Questa è stata una settimana molto intensa dal punto di vista mediatico per il calcio femminile. Da un lato, il video di tre autoreti collezionate in mezz’ora da una giocatrice neozelandese contro gli USA ha registrato milioni di visualizzazioni complessive nei diversi canali, dall’altro la vittoria legale che permetterà alle giocatrici della nazionale statunitense un risarcimento per gli arretrati passati e l’impegno a raggiungere l’equal pay è rimasto in una sorta di limbo in sordina.
Questa sera a Udine la Lazio cercherà tre punti preziosi per concretizzare la sua posizione nella zona-Europa della classifica. I biancocelesti dovranno però fare a meno del loro capitano nonché macchina da gol, l’inamovibile Ciro Immobile. Oggi, l’attaccante partenopeo festeggia il suo trentaduesimo compleanno, ma a causa di una febbre che persiste da qualche giorno sarà costretto a guardare la partita da lontano. Lo stop potrebbe terminare già in settimana, e l’attaccante potrebbe dunque presenziare contro il Porto giovedì. Tuttavia, nello scacchiere di Maurizio Sarri, l’assenza di Ciro Immobile pesa molto.
Dopo averlo ibernato nei nostri cervelli per 7 anni, Sebastian Giovinco è ricomparso prepotentemente nella tonnara del calcio italiano. Prima, in quanto precursore di Lorenzo Insigne nel trasferirsi in Canada, poi fisicamente, quando ha accettato l’offerta di una Sampdoria privata di Manolo Gabbiadini fino a fine stagione.
Di solito questa rubrica parla di momenti che hanno fatto svoltare la carriera di un giocatore in maniera positiva. Può capitare di descrivere alcune azioni da gol che hanno proiettato un attaccante nell’ottica da supereroe del calcio. O ancora si possono contare i km corsi sulla fascia da un terzino quando questo trova finalmente l’allenatore, la squadra o i compagni giusti. E poi ci sono anche tutti quei casi curiosi in cui lo Sliding Doors fa pure un po’ sorridere, come nel caso di Maldini, che trova per strane coincidenze l’esordio dopo l’infortunio del titolare Battistini, e poi diventa uno dei migliori giocatori italiani di tutti i tempi. Per Christian Eriksen, invece, è tutto diverso.
Che potesse essere una stagione a dir poco complicata per la Salernitana era facilmente prevedibile, meno che potesse di settimana in settimana tramutarsi in un vero e proprio incubo. L’avvento di Danilo Iervolino ha però evitato la sua definitiva materializzazione, scongiurando inoltre che il 31 dicembre diventasse l’inizio di un cataclisma di imbarazzo che avrebbe colpito il sistema calcistico italiano nella sua interezza, provocando danni di immagine incalcolabili. Ora i dirigenti delle alte sfere possono finalmente tirare un sospiro di sollievo, mentre per l’ambiente granata ed il suo nuovo presidente arriva la sfida più difficile, quella di credere nella salvezza.
Il Totocalcio. Tredici risultati da indovinare ogni domenica. Un sogno e una passione che lega tre amici, che inseguendo la speranza di azzeccare quei tredici risultati si fanno testimoni di un mondo che cambia, si evolve e viene stravolto. Intorno a una radiolina poggiata su un tavolo o seduti comodamente dal divano di casa, non smettono mai di seguire le partite e di giocare quei tredici risultati. Un rito che plasma tutta la loro vita.
Dobbiamo farci delle domande. Come fa il Bologna a vendere e sostituire difensori come fossero telefonini trovandone sempre uno meglio (o comunque al pari) dell’altro? Com’è possibile che in Belgio è nato un giocatore che ad oggi sembra incamminato sulla strada dell’eredità di Toby Alderweireld e neanche due anni fa è stato sul punto di lasciar perdere il calcio? Non dobbiamo darci una risposta adesso, ma intanto ci basta sapere che Arthur Theate ha a che fare con entrambe.
Nell’inverno di dieci anni fa, proprio come in questo, si teneva un’edizione della Coppa d’Africa. La organizzava il Gabon e, durante quell’edizione, come purtroppo spesso accade, diverse nazioni presenti alla competizione avevano dei problemi istituzionali. Il caso più eclatante era quello del Mali, alle prese con un vero colpo di Stato.
Il mercato è entrato nel vivo, il consueto (e ogni anno rinnovato) stormo di presunti insider ha invaso ogni social e un po’ tutti abbiamo attivato le notifiche al profilo Twitter di Gianluca Di Marzio. Mentre le big dividono lo sguardo tra bilanci così in rosso da disincentivare mosse azzardate e ‘occasioni’ su cui fiondarsi, ad alimentare le prime settimane di questa sessione di mercato sono soprattutto le squadre invischiate nella lotta per non retrocedere – senza dimenticare quelle di Serie B con occhi sulla promozione -, impegnate nel puntellare, migliorare o addirittura rivoluzionare rose apparse incomplete o inadatte alla categoria. Parliamo, ad esempio, di chi boccheggia in fondo alla classifica: la nuova Salernitana di Iervolino e Sabatini non ha ancora effettuato il primo acquisto, ma è stata accostata a nomi tra l’interessante e il surreale come Hernanes, Perotti e Falco, rigorosamente in ordine di stranezza. Nel frattempo l’avvilente Cagliari di Mazzarri cerca nuova linfa in Lovato, il Genoa, pur cambiando dirigenza, naviga sempre al ritmo di un acquisto al giorno, mentre il Venezia scommette sul talento impolverato di Cuisance e si regala Nani (sì, quel Nani), confermando l’ambizione di voler conquistare lo scettro di squadra culto dell’anno.
La nostalgia è la mancanza di un qualcosa che non si possiede più, come un amore che ha smesso di abbracciarci o di un’infanzia svanita via col tempo. Colori, sensazioni, momenti: tutto quello che appartiene al passato è sempre più bello, lo sa bene Woody Allen che racconta nel suo film Midnight in Paris la storia di Gil Pender, personaggio entusiasta dell’epoche passate e prigioniero della nostalgia. Il personaggio alleniano è una rappresentazione della realtà umana, affascinata e continuamente attratta dalla nostalgia e del calore del passato; come i tifosi del calcio odierno, che tra lembi di verità e estremismi dilaganti rimpiangono un campionato che non c’è più, o un Baggio che non gioca più.