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Roses Derby

C’erano una volta – in un tempo ormai lontano – due famiglie, la cui rivalità ha scatenato una sanguinosa guerra civile, la quale ha dato alla luce una gloriosa dinastia. Non è l’incipit di una fiaba medievale, né di un dramma shakespeariano. È lo starting point della Guerra delle due rose, il conflitto civile inglese che ha portato all’avvento della dinastia dei Tudor sul trono d’Inghilterra nel XV secolo. È anche, però, l’incredibile e curiosa origine di una delle rivalità più sentite della tradizione calcistica inglese, quella tra Leeds United e Manchester United.

La faida tra le due squadre trae origine proprio da questo antico conflitto, non a caso il match tra le due compagni è chiamato Roses derby, in riferimento allo scontro tra la rosa bianca degli York e quella rossa dei Lancaster. Prima di parlare della forte – a tratti molto violenta – rivalità tra le due squadre, che si è consumata soprattutto tra gli anni ’60 e ’70, è necessario fare un bel tuffo indietro nella storia, per rinfrescare le vicende di una delle guerre civili più cruente della storia del continente europeo.

Once upon a Time…

A metà del XV secolo terminava, finalmente, il lunghissimo conflitto tra Inghilterra e Francia, chiamato Guerra dei cent’anni proprio per la sua ampia durata. Il regno inglese ne uscì sconfitto, perdendo quasi tutti i suoi possedimenti in terra francese, fatta eccezione per Calais. Una guerra così lunga aveva comportato naturalmente anche un enorme dispendio di forze e risorse, con una crisi economica subentrata ad aumentare il malcontento conseguente alla sconfitta sul campo di battaglia.

In un contesto così esplosivo, la pazzia del re Enrico VI fu la miccia che diede il via al rovinoso incendio che avrebbe flagellato l’Inghilterra negli anni a seguire. Si scatenò infatti – in breve tempo – una contesa dinastica tra le due potenti famiglie degli York e dei Lancaster, entrambe con legittime pretese sulla corona. A Riccardo di York, nominato protetto del regno a causa dello squilibrio mentale del re, si oppose la regina Margherita d’Angiò, facendo così esplose il conflitto civile.

La faida prese il nome di “Guerra delle due rose” dai simboli delle due casate reali: la rosa bianca degli York e quella rossa dei Lancaster. Il conflitto durò una trentina di anni, dal 1455 al 1487, e terminò con una pace tra le due famiglie e la nascita di una nuova dinastia, quella dei Tudor, destinata a regnare in Inghilterra per tutto il secolo successivo. Enrico VII, infatti, divenne il nuovo re d’Inghilterra, lui imparentato con i Lancaster e marito di una York. Termina così la faida reale tra le due famiglie, ma gli echi di questo scontro si perpetreranno nei secoli a seguire, fino a giungere ai giorni nostri.

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Old Trafford, la casa dei Red Devils (Foto: Mike Hewitt/Allsport UK – OneFootball)

…Two families…

Come si arriva da un conflitto dinastico del 1400 a una rivalità calcistica del 1900? Leeds e Manchester United forniscono al risposta perfetta a questo quesito. York e Lancaster sono due famiglie originarie rispettivamente delle contee dello Yorkshire e del Lancashire, situate nel nord dell’Inghilterra. Proprio da queste parti, a pochi chilometri da Leeds, si combatté la battaglia di Towton, sempre nell’ambito della Guerra delle due rose, considerato il conflitto più sanguinoso della storia d’Inghilterra. Questi territori hanno testimoniato dunque in prima persona la violenza di quel conflitto, inglobando un odio che sarebbe perdurato nei secoli avvenire.

