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CALCIO ITALIANO EXTRA-CAMPO

La nuova era del Genoa

Il 21 maggio 2022 è in programma Genoa-Bologna, valida per l’ultimo turno della Serie A 2021/22. Il Grifone è già matematicamente retrocesso, dopo un’annata particolarmente difficile, ma lo stadio è piuttosto gremito e soprattutto in curva si respira entusiasmo. La Gradinata Nord poco prima del fischio d’inizio si veste completamente di rossoblù e fa apparire una romanticissima coreografia, accompagnata da un coro le cui prime strofe fanno così:

Ho un guasto d’amore, non riesco a star bene
Perché non ti vedo pеr tutte ‘ste serе
Ho un guasto d’amore se vedo il Grifone
Mi trema la pancia e mi vibra la voce

Il coro nasce da una canzone (non ancora pubblicata) di Bresh, rapper genovese e genoano che ha dedicato queste strofe proprio alla sua squadra del cuore nell’anno forse più difficile per il Grifone – almeno negli ultimi quindici anni.

Il Genoa poi perderà pure quella partita, chiudendo il campionato al penultimo posto. Ma quello che conta è l’entusiasmo che si è visto allo stadio e il supporto della gente a una squadra che sta lasciando la Serie A per la prima volta dal 2007. Sono scene che stupiscono soprattutto se pensiamo al rapporto conflittuale che ha avuto il tifo genoano in diverse occasioni con la sua squadra, e soprattutto con la sua presidenza. Già, la presidenza. L’antefatto fondamentale a quella splendida dimostrazione d’amore è l’arrivo, nello scorso autunno, della società 777 Partners al timone del club rossoblù.

777 Partners ha da poco festeggiato il suo primo anno al timone del Genoa.

I nuovi proprietari hanno subito messo mano al modus operandi della società, dalle cose più strettamente di campo a quelle legate all’immagine e alla gestione, conquistando una fiducia che mancava da tempo verso la presidenza genoana. Una tifoseria da tempo ai ferri corti con Enrico Preziosi si è trovata davanti un mondo completamente nuovo e vive la speranza di tornare in alto con questa nuova guida. Già la conferma di Blessin è stata un grande segnale, ma sono molte altre le cose che possono farci dire che il Genoa è ufficialmente entrato in una nuova era.

Con la coda all’insù

Il 15 giugno scorso, a campionato da poco finito, il Genoa ha presentato ufficialmente il suo nuovo logo. Dopo alcune anticipazioni sui social, il club ha lanciato una nuova brand identity, al centro della quale si pone ovviamente il logo rivisitato. Ideato dall’agenzia Blossom, non stravolge le forme essenziali del logo precedente, ma lo modernizza. Nel nuovo disegno spicca soprattutto un dettaglio: la coda del grifone.  Infatti, il vecchio grifone aveva la coda orientata verso il basso, come nello stemma della città di Genova dopo il Congresso di Vienna, quando questo elemento grafico fu imposto per simboleggiare la sottomissione ai Savoia. Ora, come nello stemma comunale, la coda torna su. Un bel simbolo di rinascita.

Il presidente Zangrillo è stato il protagonista del lancio del nuovo logo.

Durante la scorsa estate, il Genoa ha cambiato anche sponsor tecnico. La nuova proprietà ha infatti deciso di rescindere il contratto con Kappa, che durava dal 2019, e di affidarsi ai servizi di Castore. L’azienda britannica, in piena ascesa, può sbarcare così per la prima volta in Italia. A differenza di quanto avrebbero potuto fare altri grandi brand, e con un impatto maggiore di quello che avrebbe potuto avere Kappa, Castore ha disegnato per il Genoa tre maglie estremamente personalizzate ma dal design molto semplice, sfruttando subito sulla seconda la silhouette del “nuovo” grifone. Degna di nota anche la situazione sponsor sul petto: da non averne per gran parte della stagione, si passa subito a iniziare l’anno con MSC e Radio105, due brand diffusi e riconoscibili.

