A volte si fa tutto nel modo giusto e va male lo stesso. L’importante è non smettere mai di fare la cosa giusta.
Questa frase, scritta sul retro della copertina di ‘The Hate U Give. Il coraggio della verità“, romanzo d’esordio della scrittrice statunitense Angie Thomas, mi è tornata in mente pochi giorni fa, quando, nel limite dei 280 caratteri imposti da Twitter, Marcus Rashford in un post ha scritto la seguente frase: “Why can’t we just do the right thing?” (Perché non possiamo solamente fare la cosa giusta?)
But I’m also a Manchester United and England international footballer. Why has there always got to be a motive? Why can’t we just do the right thing? 🤷🏾♂️
Ps I actually enjoy reading bits from The Spectator now and again but this is just a none starter…
Have a good night all!(4)
— Marcus Rashford MBE (@MarcusRashford) July 20, 2021
I quattro tweet pubblicati la sera del 20 luglio dal 23enne attaccante del Manchester United costituivano una risposta all’eventuale articolo che sarebbe stato pubblicato il giorno seguente dal The Spectator: secondo voci giunte allo stesso giocatore, il settimanale britannico avrebbe insinuato che egli possa trarre dei benefici commerciali dalle partnership stipulate negli ultimi diciotto mesi con vari brand per il suo impegno sociale. Accuse che, se fossero state di dominio pubblico, avrebbero messo in dubbio la buona fede di Rashford, che ha prontamente difeso le proprie collaborazioni extra-campo e messo a tacere ogni polemica ancor prima di nascere.
Basti pensare che la collaborazione con Burberry ha permesso di distribuire 200.000 pasti tra 11.000 enti in tutto il Regno Unito. Il Norbrook Youth Club e il Woodhouse Park Lifestyle Centre, due centri di quartiere frequentati da Rashford durante l’infanzia e l’adolescenza, sono state oggetto delle donazioni della nota marca di abbigliamento.
La collaborazione con la casa editrice McMillan Children’s Books, con cui una delle punte di diamante del reparto offensivo dei Diavoli Rossi ha pubblicato il libro You Are a Champion: How to Be the Best You Can Be, ha permesso la creazione del Marcus Rashford Book Club, il primo programma pensato per far sbocciare l’amore per la lettura ai ragazzi distribuendo 50.000 libri gratuiti in oltre 850 scuole primarie in Inghilterra e Scozia. Il progetto è reso possibile dalla partnership con Magic Breakfast, l’associazione che distribuisce colazioni salutari a circa 170.000 bambini ogni giorno di scuola. Il primo titolo selezionato è ‘A Dinosaur Ate My Sister’ della scrittrice Pooja Puri, mentre ‘Silas and the Marvellous Misfits’ di Tom Percival si aggiungerà alla lista il prossimo 14 ottobre.
Un mese tutt’altro che facile per Rashford
I sospetti del The Spectator si aggiungono alla scia mediatica negativa di cui Rashford è stato protagonista in questo mese di luglio: pare che sia bastato fallire uno dei rigori decisivi contro l’Italia nella finale di Euro 2020 per dimenticarsi che, negli istanti prima della battuta, undici metri separavano Donnarumma da un MBE, un Membro dell’Impero Britannico. Egli è stato nominato lo scorso ottobre dalla regina Elisabetta in persona per l’attenzione riservata alle famiglie più disagiate durante la prima fase dell’emergenza coronavirus sul suolo inglese.
È bastato colpire un palo per dare vita ad un’escalation di commenti negativi sui social media e allo sfregio (poi ricoperto di cuori e messaggi solidali e prontamente ridipinto) di un murales in bianco e nero che da novembre 2020 ricorda ai cittadini di Withington (sobborgo a sud di Manchester luogo di nascita di Rashford) che quello per cui lottano inciderà più di tutto sul loro scopo.
E la sua missione, che traspare fin da quando ha esordito tra i professionisti, è servirsi della propria visibilità per far conoscere le esigenze e i problemi che attanagliano la propria comunità: una su tutte, la difficoltà di migliaia di famiglie di procurare un pasto per i propri figli. Uno scoglio che anche lui e i suoi quattro fratelli hanno dovuto affrontare quando, mentre mamma Melania era impiegata in uno dei suoi tre lavori per mantenere la famiglia, si nutrivano col cibo offerto dai negozianti del quartiere o attraverso il breakfast club, l’iniziativa pensata dal governo e attuata nelle scuole per fornire porzioni di cibo gratuite ai bambini che non hanno potuto cenare o fare colazione.
