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CALCIO ESTERO

Sussidiario illustrato della Conference League

La coppa più misteriosa e imprevedibile delle tre. Giocatori sconosciuti, squadre pittoresche, stadi improbabili. Ma anche piccole gemme e storie incredibili. Per il secondo anno dalla sua introduzione la Conference League torna a fare compagnia agli appassionati di calcio nei giovedì autunnali. E quest’anno, con il mondiale in inverno, la fase a gironi sarà ancora più compressa, un vero e proprio tour de force per le squadre partecipanti.

Ventiquattro squadre su trentadue giocheranno il loro primo match nella competizione, mentre Vaduz, Ballkani e Žalgiris regaleranno addirittura le prime notti europee alle loro nazioni. Poi c’è il West Ham, la Fiorentina che torna in Europa, il Villarreal reduce dalla cavalcata in Champions della scorsa stagione e via via tutte le altre. Otto gironi, trentadue squadre, un solo obiettivo: la finale di Praga del 7 giugno.

La casa dello Slavia Praga sarà la sede della finale di quest’anno.

Gruppo A (Istanbul B. – Fiorentina – Hearts – RFS Riga)

Primo girone e subito l’italiana di quest’anno. La Fiorentina si è qualificata eliminando il Twente nel play-off, non senza difficoltà, ed è così tornata in Europa cinque anni dopo l’eliminazione con il Borussia Monchengladbach. La squadra di Italiano ha iniziato il campionato tra alti e bassi, facendo sorgere alcuni dubbi sulla compatibilità tra il gioco dell’allenatore della Viola e alcuni nuovi acquisti, su tutti Barák. Tanto passerà dalla forma fisica di Jović, che vuole riscattarsi dopo gli anni opachi (per non dire peggio) di Madrid.

Alla prima giornata la Fiorentina si troverà di fronte il RFS Riga, esordiente in Europa. Squadra che esiste da solo 17 anni e che fu Daugava Riga prima di adottare il nome attuale. Nella scorsa stagione ha vinto per la prima volta il campionato lettone, ma la sua avventura nei preliminari di Champions è durata un solo turno, eliminato dall’HJK Helsinki dopo i calci di rigore. Sceso quindi in Conference League ha eliminato Hibernians (quelli di Malta) e Linfield per assicurarsi un posto ai gironi. I gol dovranno arrivare da Andrej Ilić, attaccante serbo classe 2000, mentre a guidare la squadra con la fascia da capitano al braccio c’è Tomislav Šarić, ex di Crotone, Pistoiese e Savoia.

Nel Girone A troviamo anche l’Istanbul Başakşehir, “la squadra di Erdoğan“. Di proprietà del Ministero dello Sport turco, dal 2014 ha subito un’ascesa verticale che l’ha portato a vincere il campionato nel 2020. Dai caratteristici colori arancio-blu, disputa le partite interne allo stadio Fatih Terim di Istanbul, intitolato quindi a un ex allenatore dei rivali europei della Fiorentina. Il Başakşehir torna in Europa dopo un anno senza coppe, e lo ha fatto battendo l’Anversa nel play-off. Come ogni squadra turca che si rispetti, ha la rosa infarcita di vecchie conoscenze della Serie A, come Okaka, Biglia, Leo Duarte e Aleksić, che per ora si è preso la scena. Solo 13 minuti finora per Mesut Özil, grande nome della campagna acquisti arancio-blu.

Okaka esulta dopo un gol
A Istanbul Okaka sta segnando come mai aveva fatto. (Foto: BRUNO FAHY / BELGA MAG / AFP via Getty Images – OneFootball)

Completano il quadro del Girone A gli Hearts, o per esteso Heart of Midlothian. Nati 148 anni fa, prendono il loro stemma e il loro nome da un mosaico ancora oggi visibile sul Royal Mile di Edimburgo. Gli Hearts si sono conquistati la qualificazione (all’Europa League in realtà) con il terzo posto in campionato, davanti ai rivali degli Hibernians, raggiunto dopo aver passato la stagione precedente nella seconda serie. In porta c’è il trentanovenne Craig Gordon, una vita tra i pali del Celtic e della nazionale scozzese, mentre davanti potrebbe creare qualche grattacapo il grave infortunio occorso a Liam Boyce, anche se il nuovo acquisto Shankland per ora ha una media di un gol ogni due partite.

