Tre volte in svantaggio, tre volte capace di rimontare il Barcellona con una serata storica per Oriol Soldevila, ma terminando il cammino in Copa del Rey a soli 17 minuti da quella che sarebbe stata una storica batteria di rigori contro i blaugrana, salvati dal 3-4 di Ansu Fati al minuto 103 del sedicesimo di finale. Si tratta dell’incredibile storia del Club de Fútbol Intercity, piccola compagine di Alicante che ha scalato rapidamente i campionati dilettantistici in 5 anni per trovarsi oggi in Primera Federación, la nostra Serie C. Oltre ad aver riempito un vuoto decennale in Costa Blanca, i dirigenti di questa nuova realtà vogliono dimostrare come ci siano nuove idee di fare calcio e gestire una società non ancora scoperte o messe alla prova da tutti, un po’ per paura delle conseguenze e un po’ per l’atavica concezione che nel calcio, chi resta ancorato alla tradizione, spesso salva la pelle.
I primi 5 anni di vita
Sembra la storia centenaria di una qualsiasi società partita dal basso, ma in realtà l’Intercity è appena entrato nel quinto anno di vita, condendo la sua giovane crescita con 4 promozioni “quasi” consecutive. Nel 2017, da un idea dell’imprenditore Salvador Martì e Javier Mira (impegnati nel campo delle start up che si occupano di algoritmi per il riconoscimento facciale), il CF Intercity nasce dalle ceneri del GCD Sant Joan di Alicante, con mentalità e voglia di portare la gestione delle start up in una realtà calcistica, in modo da assicurargli crescita e visibilità quasi immediata.
L’esperimento sembra riuscire: partito dalla sesta divisione, la Primera Regional de la Comunitat Valenciana, nel primo anno sale in Regional Preferente, cercando di bruciare ulteriormente le tappe tramite una fusione con il Novelda (club di Tercera, la nostra Serie D), non approvata dalla federazione per motivi geografici. Quasi per ripicca della mancata fusione, in quell’anno l’Intercity non solo viene promosso da vincitore assoluto del campionato, ma a livello societario annuncia l’intenzione di entrare in borsa. Dal campionato Preferente, la promozione in Tercera sarà ottenuta sul campo, rigettandosi nella mischia per un’acquisizione, quella del Reus, per trovarsi sin da subito in terza divisione. Nessuna bocciatura geografica, ma una sconfitta (non sul campo), subita da Andorra, perché l’Andorra FC si aggiudicherà il titolo societario del club catalano e la conseguente possibilità di disputare la Primera Federación, ovvero la terza divisione. La promozione dovrà attendere due anni questa volta, giungendo nel rovente 1-0 contro l’Elche Illicitano del 23 maggio 2021, con uno stadio di Sant Joan d’Alacant ancora chiuso per causa COVID-19.
L’ingresso in borsa e l’arrivo di Juanfran
Con i programmi ampiamente rispettati sul campo, per l’Intercity è tempo di accelerare anche fuori: il 29 ottobre 2021 la società entra ufficialmente in borsa tramite il BME Growth, mercato spagnolo per piccole medie imprese il cui compito è quello di assicurare stabilità e liquidità ai suoi partecipanti. Secondo la mentalità del club, l’ingresso in borsa non solo assicura a qualsiasi tifoso o appassionato di calcio di essere socio a somme non impossibili, ma permette ai grandi investitori e azionisti di testare la trasparenza in modo da non avere alcun tipo di dubbio sui progetti da portare a termine.
In quest’ottica, totalmente nuova e spiazzante per il livello attuale del club, l’Intercity si pone come obiettivo a corto, cortissimo termine quello di arrivare in Segunda División per poi sognare l’approdo in Liga. Per questo nell’area calcistica del club è arrivato Juan Francisco Torres Belén, noto a tutti come Juanfran, ex terzino dell’Atletico Madrid e nativo di Crevillent, a pochi chilometri da Sant Joan. Oltre ad essere un nuovo azionista, Juanfran ricopre il particolare ruolo di “vicepresidente sportivo” da quest’estate, entusiasta di iniziare da un progetto ambizioso la sua nuova carriera da scrivania in un mix tra direttore sportivo e vice presidente dell’entità:
Far parte di un progetto che trasmette valori chiari è qualcosa a cui do tantissimo valore. Serietà, trasparenza e onestà sono alcuni di essi e ci sentiamo dei privilegiati a poterli vivere qui nell’Intercity
Così dichiarava a Informacion l’ex Atletico Madrid nello scorso agosto. La domanda fatta a Juanfran si basava sulle dichiarazioni del nuovo faro tecnico dell’organico Intercity, Emilio Nsue. Sconosciuto ai più, il maiorchino di origini della Guinea Equatoriale ha avuto una carriera di buon livello tra RCD Maiorca e Real Sociedad in Liga, prima di viaggiare tra Championship inglese, Cipro e Bosnia ritrovandosi poi da queste parti a 33 anni e dopo una gran Coppa d’Africa disputata con la sua nazionale nel 2022, con la quale ha raggiunto i quarti di finale. Con la sua esperienza, il compito di Nsue è proprio quello di trainare i giovani provando a mettere il suo tasso tecnico al servizio di una squadra che proverà a porsi obiettivi complicati sin da subito.
C’è un buon legame con il nostro allenatore e staff tecnico, era da molti anni che non sperimentavo questo legame familiare negli spogliatoi e penso che sia la cosa più importante
La Copa del Rey 2022 e le fragilità legate alla borsa
Nonostante il cammino dei nero e oro si sia fermato ai sedicesimi, le due prestazioni contro il Mirandès (vittoria per 2-0 il 20 dicembre 2022, ndr) e il Barcellona hanno permesso alle azioni della società di risalire in maniera quasi vertiginosa dopo un 2022 da incubo. Dal valere 1 euro e 68 centesimi ad azione nel 2021, le azioni avevano toccato il minimo storico nel novembre 2022 toccando fondo 0,09 centesimi. Il doppio impegno, ma anche e soprattutto il sorteggio contro il Barcellona, hanno portato il club a recuperare il 35% delle azioni, ritrovando quota 0,42 centesimi come raccontava giorno fa El Economista. La risalita del 160% di questo mese ha permesso di recuperare parte di quel 75% di valore in borsa perso in questi anni, aspetto che mette in evidenza tante zone d’ombre di un certo tipo di gestione calcistica. Può una società basarsi su valori così ballerini? Gli obiettivi dell’Intercity potranno essere mantenuti nel lungo termine?
Oltre alla prima squadra, la società si è posta obiettivi importanti anche a livello giovanile e di calcio femminile, la cui squadra è oggi al primo posto nella Liga Autonómica Valenciana davanti a colossi come Valencia e Levante. Per la squadra maschile non è un gran momento in campionato: i 20 punti e il 17esimo posto della squadra di Gustavo Siviero allontanano le dolci sirene delle zone alte, a discapito di un campionato in cui l’obiettivo sarà quello di non retrocedere. Quali sarebbero le conseguenze sportive ed economiche di una battuta d’arresto che porterebbe alla prima storica retrocessione del club? Oltre ad esser diventata una SAD (sociedad anonima deportiva) l’aumento di capitale di quest’estate, di circa 1.4 milioni di euro e 4.4 milioni di azioni messe in circolazione, dovrebbero portare nuova linfa e nuovi progetti (tra cui quello dello stadio). Tra qualche anno potremmo avere la risposta: è possibile un modo di fare calcio 2.0 o le tante oscillazioni economiche, soprattutto in questi anni di guerre, rincari e pandemia, non permetteranno a questo sport di avanzare verso nuove dimensioni?