A Cremona è da qualche tempo che si sogna ad occhi aperti. Lo scorso anno, di questi tempi, si sognava la Serie A e proprio come in un evento onirico, appariva come qualcosa di troppo bello per essere vero. In quest’annata, durante i freddi martedì e mercoledì sera di Coppa Italia, si è sognato di arrivare a giocarsi un derby tutto lombardo in una finale di un trofeo, sfuggita ad un passo dal traguardo. Ora, la Cremonese sogna un’altra volta, un’altra impresa. Qualcosa di forse ancora più epico, poiché più improbabile. Una salvezza distante ben 6 lunghezze, con due squadre appaiate a questa distanza, sopra i grigiorossi e con solo tre giornate da giocare.
Un destino non nelle proprie mani e un calendario non proprio abbordabile. L’unica certezza, in questo universo onirico del nord-Italia, in questo momento è rappresentata da Mister Ballardini. Uno che di salvezze se ne intende e uno in grado di navigare sempre a testa alta in quel mare paludoso degli ultimi quattro-cinque posti della Serie A, senza (quasi) mai lasciarci le penne.
La nuova Cremo di Ballardini
Uno degli autori dell’impresa dello scorso anno, probabilmente il principale artefice, Massimiliano Alvini ha cominciato la stagione sulla panchina grigiorossa. Una conferma meritatissima, che ha portato anche in Serie A le idee di calcio evolute e proattive del tecnico toscano. La Cremonese fino a gennaio ha giocato un buon calcio, raccogliendo però veramente poco. Per riuscire a barcamenarsi nei meandri della bassa-classifica italiana, ci vogliono o giocatori in grado di fare la differenza semplicemente con una giocata o, in assenza di questi, allenatori più propensi ad un calcio reattivo e in grado di costruire la salvezza su una difesa coriacea. Affidare la squadra a Ballardini, è stata un’idea che rientra pienamente in quest’ottica. Un allenatore in grado di costruire castelli difensivi a volte inespugnabili, anche per le squadre di alta classifica.
Con l’arrivo dell’ex allenatore genoano, la Cremonese è passata da un media punti di 0,39 alla fatidica “quota salvezza” costituita da 1,00 punti a partita. Da squadra bella ma ingenua è diventata un contesto smaliziato e remissivo, riuscendo con questo materiale umano, non solo a “restare in vita” a tre giornate dalla fine, ma anche ad abbandonare l’ultimo posto da cui aveva preso la squadra, oltre ad eliminare dalla Coppa Italia Napoli e Roma. In più, nelle ultime sette partite, ha triplicato le vittorie conquistate in tutto il resto del campionato, vincendo ben due scontri diretti di enorme importanza, contro Spezia e Sampdoria. Le statistiche testimoniano con ancora più fermezza il miglioramento difensivo dei grigiorossi, parlando di solo 0,08 xG di media (a tiro) concessi agli avversari.
Tuttavia, nonostante questo miglioramento difensivo, i numeri offensivi continuano a latitare. Colpa di problemi strutturali della rosa certamente, ma anche dell’impoverimento della fase propositiva dovuta al ballardinismo. La Cremonese concede poco, ma crea ancora meno; dopo la Sampdoria è la squadra che crea meno big chances in Serie A. Questo non gli ha impedito di fare 12 punti nelle ultime 10 giornate, prendendo punti anche su campi difficili, come il San Siro milanista e il Brianteo. Insomma, la Cremo di Ballardini sembra un cavallo d’allungo; reso zoppo solo dal fatto che l’allungo è quasi finito e le giornate che mancano sono solo tre.