Gruppo B (West Ham – FCSB – Anderlecht – Silkeborg)

Per noi italiani, è sicuramente Scamacca la fonte principale di interesse guardando il West Ham. Il centravanti della nazionale è sbarcato a Londra per 36 milioni di Euro, e ha subito timbrato il cartellino nel play-off di Conference League contro il Viborg. Scamacca però non è stato l’unico acquisto importante del West Ham, che ha speso più di 100 milioni solo tra Paquetà, Aguerd, Cornet e Emerson. Gli Hammers vengono da due grandi stagioni sotto la guida di David Moyes, ma sono partiti a rilento in campionato. Li riporteranno in alto i nuovi acquisti o i vari Souček, Rice e Antonio?

Scamacca ha segnato nel suo primo match in Conference League.

Leggere “FCSB” può aver fatto sorgere un interrogativo a più di qualcuno. Non preoccupatevi, è la vecchia Steaua Bucarest, che non può più chiamarsi così. Storia lunga, che si gioca nelle aule dei tribunali. Tornando alle questioni di campo, i romeni hanno eliminato i norvegesi del Viking al play-off, mentre nei turni precedenti si erano sbarazzati di DAC (Slovacchia) e Saburtalo (Georgia). Strapperà qualche sorriso ai tifosi catanesi l’allenatore, la meteora della stagione 2008/09 Nicolae Dica, mentre sul rettangolo verde occhio a Octavian Popescu, ala sinistra classe 2002 dal sicuro avvenire.

Assieme a inglesi e romeni, ci sono anche i belgi dell’Anderlecht. I bianco-malva, a differenza dello scorso anno, sono riusciti a superare i play-off della Conference League, tornando dopo quattro anni ai gironi di una competizione europea. In questo primo scorcio di stagione tra i belgi è esploso Fabio Silva, talentuosa punta portoghese in prestito dal Wolverhampton. Silva è un classe 2002, come Sebastiano Esposito e Marco Kana, ma in campo vanno regolarmente anche dei 2003 (Debast e Arnstad) e dei 2004 (Sadiki). A mettere l’esperienza necessaria alla squadra di Mazzù (ex Union Saint-Gilloise), dovranno pensarci soprattutto Refaelov e Vertonghen.

Fabio Silva e Sebastiano Esposito in preparazione per la Conference League
Fabio Silva e Sebastiano Esposito sono solo due dei giovani nella rosa dell’Anderlecht. (Photo by VIRGINIE LEFOUR/BELGA MAG/AFP via Getty Images)

L’ultima squadra del girone è il Silkeborg. I bianco-rossi hanno conquistato il loro miglior piazzamento in campionato da vent’anni a questa parte, venendo fermati solo dall‘HJK nel loro percorso verso l’Europa League. Vincitori della Coppa Intertoto 1996, vantano anche una partecipazione alla Champions League nel 1993-94. Tornando al presente la stella è Nicklas Helenius, passato rapidamente anche per l’Aston Villa, mentre in difesa è arrivato Lukas Klitten in prestito dal Frosinone.

Gruppo C (Villarreal – H. Be’er Sheva – Austria Vienna – Lech P.)

La testa di serie del Girone C è forse una delle favorite per la vittoria finale, e sicuramente una delle squadre con meno segreti per gli appassionati. Il Submarino Amarillo viene da due anni straordinari, in cui ha prima conquistato l’Europa League e poi raggiunto le semifinali di Champions League, dove ha messo anche una discreta paura al Liverpool. In estate la dirigenza si è limitata a puntellare la squadra, sostituendo il partente Estupiñán con Mojica e rinnovando il prestito di Giovani Lo Celso. In attesa del ritorno di Danjuma, sarà sempre il solito Gerard Moreno a far gioire i 50.000 abitanti di Vila-Real?

Saranno protagonisti di questo girone anche gli israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva, nome che ai tifosi interisti causerà più di qualche brutto ricordo. Per chi invece avesse rimosso completamente, i biancorossi israeliani avevano battuto sia all’andata che al ritorno l’Inter di De Boer/Pioli nell’Europa League 2015-16. Tra tanti nomi sconosciuti, spicca quello della punta Tomer Hemed, ex di Maiorca, Ajax e Brighton, oltre a quello di Davide Petrucci, arrivato lo scorso anno dal Cosenza, ma con un passato da stellina delle giovanili di Roma e Manchester United.

