Ci sono rivalità cittadine conosciute in tutta Europa, in tutto il Mondo. Poi c’è la sfida dell’Isola di Maiorca, una gara recondita e rarissima: el Derbi Palmesano, tra Mallorca e Atletico Baleares.
Antologia stracittadina, prima di Mallorca-Atletico Baleares
Sta diventando sempre più evidente, finalmente: il calcio senza tifosi non è vero calcio. Manca il brusio della gente, mancano i cori e le coreografie, mancano gli sfottò e anche i fischi dopo una pessima prestazione. Il calcio è anche e soprattutto questo. Pensate al derby di Roma appena giocato: la Lazio che schianta da sfavorita la Roma per 3-0, con i giocatori festanti che non possono condividere la gioia col proprio tifo. Triste e doloroso.
Il mondo del calcio è pieno di derby che arricchiscono i campionati, sia per lo spettacolo che economicamente: in un mondo ormai globalizzato che gira attorno al dio Denaro, le TV tendono a gonfiare ancora di più le rivalità presenti nelle varie leghe per crearne un brand da esportare, sebbene con gli stadi vuoti sia più difficile vendere tale “prodotto“. Si sta dando valore anche a rivalità di nicchia, o per definirle con più precisione, meno conosciute.
Anche in Spagna ci sono tanti derby – in spagnolo derbi – da esportare: inutile parlare del Clásico, al quale si aggiungono il derby della capitale tra Real e Atlético, quello catalano tra Barcelona ed Espanyol, la caldissima rivalità tra Betis e Sevilla, o scontri più regionali che cittadini come il derby di Galizia tra Celta Vigo e Deportivo La Coruña, il triangolo valenciano che vede coinvolti Valencia, Levante e Villarreal, senza dimenticare il sentitissimo Athletic Bilbao-Real Sociedad in Euskadi.
Anche le piccole rivalità sono state “gonfiate” per motivi di diritti televisivi e per far girare ancora di più il marchio “Liga”, ma ne esistono di fortissime che ancora non sono state “scovate” dalla globalizzazione del calcio. Bisogna uscire addirittura dalla penisola iberica, spostarsi verso le Isole Baleari, per entrare in un derby tanto sentito quanto ignorato dai media: il Derbi Palmesano.
RCD Mallorca: il calcio aldilà della movida del verano
Maiorca, come Ibiza, Formentera e Menorca, è conosciuta principalmente per le sue meravigliose spiagge, per il suo mare cristallino e per le grandi feste che riempiono l’estate con musica assordante e fiumi di gente pronta a scatenarsi durante le vacanze. Il calcio sembra secondario in un territorio che vive d’estate, quando i calciatori si riposano – molto spesso da quelle parti – e i campionati sono fermi, eppure gli isolani vi diranno il contrario: il fútbol a Palma di Maiorca è una cosa seria, più che in altre zone della Spagna.
Se si parla di calcio a Palma di Maiorca, il primo nome che viene in mente è chiaramente quello del RCD Mallorca: la storia dei rossi delle Baleari è paragonabile ad una montagna russa, fatta di momenti altissimi in campo nazionale ed internazionale, e di cadute terribili e di infiniti anni passati in Segunda División. Il Mallorca nella sua storia ha passato più tempo in seconda divisione che in prima, ma nonostante ciò è riuscito a vivere momenti eccezionali sul finire degli anni ’90: dopo aver raggiunto una stabilità in Liga grazie a gente come el hombre vertical Héctor Cuper e Samuel Eto’o, la squadra trovò una tale consapevolezza che le permise, negli anni successivi, di arrivare in finale di Coppa delle Coppe – persa con la Lazio nel 1999 -, a disputare una Champions League nel 2001 e a vincere una Copa del Rey nel 2003.
Il Mallorca però è passato alla storia anche per essere stata la prima società di Spagna in cui i calciatori scioperarono per la mancata riscossione degli stipendi, ha conosciuto il dramma della bancarotta che costrinse il club a passare dalla Liga alla Segunda B (l’equivalente della nostra Serie C). Una montagna russa, come dicevamo poc’anzi.
