Durante i festeggiamenti della sera del 15 luglio 2018, nello stadio olimpico Lužniki di Mosca, c’è un ragazzo che si distingue dagli altri. Non smania per prendere in mano la coppa e alzarla al cielo. Ma piuttosto aspetta in silenzio il suo turno, quasi cercando di evitare i riflettori mondiali che inevitabilmente quella sera sono anche su di lui. Si tratta di N’Golo Kanté, giocatore chiave nella formazione della Francia vittoriosa della Coppa del Mondo, e uno dei centrocampisti in assoluto più in forma di tutto il torneo.
Venti anni prima, nel 1998, quando i francesi vinsero il primo trofeo mondiale, Kanté aveva sette anni ed era costretto a lavorare per aiutare la famiglia. Il calcio non faceva ancora parte della sua vita, ma presto avrebbe iniziato ad allenarsi con una squadra locale. Dai sobborghi parigini alla coppa del mondo però c’è un abisso di tempo e di spazio, che N’Golo riempirà con allenamenti, impegno e tanta umiltà. Prima di arrivare all’affermazione totale come centrocampista del Chelsea e della nazionale però, c’è un punto di svolta nella sua vita, che più di altri segna il prima-dopo della sua esistenza calcistica.
Nell’estate 2015 infatti passa al Leicester di Claudio Ranieri e vive insieme ai Foxes una delle avventure di riscatto sportivo più belle della storia del calcio. Senza la decisione di volare al centro dell’Inghilterra però, la sua personale rivincita non sarebbe mai avvenuta. E forse il viaggio di venti anni che ha completamente ribaltato la sua vita non si sarebbe mai compiuto: lo Sliding Doors di N’Golo Kanté.
Dal sobborgo allo sbocco sul mare
N’Golo Kanté nasce a Parigi il 29 marzo 1991 – 31 anni oggi – da genitori di origine malese. Cresce a Rueil-Malmaison, un sobborgo di periferia della capitale che oggi conta poco più di 80 mila abitanti. I suoi genitori sono emigrati in Francia a inizio anni Ottanta e nel corso degli anni la famiglia si è arricchita fino a contare otto figli. N’Golo è il più grande e fin da piccolo si carica sulle spalle le sorti dei parenti.
Nei primi anni della sua vita il calcio è un sottofondo. N’Golo non ha ancora deciso di allenarsi e per adesso, tra scuola e lavori per racimolare qualche soldo da portare a casa, non sembra esserci nemmeno il tempo. Nel 1998 però la sua vita viene invasa dal trionfo calcistico della nazionale francese, reduce del vittorioso mondiale giocato proprio in Francia. Si dice addirittura che la sera della vittoria, il 12 luglio ’98, Kanté avesse ripercorso gli Champs-Élysées dopo i festeggiamenti alla ricerca di rifiuti o oggetti persi dai tifosi da raccogliere e poi rivendere.
Del passato non calcistico di Kanté però non si sa molto. Raramente il giocatore si è aperto riguardo la vita privata o le sensazioni che lo hanno accompagnato durante la sua scalata calcistica. Quello che si sa invece, è che a ridosso del Duemila Kanté inizia a giocare in un club giovanile della zona, la Jeunesse Sportive Suresnes. E mentre gioca, dovendo affrontare anche la perdita del padre avvenuta all’età di 11 anni, di lui spiccano da subito sue cose.
La prima riguarda la sua corporatura minuta, che nel gruppo dei ragazzotti suoi compagni lo distingue e lo rende un po’ diverso. L’altra riguarda invece il suo carattere particolarmente mite. Non parla molto, non racconta di sé, ama stare in disparte. Nonostante fosse quasi invisibile tra gli altri compagni però, Kanté conclude spesso le partite come migliore in campo e dopo le gare sono gli avversarsi fisicamente più imponenti ad ammutolirsi nei suoi confronti.
N’Golo quindi emerge come un giocatore che ha tantissima voglia di lavorare. Piotr Wojtyna, suo allenatore al Suresnes, racconterà infatti che una volta lo sfidò chiedendogli di imparare in due mesi, nel periodo delle vacanze, a fare cinquanta palleggi con la testa, poi cinquanta con il piede destro e infine cinquanta con il sinistro. Alla fine del periodo stabilito, N’Golo “ci riusciva con incredibile naturalezza“, quasi da far credere a tutti che fosse nato per fare proprio quello.
Nei primi anni nel club tuttavia, nonostante spiccate note positive, Kanté non viene considerato molto dai talent scout, perché la bassa statura influisce molto sul giudizio che si ha di lui. Dopo però un provino fallito con l’INF Clairefontaine, si aggrega alle giovanili del Boulogne, trasferendosi nell’estremo nord della Francia, in un paese che in linea d’aria è più vicino a Londra che a Parigi. Dopo due anni di militanza nelle giovanili, nel 2012 esordisce in prima squadra nel Championnat National, la terza categoria francese, il primo piccolo importante passo che segna la sua carriera.
