Dall’annuncio di Andrea Pinamonti al Sassuolo in poi, è inevitabile per ognuno di noi, appassionati di Serie A, immaginare come il calciatore scuola Inter possa incastrarsi col sistema di Dionisi. I neroverdi, nell’estate appena trascorsa, sono rimasti “orfani” sia di Raspadori che di Scamacca, entrambi gli attaccanti titolari della scorsa stagione. Sulle spalle di Pinamonti peseranno quindi diversi interrogativi: sul feeling con Berardi, sulla sua prolificità in generale e, ancor di più, sull’eterno confronto con Scamacca, che lo perseguita praticamente da quando è entrato nel professionismo vero e proprio.
In coppia con Scamacca
Nella tarda primavera del 2019, si disputava in Polonia il Mondiale Under 20. Ancora non avevamo avuto a che fare con il covid, nessuno si immaginava una guerra d’invasione in piena Europa e il Ministro degli Interni era addirittura Matteo Salvini. L’Italia si presentava alla manifestazione con non troppe aspettative sul risultato finale e, pertanto, con pochi giocatori sotto i riflettori. Tra questi certamente c’era il portiere scuola Milan Plizzari, il centrocampista scuola Roma Frattesi e poi il più chiacchierato di tutti: Gianluca Scamacca. Già in Olanda (precisamente nell’academy del Psv Eindhoven), da un po’, sembravano riposte quasi unicamente in lui le fiches delle nostre speranze di progredire nella manifestazione. In coppia con lui nel reparto avanzato c’era proprio Pinamonti, all’epoca uno di quelli con più presenze in A, maturate nella stagione appena terminata con la maglia del Frosinone. Nonostante questa differenza di esperienza con i “grandi” la bilancia pendeva nettamente a favore di Scamacca nelle aspettative e preferenze degli addetti ai lavori.
Tuttavia, il torneo dirà ben altro. Nel 3-5-2 ( a tratti quasi un 5-3-2) Pinamonti e Scamacca giocano in tandem ma, a fare da trascinatore in termini realizzativi per gli azzurri è il calciatore all’epoca del Frosinone. Segna alla seconda giornata dei gironi contro l’Ecuador il gol del decisivo 1-0 e poi si ripete sia agli Ottavi (contro la Polonia) che ai Quarti contro il Mali contro cui realizza addirittura una doppietta. Aiutato dall’estrema fiducia di Nicolato (oggi in Under-21, sempre col 3-5-2) che lo rende capitano e rigorista della squadra, Pinamonti si esprime a livelli altissimi, chiudendo il torneo iridato alle spalle del solo Haaland.
Ma le sue prestazioni vanno aldilà del mero riconoscimento numerico delle reti. Perché Pinamonti non solo mostra un gioco in grado di associarsi volentieri più che col resto della squadra proprio col compagno di reparto, ma ancora di più si caratterizza nella varietà di soluzioni con cui riesce a segnare. L’attaccante scuola Inter, infatti, passa dalla splendida mezza girata da cannoniere puro contro l’Ecuador, al bellissimo cucchiaio su rigore contro la Polonia, al preciso fendente da posizione iperdefilata contro il Mali. La corsa dell’Italia si bloccherà contro l’Ucraina, poi vincitrice del torneo, ma le partite saranno un utile cartina tornasole per capire che tipo di giocatori ha (aveva) l’Italia del futuro. Infatti, vedere come giocassero bene in tandem Pinamonti e Scamacca ci ha permesso di apprezzare le affinità quanto le differenze tra i due classe ’99 più chiacchierati dell’epoca; ora accomunati dal neroverde che il primo ha ereditato dal secondo.
La soluzione Pinamonti
Quando si parla di un terminale offensivo in Italia, è automatico pensare subito al più classico dei numeri nove. La tradizione vuole un calciatore forte fisicamente, bravo di testa, con scarsa mobilità al di fuori dell’area di rigore e una tecnica molto centrata sulla parte finalizzativa più che su quella di partecipazione al gioco. In Italia si ricerca, insomma, un centravanti classico, ignorando il fatto che il gioco si è molto evoluto e che quel tipo di giocatore non si vede più con costanza da quasi trent’anni in giro per il Mondo. Da queste errate convinzioni, d’altronde, nascono le diffidenze verso il modo di giocare di Guardiola o verso attaccanti non esageratamente alti (Raspadori docet).
Molto spesso si fa addirittura l’errore di valutare le caratteristiche di un calciatore solo dall’aspetto fisico: l’attaccante alto sarà sicuramente molto forte di testa, poco mobile e sempre avvezzo a fare a sportellate con i difensori avversari. Sono preconcetti medievali, ma sono profondamente radicati nella nostra società. Motivo per cui quando poi si vanno a controllare alcune statistiche molti rimangono di stucco. Già, perché vedere come Scamacca, attaccante di 195 centimetri, sia un calciatore da 1,09 key-passes a partita, lascia di stucco. Tuttavia, il ruolo degli addetti ai lavori all’interno delle società di calcio dev’essere quello di andare a ricercare, una volta ceduto un calciatore, qualcuno che il più possibile possa ricalcare le orme del precedente.