Davide Petrucci in maglia United
Petrucci non è riuscito a sfondare con il Manchester United. (Foto: Steve Haag/Gallo Images/Getty Images – OneFootball)

Da un incubo recente dell’Inter, a uno più antico. L’Austria Vienna infatti aveva eliminato l’Inter nel corso della Coppa Uefa 1983-84. I Violetti non vivono un periodo brillante, nonostante il terzo posto nello scorso campionato, e stanno attraversando il più lungo digiuno di titoli della loro storia recente. Anche l’avventura in Europa League di quest’anno è andata molto male, concludendosi con un 1-6 complessivo contro il Fenerbahçe nel play-off. Come lo scorso anno le bocche di fuoco sono le ali Aleksandar Jukic e Manfred Fischer, mentre in panchina siede la bandiera Manfred Schmid.

È stata molto più lunga invece la strada del Lech Poznań per arrivare a questo girone di Conference League. I campioni di Polonia sono usciti al primo turno di Champions League contro il Qarabağ, ma poi hanno superato uno dopo l’altro i tre turni di Conference fino ad arrivare qui. Protagonista delle notti europee di Juventus e Udinese in passato, il Lech schiera in attacco l’ex Crotone Mikael Ishak. Alle sue spalle agisce il portoghese João Amaral, che spera di ripetere i 17 gol della scorsa stagione. Vorrà invece riscattarsi il portiere Artur Rudko, protagonista di una prestazione rivedibile nel preliminare di Champions.

Gruppo D (Partizan – Colonia – Nizza – Slovácko)

La prima squadra che troviamo in uno dei gironi più interessanti di questa Conference League è il Partizan. Arrivato secondo in campionato per soli due punti, ma avendone conquistati una cifra record di 98, è finito a giocare l’Europa League, dove è stato però subito eliminato dall’AEK Larnaca. È sceso quindi in Conference League, dove ha battuto gli Ħamrun Spartans per qualificarsi ai gironi. Come lo scorso anno, i gol stanno arrivando dagli esperti Bibras Natcho e Ricardo Gomes, capocannoniere dello scorso campionato serbo. Occhio a Nemanja Jović, classe 2002 che ha già esordito con la nazionale maggiore serba.

Nemanja Jović con la maglia della Serbia
Nemanja Jović ha già esordito in nazionale maggiore (Foto: Masashi Hara/Getty Images – OneFootball)

Dopo qualche anno difficile, torna in Europa il Colonia. La squadra di Steffen Baumgart, una vita ad allenare nelle serie minori, ha conquistato il settimo posto nella scorsa Bundesliga guadagnandosi l’opportunità di disputare il play-off, vinto col Mol Fehérvár. Accompagnati dalla fidata capra Hennes IX, mascotte della squadra, i biancorossi sperano di fare bene anche senza il bomber della scorsa stagione Anthony Modeste, passato al Borussia Dortmund. Spera di confermarsi dopo gli ottimi sei mesi al Bruges Adamyan, ma i gol per ora li ha fatti l’austriaco Ljubicic, non proprio un goleador.

Si sogna in grande a Nizza, dove è tornato Lucien Favre, seppur la partenza in campionato sia stata tutt’altro che positiva. I ricchi proprietari di Ineos hanno portato all’Allianz Riviera molti nomi noti, per cercare il più possibile di allestire una squadra competitiva. Sono arrivati così Nicolas Pépé, Kasper Schmeichel, Aaron Ramsey, Ross Barkley, Gaëtan Laborde, e anche il giovane Mattia Viti dall’Empoli. È stato ceduto, però Amine Gouiri, 12 reti l’anno scorso. E i gol chi li farà? Naturalmente, sempre Andy Delort.

Prima volta ai gironi di una coppa europea per lo Slovácko, e anche primo turno europeo superato con l’attuale nome. I cechi, infatti, avevano fatto qualche apparizione nell’Intertoto a inizio anni ’00, ma con il nome di Synot. Prima ancora, la squadra di Uherské Hradiště aveva cambiato altri tre nomi. Si erano originariamente qualificati all’Europa League 2022-23 vincendo la Coppa di Cechia, ma sono stati “retrocessi” dopo la sconfitta con il Fenerbahçe. I moravi hanno come colori sociali il bianco e il blu e schierano in attacco Libor Kozak, che, come ben ricorderanno i tifosi laziali, quando sente quella musichetta si trasforma.