La crescita fino alla Ligue 1
Nella stagione 2012/2013 N’Golo Kanté gioca trentotto partite e segna tre reti. Il suo primo gol arriva contro il Luzenac, in una delle tante gare giocate da titolare. Kanté inizia a essere impiegato definitivamente come mediano, e dimostra grandi doti tecniche. La sua piccola statura lo rende veloce e sfuggente, tanto che ora alcuni club iniziano a vedere questa caratteristica, prima così dubbiosa, come un potenziale del giocatore. Arriva presto infatti la proposta del Caen, che gioca in Ligue 2, la Serie B francese.
N’Golo Kanté trascorre quindi la stagione 2013/2014 a Caen, una città medievale della bassa Normandia. La squadra milita nella seconda serie da appena una stagione, dopo anni di vittorie e retrocessioni tra le Ligue 1 e Ligue 2. Nell’estate 2013 però il club si attrezza e arriva preparato alle prime sfide della stagione, realizzando ben nove gol soltanto nelle prime quattro giornate. È anche l’anno del centenario della squadra e del ritorno in rosa di un calciatore, Jerome Rothen, a cui la tifoseria è molto affezionata. Il clima è positivo e Kanté contribuisce a renderlo tale: durante la stagione presenzia infatti 38 volte in campionato, collezionando due gol e due assist. Anche in Coupe de France realizza una rete e due servizi, dimostrandosi un giocatore chiave di tutto il comparto squadra.
Le ottime prestazioni del Caen sono stampate sulla classifica finale: terzo posto a -1 dal secondo e biglietto che vale la promozione in Ligue 1. Arriva quindi adesso la possibilità per N’Golo Kanté di giocare nella massima serie, in uno dei campionati più importanti di tutto il calcio europeo. E la presentazione al mondo calcistico non si fa attendere, e da semi-sconosciuto, nella stagione 2014/2015, conclude con le migliori statistiche difensive di tutto il campionato francese, con 146 tackles vinti su 178 tentativi.
L’estate decisiva
Il Caen conclude tredicesimo collezionando però risultati importantissimi per una squadra neo promossa: arrivano infatti la vittoria sull’Olympique Marsiglia e il pareggio con il blasonato PSG. Per il club è un successo e altre squadre iniziano a puntare gli occhi sui talenti della rosa. E così, senza fare rumore, Kanté diventa uno dei protagonisti più curiosi del mercato estivo francese del 2015.
Per lui, 24enne, è arrivato il momento della svolta. Finora infatti è cresciuto lentamente, marciando quieto tra gli applausi che i club in cui giocava ricevevano dai tifosi. Adesso però, dopo una stagione d’esordio nella massima serie a un livello così alto, ci si aspetta che questo giovane prodigio cresciuto alle porte di Parigi, entri finalmente nei corridoi più valorosi del calcio del suo paese. Arrivano quindi le offerte di Olympique Lione e Olympique Marsiglia. Sono due squadre titolate e che nella stagione successiva giocheranno in Champions e in Europa League, terreni finora immacolati per Kanté.
La sua scelta però ricade altrove. N’Golo Kanté, tra lo stupore generale, dice sì al Leicester City, club promosso da appena un anno in Premier League. C’è chi rimane sorpreso da questa scelta apparentemente azzardata. L’offerta propostagli è comunque migliore di quella del Marsiglia, ma il club inglese che lo accoglierà dovrà lottare duramente in un campionato altamente tattico come quello inglese. Abbandonare la Francia per altri lidi sconosciuti pare quindi da sprovveduti e il presidente dell’Olympique Lione Jean-Michel Aulas commenterà dicendo:
Preferisce davvero giocare in una squadra inglese di bassa classifica piuttosto che la Champions con il Lione?
Lo Sliding Doors di N’Golo Kanté
Quella scelta però si rivela vincente.
La storia di N’Golo Kanté è la storia del Leicester City. La stagione 2015/2016 sarà infatti esplosiva per tutti e due. Da una parte il giocatore riuscirà a svoltare la carriera e inizierà a vedere il suo valore di mercato alzarsi vertiginosamente. Dall’altra il Leicester regalerà a tutti gli appassionati una favola sportiva degna dei migliori sogni. Ma andiamo con ordine.