Nel caso in questione la situazione è ancora leggermente più complessa. Infatti il Sassuolo, dopo aver ceduto al West Ham lo stesso Scamacca, ha ufficializzato pochi giorni fa anche la cessione di Giacomo Raspadori al Napoli. Nonostante la posizione (almeno nominale) del neo-attaccante azzurro, fosse più defilata rispetto a quella che spetterà a Pinamonti, gli interrogativi sul modo di giocare della squadra di Dionisi sono ulteriormente aumentati. Se, verosimilmente, sarà Traoré un vero e proprio centrocampista offensivo, a completare il tridente insieme a Berardi e all’ex attaccante dell’Empoli i compiti richiesti al nueve potrebbero essere ancora diversi.
Una nota che sicuramente gioca a favore di Pinamonti è la sua ultima esperienza in Serie A. Nella scorsa stagione giocando nell’Empoli si può dire abbia fatto un ottimo apprendistato, trovando una squadra per molti versi simile al Sassuolo, specie alle voci di pressing e attacco alla profondità. Lo scorso anno, l’ex calciatore di Inter e Frosinone si è ben distinto effettuando 12,4 pressioni offensive per 90′ (fonte dati: fbref.com) all’interno della quinta squadra per PPDA dell’intera Serie A. Numeri molto simili a quelli di Scamacca (per lui 14,4 per 90′), ma con una peggiore percentuale di successo di quelle stesse pressioni.
Spostando la questione più squisitamente alla voce gol e creazione di situazioni pericolose, il discorso non cambia molto. Nella scorsa stagione Pinamonti, si è dimostrato in grado di totalizzare 11,9 nPxG, totalizzando 9 gol (dato che ovviamente non tiene conto dei gol realizzati su rigore). Un’efficienza nella media, non un dato negativo, che però cozza un po’ con quello che invece è stato in grado di fare Scamacca, che pur creando meno nPxG (solo 10,8) ha realizzato ben 15 gol, dimostrando un’efficienza da primissimo della classe. Numeri che ci restituiscono un’immagine chiara ma comunque parziale: in un gioco di squadra come il calcio, sottovalutare l’apporto dato dai compagni è sempre sbagliato. Giocare con Raspadori e Berardi ha sicuramente facilitato l’attaccante ora in forza al West Ham.
Il Sassuolo ha scelto bene?
La domanda è difficile e solo il futuro potrà darci la risposta. Sicuramente i neroverdi hanno scelto un calciatore che ha caratteristiche utili al proprio gioco e che pur con efficienza diversa ricorda molto il suo predecessore. Se la stagione andrà per il meglio però dipenderà anche da altri fattori. In primis: Pinamonti riuscirà ad essere più prolifico e cattivo sotto porta? I suoi numeri di creazione visti in precedenza ci parlano di un attaccante perfettamente in grado di procurarsi delle buone azioni da gol, ma non altrettanto in grado di trasformarle in rete; in più quest’anno non avrà i rigori per aumentare il suo bottino (e la sua fiducia) visto che in Emilia, i penalty sono onere e onore di Mimmo Berardi.
Altra domanda che stuzzica la nostra curiosità: grazie a compagni molto dotati tecnicamente, come il calabrese e Traoré, riuscirà ad associarsi in maniera efficace? Con la maglia dell’Empoli la cosa gli riusciva piuttosto bene quando si trovava a dialogare con Bajrami e Zurkowski, ma, nonostante la vocazione proattiva simile delle due squadre, la tensione verticale dell’Empoli presupponeva un gioco con meno tocchi per arrivare poi alla conclusione degli avanti. Se Pinamonti entrerà a far parte dell’elaborato modo di attaccare della squadra di Dionisi, sarà un vero piacere vederlo attaccare la profondità imbeccato dal sinistro di Berardi.
Per un attaccante è naturale che le domande più impellenti siano queste, ma non andranno trascurate neanche la modalità di pressing e la capacità di alleggerire la pressione grazie a qualche sponda se cercato direttamente. Infine: a Pinamonti darà fastidio la pressione di dover essere l’erede di Scamacca? O finalmente riuscirà a smarcarsi da questo dualismo, usando l’Emilia per spiccare il volo verso altri lidi più prestigiosi?
La piccante Serie A 2022-2023, oltre a parlarci della nuova chance di Allegri con una squadra completamente rivoluzionata dal mercato, del ritorno di Lukaku, della possibilità di conferma del Milan, della rifondazione del Napoli o della possibile rinascita della due romane, si arricchisce anche di storie di provincia come questa.