Il 27 novembre un corteo parte dalla Gradinata Sud dello stadio Ferraris e si dirige verso la sede della Sampdoria. Ce n’è per chiunque: squadra, dirigenza, media, nuova e vecchia presidenza sono tutti bersaglio dei cori dei tifosi. Due settimane prima la curva doriana aveva bloccato per ore ai giocatori l’uscita dallo stadio dopo la sconfitta con il Lecce. Prima ancora, i tifosi che avevano seguito la Sampdoria in trasferta a Torino avevano contestato la squadra dopo l’ennesima sconfitta, e stessa cosa era accaduta un mese prima dopo la partita col Monza. E prima ancora dopo il match perso con la Salernitana.
Il rapporto tra squadra e tifoseria è ormai ai minimi termini a Genova.
Il clima attorno alla Sampdoria è incandescente. La squadra langue al penultimo posto in classifica con soli 6 punti, dopo che nel girone di ritorno dello scorso anno ne aveva conquistati solo 16, arrivando a una stentata salvezza. Il presidente Ferrero è stato arrestato ormai un anno fa – per vicende non legate alla Sampdoria – e da allora la società vive nell’attesa di trovare un acquirente, con sempre meno soldi a disposizione per fare mercato, e in primis per mantenere in vita la società. Si susseguono le voci che parlano di diversi possibili acquirenti, ma l’orizzonte è coperto da nubi scure in casa Sampdoria.
I problemi arrivano da lontano
Dal 2002, fino al 2014, la Sampdoria apparteneva alla famiglia Garrone, che l’aveva salvata dal fallimento nel 2002 e l’aveva fatta risalire in Serie A dopo la retrocessione del 2011. Il capofamiglia Riccardo era mancato nel 2013, dopo aver lasciato le redini in mano al figlio Edoardo, ma già con l’esplicita intenzione di cedere la società. Proprio nel 2014 arriva finalmente quello che secondo Edoardo Garrone è l’uomo giusto: il produttore cinematografico Massimo Ferrero. La società che l’istrionico imprenditore romano eredita è perfettamente sana dal punto di vista finanziario, tutti i debiti sono già stati ripianati ed anzi Garrone gli lascia pure un tesoretto di 65 milioni per la gestione della società.
La Sampdoria viene da alcuni anni schizofrenici che l’hanno portata dalla Champions League alla Serie B e poi di nuovo in A, ma senza ritrovare lo smalto dei precedenti anni della gestione Garrone. Su questo scenario irrompe Ferrero come un tornado, diventando oggetto delle attenzioni dei media per i suoi comportamenti e le sue dichiarazioni, ma non andando oltre a un rapporto di sopportazione con la sua stessa tifoseria. I soldi lasciati da Garrone bastano per far partire un ciclo positivo di autosufficienza finanziaria della squadra, che per anni autoalimenta il proprio budget con le plusvalenze fatte sui giocatori che esplodono in maglia blucerchiata. I risultati sul campo sono discreti, ma il margine di manovra a livello economico è sempre minore.
La stagione 2019/20 segna un punto di rottura importante. La proprietà sceglie Eusebio Di Francesco per sostituire Marco Giampaolo e gli propone uno stipendio notevole, 1,8 milioni di euro. Come ben sappiamo l’avventura di Di Francesco a Genova è disastrosa e il tecnico viene esonerato dopo poche giornate, ma anche diversi acquisti fatti in estate si rivelano pessimi investimenti, vuoi perchè scelte sbagliate, vuoi perchè non hanno margine di rivendita, vuoi per la sfortuna. In più ci si mettono le difficoltà legate alla pandemia, che blocca i campionati e svuota gli stadi. Il meccanismo inizia a rompersi.
All’inizio di dicembre del 2021 la Guardia di Finanza arresta Massimo Ferrero nell’ambito di un’inchiesta legata al fallimento di quattro società in Calabria. Non è la prima volta che Ferrero è protagonista della cronaca giudiziaria: proprio il giorno in cui aveva acquistato la Sampdoria era stato condannato per il crack della compagnia aerea Livingston, mentre nei suoi anni di presidenza era stato in diverse occasioni indagato, e poi prosciolto, con l’accusa di utilizzare le casse della Sampdoria per rimpinguare quelle delle sue altre società.
Una volta arrestato Ferrero si dimette dalla carica di presidente, venendo sostituito dall’ex giocatore Marco Lanna, affiancato da un nuovo CdA. Contemporaneamente, la gestione della società passa a Gianluca Vidal, uomo di fiducia di Ferrero posto a capo di un trust che ha come obiettivo la cessione della Sampdoria. Inizialmente sembra tutto fatto per il passaggio di consegne con una cordata che comprende anche l’ex doriano Gianluca Vialli. La valutazione fatta da Ferrero per cedere però è troppo alta e il gruppo si sfila, lasciando il trust ancora in carica tutt’oggi, quasi un anno dopo.