Leeds e Manchester erano – e sono tutt’oggi – due delle città più importanti del nord dell’Inghilterra e hanno ereditato questo conflitto tra le due famiglie reali e le rispettive contee. Ad aumentare la rivalità tra le due città vi fu anche l’impressionante sviluppo che esse vissero durante la Rivoluzione Industriale. Tra il XVIII e il XIX secolo, Leeds e Manchester si contendevano il dominio economico dell’Inghilterra settentrionale, grazie ai fiorenti commerci nell’industria dei tessuti: lana per Leeds e cotone per Manchester. In quel periodo, l’Inghilterra visse un periodo di crescita economica impressionante e le due città divennero tra le più ricche del paese, modernizzandosi con imponenti costruzioni nuove di zecca e sfidandosi a colpi di infrastrutture all’avanguardia.

Gli strascichi di tutte queste rivalità defluirono in quella che il Daily Telegraph ha definito “la più intensa e inspiegabile del calcio inglese“: il Roses Derby. Leeds-Manchester United, conosciuto anche come “Derby dei pennini” – dal nome della catena di colline che sorge tra le due città -, è un match sempre carico di tensione, spesso eccessiva come durante gli anni del flagello degli Hooligans. Negli anni ’70, infatti, il Roses Derby fu di frequente accompagnato dagli scontri tra i gruppi hooligan delle due squadre: il Leeds United Service Crew e la Red Army di Manchester.

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Elland Road, la casa degli Whites (Foto: Laurence Griffiths/Getty Images – OneFootball)

Leeds e Manchester United si affrontano per la prima volta nel gennaio del 1906. Lo scenario dell’incontro è l’antico impianto di Bank Street di Manchester, casa dei Red Devils fino al 1910. Di fronte a 6000 tifosi, i Peacocks vincono per 3-0 sui rivali, mentre i diavoli rossi ottengono il successo al ritorno ad Elland Road con un 2-1.

È però soprattutto a partire dagli anni ’60 che la rivalità tra le due squadre letteralmente esplode, quando Leeds e Manchester United si affermano come due delle squadre inglesi più forti del momento. Il Roses Derby diventa una vera e propria classica del calcio britannica, incarnata dai due storici leader delle due squadre: Matt Busby e Don Revie. 

…Lancaster…

Matt Busby fa il suo arrivo al Manchester United nel 1945, riuscendo a plasmare una squadra a dir poco meravigliosa. Nel dopoguerra i Red Devils sono i grandi protagonisti del calcio inglese, tra gli anni ’50 e ’60 i Busby Babes ottengono importanti successi sia in campo nazionale che internazionale. Una squadra costruita grazie alla guida di Matt Busby, ma anche al sapiente lavoro di Jimmy Murphy, collaboratore del tecnico scozzese che scoprì la gran parte dei grandi talenti che fecero grande quello United, Duncan Edwards e Bobby Charlton su tutti.

I Busby Babes sono una vera e propria leggenda del calcio inglese, una squadra iconica. Al di là dell’enorme valore tecnico, i giocatori spiccavano per l’incredibile attaccamento alla maglia dei Red Devils. Ma gli dei, invidiosi forse di quell’amore così spassionato, hanno voluto crudelmente stroncare di netto quella squadra, nel modo più crudo possibile. 

Il 6 febbraio 1958 il Manchester United è impegnato nel ritorno dei quarti di finale di Champions League a Belgrado, contro la Stella Rossa. Per fare ritorno dall’allora Jugoslavia, la squadra inglese decide di noleggiare un aereo, per tornare subito in patria e godersi il meritato riposo dopo la qualificazione alle semifinali. Il 3-3 a Belgrado – combinato col 2-1 dell’andata – aveva sancito, infatti, il trionfo degli inglesi.

L’anno prima la squadra di Busby era arrivata fino alle semifinali di quella coppa, la più prestigiosa che ci sia. Poi il Manchester ha dovuto capitolare di fronte al Real, che avrebbe alzato il trofeo a fine stagione. Questa volta, però, lo spauracchio delle semifinali non spaventa: il Manchester United è probabilmente la squadra più forte e ha grandi possibilità di alzare la Coppa dei Campioni.

