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CALCIO ESTERO

Liga Portugal Awards 2022/23

La stagione di Liga Portugal si è chiusa domenica sera con la vittoria ai rigori dell’Estrela da Amadora nel playoff contro il Marítimo. Due settimane fa sono invece arrivati tutti gli altri verdetti. Il Benfica è tornato campione dopo quattro stagioni di digiuno godrà, assieme al Porto, dell’accesso diretto alla prossima Champions League, mentre un sorprendente Braga dovrà passare dai preliminari. La delusione della stagione è invece certamente lo Sporting di Amorim, che dopo un primo e un secondo posto nelle due stagioni passate, si piazza quarto e andrà direttamente in Europa League. La stagione più sorprendente è quella dell’Arouca, che si piazza quinto si giocherà i preliminari di Conference League assieme al Vitoria SC di Guimarães, ormai un habitué.

Nei prossimi giorni, in Portogallo si eleggerà il miglior 11 della stagione. Qui, si è provato a fare qualcosa di leggermente diverso, più sintetico in certi casi, ma forse più completo in altri, individuando 10 categorie, ognuna delle quali assegna un premio: ai classici miglior allenatore, miglior portiere, miglior difensore, miglior centrocampista, miglior attaccante, miglior U23 ed MVP della stagione, sono stati aggiunti i premi di miglior esordiente, giocatore rivelazione e giocatore delusione, che sostituisce il premio di miglior attore non protagonista assegnato nella passata stagione. La cosa simpatica del calcio portoghese è che, se dovessimo assegnare questi premi anche l’anno prossimo, molto probabilmente i vincitori sarebbero completamente diversi.

Miglior allenatore: Roger Schmidt (Benfica)

Se per gran parte della stagione il Benfica ha giocato il miglior calcio d’Europa assieme al Napoli e a poche altre squadre, i meriti sono in gran parte di Roger Schmidt. Arrivato dopo un’ottima esperienza al PSV, nessuno si aspettava però che potesse incidere così tanto e già da subito in un club che ha ben altre pressioni rispetto agli olandesi e, soprattutto, che si è affidato a lui per tornare a vincere un campionato dopo 4 anni, un’infinità per chi si auto proclama O maior de Portugal. Detto fatto: le aguias hanno cominciato a volare fin dalle prime partite di agosto, con un gioco spumeggiante, produttivo, divertente, con un João Mário, con un Gonçalo Ramos trasformato da seconda punta a centravanti puro, con un Rafa Silva messo al centro del gioco, con le scoperte di António Silva prima e João Neves poi (dopo l’addio di Enzo Fernández), con la valorizzazione di due colpi arrivati dal mercato come il terzino destro Bah e il tuttofare Aursnes, da lui fortemente voluto. Così ha scalzato Sérgio Conceição, dal trono di campione del Portogallo e da quello di miglior allenatore. Ora, all’Estádio da Luz possono aprire un ciclo, che è cominciato con una lunga serie di rinnovi, culminata proprio con quello, fino al 2026, del vero artefice di tutto: Roger Schmidt.

Schmidt festeggia la vittoria della Liga Portugal
L’uomo della provvidenza (Foto: CARLOS COSTA/Getty Images – OneFootball)

Miglior portiere: Diogo Costa (Porto)

Lo era stato anche l’anno scorso, lo è a maggior ragione quest’anno, anche senza la vittoria del campionato. Non ha saltato un minuto e delle 33 partite giocate, in 16 occasioni ha tenuto la porta inviolata. Fra lui e gli altri c’è un abisso, non solo fra i pali, ma anche e soprattutto coi piedi: rischia poco ed è preciso, dando sicurezza al reparto non solo in fase difensiva ma anche in uscita palla. Ci sono due aspetti dove può ancora migliorare: le uscite alte (ricorderete quella a vuoto su En-Nesyri che costò al Portogallo la semifinale mondiale) e i rigori (in questo campionato non ne ha parato neanche uno). Per il resto, per continuità, Diogo Costa è il miglior portiere under 25 al mondo, non ce ne voglia il nostro Gigio Donnarumma. Finché riuscirà a tenerlo incollato ai pali del Do Dragão, il Porto è in ottime mani, e anche in piedi sicuri.

