Il calcio è un pretesto.
Per raccontare storie, per alzarsi in piedi sui seggiolini di uno stadio e gridare a gran voce. Il calcio è quello che c’è nell’attimo prima di un gol importante. L’ansia prima del fischio d’inizio e le lacrime dopo aver alzato al cielo una coppa.
Un capitano vive la gara in maniera differente; anzi, non solo la gara del weekend: lo spogliatoio, la settimana prima della partita, le piccole cose. Poi c’è chi si affeziona al ruolo, decidendo di far di quella fascia una sorta di compagna di viaggio, che possa accompagnare l’atleta nelle varie tappe di un percorso che, prima o poi, sarà destinato a finire. Ora che è arrivato al suo ultimo e definitivo pit stop, mentre in campo continua a correre la nuova generazione di calciatori italiani (e non), abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con Domenico Maietta.
Secondo i testi sacri induisti, l’Om è considerato il suono primordiale. Il primo che si è potuto sentire nell’universo. Riprodurlo sarebbe un mantra importante per ricongiungersi con l’Assoluto, con l’origine del mondo. Sarebbe un gesto che richiama la saggezza interiore e la calma necessaria per stare bene sia con la propria mente che con il proprio corpo.
Eduardo Galeano disse che non esiste niente di meno vuoto di uno stadio vuoto. E come dargli torto? In questi ultimi mesi ne abbiamo avuto la prova, li abbiamo visti vuoti, tristi come non mai. Loro che erano il centro di tutto, della nostra passione, della nostra squadra del cuore, dei nostri beniamini, custodi fedeli di tutto ciò che è questo fantastico sport chiamato calcio. Ecco perché in questo momento difficile per tutti i tifosi, lontani da quella che molti ritengono come una seconda casa, abbiamo deciso di portarvi con noi alla scoperta di alcuni degli stadi più belli d’Italia e non solo. Prima tappa di questo percorso, l’Allianz Stadium di Torino.
Oggetto strano l’acchiappasogni, con tutte le sue trame e quelle piume a penzoloni. Per l’antica tribù dei Cheyenne era un dono della Donna Ragno che, proprio come una ragnatela, tratteneva qualcosa di speciale: i sogni. Anche gli interisti hanno avuto un loro personalissimo e preziosissimo acchiappasogni, ma invece di venire dal Nord America veniva da Duque de Caxias, nel cuore di Rio de Janeiro, Brasile. Il suo nome era Julio Cesar.
Serate storte. Capitano a tutti, no? Nel mondo del pallone, poi, ne capitano a bizzeffe, di settimana in settimana. Nel remoto caso in cui non dovessero accadere nel presente o, chissà, nei tempi a venire, si può sempre riviverli salendo a bordo della DeLorean. L’avevamo lasciata a Kiev, parcheggiata a bordo campo per gustarsi una prestazione da ricordare del gallese in Blanco, al secolo Gareth Frank Bale. Ora fa tappa in Germania: lo scenario è un Bayern Monaco-Wolfsburg di fine settembre 2015, il protagonista è Robert Lewandowski.
Chi è il giocatore più efficace (gol e assist) dalla panchina in Serie A? Quale squadra ha la panchina che rende di più? Questi i due quesiti che ci hanno spinto a portare avanti un’analisi sulle riserve di lusso della Serie A. In palio l’ambitissimo – almeno per noi – RDL Award.
Pensare di aver parato un rigore a Cristiano Ronaldo, di essere maturato calcisticamente con elementi del calibro di Zidane e Del Piero e di aver giocato in tre nazioni diverse, evidentemente, non è bastato. Sì, perchè la tigre non si accontenta della singola preda, bensì non è soddisfatta finchè non caccia a sufficienza; in questo caso, si tratta di un ruolo atipico, ma che rispetta come fosse un inseguimento nella savana: benvenuti nel mondo del felino più imprevedibile del panorama calcistico italiano, Stefano Sorrentino.