Il mondo è da sempre diviso così: chi guarda al cambiamento con coraggio ed entusiasmo, chi invece preferisce la sicurezza determinata dallo status quo. Certo, in ognuno di noi esistono sfumature legate all’una e all’altra visione delle cose, ma generalmente una parte prevale sull’altra in maniera pressoché riconoscibile. Che voi siate per il progresso o che voi siate per la cara vecchia strada da non lasciare mai per quella nuova, concorderete su un fatto: davanti alla sensazione di una storia finita male che sta per ripetersi, siamo tutti un po’ scettici verso l’immediato futuro.
Questo è ciò che sta accadendo tra i tifosi della Juventus Women, che hanno dovuto salutare Rita Guarino – reduce da un ciclo di vittorie che conosciamo tutti – per accogliere l’ex Arsenal Joe Montemurro: circostanze che, addizionate all’approdo di Guarino in nerazzurro, formano un copione già visto. Da queste due vicende ricaviamo la sensazione che questa storia dei famosi cicli non piaccia molto ai supporters.
Tuttavia, quello che pensa la tifoseria non può essere un termometro di giudizio per il club. Rita Guarino ha scritto il primo capitolo della storia femminile della società, laureandosi molto meglio di altri in History Alone, ma l’inguaribile ossessione per la coppa europea è arrivata anche nel lato rosa della società. Non sappiamo se nel breve, nel medio, o nel lungo periodo; quel che è certo è che Joe Montemurro è il profilo internazionale che il DS Braghin cercava per instaurare un discorso Champions.
Perchè lui: chi è Joe Montemurro?
Allenatore made in Coverciano, la carta d’identità dice Australia, le origini dicono Italia. Montemurro ha alle spalle una carriera da giocatore tra Melbourne, Potenza e Treviso, tuttavia i suoi traguardi da coach suggeriscono molti più successi rispetto al calcio giocato. Dopo aver iniziato una carriera tra le fila dei settori giovanili in club australiani, colleziona esperienze significative nelle due prime squadre femminili di Melbourne, vincendo tre trofei. La tappa fondamentale per il definitivo salto di qualità avviene nel 2017 con il passaggio all’Arsenal Women, il club più titolato in assoluto del campionato inglese. L’esperienza con le Gunners si può riassumere così: vincitore FA Women’s League Cup nella stagione 17/18; campione d’Inghilterra nella stagione 18/19; nomina ai London Football Awards e ai FIFA World Women’s Coach of the Year per la miglior panchina nel 2019. Insomma, ha vinto qualche titolo e il suo modo di improntare il gioco a Londra è stato notato e apprezzato.
Ciò che si registra durante la sua gestione è un gioco caratterizzato da ampio possesso, giro palla fluido e predilezione di un sistema molto offensivo operato con il tridente nel 4-3-3 che sovente si trasforma in 4-2-3-1. Un approccio simile, sulla carta, a quello di Rita Guarino. Interpretare un 4-3-3 nel campionato inglese è però un’altra storia. Se è vero che oltremanica la componente fisica prevale su quella tecnica, dobbiamo aspettarci l’introduzione di una mentalità diversa da parte del CT, assunto con il preciso compito di riconfermare il dominio in Italia e farsi sentire in Europa.
Instillare una nuova concezione di gioco improntata sugli standard di un calcio europeo ancora molto lontano da quello italiano, sarà davvero la chiave del successo della sua panchina? Ma soprattutto, le caratteristiche dei singoli a disposizione del neo bianconero combaceranno con il nuovo sistema?
Chi, cosa e come: il mercato bianconero per Mr. Montemurro
Questa sessione estiva di mercato è iniziata con voci insidiose che davano ormai per scontate le partenze di tre pedine fondamentali: Aurora Galli, Laura Giuliani e Barbara Bonansea. Mentre BB11 ci ha fatti tornare a letto tranquilli dopo il rinnovo con il club, da Galli e Giuliani non abbiamo ricevuto buone notizie. L’estremo difensore sembra sempre più vicina alle rivali rossonere, mentre Galli è ufficialmente in partenza verso l’Everton, scambiandosi (quasi) i biglietti aerei con Montemurro.
Con l’addio di Laura Giuliani, le bianconere hanno perso una certezza e un punto di riferimento importante per questi quattro lunghi anni di vittorie e conferme; rimpiazzarla adeguatamente non sarà facile, specie per l’eredità lasciata in custodia. Braghin lo sa, ed è questa la ragione per cui l’ipotesi Peyraud-Magnin, estremo difensore dell’Atletico, è molto più di una semplice voce.