Gruppo E (AZ – Apollon Limassol – Vaduz – Dnipro-1)

Grande favorito del Gruppo E è l’Az Alkmaar. Qualificatasi in Europa dopo aver surclassato il Vitesse nella finale play-off dell’Eredivisie, ha riservato lo stesso trattamento ai portoghesi del Gil Vicente nel play-off di Conference League. L’AZ partecipa così per il secondo anno di fila alla terza competizione europea, sempre sotto la guida di Pascal Jansen, alla sua prima esperienza da primo allenatore in una massima serie. De Wit, Clasie e Rejinders guidano anche quest’anno il centrocampo biancorosso, e davanti Pavlidis sta dimostrando di non aver smarrito il fiuto del gol. Una curiosità: i giocatori dell’AZ sono soprannominati “Teste di formaggio”.

Pavlidis esulta dopo un gol
Pavlidis ormai sembra parecchio abituato a esultare (Foto: Ed van de Pol / ANP / AFP via Getty Images – OneFootball)

Incontriamo finalmente una squadra che l’Inter ha battuto nelle sue oscure stagioni in Coppa UEFA/Europa League, l’Apollon Limassol. I ciprioti diedero filo da torcere ai nerazzurri nel 1993-94, come anche vent’anni dopo alla Lazio, sempre in Europa League. L’Apollon ha vinto lo scorso campionato cipriota, ma in Champions si è dovuto arrendere al Maccabi Haifa, poi qualificatosi ai gironi. Nella rosa, estremamente multietnica, dell’Apollon Limassol ci sono diverse vecchie conoscenze del calcio italiano come Ezekiel Henty (ex Milan), Hervin Ongenda (un passato non indimenticabile al Chievo), Anastasios Avlonitis (ex Ascoli) e il più noto Haitam Aleesami.

La prima partita dei ciprioti sarà a suo modo un evento, perchè segna l’esordio ai gironi di una competizione europea di una squadra del Liechtenstein. Infatti, alla prima giornata si giocherà Vaduz-Apollon Limassol, nel principale stadio del piccolo principato. Il Vaduz gioca attualmente nella seconda divisione svizzera, perchè il Liechtenstein non ha un suo campionato, ma ottiene costantemente l’opportunità di giocare in Europa grazie alla Coppa del Liechtenstein, che il Vaduz ha vinto in 22 delle ultime 23 edizioni. Curiosamente, sono pochissimi i giocatori del Vaduz che hanno la nazionalità del Liechtenstein: i soli Wieser, Traber, Hasler, il giovane Foser e il capitano Benjamin Büchel.

Festa grande a Vaduz per questo storico traguardo.

Nell’altro match della prima giornata, l’AZ si troverà di fronte il Dnipro-1. La squadra ucraina è gestita da Jurij Bereza, comandante del Reggimento Dnipro-1, battaglione della polizia ucraina finanziato fortemente dall’oligarca Ihor Kolomojskyj, ex proprietario di quel Dnipro che arrivò fino alla finale di Europa League. Tuttavia, il Dnipro-1 non prosegue la tradizione sportiva della squadra bianco-blu, nonostante ne abbia acquisito il settore giovanile. Impossibilitati a giocare nel proprio Paese per i noti eventi causati dall’invasione russa, gli ucraini hanno scelto lo stadio di Košice, in Slovacchia, come sede dei loro incontri casalinghi. In panchina siede Oleksandr Kucher, a lungo difensore dello Shakhtar e della nazionale ucraina.

Gruppo F (Gent – Molde – Shamrock Rovers – Djurgården)

Trascinato dai gol di Tissoudali, il Gent ha conquistato la scorsa Coppa del Belgio, guadagnandosi l’accesso all’Europa League di quest’anno. Lì, però, ha perso andata e ritorno nel play-off contro l’Omonia, scendendo in Conference League. La difesa dei Buffalos è retta dal pilastro camerunense Ngadeu, mentre a centrocampo disegna geometrie l’ex Udinese Sven Kums. In, attacco. per aiutare Tissoudali, dal Malines è stato prelevato Cuypers, già quattro gol in questo inizio di stagione. Una chiosa finale sullo stemma del Gent: la scelta dell’indiano risale a quando passò in città lo spettacolo itinerante di William Frederick Cody, meglio conosciuto come Buffalo Bill.