È nel caldo 3 agosto 2015 che si ufficializza il passaggio di Kanté dal Caen al Leicester per 9 milioni di sterline. A puntare su di lui, durante un attento mercato estivo, è il talent scout Steve Walsh, che aveva scelto di inglobare nel club anche Jamie Vardy e Riyad Mahrez anni prima. Il Leicester aveva appena concluso una stagione tachicardica: grazie infatti a sette vittorie in nove giornate a fine campionato, riuscì a salvarsi per un pelo e a rimanere in Premier League. Alla fine della stagione però, per questioni esterne allo sport, l’allenatore Nigel Pearson, che guidava la squadra dal 2011, fu allontanato e al suo postò arrivò a metà luglio Claudio Ranieri.
L’italiano aveva allenato già in Serie A, in Premier, in Liga… ma veniva da mesi non molto positivi passati sulla panchina della nazionale greca, segnati soprattutto da una clamorosa sconfitta per 0-1 della Grecia contro il Fær Øer. Il Leicester quindi, pur non apparendo come club completamente sprovveduto, non si candidava ad essere nella stagione 2015/2016 una squadra competitiva in campionato. Le aspettative furono però presto disilluse.
La prima giornata si gioca l’8 agosto, dopo appena cinque giorni dall’arrivo di Kanté in rosa. Il francese viene impiegato soltanto otto minuti alla fine, con il risultato sicuro sul 4-2 per il Leicester sul Sunderland. L’esordio in Premier League arriva quindi cautamente. E anche nelle partite successive, ad eccezione dei novanta minuti giocati con il Bournemouth, Kanté trova spazio solo alternandosi ai compagni.
Dopo però appena sei giornate, N’Golo Kanté diventa un giocatore titolare a tutti gli effetti. Intanto il Leicester contro ogni pronostico continua a collezionare ottimi risultati e si avvinghia alle prime posizioni fin dal primo mese di campionato. Ranieri scambia Kanté tra la posizione da mediano e quella di centrocampista centrale, ma quello che emerge del giocatore parigino è una caratteristica che per il suo ruolo è fondamentale: Kanté copre tutto il campo.
I suoi interventi in fase soprattutto difensiva lo rendono protagonista in molte azioni e presto i tifosi lo elogiano con cori e applausi e Kanté diventa un piccolo eroe venuto dal mare, che adesso tira le redini della squadra verso la vetta della classifica. Gli inglesi intonano: “He came across the sea to play for you and me” e il centrocampista diviene adesso un giocatore con cui pare facile empatizzare. Piace ai compagni, al pubblico, all’allenatore, e gli stimoli lo fanno migliorare di giorno in giorno.
Nel frattempo il Leicester si trova ad avere la meglio sulle sfide più importanti del campionato. Fino a quando, grazie anche a un pareggio per 2-2 tra Chelsea e Tottenham, la vittoria del titolo arriva con qualche giornata di anticipo. Il successo sembra arrivato miracolosamente, ma il segreto sta proprio nella coesione di tutti i giocatori, che nella scacchiera del campo hanno trovato il modo di giocare ciascuno a servizio degli altri.
Il mondo celebra così il successo di Ranieri, ma dietro questo trionfo si trovano le storie di ogni singolo calciatore che fa parte del club. Kanté in primo luogo ha partecipato alla rivincita della società calcistica, che è diventata anche la rivincita di se stesso. Cosa sarebbe successo se avesse scelto una squadra francese al posto degli inglesi di Leicester? Nessuno può saperlo.
Ma il fatto di aver contribuito alla scalata del gruppo squadra di Ranieri, lo ha reso protagonista di una storia di riscatto sociale oltre che sportivo, in cui il tutto diventa molto di più della somma delle parti. Kanté a termine della stagione 2015/2016 ha già spiccato il volo: come si legge su WhoScored ha effettuato 147 tackles vincenti su 197 tentati e ben 135 anticipi o intercettazioni. È il dato migliore dei cinque maggiori campionati europei.
Un ruolo da playmaker
Quando Claudio Ranieri arriva a Leicester nel luglio 2015, come racconterà in seguito, rimane da subito colpito dalla qualità dei giocatori. Tra Vardy, Mehrez, Morgan o Drinkwater c’è ovviamente anche N’Golo Kanté. Da subito appare un calciatore veloce. Il suo baricentro basso, che ha grazie ai suoi 169 cm di statura, gli permette di velocizzare i suoi spostamenti e al contempo di fissarsi sul terreno di gioco. In questo modo Kanté riesce a entrare nella fase difensiva con prepotenza ma in modo pulito.
Se nella prima parte di stagione gioca soprattutto a destra, nella seconda è più facile trovarlo a sinistra. Ma Claudio Ranieri capisce subito che il suo eclettismo può diventare la chiave per il centrocampo di tutto il Leicester. Il suo ruolo è quindi quello di un playmaker, punto di riferimento per la squadra e giocatore capace di scegliere come far girare palla.
