Ad un anno e mezzo dall’esser diventato l’acquisto più caro della storia dell’Espanyol, Raúl de Tomás Gómez è già entrato nella gloria del club Perico riportandolo in Liga dopo un solo anno di purgatorio in Segunda, diventando il nuovo idolo dopo una stagione in cui ha polverizzato qualsiasi record con la maglia del club catalano. Ma chi è Raul de Tomas e perché a 26 anni, dopo un percorso di tutto rispetto in Liga, ha scelto di ripartire dalla seconda divisione, diventando l’MVP assoluto qualche settimana fa, per rilanciarsi e ritrovare lo smalto delle stagioni precedenti? Un segno di modestia e voglia di sacrificarsi segno delle esperienze vissute durante la sua vita, con un pizzico di vendetta nei confronti di chi forse non aveva creduto in lui in precedenza.
Raul de Tomas, svezzamento madrileño
Raul de Tomas nasce a Madrid il 17 ottobre 1994 da papà spagnolo e madre dominicana, stabilendosi nel comune limitrofo di Algete, di circa 15.000 abitanti. Lontano dalla capitale, l’infanzia del ragazzo sarà tranquilla e formatrice, dedicata al calcio nel piccolo club di San Roque ed all’istruzione nel collegio Sek, un’istituzione educativa il cui compito è quello di costituire le future generazioni attraverso l’educazione, la cultura e la leadership, aspetti cardine nella vita di quello che diventerà un calciatore del Real Madrid qualche anno dopo, pizzicato da un osservatore che, estasiato dal ragazzino, lo porterà direttamente in Alevin B, la categoria inferiore di allievi con la camiseta blanca.
Oltre ad essere il traguardo massimo per un ragazzo nato e cresciuto a pochi passi della capitale, Raul sfrutterà l’esperienza del collegio per diventare il cardine delle giovanili dei Blancos, prima nel Real Madrid C e poi nel Castilla. In questi anni, la gestione della prima squadra è affidata a Carlo Ancelotti: nonostante sia investito dalla responsabilità di portare la decima Champions nella capitale spagnola, Ancelotti ha a cuore la cantera dei Blancos e scruta in Raul de Tomas uno dei possibili talenti futuri, tanto da farlo esordire con la prima squadra il 29 ottobre 2014, in occasione del match di Copa del Rey contro il Cornellà, subentrando al posto del suo idolo Karim Benzema.
Sembra l’inizio di una carriera promettente con la maglia del Real Madrid, al pari di altri suoi coetanei ai tempi come Jesé Rodriguez o Lucas Vázquez, un amico fraterno di Raul de Tomas. Ma la partenza di Ancelotti nell’estate 2015, proprio dopo aver conquistato la decima nella finale contro l’Atlético Madrid, spariglia in qualche modo le carte e costringe il ragazzo a dover cambiare aria nonostante il suo attaccamento alla maglia e un’esperienza che giudicherà indimenticabile come il primo allenamento, quando tutta la famiglia andò ad ammirarlo in maglia bianca.
Un ritorno mai avvenuto
Nonostante i 20 gol in due anni, segnati tra Cordoba e Valladolid in Segunda Division, il ritorno a Madrid avverrà con l’ennesimo prestito, ma su un’altra sponda capitolina, quella di Vallecas. Nel variopinto e popolare quartiere, con una delle tifoserie più calde di tutto il paese, Raul de Tomas diventerà il perno del Rayo Vallecano della promozione 2018, iniziando a mettere in mostra tutte le sue qualità come attaccante.
Grazie all’allenamento certosino e alla cura del proprio corpo, Raul de Tomas diventa un grande atleta, formandosi come un attaccante dotato di un’ottima e composta corsa, sia senza che con la palla al piede, di un fisico robusto che gli permette di essere efficace anche di testa nonostante una statura nella media e di doti balistiche importanti anche da fuori area, dove si distingue per l’armonia nel coordinarsi e la potenza impressa alla palla, simili ai movimenti di Cristiano Ronaldo. L’altro cambio che si osserva al Rayo Vallecano è quello del nome sulla maglia: dal nome completo ad un semplice, ma efficace, R.D.T, che il protagonista spiegherà in futuro come una “scommessa con il suo personal trainer per comprarsi la sua maglietta” diventata poi moda e tendenza in tutte le squadre in cui militerà.
Durante la militanza con La Franjia, oltre a non poter scendere in campo contro il suo Real Madrid come previsto da contratto, i Blancos continueranno a credere in lui, blindandolo di fatto fino al 2023. Fin quando, dopo la retrocessione del Rayo nel 2019, non apparirà il Benfica con un’offerta di ben 20 milioni, che porterà il ragazzo di Algete in Portogallo.
Le sliding doors di Cornellà
Sembra l’avventura del riscatto, la prima al di fuori della Spagna in cui de Tomas non dipende più dal Real Madrid. Ma, tra qualche infortunio ed una campagna deludente soprattutto in Champions League da parte del Benfica, l’esperienza portoghese si rivelerà negativa e di corta durata. Per ritrovarsi, e ritrovare il suo livello, ritornerà a Cornellà: se un tempo quel piccolo comune fu la scena del suo esordio in maglia Real in Copa del Rey, a qualche chilometro di distanza è anche casa dell’Reial Club Deportiu Espanyol de Barcelona, che deciderà di puntare sul ragazzo con un’operazione stellare da 22,5 milioni di euro a gennaio, mentre lottava per non retrocedere.
Appassionato di boxe e cavalli fuori dal campo, dove afferma di non amare guardare il calcio durante il tempo libero, Raul de Tomas sa di non dover perdere la calma per ritornare ai suoi fasti: nella boxe è utile per non abbassare la guardia, mentre nel mondo dei cavalli – ne possiede alcuni con cui ama fotografarsi sui social – spesso l’ansia e l’agitazione possono essere avvertite anche dal nobile animale. Perciò, rintanandosi nei suoi duri allenamenti e al lavoro sul campo, i gol e le prestazioni tornano ad essere quelle di un tempo. Tornando poi all’ormai cult R.D.T sulla divisa ufficiale del club.
Con un lungo contratto fino al 2026, nonostante il suo apporto la retrocessione del club Perico in Segunda Division sarà cosa ufficiale durante un derbi con il Barça, l’8 agosto 2020. Calma, tranquillità e tanto allenamento per ritornare in forma per la stagione successiva, in cui Raul de Tomas sarà praticamente il miglior giocatore del campionato ottenendo vari record: innanzitutto quello dei gol, che a fine stagione saranno ben 23, ottenuti da 50 tiri in porta in 3026 minuti giocati. Diventando il primo Pichichi nella storia dell’Espanyol tra prima e seconda divisione, superando un idolo del club del calibro di Raúl Tamudo e riportando i biancoazzurri in Liga dopo un solo anno.
Nonostante il contratto e le cifre in gioco ed un forte attaccamento alla maglia, de Tomas potrebbe rivelarsi un ottimo affare per molte squadre di cartello, in Liga e non solo. A gennaio, alla disperata ricerca di un attaccante, in Spagna si vociferava di un presunto interessamento dell’Atlético Madrid del Cholo Simeone, ma sono tanti i club che potrebbero bussare alle porte dell’Espanyol per un ragazzo che, a 26 anni, sembra aver raggiunto la piena maturità professionale e potrebbe essere pronto a sfruttare la tanto attesa occasione che il Real Madrid non ha mai deciso di dargli.