Più forte delle altre squadre, ma non del crudele destino contro cui davvero nessuno può combattere. Quel 6 febbraio 1958, quel maledetto volo British European Airways 609 da Belgrado fa una sosta a Monaco, e da lì non riparte più. Dopo due falliti tentativi di decollo, il pilota James Thain tenta una nuova manovra per partire, cercando di ovviare al problema di surriscaldamento al motore sinistro che aveva impedito sino ad allora il decollo. Il tentativo però non riesce e l’aereo si schianta sulla recinzione intorno all’aeroporto e su una casa, prendendo fuoco e causando la prematura dipartita di 8 giocatori del Manchester, tre membri dello staff, otto giornalisti e quattro membri dell’equipaggio.

Tra i morti c’è anche la stella, Duncan Edwards, che esala l’ultimo respiro dopo 15 giorni di ospedale. La splendida realtà dei Busby Babes viene tragicamente stroncata ma quel giorno il grande leader, Matt Busby, sopravvissuto ai suoi calciatori, dei figli per lui, giura di prendersi la rivincita su quel destino infame. Prima o poi. 

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I tifosi dello United omaggiano Matt Busby e le vittime di Monaco (Foto: Paul Ellis/AFP via Getty Images – OneFootball)

Busby allestisce il suo piano, riforma il Manchester United, arricchendolo di stelle come George Best e Denis Law, che con Bobby Charlton, altro sopravvissuto di Monaco, vanno a formare uno dei tridenti più forti della storia del calcio. La rivincita poi arriva, a distanza di dieci anni, quando battendo il Benfica il Manchester United alza quella maledetta coppa che il destino gli ha tragicamente impedito di sognare a Monaco.

In quella vittoria c’è tutta la chiusura del cerchio per lo United, dalla vittoria sul Real Madrid in semifinale, con un 3-3 al Bernabeu come nel ’58 a Belgrado, al gol in finale di Bobby Charlton, una rete per tutti quei compagni scomparsi troppo presto in Germania. Dopo l’1-1 ai tempi regolamentari, lo United supera 4-1 i portoghesi con i gol, in tre minuti, di Best, Kidd e ancora Charlton, che apre e chiude il successo e porta lo United sul tetto d’Europa.

…And York…

Dopo il ritiro dal calcio giocato, Don Revie diventa nel 1961 allenatore del Leeds. Inizialmente l’inglese è sia giocatore che manager e vive degli anni difficili, fino alla svolta nel 1964, quando i Peacocks fanno il loro ritorno in First Division. Nella sua primissima stagione, Revie rischia di far crollare la squadra addirittura in terza divisione, ma piano piano gli Whites crescono grazie al sapiente lavoro del tecnico.

Revie plasma una grandissima squadra, con giocatori di assoluto livello come Jack Charlton, Billy Bremner e Norman Hunter. L’ingrediente segreto è lo spirito combattivo che il mister trasmette alla squadra, un animo battagliero che diventerà il tratto distintivo del Leeds, finendo addirittura per connotarsi in negativo.

Al primo anno in First Division il Leeds vive una stagione impressionante, arrivando secondo in campionato e perdendo l’FA Cup in finale. Il “dirty game” degli Whites di Revie porta la squadra tra le nobili d’Inghilterra, fino alla conquista nel 1969 del titolo, suggellato il 28 aprile da un pareggio ad Anfield. 

Lo storico allenatore del Leeds Don Revie (Foto: Evening Standard/Hulton Archive/Getty Images – OneFootball)

Nel 1968 e nel 1971 il Leeds vince anche due Coppe delle Fiere, battendo prima il Ferencvaros e poi la Juventus. Nella stagione 1973-1974 arriva poi il secondo titolo e l’addio al Leeds di Don Revie. Si chiude una vera e propria era per i Peacocks, diventati intanto la squadra più odiata d’Inghilterra. Quello spirito combattivo trasmesso dal tecnico ai suoi giocatori ha finito per diventare un gioco sporco e rude, condannato da moltissimi. 