Contemporaneamente al cambio di direzione relativo a stemma e maglie, si è scelto anche un nuovo slogan che rappresenta al meglio il Genoa: “Dall’inizio, per sempre”. Il riferimento principale è ovviamente quello alla storia del Genoa, che il prossimo anno spegnerà 130 candeline. In generale si è cercato di riavvicinare la squadra alla sua storia e alla sua città, o questa è l’impressione che si percepisce da fuori. È poi entrato a pieno titolo nell’identità di questo “nuovo” Genoa il coro/canzone di cui si parlava a inizio pezzo, diventato simbolo della squadra rossoblù e entrato prepotentemente nella comunicazione del Grifone, come vedremo meglio tra poco.

Better Call Coda

Dall’anno scorso, poi, al Genoa c’è un’altra grossa novità, che in un calcio come quello attuale ha una rilevanza sempre maggiore: è cambiato lo staff che sta dietro alla comunicazione, soprattutto social della squadra. La nuova società ha deciso di affidarsi a dei giovani, che, come si può vedere dando una rapida occhiata ai social del Grifone, conoscono i linguaggi, i riferimenti, le dinamiche dei social. Non è una cosa scontata, pensando alla gestione dei social che portano avanti altre squadre, soprattutto in Serie A. In particolare il team social si è concentrato sull’immaginario del cinema e delle serie tv, oltre che come già detto sulla musica.

L’esempio più lampante è rappresentato dalla serie di post fatti per annunciare gli arrivi dell’ultimo calciomercato Tutti gli acquisti sono stati presentati sui social tramite una citazione cinematografica o televisiva, non una novità assoluta ma nemmeno una cosa così comune. Abbiamo così Tenet che diventa Pajač, Dragusin nei panni del “Drugo” Lebowski, Strootman come novello Batman. E poi l’esempio che ha forse avuto più risonanza: Massimo Coda come alter ego di Saul Goodman in una finta locandina ispirata allo spin-off di Breaking Bad, Better Call Saul. Alle reference cinematografiche si affiancano frequenti citazioni della “cultura popolare” di internet, fatte però senza risultare anacronistici o imbarazzanti, come spesso capita quando un brand sceglie questa strada.

Saul Goodman e Massimo Coda a quanto pare hanno molto in comune.

Merita forse un capitolo a parte il video girato per promuovere la campagna abbonamenti, in cui ritornano due cose di cui abbiamo parlato già in precedenza: la canzone di Bresh e il rinnovato rapporto con la gente di Genova e la propria tifoseria. Nel video infatti vediamo giovani, anziani, baristi, pescatori, fattorini intonare le strofe di quello che ormai è un coro fatto proprio dalla tifoseria genoana mentre svolgono le loro attività a Genova, che con alcuni suoi luoghi simbolo è scenario di questo spot. Il video ha ricevuto reazioni estremamente positive, al di là dell’enorme risultato numerico della campagna abbonamenti, e il ritornello è diventato un vero e proprio slogan per la tifoseria e un claim per le campagne di comunicazione della società.

In questo video c’è veramente tutto della nuova immagine del Genoa.

Un mercato tutto nuovo

L’arrivo di 777 partners ha determinato grossi cambiamenti nell’organigramma della società genovese, compresi i settori che si occupano più strettamente del calciomercato. Sono arrivate nuove figure, alcune anche dall’estero, come Johannes Spors. Il quarantenne tedesco, ex responsabile scouting di Amburgo e Lipsia tra le altre, è stato prima portato a Genova come direttore generale, poi promosso a global sports director, con un ruolo di coordinamento tra le diverse squadre di proprietà di 777 (Genoa, Standard Liegi, Red Star e Vasco da Gama). Al suo arrivo è stato risolto il rapporto con il precedente direttore sportivo, Francesco Marroccu, ed è stato promosso Carlo Taldo dalla squadra primavera per affiancarlo. Poi quando Spors ha lasciato Genova, è stato assunto Marco Ottolini, che alla Juventus si occupava delle sinergie di mercato con le società affiliate e dei giocatori in prestito in giro per il mondo.

La prima sessione di mercato gestita dalla nuova proprietà è stata quella di gennaio 2022, con Spors in prima linea a gestire le operazioni. Nella sessione di riparazione della scorsa stagione sono arrivati così Yeboah, Hefti, Vásquez, Frendrup, Guðmundsson, Amiri, Østigård e Piccoli, quasi tutti dall’estero e quasi tutti sconosciuti al grande pubblico. Come calciomercato “salva stagione” ha ricordato un po’ qualche sessione frenetica dell’era Preziosi, ma già nel cambio di obiettivi di mercato si era vista la mano della nuova dirigenza. Come ben sappiamo, i nuovi acquisti non hanno evitato la retrocessione del maggio scorso, ma hanno permesso di gettare le basi per la stagione attuale.