Al termine della stagione 2016, il suo valore è salito a 20 milioni di euro. Le sue caratteristiche tecniche, esaltate anche da un atteggiamento sempre corretto e mai polemico, lo rendono una pedina appetitosa per il mercato calcistico europeo. Intanto è chiamato a presenziare a Euro2016. Prima della chiamata di Deschamps avvenuta qualche mese prima però, Kanté aveva rifiutato la chiamata del Mali e aveva scelto la Francia come nazione da rappresentare in campo. Il 29 marzo 2016 per altro, proprio nel giorno del suo compleanno, aveva segnato la prima rete con la maglia francese. Dando quindi ulteriore conferma delle sua qualità anche in casacche più importanti.
Il percorso agli europei finisce amaramente con la sconfitta in finale contro il Portogallo per 1-0. Ma la sua carriera è in realtà appena iniziata. Sei giorni dopo infatti, il leader silenzioso firma con il Chelsea un contratto quinquennale per 32 milioni di sterline, pari a circa 36 milioni di euro, un valore che qualche anno dopo sarà praticamente triplicato.
Bleus e Blues
N’Golo Kanté dopo la stagione con il Leicester ha messo le ali, tanto con i Bleus in nazionale, quanto con i Blues del Chelsea. Il centrocampista non delude mai ed è difficile trovare una sua prestazione non all’altezza. È come se il suo livello si alzasse proporzionalmente all’avversario che ha di fronte. Lo si è visto ad esempio nel modo in cui ha coperto Messi nella sfida contro l’Argentina al Mondiale 2018, un torneo in cui il suo contributo è stato fenomenale. Senza gli interventi di N’Golo Kanté infatti, i movimenti di Paul Pogba e Kylian Mbappé non sarebbero stati così decisivi e la Francia non avrebbe avuto un giro palla all’altezza della vittoria mondiale.
Quando arriva al Chelsea nel 2016, sulla panchina si trova Antonio Conte. L’ex allenatore della Juventus ha il compito di far riemergere la squadra dopo la brutta prestazione della stagione precedente: decimo posto in classifica e fuori dalle coppe. Conte risveglia però giocatori e società e ancora una volta la squadra di Kanté alza il trofeo della Premier. Per lui significa eguagliare il record di Eric Cantona, fino ad allora l’unico giocatore ad aver vinto due campionati inglesi di seguito con due maglie diverse.
L’anno successivo la conferma del talento di Kanté continua, che vince la sua prima FA Cup e viene nominato anche Man of the Match nella finale. Nell’estate del 2018 poi, tutto il mondo lo può conoscere. E ancora una volta dimostra di essere rimasto sempre uguale a se stesso. Tra i festeggiamenti, le bravate e la visibilità che hanno tanti giocatori francesi del mondiale, di Kanté si parla sempre poco. Se ne parla poco perché sta sempre dietro agli altri incarnando perfettamente l’archetipo di “calciatore antidivo”. Durante il giro di campo con la coppa del mondo a Parigi, mentre suona la canzone diventata colonna sonora del mondiale vinto dalla Francia, i compagni lo alzano sulle loro spalle, per farlo emergere sopra di loro e ricevere gli applausi di un popolo intero.
Nonostante tutto questo però, la sua migliore stagione deve ancora arrivare. Dopo un’altra annata strepitosa terminata con la vittoria dell’Europa League, nella stagione 2020/2021 N’Golo Kanté vince da protagonista la Champions League. E nel torneo viene anche nominato per quattro volte miglior giocatore della gara.
La Mini Cooper per andare all’allenamento con i Blues. La foto che lo ritrae mentre rimette a posto gli attrezzi dopo l’allenamento. La timidezza nei festeggiamenti in campo o nelle feste private. I video postati dai compagni sui social che lo invogliano a dire qualcosa ai fan. N’Golo Kanté non cambia. E l’aspetto più interessante della sua personalità è a che questo carattere molto introverso, corrisponde, al polo opposto, un enorme talento sportivo. Kanté è quasi invisibile, ma si diffonde in realtà a macchia d’olio. E chi gioca con lui può solo che esserne fiero.
About 71 % of the earth's surface is water-covered, the rest is covered by N'Golo Kante. 😅#RMACHE | @PerfectPlay pic.twitter.com/lUz8P2HhPx
— Chelsea FC (@ChelseaFC) April 27, 2021
“Circa il 71% della superficie terrestre è coperto da acqua, il resto è coperto da N’Golo Kanté“, scrive il Chelsea dopo l’andata delle semifinali con il Real Madrid nella Champions 2021. Non potrebbe esserci frase più esplicativa per descrivere N’Golo Kanté.