La lotta alla povertà infantile
La chiusura degli edifici scolastici a causa della pandemia per tanti avrebbe significato la mancanza totale di sostentamento e Rashford, conscio delle conseguenze, ha deciso di impegnarsi concretamente per garantire il diritto al cibo.
Per prima cosa, a marzo 2020 ha esortato i suoi follower a contribuire ad una raccolta fondi in collaborazione con FareShare, la rete benefica che dal 1994 combatte contro gli sprechi alimentari nel Regno Unito. In circa un mese, la colletta ha fruttato 20 milioni di sterline grazie anche alle donazioni delle più grandi aziende attive nel settore alimentare e alle catene di supermercati che hanno contribuito alla distribuzione. Rashford stesso ha avuto modo di sperimentare in prima persona l’operato di questa associazione.
Venuto a conoscenza dei tagli programmati dal governo per i buoni pasto gratuiti, tre mesi dopo ha scritto una lettera ai Members of Parliament in cui esortava la classe dirigente a rivedere i propri piani e a prolungare il servizio offerto anche per le vacanze estive: richiesta accolta, pericolo scampato di inedia per 1,3 milioni di bambini e honorary doctorate – dottorato honoris causa – conferito dall’Università di Manchester che gli è valso il primato di persona più giovane a ricevere tale riconoscimento.
Con l’arrivo dell’autunno, l’ambizione di Rashford si è spinta oltre: supportato da FareShare e l’ente di beneficenza Food Foundation ha lanciato la Child Food Poverty Task Force, una coalizione tra imprese del mondo food come McDonald’s, Kellogg’s, Deliveroo e catene di supermercati e negozi di generi alimentari come Tesco e Iceland.
Il report governativo della National Food Strategy, che esamina le condizioni del sistema alimentare britannico, aveva riportato tre raccomandazioni che Rashford, in una lettera indirizzata ai parlamentari, ha chiesto di seguire: l’estensione dell’Holiday Activity e del Food Programme a tutti i bambini che godono dei pasti scolastici gratuiti, l’aumento del valore degli Healthy Start vouchers a 4.25 sterline e l’espansione dei free school meals a tutti gli under 16 il cui genitore o tutore usufruisca dello Universal Credit – un sussidio mensile statale erogato a chi ha basso reddito, ha perso il lavoro o avuto una riduzione di stipendio – o di un’indennità simile.
Le prime due richieste sono state accontentate, la terza no, poiché il segretario di Stato per l’istruzione Gavin Williamson ha ribadito che il governo britannico sosteneva già le famiglie durante le vacanze con i fondi dello Universal Credit e denaro destinato ai sindaci locali.
#endchildfoodpoverty
Rashford non si è perso d’animo: ad ottobre 2020 sui social media ha ideato la fondazione End Child Food Poverty e ha chiesto di firmare una petizione per assicurare a 1,4 milioni di bambini un buono pasto da 15 sterline a settimana fino a Pasqua 2021: grazie alla sottoscrizione di 1,1 milioni di persone, l’istanza viene discussa nella Camera dei comuni, che però rigetta la mozione dei laburisti per 322 voti a 261.
Tuttavia, dove non interviene la politica, si mobilita la gente comune, consapevole che durante l’half-term (una delle vacanze intervallate al periodo scolastico) migliaia di bambini saranno affamati: dai negozietti di generi alimentari passando per le multinazionali del food alle piccole donazioni individuali, si crea una rete di solidarietà che costringe lo stesso Primo ministro Boris Johnson a ripensare alle misure adottate. L’inversione di marcia è presto fatta e a novembre 2020 viene approvato un pacchetto di riforme a supporto dei nuclei famigliari vulnerabili, con un regime di sovvenzioni di 170 milioni di sterline per l’inverno e il prolungamento dei servizi relativi fino alle vacanze di Natale 2021.
Nonostante ci sia chi, come la FIFA, riconosca l’azione quotidiana di Rashford avendo conferito a dicembre 2020 il FIFA Foundation Award e donato 100.000 sterline per la sua causa, non tutti apprezzano l’attivismo del giovane esterno dei Red Devils: la deputata di Dover & Deal Natalie Elphicke, dopo il famigerato match con l’Italia, gli ha persino suggerito di pensare a perfezionare il suo gioco invece che pronunciarsi su battaglie politiche.
Parole dettate dalla grande delusione del momento che sono state poi ritrattate una volta finite sul network GB News, ma che inevitabilmente finiscono per essere una spina nel fianco per un ragazzo che opera per una società più inclusiva. Il modo migliore per rispondere alle critiche, però, ce lo suggerisce sempre il libro di Angie Thomas: anche se non tutto va come vorremmo, l’importante è non smettere mai di fare la cosa giusta.