Miglior difensore: Alejandro Grimaldo (Benfica)

Dopo Pedro Porro, un altro terzino spagnolo domina la classifica dei migliori difensori del campionato portoghese. Alejandro Grimaldo è esattamente il terzino che ci si aspetterebbe di vedere uscire dalla Masia: offensivo, tecnico, prolifico. A tutto questo, aggiunge traiettorie aeree deliziose che al Camp Nou sarebbero state inutili ai suoi tempi. Infatti, in prima squadra al Barça non ci è mai arrivato. A credere in lui è stato invece il Benfica, nel lontano 2015. Oggi, a 27 anni, ne è diventato uno dei veterani, oltre che una fonte continua di palle gol: in questo campionato è il miglior difensore per assist (9), nonché secondo miglior assistman in generale, e il terzo miglior difensore per gol segnati (5), dietro a Steven Vitória (7) del Chaves e Cláudio Winck (6) del Marítimo, che però sono i rigoristi delle rispettive squadre. Lascia il Benfica da vincente. Lascia un vuoto di gol, assist, esperienza e leadership che, ad oggi, sembra francamente incolmabile. Dal primo luglio sarà un giocatore del Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. A zero. Affare.

Miglior centrocampista: Pedro Gonçalves (Sporting)

Il premio che un anno fa avevamo assegnato a Ricardo Horta si sposta da Braga a Lisbona, ma rimane al miglior giocatore della squadra che si è piazzata al quarto posto in classifica. Con gli addii, in estate, di Palhinha e Matheus Nunes, doveva diventare lui, a tutti gli effetti, il leader del centrocampo sportinguista e Pedro Gonçalves – detto Pote, che in portoghese significa barattolo di marmellata, perché da piccolino era basso e tozzo – non se l’è fatto dire que volte. Amorim lo ha schierato spesso da regista, oltre che nei due trequartisti e in entrambi i ruoli si è dimostrato all’altezza della situazione. Il tutto condito da 11 assist e 15 gol, di cui 6 su rigore. La somma fa 26, solo 3 in meno di colui che stiamo per premiare come miglior attaccante per il secondo anno consecutivo. È stato, letteralmente, l’unica nota positiva di una deludente, ma prevedibile, stagione dei Leões.

Goncalves festeggia un gol in Liga Portugal
Di questa stagione rimarrà impresso il gol da centrocampo messo a segno in Europa League contro l’Arsenal (Foto: PATRICIA DE MELO MOREIRA/Getty Images – OneFootball)

Miglior attaccante: Mehdi Taremi (Porto)

22 gol e 7 assist nello scorso campionato non sarebbero bastati a strappare a Darwin Núñez il premio di capocannoniere del campionato. Quest’anno, invece, l’avversario da battere, sempre in maglia encarnada, era Gonçalo Ramos, ma per Taremi ormai essere il miglior attaccante del campionato è una formalità. Da quattro anni milita in Portogallo e, dopo una prima stagione come sorpresa del campionato con la maglia del Rio Ave e una di assestamento al Porto, all’ombra di Marega, si è preso lo scettro e non ha alcuna intenzione di mollarlo. Se i numeri sono, più o meno, sempre simili, quello che cambia sono i modi. Segna sempre di più (16, 20 e 22 con la maglia del Porto), ma in questa stagione il rapporto fra gol segnati e assist regalati ai compagni è drasticamente aumentato (da circa 1,5 delle prime stagioni, a circa 3 di questa), segno che l’iraniano è sempre più finalizzatore e la creazione di occasioni passa, pian piano, sempre più nelle mani, o meglio nei piedi, dei tre trequartisti a supporto: Otávio e Pepê in particolare.

MVP: Rafa Silva (Benfica)