Una squadra in caduta libera
Una sola vittoria, il 24 ottobre a Cremona. Soli sei gol segnati in quindici partite, cinque in meno del secondo peggior attacco. Ventisette gol subiti, peggio solo l’Hellas Verona con ventinove. Questi sono i dati che raccontano lo stato comatoso della Sampdoria. Già la scorsa stagione però non era stata entusiasmante, con la squadra che sia con D’Aversa che con Giampaolo aveva ballato pericolosamente sull’orlo della zona retrocessione, ma quest’anno la squadra non sembra veramente dare segni di vita. Nemmeno l’arrivo di Stanković a inizio ottobre ha cambiato le sorti della squadra.
Il mercato della scorsa estate ha fatto perdere dei pezzi importanti alla squadra, giocatori che soprattutto con Ranieri avevano reso molto. Thorsby, Candreva, Damsgaard, Ekdal, Yoshida, hanno tutti lasciato la Sampdoria l’estate scorsa, e nelle casse della società sono arrivati solo 15 milioni per Damsgaard e 3 milioni per Thorsby. Altri tasselli importanti avevano già lasciato la squadra l’anno prima. Il mercato in entrata, però, non ha assolutamente compensato le partenze, venendo praticamente condotto a budget zero. Si è speso solo per i riscatti di Sabiri e Caputo, mentre per il resto la Sampdoria si è affidata ai prestiti, come quelli di Winks, Villar, Pussetto e Amione e all’acquisto dello svincolato Ðuričić, unico vero arrivo degno di nota.
Il risultato di questa situazione è una squadra disfunzionale, non adatta a nessuno dei due allenatori che si sono avvicendati in questa stagione. Il problema più evidente è in attacco, che ha portato in dote solo due dei miseri sei gol segnati dalla squadra. Nel reparto, Stanković ha a disposizione un Quagliarella e un Caputo – 35 e 39 anni rispettivamente – ben avviati sul viale del tramonto, l’oggetto misterioso Pussetto, Manuel De Luca, mai in Serie A prima di quest’anno, il diciannovenne Montevago e Gabbiadini, in doppia cifra una sola volta in tutta la carriera. Quello dell’attacco è solo un esempio della situazione in cui si trova la Sampdoria attualmente, con prove di difesa e 3 e a 4, il centrocampo aggrappato a un trentaquattrenne Rincon, Sabiri prima giostrato in vari ruoli da Giampaolo e poi accantonato da Stanković, giovani lanciati nella mischia all’improvviso.
Altro sintomo di una situazione compromessa è proprio questa pericolosa tendenza che sembra aver preso Stanković, ovvero quella di rivoluzionare la squadra con l’inserimento di ragazzi della primavera, praticamente epurando parte dei titolari delle partite precedenti. Sono stati così lanciati nel tornado in cui si trova la Samp Amione, Gerard Yepes e Montevago, tutti con esperienza praticamente nulla in Serie A. Al contempo è emersa una lista di giocatori “bocciati” da Stanković, che comprende nomi come Sabiri, Caputo, Quagliarella, Murru, Colley e altri, che hanno tutti perso piano piano il posto. Sembra che il tecnico serbo li voglia ceduti a gennaio, facendo presagire un altro nefasto step per le squadre in difficoltà: la rivoluzione totale nel mercato invernale.
Qual è il destino della Sampdoria?
Mentre lo spettro della retrocessione che aleggia più concreto che mai, la situazione extra campo sembra essere in una perenne fase di stallo. A un anno dall’arresto di Ferrero la società è ancora in mano al trustee Gianluca Vidal e presieduta da Marco Lanna, mentre si sondano diverse piste che portino a dei possibili acquirenti. Il prossimo 14 dicembre è prevista l’assemblea degli azionisti, in cui sarà richiesto un aumento di capitale necessario a garantire la gestione ordinaria e la continuità aziendale in vista della futura cessione. Questi soldi sono una priorità, e ad essi si sommeranno i soldi derivati dalle cessioni che sicuramente ci saranno a gennaio.
Nel frattempo hanno fatto la loro comparsa sulla scena una serie di personaggi che puntano all’acquisizione della società, con diversi gradi di serietà delle proposte. Da mesi si parla di un interessamento di Khalid Fateh Al-Thani, membro della famiglia reale del Qatar (la stessa che controlla il PSG), per cui fa da intermediario il produttore cinematografico Francesco Di Silvio. Dopo l’offerta ufficiale, però, solo promesse di soldi che sarebbero arrivati a breve, a giorni, fra poco. Soldi che non si sono mai visti. Nel frattempo sembra che anche l’ex presidente della Roma James Pallotta sia intenzionato a presentare un’offerta a breve, come anche un fondo americano e uno lussemburghese. Per ora però, ancora nulla di concreto.
In molti dicono che un cambio di proprietà potrebbe risollevare la squadra e portarla alla salvezza. Sembra però improbabile che una possibile nuova proprietà sia al lavoro prima del mercato di gennaio, che sarà molto importante per la Sampdoria. Nel frattempo all’orizzonte continua a ricomparire la figura di Ferrero, che non sembra intenzionato a mollare la presa. Una cosa è certa però: bisogna fare presto. Perché la Sampdoria è finita in un buco nero ed è questione di tempo prima che vi venga risucchiata definitivamente.