L’esito di una partita è quasi sempre il risultato di una somma indefinibile di episodi. Giocate illuminanti, errori inconcepibili, falli evidenti non fischiati o viceversa. Fare una scelta anziché un’altra. Ma ci sono casi in cui tutti questi fattori, per quanto importanti, finiscono in secondo piano. Alcune volte un giocatore, la sua presenza, la sua prestazione si impongono su tutto il resto. È questo il caso di Inter-Milan, il derby andato in scena ieri pomeriggio a San Siro.
La stracittadina milanese arriva in un momento del campionato in cui a regnare è ancora l’incertezza, ancor più sentita in un momento come quello che ci troviamo a vivere tutti noi al giorno d’oggi. Il derby, però, è una di quelle partite che si sottrae ad ogni tipo di legge, di qualsiasi ambito. Ecco perché, Covid o non Covid, in quei 90 minuti conta soltanto una cosa, vincere.
Dopo anni di alti e bassi, questo sembra essere il derby della definitiva rinascita. Entrambe le squadre hanno finalmente certezze su cui contare, basi solide su cui fare affidamento. Una di queste certezze è il soggetto protagonista del nostro scatto di giornata: Zlatan Ibrahimovic.
L’esultanza è in perfetto stile Zlatan. Un gesto che vale più di mille parole. Di parole, fin da inizio anno, se ne son spese fin troppo per mettere in dubbio il valore del centravanti svedese. Ibra, ancora una volta, ha risposto sul campo, zittendo tutti.
Basterebbe già il tabellino a rendere l’idea della prestazione di Zlatan, ma quest’analisi, probabilmente, non gli renderebbe i giusti meriti. Prima parlavamo di giocatori capaci di imporsi sopra tutti gli eventi di una partita.
Beh, ecco di cosa è stato capace ieri Ibra. La sua presenza in campo ha letteralmente spostato gli equilibri, risultando un porto sicuro per ogni pallone da gestire. Chi aveva ed ha dubitato di lui nell’ultimo periodo ha dovuto ricredersi una volta per tutte.
L’importanza delle fasce
Il duello più atteso della giornata era senza ombra di dubbio quello che sarebbe dovuto andare in scena sulla fascia, tra i due treni di spinta delle due squadre, Hakimi sulla sua destra per i nerazzurri ed Hernandez sulla sua sinistra per i rossoneri. Fin da subito il duello tra i due è stato accesso, e le scorribande nella tre quarti avversaria non sono mancate da ambo le parti.
Paradossalmente, però, a fare la differenza sono stati gli avvenimenti dall’altro lato del campo. Quel versante, infatti, è risultato il punto di debolezza della squadra nerazzurra, dove Kolarov e Perisic sono stati quasi sempre incapaci di mettere il freno alle azioni della squadra di Pioli.
Entrambe le azioni che hanno portato ai due gol dei rossoneri sono partite e si sono sviluppate da quel lato, nonostante l’azione del secondo gol si sia poi conclusa dal lato opposto. Anche in situazioni di difficoltà, i rossoneri sono quasi sempre riusciti a trovare uno sbocco sul proprio fianco destro, dove le tardive uscite degli ex Bayern Monaco e Roma hanno creato spazi sia sulla fascia che centralmente alle ripartenze rossonere.
Seppur iniziata in salita, ad un certo punto la partita sembrava poter volgere a favore dei nerazzurri. Fin dall’inizio del secondo tempo le offensive del Milan si sono affievolite, mentre la pressione della squadra di Conte nella metà campo avversaria è aumentato più che sensibilmente. Le occasioni sono anche arrivate ma l’Inter non è stata in grado di concretizzarle.
Intorno alla metà del secondo tempo, le forze di entrambe le squadre sono calate di colpo, gli errori sono aumentati e le due formazioni hanno finito per spaccarsi in due. In quel momento, sia per l’Inter che per il Milan, è mancato il supporto dei panchinari.
Le sostituzioni effettuate da Pioli hanno dato un minimo di freschezza in più, ma hanno fatto abbassare ulteriormente il baricentro della squadra. Dall’altro lato, la tanto acclamata panchina lunga dei nerazzurri non era a completa disposizione di Conte, il quale è stato al contempo colpevole di non aver anticipato alcuni cambi, che avrebbero potuto dare maggiore verve ad una squadra alla ricerca del pareggio e che faticava a macinare gioco.
Tirare le somme in Inter-Milan
Nel complesso, il derby della madonnina ha regalato un gran bel spettacolo a tutti gli amanti del calcio. Il ritmo è stato alto e la partita coinvolgente, soprattutto durante l’arco del primo tempo, dove entrambe le squadre erano ancora al massimo delle forze. Nel secondo tempo, con la stanchezza, la maggior qualità complessiva dell’Inter è venuta fuori; supremazia che, però, non è stata concretizzata in gol.
Seppur in un momento troppo precoce per dare dei giudizi, la partita ha regalato comunque delle considerazioni importanti. Il Milan, si può dirlo, è finalmente diventata una vera squadra, con una propria identità e sicura dei propri mezzi. L’Inter rimane sicuramente la prima candidata al titolo, ma è evidente che la squadra funzioni ancora ad intermittenza, e di lavoro per vincere se ne deve ancora fare.