Da una squadra blu a un’altra, nel Gruppo F troviamo anche i norvegesi del Molde. L’ex squadra di Solskjaer e Haaland ha vinto la scorsa Coppa di Norvegia, battendo in finale niente di meno che il Bodø/Glimt. Squadra dalla lunga tradizione in campo nazionale, il Molde tuttavia ha vinto i suoi quattro titoli norvegesi tutti negli anni ’10 di questo secolo. Ora sta provando a mettere in bacheca il quinto, conducendo la classifica con 10 punti di vantaggio sulla seconda classificata. Il capitano dei norvegesi è Magnus Wolff Eikrem, un passato nelle giovanili del Manchester United, mentre sarà da tenere d’occhio il 2002 Datro Fofana, che ha già esordito con la nazionale ivoriana.

Datro Fofana salta un avversario
Datro Fofana potrà seguire le orme di Haaland? (Foto: JOSE JORDAN / AFP via Getty Images – OneFootball)

Assieme ai campioni di Norvegia, troviamo anche i campioni d’Irlanda dello Shamrock Rovers. Avversari del Milan nei preliminari dell’Europa League 2020-21, nelle ultime due stagioni hanno disputato i preliminari di Champions League, senza però mai arrivare in fondo alle eliminatorie. I Rovers schierano in porta il quarantenne Alan Mannus, mentre in difesa schierano il capoverdiano Roberto Lopes. Nato a Dublino, è stato scovato dalla nazionale africana grazie a LinkedIn. Lo Shamrock Rovers indossa maglie identiche a quelle del Celtic Glasgow, ma non è da lì che arriva l’ispirazione. Bensì, il merito è del Belfast Celtic, che regalò le sue divise ai dublinesi dopo un’amichevole negli anni ’20.

Per la prima volta dal 1976, torna a giocare una coppa europea il Djurgården. Dai caratteristici colori rosso, giallo e blu, è una delle più importanti squadre di Stoccolma, dove si contende il primato con l’AIK. In questa stagione si sta giocando il titolo, che manca nella bacheca del club svedese dal 2019, e per ora si trova sotto al solo Häcken. Nel mercato estivo il Djurgården ha perso Hien, partito in direzione Hellas Verona, ma ha mantenuto intatto il suo reparto offensivo composto da Radetinac, Edvardsen e Asoro (ex Genoa). In rosa c’è anche Hjalmar Ekdal, fratello minore di Albin.

Gruppo G (Slavia Praga – Cluj – Sivasspor – Ballkani)

Dopo tre scudetti consecutivi, lo scorso anno lo Slavia Praga ha dovuto cedere il passo, terminando così secondo in campionato. Le ultime annate europee della squadra di Trpišovský, in sella dal 2018, sono state molto positive: quarti di finale di Europa League nel 2020-21, quarti di finale di Conference League lo scorso anno. I praghesi quest’anno vorranno sicuramente fare ancora meglio, visto che la finale si disputerà all’Eden Arena, il loro stadio di casa. Uno dei protagonisti della scorsa stagione, Alexander Bah, ha lasciato lo Slavia per il Benfica, ma sembra esserci già pronto in casa un nuovo talento per il futuro: Moses Usor, già 6 gol in questo primo scorcio di stagione.

Trpisovsky durante una partita di Conference League
Sarà ancora Trpišovský a guidare i cechi. (Foto: IAN MACNICOL/POOL/AFP via Getty Images – OneFootball)

A fare compagnia allo Slavia Praga, abbiamo un’altra protagonista delle notti di Champions del recente passato: il Cluj. Eliminato dalla Champions al primo turno dagli armeni del Pyunik, è comunque riuscito ad approdare ai gironi di una competizione europea grazie al percorso campioni della Conference League. I Ferrovieri hanno vinto le ultime cinque edizioni del campionato rumeno, ma senza mai riuscire a tornare ai gironi di Champions. Tra i pali, troviamo una vecchia conoscenza del campionato italiano, ovvero Simone Scuffet, mentre in difesa spicca il nome di Jean-Claude Billong, sei mesi in quell’assurdo Benevento che provò la rimonta salvezza nel 2018.

I turchi del Sivasspor, invece, hanno vinto il loro primo trofeo solo nella scorsa stagione, quando si sono aggiudicati la Coppa di Turchia. I biancorossi rappresentano la città di Sivas, nell’Anatolia Centrale, e sono allenati da Riza Çalimbay, bandiera del Beşiktaş negli anni ’80 e ’90. Come per le altre squadre turche vale la pena scorrere i nomi della rosa, dove troviamo Clinton N’Jié (ex Tottenham e Marsiglia), Isaac Cofie (ex Genoa e Chievo) e le (ex) stelle africane Ahmed Musa e Max Gradel.