Non è stato né il miglior finalizzatore (Gonçalo Ramos, con 19 gol), né il miglior assistman (Grimaldo, con 9 assist), né il giocatore ad aver partecipato attivamente a più reti (João Mário, con 17 gol e 7 assist, per il quale ci permettiamo una menzione d’onore). Non è stata nemmeno lontanamente la sua miglior stagione, a livello statistico. Nel calcio, però, i numeri vanno pesati, non solo contati e Rafa Silva, in questo 38esimo campionato del Benfica, ha avuto più peso di tutti. Nel Clássico d’andata il Benfica ha dichiarato guerra al Porto campione in carica, vincendo, alla maniera di Conceição, di voglia e con cinismo più che con qualità, e portandosi per la prima volta a +6 sui dragões. È finita 0-1, gol di Rafa Silva in caduta. Nel girone di ritorno, la partita decisiva è stata quella contro il Braga. Mancavano 3 giornate alla fine e il Benfica era a +4 sul Porto. Con una vittoria avrebbe quasi ipotecato la Liga. Diversamente, si sarebbe dovuta giocare, due settimane dopo, un derby pesantissimo in casa dello Sporting. È finita 1-0, gol di Rafa Silva, da ex: a tu per tu con Matheus dopo essere stato pescato da una palla visionaria di David Neres, non ha tremato. In mezzo, altri 6 gol e 4 assist, ma soprattutto tante giocate da fuoriclasse. La sua posizione in campo è stata una delle tante novità portate da Schmidt, forse la più importante: da esterno d’attacco puro, lo ha trasformato in una deliziosa seconda punta, di raccordo fra i due trequartisti Aursnes e João Mário e il vertice avanzato Gonçalo Ramos. Invece delle sue solite scorribande sulla fascia, il Da Luz è stato deliziato da scambi nello stretto, colpi di tacco, dribbling in spazi quasi inesistenti, a incunearsi fra le linee avversarie e creare superiorità numerica, e gol. Pesantissimi.

Rafa Silva con il Benfica
Ormai un simbolo (Foto: Miguel Riopa/Getty Images – OneFootball)

Miglior under 23: Gonçalo Ramos (Benfica)

La prima gatta da pelare che Schmidt si è trovato al suo arrivo a Lisbona è stato sostituire Darwin Núñez, il capocannoniere del campionato uno da 26 gol in 28 partite. Al 2 agosto la soluzione era già chiara. Nell’andata del terzo turno preliminare di Champions League contro il Midtyilland, l’unico terminale offensivo del primo Benfica di Schmidt è Gonçalo Ramos, che nella stagione precedente aveva sempre giocato come seconda punta, al fianco di Núñez, segnando 8 gol in tutta la stagione. La metamorfosi è impressionante. Quello che fino a pochi mesi prima faceva a spallate e rincorreva i difensori per tutto il campo lasciando al compagno di reparto il compito di segnare, contro i danesi gioca da centravanti puro, dialogando nello stretto con i tre trequartisti e, piccolo dettaglio, segnando tre gol. Chiuderà la stagione con 27 gol e 12 assist, di cui 19 e 7 in Liga, più la tripletta, clamorosa, agli ottavi di finale dei Mondiali con la Svizzera. Segna in tutti i modi: di testa, di destro, di sinistro, ma sempre da dentro l’area di rigore. Quest’estate sarà davvero dura, per la dirigenza delle Aguias, resistere agli assalti delle ricche big europee.

Miglior esordiente: Antonio Silva (Benfica)

In estate si era presentato al suo primo ritiro con la prima squadra da campione d’Europa e del mondo under 19, da leader di un gruppo di cui facevano parte, a centrocampo, anche João Neves (che lo avrebbe raggiunto in prima squadra pochi mesi dopo) e l’italiano Cher Ndour. Si era presentato senza troppe aspettative di vivere una stagione da protagonista. La coppia centrale designata era composta dall’esperto argentino Otamendi e dal giovane brasiliano Morato. Stava recuperando da un brutto infortunio anche Verissimo. Il mercato vede la partenza di Vertonghen e gli arrivi di Brooks e Joao Victor. Insomma, Antonio Silva è il sesto centrale in rosa. Poi succede che Otamendi si fa espellere nel derby contro la neopromossa Casa Pia, Verissimo non è ancora pronto e Schmidt ha la lungimiranza di buttare nella mischia il ragazzino, diciannove anni ancora da compiere. È il 27 agosto, terza giornata di campionato, l’avversario è il Boavista. Al 7’ prende il primo giallo della sua carriera da professionista, poi non sbaglia più niente. Tre giorni dopo, contro il Paços de Ferreira, Otamendi è di nuovo disponibile, ma la settimana successiva si fa male Morato. Schmidt ora sa che Antonio Silva è pronto e gli dà un’altra chance nell’11 titolare che parte contro il Vizela. Non ci uscirà più. Quello che colpisce subito tutti è la tranquillità con cui gioca nonostante siano le sue prime volte da professionista. Fisicamente ha tutto e allora partono i paragoni con un altro grande centrale uscito pochi anni prima dal Benfica Campus e che si è recentemente laureato campione d’Europa: Ruben Dias. Arrivano le notti di Champions e c’è da marcare Vlahovic e Mbappé. No problem. Poi arriva anche la chiamata per il Mondiale da parte di Santos. Chiude la sua prima stagione fra i grandi con 46 partite giocate, tutte dal primo all’ultimo minuto, e 5 gol, di cui 2 in Champions contro Juve e Inter.