Per quanto riguarda un dopo-Galli, invece, la questione si fa più complicata. L’ultima stagione, a causa di visite frequenti al centro medico, non è stata particolarmente fortunata per la milanese. Gli infortuni l’hanno tenuta lontana dal campo, permettendo comunque alla squadra un fai-da-te di tutto rispetto. Tuttavia, è sempre stata una pedina fondamentale per il gioco di Guarino: giocatrice di sostanza con un piede molto educato, il suo ruolo è stato prevalentemente di rottura, condito da frequenti passaggi chiave e cambi gioco. Con il rinnovo di Annahita Zamanian, si apre la possibilità dell’undici titolare per la francese classe ’98; questa potrebbe essere una prima vera occasione per Annahita, preziosa e sempre incisiva nella stagione passata partendo dalla panchina. Ciò non toglie che un rinforzo a centrocampo sia necessario, viste le aspirazioni europee della panchina Montemurro. Per affiancare una raffinata giocatrice tecnico-tattica come Pedersen, e una giovane esplosiva – ma pur sempre giovane – Caruso, c’è bisogno di qualcosa in più.
In ultima battuta, è bene osservare che ad oggi il reparto più competitivo della squadra – l’attacco – è stato interamente confermato, ad eccezione di Maria Alves. L’alta qualità del settore offensivo non le ha permesso di trovare particolare spazio durante la stagione, per quanto le sue prestazioni rasentassero sempre la soglia del discreto. La vicenda che ha sorpreso un po’ tutti è legata proprio alla sua sostituta. Portare a casa una pedina di spessore internazionale o riportare tra le fila una giovane in prestito? La scelta di una delle due opzioni comporta necessariamente due strategie diverse.
Acquistare un pezzo grosso significherebbe mettere in discussione una delle big che compongono stabilmente l’assetto, mentre riportare in rosa una giocatrice maturata in altre squadre comporterebbe un graduale reinserimento. Per evitare di dover scegliere tra due indirizzi diversi, la società ha fatto capire di lavorare su entrambi i fronti; da un lato si vocifera, e questa volta è davvero una voce senza presunzione, una trattativa con Kosovare Asllani, il numero 9 del Real Madrid che – tanto per intenderci – viene accostata a Zlatan Ibrahimovic. Dall’altro lato, invece, la dirigenza sta trattando uno scambio che in pochi si sarebbero aspettati: Benedetta Glionna alla Roma in cambio della giovane Agnese Bonfantini. Riserva di Lusso si assume qualsiasi responsabilità per quella gufata su Torna a casa Benni.
Sul futuro delle solite Girelli, Stašková e Hurtig sembra non esserci alcuno sviluppo: le tre rimarranno a disposizione di Montemurro senza attuali ombre di dubbio. Sarà interessante capire come il tecnico deciderà di giostrare il reparto, avendo a disposizione una macchina da gol come Girelli, una giocatrice di fisico come Hurtig e un valido compromesso tra le due incarnato da Andrea Stašková; senza dimenticarci dell’esistenza di Bonansea, che a rigor di logica potrebbe giocare la sua ultima stagione in bianconero in attesa di una probabile partenza di fine carriera verso lidi esteri.
La sfida tra eredità e futuro
Sappiamo questo: squadre come Milan e Roma non giocheranno più solo per il podio, mentre formazioni come il Sassuolo e la Fiorentina vorranno entrare stabilmente nella classifica delle squadre che contano; l’Inter di Guarino punterà a qualcosa in più dell’ottavo posto e l’Empoli sarà ancora quell’ostica squadra da metà classifica.
Quello che invece sappiamo sulla Juventus è racchiudibile nella parola prontezza. Vincere è l’unica cosa che conta, certo, ma è un concetto che va di pari passo con il saper dare una risposta concreta ogni volta che l’asticella si sposta un gradino più in alto. L’egemonia esercitata delle ragazze di Sara Gama negli ultimi anni è indiscutibile, ma quello su cui bisogna riflettere è quanto sia stato effettivamente alzato il livello generale e quanto quello della singola squadra in questione. Qualsiasi sia la vostra risposta in merito a questo spunto di riflessione, sarà interessante vedere come un nuovo progetto, che si propone un impatto europeo, possa essere efficace in un annata in cui la competitività generale si sta davvero rendendo più concreta.
La fama di Montemurro precede la sua persona, così come quella della Vecchia Signora precede le sue interpreti. E nonostante i dati ci dicano che replicare l’impresa Guarino sarà impossibile, spostare il limite reinventandosi è l’unica vera sfida che la Juventus deve porsi. Tuttavia, non sarà l’eguagliare il record di 22 vittorie su 22 a decretare il successo del nuovo ciclo bianconero.