Tra questi c’è anche Brian Clough, scelto come erede di Revie al Leeds. La sua avventura dura però appena 44 giorni, perché l’ex allenatore del Derby County si scaglia profondamente contro l’eredità lasciata da Revie: vuole un gioco pulito, una rivoluzione in casa Leeds. La sua traiettoria triste e solitaria – raccontata magistralmente su carta da David Peace e al cinema da Tom Hooper nel magnifico Il maledetto United – termina dopo poco più di un mese. Al suo posto arriva Jimmy Armfield, che porta il Leeds in finale di Champions League, perdendo contro il Bayern Monaco con i gol di Roth e Muller.

…who fight and fight again.

Leeds e Manchester United sono le squadre più forti di quegli anni e proprio in questo contesto il Roses Derby recupera tutta la sua tensione. La guerra civile tra York e Lancaster, il duello per il predominio del nord del paese tra le due città: tutto esplode nel 1965, con una violenza inaudita. Al suo primo anno tra i grandi gli Whites stanno vivendo una stagione al di sopra delle aspettative, concorrendo per un incredibile double.

In campionato la squadra di Revie non molla di un punto nella corsa con i ben più quotati Busby Babes, e in FA Cup continua ad andare avanti. In semifinale c’è proprio il Manchester, e la sfida di Hillsborough diventa una vera e propria corrida, uno scontro all’insegna della violenza che culmina nel celebre pugno di Jack Charlton a Denis Law. Il match finisce 0-0 e nel replay di quattro giorni dopo il Leeds vince grazie ad un gol di Bremner all’89 minuto.

I Peacocks perderanno poi quella FA Cup in finale contro il Liverpool e in campionato verranno beffati proprio dallo United, campione d’Inghilterra per il maggior numero di gol segnati. Ma quel match violento è solo l’inizio di una durissima rivalità, condita da duri scontri dentro e fuori dal campo. Il bianco del Leeds e il rosso del Manchester rievocano quel sanguinoso scontro interno tra gli York e i Lancaster, ma stavolta il conflitto non termina con alcuna pace, anzi si prolunga nel tempo.

Nella stagione 1991-1992 Leeds e Manchester tornano a scontrarsi per il titolo in un lungo duello, vinto stavolta dai Peacocks guidati dal talentuosissimo Eric Cantona. Proprio il francese però, eroe del trionfo del Leeds, si trasferisce incredibilmente al Manchester United, suscitando l’ira dei tifosi. Destino simile per il local boy Alan Smith, cresciuto nel Leeds e poi trasferitosi al Manchester United nonostante la sua promessa di non accasarsi mai dagli eterni rivali. 

Manchester United Leeds
Cantona e Dorigo posano dopo la vittoria della Charity Shield (Foto: Ben Radford/Getty Images – OneFootball)

Le schermaglie tra Leeds e Manchester United sono sempre state accompagnate da una dose di violenza apparentemente inspiegabile, ma che si può sostanzialmente ricondurre al contesto in cui questa rivalità è nata. Le due squadre si sono trovate a contendersi lo scettro di regina d’Inghilterra negli anni violenti degli Hooligans e i gruppi delle due compagini erano, tra l’altro, tra i più pericolosi in circolazione. Il gioco sporco propinato da Don Revie e i vaghi ma significati riferimenti a un evento cruento come la Guerra delle due rose hanno fatto il resto, trasformando questa rivalità calcistica in una vera e propria faida.

Il Roses Derby è però molto di più che scontri violenti. È la storia di due squadre che hanno segnato un’epoca del calcio inglese. Leeds-Manchester United non può non portare alla mente il testa a testa tra Matt Busby e Don Revie, due tra i più grandi allenatori della storia del calcio inglese. Due profili tanto diversi quanto simili, padri per i propri giocatori, leggende per i propri tifosi, icone per ogni spettatore. Peacocks e Red Devils hanno dato vita negli anni a scontri appassionanti, a gare emozionanti, a girandole di successi, trionfi e cadute.

Il Roses Derby è tutto questo, è York contro Lancaster, bianco contro rosso, Revie contro Busby. È “la più intensa e inspiegabile rivalità del calcio inglese“, ma anche una delle più belle.

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Autore

Romano, follemente innamorato della città eterna. Cresciuto col pallone in testa, da che ho memoria ho cercato di raccontarlo in tutte le sue sfaccettature.

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