In precedenza abbiamo incontrato la prima squadra del Liechtenstein a disputare i gironi di una coppa europea, mentre ora è il turno della prima kosovara. Il Ballkani di Suhareka, attuale campione del Kosovo, ha infatti superato tre turni preliminari (dopo aver perso il primo turno in Champions) scrivendo così la storia del suo Paese. Per ovvi motivi, al Ballkani era precluso di finire nel Gruppo D, quello del Partizan.  La rosa è composta quasi esclusivamente da kosovari e albanesi, la stella è l’ala sinistra Ermal Krasniqi. Viste le dimensioni dello stadio di Suhareka, incastonato tra le colline kosovare, il Ballkani gioca le sue gare europee interne nello stadio della capitale Prishtina.

Gruppo H (Basilea – Slovan Bratislava – Žalgiris – Pyunik)

Il Basilea è una delle squadre più blasonate di questa Conference League. Dominatore per anni del campionato svizzero, il titolo gli manca dal 2017, pur avendo nel frattempo disputato delle buone campagne europee. I rossoblù sono allenati da uno dei migliori calciatori svizzeri di sempre, Alexander Frei, e disputano le loro partite al St. Jakob-Park, facilmente identificabile per la torre di vetro che svetta dietro a una delle due curve. Tantissimi giovani in rosa, tra cui Liam Chipperfield, figlio dell’ex nazionale australiano Scott, Andi Zeqiri, Riccardo Calafiori, entrambi in prestito, e l’ex Liverpool Liam Millar. Servirà anche l’esperienza di Adam Szalai e Marwin Hitz.

Riccardo Calafiori è passato al Basilea in prestito dalla Roma.

A giocarsi il primato con il Basilea ci sarà lo Slovan Bratislava. I campioni di Slovacchia erano partiti dai preliminari di Champions, ma un percorso un po’ rocambolesco li ha portati a eliminare all’ultimo secondo lo Zrinjski Mostar e ad approdare ai gironi di Conference League. Guidati da Vladimir Weiss, hanno in rosa anche l’omonimo figlio, oltre a Juraj Kucka, arrivato quest’estate. In aggiunta, sarà importante l’apporto anche di Tigran Barseghyan e dell’ex Brescia Jaromir Zmrhal. Ad oggi, lo Slovan Bratislava resta l’unica squadra dell’ex Cecoslovacchia ad aver conquistato uno dei tre maggiori trofei europei (la Coppa delle Coppe 1968-69).

Ha vinto il proprio campionato anche lo Žalgiris Vilnius, da non confondere con il più giovane Kauno Žalgiris, che viene invece dalla città di Kaunas e che lo Žalgiris “originale” ha portato in tribunale. I biancoverdi sono la prima squadra lituana ad approdare ai gironi di una coppa europea, ma avevano già disputato la Coppa UEFA a fine anni ottanta, rappresentando però l’URSS. Lo Žalgiris era arrivato fino ai supplementari del play-off di Europa League con il Ludogorets, ma il pareggio dei bulgari ha fatto “retrocedere” i lituani ai gironi di Conference League, risultato che andava comunque oltre le loro aspettative. Il bomber della squadra è Renan Oliveira, arrivato in prestito dagli ucraini del Kolos Kovalivka dopo lo scoppio della guerra.

Lo Žalgiris ha sfiorato l’impresa contro il Ludogorets.

Il terzo campione nazionale nel Gruppo H è il Pyunik. Giustiziere del Cluj nel primo turno di Champions League, si è poi dovuto arrendere alla Stella Rossa nel terzo turno. Sconfitto solo ai rigori dallo Sheriff nel play-off di Europa League, ha ottenuto comunque la partecipazione alla Conference League. Il Pyunik è una delle squadre di Erevan, la capitale dell’Armenia, e ha in rosa Aras Özbiliz, grande talento armeno con un passato nell’Ajax. È partito in direzione Ararat-Armenia il top scorer della scorsa stagione Hugo Firmino, ma ha fatto il percorso inverso l’ex Salisburgo Otubanjo. Resta da vedere se sarà all’altezza.

Autore

Classe '99, fervente calciofilo e tifoso dell'Udinese, alla sua prima partita allo stadio vede un gol di Cesare Natali e ne resta irrimediabilmente segnato. Laureato in scienze politiche a Padova, ora studia a Bologna e scrive di calcio e Formula 1.

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