Frendrup contrasta Morata
Frendrup è uno degli acquisti dello scorso mercato di gennaio su cui il Genoa sta costruendo il suo nuovo corso. (Foto: Marco BERTORELLO / AFP via Getty Images – OneFootball)

Nel mercato di questa estate, invece, è arrivata la svolta vera e propria. Quasi nessuno dei giocatori arrivati a titolo definitivo nel gennaio scorso ha lasciato il Genoa (se non Vásquez in prestito) e sono stati fatti solo pochi acquisti mirati, spendendo pochissimo. Infatti, se escludiamo la spesa per il riscatto obbligatorio di Melegoni, per i cartellini è stato speso solo 1 milione e mezzo – quello per Massimo Coda. Tutti gli altri arrivi sono stati a parametro zero o in prestito, compresi profili di grande caratura per la Serie B, come Ilsanker, Dragusin, Aramu e Josep Martínez. Basti pensare che due anni fa erano stati spesi circa 40 milioni per portare in rossoblù Pinamonti, Cassata, Bani, Badelj e Shomurodov, quasi tutti da squadre italiane per di più.

E come sta andando finora?

Dopo otto giornate di campionato il Genoa è secondo a pari merito con Reggina, Bari e Frosinone, in zona play-off. Ha perso solo con il Palermo, e pareggiato con Parma, Cagliari e Benevento. La difesa è addirittura la seconda migliore del campionato, ma l’attacco ha prodotto solo 11 gol. Di questi, solo tre sono stati realizzati dal capocannoniere uscente della Serie B, e vero e proprio colpo dello scorso mercato del Genoa, Massimo Coda. In ogni caso la classifica è ancora molto corta, e il campionato decisamente lungo, quindi quanto fatto fin ora dai rossoblù può essere già considerato un buon lavoro, ma le cose possono cambiare rapidamente in entrambi i sensi.

L’organico con cui il Genoa sta affrontando questa Serie B è forse tra i migliori della categoria, così come l’allenatore Blessin, che ha deciso di seguire la sua squadra in Serie B per continuare il progetto iniziato lo scorso anno. A inizio stagione l’allenatore tedesco ha impostato la squadra su un 4-4-2, schierando Martínez in porta, Pajač, Dragusin, Bani e Hefti in difesa, Guðmundsson, Frendrup, Badelj e Portanova a centrocampo e Coda e Ekuban in attacco. Poi nelle ultime tre partite, le vittorie con SPAL e Cosenza e il pareggio con il Cagliari, ha modificato un po’ l’identità della sua squadra, passando a un 4-2-3-1 e dando più minutaggio a elementi come Yalçin, Strootman, Sabelli, Ilsanker e Aramu.

Alexander Blessin sulla panchina del Genoa
Blessin ha scelto di proseguire il percorso iniziato lo scorso anno anche in Serie B (Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images – OneFootball)

Siamo ancora a meno di un quinto di questa Serie B, e 777 Partners ha appena festeggiato solamente il suo primo anno in sella al Genoa. Il Grifone è quindi comprensibilmente un cantiere aperto, e sicuramente ci saranno molte altre novità nei prossimi mesi. Tuttavia, già adesso si vede chiaramente una società cambiata, nel modo di gestire la parte sportiva ma anche in quello di comunicare con l’esterno attraverso i social e i simboli della squadra. Tutto questo si abbina con una rinnovata fiducia nella dirigenza del Genoa da parte dei suoi tifosi, che vogliono tornare a sognare, ma che non abbandoneranno i colori rossoblù anche in questa discesa in Serie B, come ricordano ancora le strofe di Bresh:

E, quando ti vedo, mi fai innamorare
Perché, se tradisci, la faccio passare
Gli stessi colori che cadono in mare
Quando il sole tramonta senza salutare

Autore

Classe '99, fervente calciofilo e tifoso dell'Udinese, alla sua prima partita allo stadio vede un gol di Cesare Natali e ne resta irrimediabilmente segnato. Laureato in scienze politiche a Padova, ora studia a Bologna e scrive di calcio e Formula 1.

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