrema necessità di acquisire ancora maggiore sicurezza nel palleggio. Non solo ieri, ma anche in altre occasioni gli uomini di Inzaghi si sono dimostrati troppo imprecisi, perdendo diverse volte palla in zone di campo sanguinose, innescando ripartenze che hanno poi visto la difesa costretta a scappare all’indietro per cercare di mettere le pezze agli errori d’impostazione, ma ancor di più in fase di costruzione avanzata. I nerazzurri hanno fisiologicamente bisogno di dominare il gioco per vincere le partite, e senza la sicurezza nel palleggio non possono essere in grado di farlo, motivo per il quale più di una volta la squadra si è vista abbassarsi di colpo in questa prima parte di stagione.
Sponda Juventus c’è invece bisogno di riuscire a mettere più qualità nella fase offensiva. Anche in situazioni di campo aperto – dove per ovvie caratteristiche giocatori come Morata, Kean, Chiesa, Kulusevski, riescono a sfoderare tutto il loro potenziale – spesso è mancato alla Juventus il raccordo tra i reparti, elemento che non ha permesso alla squadra di Allegri di esprimersi al meglio. Per questo il bisogno di trovare un sistema nel quale poter inserire Dybala, o comunque una pedina con quelle qualità di “innesco”, senza però far venire meno quegli equilibri ora finalmente ritrovati.
Inter-Juventus non ha certo infiammato come tutti avremmo sperato, ma sarà indubbiamente servita ad entrambi gli allenatori per capire dove e come migliorare nelle prossime settimane. Per loro fortunatamente la stagione è ancora lunga. Per noi tifosi c’è invece subito un nuovo turno di campionato, che poi è il modo migliore per cancellare una delusione, anche per i giocatori.