Nelle ultime stagioni il club è riuscito anche a riaffacciarsi in Liga, a sfornare alcuni talenti del territorio – uno su tutti Marco Asensio – e a ritrovare uno status abbastanza soddisfacente dopo anni bui. Oggi il Mallorca è in Segunda División – proprio nella scorsa stagione è retrocesso dalla Liga -, ma l’obiettivo è chiaramente quello di un’immediata risalita. Ma sapete che esiste un altro club nell’isola?
Atlético Baleares: i “piccoli” operai dell’isola
Come spesso succede, quando in una città ci sono due squadre, una nasce dalla classe sociale più agiata e l’altra dalla classe operaia. Se il Mallorca è la squadra che venne fondata dalla nobiltà dell’isola e dai militari di Spagna (basti pensare che il nome originario era Real Sociedad Alfonso XIII), la classe operaia decise di creare una squadra che nascesse dalla fusione tra il Mallorca F.C. e il Mecánico: nacque così l’Atlético Baleares.
Maglia bianca e blu, sono la squadra “piccola” dell’isola: a soli 6 minuti di distanza dallo stadio Son Moix, casa del Mallorca, l’Atlético Baleares ha costruito la sua storia che fuori dalla Spagna in pochi conoscono, poiché fatta di zero presenze in Liga e di massimo un quarto turno raggiunto in Copa del Rey. I suoi tifosi la definiscono una storia “leggendaria”, proprio perché non si vince praticamente mai. Per questo motivo l’Atlético, sebbene galleggi nelle categorie inferiori da sempre, ha séguito a prescindere dai risultati: il suo pubblico, di stampo antifascista e vicino alla classe operaia fin dalla nascita, non ha mai abbandonato l’Estadi Balear sia nelle vittorie in Segunda B, che nelle sconfitte tra i dilettanti di Spagna.
Ad essere più precisi, in realtà i tifosi hanno dovuto obbligatoriamente abbandonare temporaneamente il proprio tempio: nel 2001, proprio quando il Mallorca raggiungeva le vette più alte della sua storia, il Baleares retrocedeva in quinta divisione. Il club fu cacciato dall’Estadi Balear che stava cadendo a pezzi, il club non aveva denaro a sufficienza per intervenire nella manutenzione dello stadio, tantomeno per ridare linfa alla propria squadra, ormai in caduta libera. Senza soldi, senza squadra e senza stadio, l’Atlético Baleares è sopravvissuto.
Adesso è tornato in Segunda B ed è una squadra che lotta per la promozione, a tal punto che negli ultimi due anni ha vinto il campionato ma è uscita prima ai playoff “campioni” e successivamente anche da quelli classici. Possiamo dire che l’attacco alla Serie B spagnola non è andato a buon fine anche per colpa di una strana struttura del regolamento del campionato, in cui chi vince il proprio girone non può andare direttamente nella categoria superiore.
Meanwhile in the Spanish 3rd division…
Atlético Baleares fans travelling away to their derby against Mallorca for the first time in 37 years today pic.twitter.com/xoP01ahHgM
— COPA90 (@Copa90) January 21, 2018
Mallorca e Atletico Baleares: pochi derby, ma sentiti
Sembra strano, ma la rivalità tra Mallorca e Atlético Baleares è sentitissima: il livello delle due squadre è diverso, lo dimostra la storia dei due club, le tante partite giocate dal Mallorca nei principali campionati e quelle dell’Atlético nelle leghe inferiori. Nonostante questo, a Palma l’aria di derby è sempre presente, gli sfottò e classiche prese in giro tra tifosi sono all’ordine del giorno.