Giocatore rivelazione: Ignacio de Arruabarrena (Arouca)

Questa categoria trova il suo senso nel divario fra le prime quattro del campionato e le altre squadre, troppo ampio perché qualunque giocatore che non militi in Porto, Sporting, Benfica e Braga possa ambire ad essere eletto nelle categorie che precedono e che seguono quella presente. È però giusto raccontare anche le altre storie, quelle che sfuggono ai riflettori del calcio europeo, che già sono puntati con luce affievolita su quello portoghese.

Si può andare in Europa spendendo esattamente 0 euro? Sì, chiedere alla dirigenza dell’Arouca. Quando i soldi mancano, sono le idee a fare la differenza e proprio le idee hanno fatto sì che questa modesta società dell’area metropolitana di Porto, con uno stadio che può accogliere al massimo 5000 spettatori, centrasse la qualificazione alle coppe europee per la seconda volta nella sua storia, al termine di questa stagione (l’ultima volta, nel 2017/18 ci riuscirono spendendo ben 250 000 mila euro). In estate, i 4 milioni guadagnati dalla cessione del centravanti André Silva al Vitoria SC (la cessione più onerosa della storia del club) sono stati reinvestiti nell’acquisto di 14 giocatori, tutti a titolo gratuito. Fra questi c’è Ignacio de Arruabarrena, portiere uruguaiano classe ’97 che ha lasciato il Montevideo Wanderers, unica squadra della sua carriera, dopo 7 stagioni, per tentare la fortuna in Europa.

Diciamocelo, Arouca non è il sogno europeo di qualunque sudamericano di talento. Eppure de Arruabarrena lo ha trasformato nel miglior posto per esplodere e guadagnarsi la sua prima convocazione in nazionale. Se non giocasse nello stesso campionato del miglior portiere u25 al mondo, sarebbe senza ombra di dubbio nella top11 ufficiale della stagione, invece dovrà giocarsela con Diogo Costa, pur avendo dalla sua dei numeri incredibili: 76% di parate a partita, 13 reti inviolate in 30 partite e 4 rigori parati su 9. In nazionale è stato chiamato per la prima volta a marzo, ma non ha esordito né contro il Giappone, né contro la Corea del Sud. Occhio però, che Muslera e Rochet cominciano ad avere una certa età. Se ai prossimi mondiali, leggendo le formazioni ufficiali della Celeste, noterete un nome che avete già sentito, che più che uruguaiano vi sembra basco e che vi ricorda vagamente quello di un trequartista del Flamengo, saprete già dove tutto è iniziato: tra i pali del piccolissimo Stadio Comunale di Arouca.

Taremi e De Arruabarrena in Liga Portugal
Qui in azione contro il miglior attaccante di questa Liga Portugal (Foto: MIGUEL RIOPA/Getty Images – OneFootball)

Giocatore più deludente: Evanilson (Porto)

Un anno fa lo avevamo premiato come miglior u23 del campionato, in virtù dei suoi 14 gol alla prima stagione da protagonista coi dragões, prevedendo che questa stagione sarebbe stata quella della sua consacrazione. Seppur condizionata da qualche infortunio di troppo, fra gennaio e marzo, la sua non può certo essere considerata una buona stagione, soprattutto date le premesse. 7 gol e 6 assist in 23 partite, di cui uno solo dopo il suo rientro definitivo il 15 aprile, nel pieno dello sprint scudetto. Anche il suo impegno è stato moto frammentario e spesso Conceição ha preferito giocare con il solo Taremi supportato dai tre trequartisti brasiliani Galeno, Pepê e Otávio. Quest’estate la domanda non è tanto se il Porto riuscirà a trattenerlo, quanto: sarà ancora nei piani del club?

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