Un calendario difficile ma una squadra viva
La dura realtà che potrebbe interrompere il lungo sogno dei tifosi grigiorossi è rappresentata non solo dal tempo che stringe inesorabile, ma anche dagli avversari che incombono. Nel pomeriggio la Cremonese si troverà ad affrontare il Bologna di Thiago Motta, una delle squadre rivelazione della seconda parte di stagione. I rossoblù giocano però un calcio molto palleggiato e avvolgente, che potrebbe trovare la propria criptonite nella difesa ultra coperta utilizzata nelle ultime uscite grigiorosse. Infatti, Ballardini già domenica sera contro la Juventus ha sfoderato una difesa a 5 purissima, con Alex Ferrari e Quagliata sugli esterni, tre difensori molto bravi nella difesa area e anche piuttosto “ruvidi” quando si tratta di avere a che fare con gli attaccanti avversari.
I can watch Johan Vásquez make tackles like this all day. What a player 💪🏽 pic.twitter.com/Ef2ktqG01o
— German (@PopOutGerman) March 13, 2022
Dopo il Bologna, toccherà alla Lazio, invischiata clamorosamente nella lotta per il quarto posto dopo un inizio di primavera che la vedeva saldamente nella seconda piazza. La squadra biancoceleste è probabilmente quella che sta vivendo il peggior momento di forma in Serie A. Nelle ultime due giornate ha pareggiato all’ultimo secondo in casa contro il Lecce e ha perso contro la peggior versione del Milan (orfano di Leao). Se entrambe arriveranno alla penultima giornata con tutto in ballo sarà probabilmente questa una delle partite più importanti dell’anno. Un vero e proprio spareggio dove sarà difficile sbilanciarsi su chi sia il favorito.
Posto che la Cremonese non può pensare alla salvezza senza totalizzare almeno 4 punti nelle prossime due giornate, alla trentottesima sfiderà la Salernitana in quella che probabilmente è la meno ostica delle tre partite. I campani sono ormai salvi, non hanno molto da chiedere al Campionato e se i grigiorossi avranno estremo bisogno della vittoria, l’enorme gap di motivazioni potrebbe essere decisivo in questo senso.
A chi si affiderà la Cremonese?
Per riuscire a non svegliarsi, a non avere “il calcio” (di nolaniana memoria), la Cremonese dovrà affidarsi sì al suo tecnico, navigato ed esperto, ma anche ai suoi calciatori più importanti. Sicuramente avere in difesa calciatori con una buona dose di malizia, come Vasquez e Chiriches sarà fondamentale, senza dimenticare del gioiellino Carnesecchi, che ha conquistato gli occhi di mezza Serie A. Ma più di tutto, per riuscire a fare meglio, per togliersi di torno l’incubo del ritorno in B, ci vorranno i gol degli attaccanti e magari qualche regalo dei centrocampisti. Pensiamo ad Okereke e Afena-Gyan in primis.
Sono due calciatori in grado di fare benissimo sia dall’inizio sia a partita in corso. Specie contro squadre che vogliono attaccare in maniera posizionale come Bologna e Lazio i loro strappi palla al piede in un campo allungato e dilatato dal modo di difendere della Cremo potrebbero essere letali. Potrebbe dare una mano anche Ciofani, volpone di B mai veramente a suo agio nella massima serie. Ma quando il pallone peserà quanto la palla medica, la sua esperienza potrebbe essere un plus da non disperdere facilmente.
Pensando invece al centrocampo è subito a Benassi che viene spontaneo pensare. A lungo fermo per un infortunio si è voluto rimettere in gioco in un’impresa quasi disperata come questa della Cremonese. Nelle ultime tre giornate potrebbe far sentire il peso delle sue tantissime stagioni in A, anche piuttosto prestigiose.
Purché arrivi, il gol è fondamentale per alimentare la speranza, per non spegnere il fuoco che ormai da un anno arde negli occhi e nei cuori dei tifosi lombardi. Non dipende tutto da loro, questa è la parte più amara del sogno. Ma con 7-9 punti la pressione stessa che potrebbero sentire Verona e Spezia, potrebbe essere una conseguenza del cammino della Cremonese. Un gioco psicologico delicato, un’altra speranza a cui gli uomini di Ballardini proveranno ad aggrapparsi per firmare un’altra impresa.