Fino agli anni ’50, gli scontri tra le due squadre avvenivano sempre nel Campeonato de Mallorca, erano sfide annuali che ormai sono lontane anni luce dalla quotidianità del calcio di oggi; raramente il Mallorca ha coinciso nella stessa categoria del Baleares, per questo motivo da ormai diversi decenni si vedono pochissimi scontri tra le due squadre. Il che rende il derby ancora più sentito. Nel 1921, anno in cui si è giocato il primo match tra le due società di Palma, pare che, stando ai documenti dei giornali dell’epoca, ci siano stati violenti scontri tra le due tifoserie, sedate dalla Guardia Civil. Non esistevano ancora le tifoserie organizzate, ma sicuramente le differenze sociali tra i due gruppi hanno portato ad inevitabili colluttazioni.
Adesso provate ad immaginare se squadre come Sampdoria e Genoa, Boca Juniors e River, Benfica e Sporting Lisbona, non potessero incrociarsi per 10 anni e tornassero a farlo dopo così tanto tempo: probabilmente ci aspetterebbe l’inferno. È praticamente ciò che è successo nel 2017/2018: dopo innumerevoli anni, il Mallorca e l’Atlético Baleares si ritrovano nello stesso campionato – la Segunda B – e possono scontrarsi per due volte. In entrambi i casi fu utilizzato il Son Moix, dato che l’Estadi Balear dell’Atlético può contenere un massimo di 2500 spettatori, e furono entrambe partite che saranno ricordate nella città.
Per tutti, le rare volte in cui Atletico Baleares e Mallorca si sono incontrate, è stato come vedere David contro Golia. A Palma si respira un’aria focosa, elettrica, qualcosa di veramente nuovo per tantissimi tifosi: l’ultima volta che si erano incontrate era nel 1987, in Copa del Rey – vinse il Mallorca per 2-4 -, mentre in campionato l’ultimo incrocio risale al 1980. Il primo match di campionato nel 2017/2018 finì con uno scialbo 0-0. Forse per colpa della tensione? Potrebbe aver prevalso la paura di perdere sulla voglia di vincere? Forse sì, perché questo derby ha un retroscena meraviglioso.
Il Son Moix è uno stadio comunale, non appartiene al Mallorca ma alla città di Palma. Il Mallorca ha sempre giocato lì, in quanto società militante del campionato più importante rispetto alle altre squadre della città. Se però l’Atletico Baleares riuscisse a disputare un campionato più importante rispetto al Mallorca, avrebbe di diritto la possibilità di giocare i match casalinghi al Son Moix. In pratica sarebbe come conquistare il castello del nemico. E quando ti trovi nella stessa divisione dei tuoi rivali cittadini, l’acquolina in bocca è inevitabile.
Proprio tre anni fa si è disputato l’ultimo derby tra le due squadre, con un pirotecnico 3-2 per il Mallorca. Stadio pieno come raramente accade in Segunda B, un tifo d’altri tempi, sfottò e orgoglio da mostrare per 90′. Il primo gol lo segna il Baleares: esplode il tifo ospite, che però si vede rimontato nel corso del secondo tempo. I biancoblu trovano addirittura il pareggio, ma il Mallorca riesce a ritrovare il vantaggio con il definitivo 3-2.
Ci sono testimonianze video di raccattapalle (evidentemente ragazzi del vivaio del Mallorca) che a fine partita baciano il proprio stemma e mostrando il numero uno con il dito, a voler rimarcare quale sia la prima squadra della città, i tifosi di casa che festeggiano come se fossero di nuovo in Champions, e gli ospiti che tributano un enorme applauso ai propri eroi che hanno combattuto contro Golia con ardore e orgoglio, andando ad un passo dalla gloria.
Oggi il Mallorca sta lottando per tornare in Liga, è secondo in classifica alle spalle dell’Espanyol e ha buone possibilità di tornare in prima divisione. L’Atlético Baleares continua a sgomitare in Segunda B, a metà classifica del gruppo 5 e tenterà fino all’ultimo l’assalto ai playoff. Difficilmente nella prossima stagione si incontreranno, ma forse questa estenuante attesa di un derby tanto sentito lo rende ancora più affascinante. A meno che un sorteggio in Copa del Rey nella prossima stagione non regali sorprese.