Dopo quasi quarant’anni di predominio della città di Istanbul, il campionato turco sembra ormai pronto ad uscire dalla capitale per accogliere il nuovo campione. Perché ad eccezione della parabola epica del Bursaspor nel 2009-2010, in tanti hanno sfiorato il sogno di togliere lo scettro alle quattro potenze di Istanbul ma nessuno è davvero riuscito nell’impresa. Il Trabzonspor Kulübü, in testa alla Süper Lig con potenzialmente quasi dieci punti sulle inseguitrici, ha praticamente annichilito il campionato quasi dall’inizio. Grazie al giusto mix di calciatori d’esperienza (tanti ex Serie A), e giovani dalle ampie prospettive, i celeste-bordeaux di Trebisonda guidano il gruppetto delle prime quattro compagini che, stranamente, non include alcun colosso capitolino. Il trionfo sul Galatasaray, lo scorso 23 gennaio (1-2 alla Turk Telekom Arena, ndr) ha sublimato tale predominio, mentre il match di oggi contro il Kasımpaşa, nonostante le 14 giornate alla fine della lega, sembra già poter essere l’incontro chiave per la cavalcata dei Karadeniz Firtinasi (la tempesta del Mar Nero).
Una sola sconfitta in campionato
Se il 5-1 ottenuto contro lo Yeni Malatyaspor il 16 agosto alla prima giornata lasciava presagire un’ottima annata, nessuno si sarebbe aspettato di vedere un Trabzonspor primo e con una sola sconfitta a febbraio. Abdullah Avci, ex allenatore della nazionale turca e del Besiktas nonché deus ex machina del primissimo Başakşehir, sapeva quali corde andare a toccare per migliorare una rosa già competitiva. E per questo ha puntato, anche rischiando, su tante vecchie conoscenze del nostro campionato, credendo nel talento di gente come Gervinho, Marek Hamšík, Andreas Cornelius, Vitor Hugo, Bruno Peres e Stefano Denswil, tutti giocatori dalla rispettabilissima carriera che, per un motivo o per un altro, erano usciti dall’orbita dei migliori campionati europei prematuramente.
L’altisonante campagna acquisti estiva si è magicamente intersecata con le vecchie conoscenze di Trebisonda, tra cui spicca il talento cristallino di Abdülkadir Ömür, fantasista mancino classe 1999, che l’Europa aspetta con ansia. Le squadre di Avci si distinguono per ordine tattico ed interpretazione delle partite: è anche per questo che l’ex Besiktas è andato a pescare calciatori formatisi in Italia ed inclini per l’appunto ad un lavoro meticoloso e mentalmente stancante soprattutto dal punto di vista concettuale. Le tante vittorie di misura, siano esse 1-0 o 2-1, mostrano il volto combattivo e sempre resiliente, soprattutto dal punto di vista mentale della squadra. Se si vince, la difesa diventa la migliore arma per non prendere gol, mentre ci si affida alle stoccate offensive dei tanti campioni quando la gara, in equilibrio, necessita di una pennellata decisiva per ottenere i tre punti. Senza dimenticare il sapersi accontentare quando le cose non girano come si vorrebbe. Piaccia o no, sono questi gli ingredienti che hanno permesso al distretto di Ortaishar di sognare la conquista di un titolo che manca dal 1983-1984, anno in cui il Trabzonspor otteneva il sesto titolo nazionale dopo un decennio di predominio quasi assoluto, in cui il primo titolo era stato ottenuto nel 1975. Era un calcio turco molto diverso da quello odierno, in un paese che iniziava a svilupparsi al di fuori di Istanbul crescendo economicamente con tante zone industriali.
La seconda vita di Marekiaro
GLADYATÖR 🦾🗡 #Grande #MarekHamšík pic.twitter.com/pbdIXw6nYI
— Trabzonspor (@Trabzonspor) June 8, 2021
Inutile nasconderlo, una buona parte dei successi del Trabzonspor passano anche dalla bravura nell’aver ritrovato un talento cristallino come quello di Marek Hamšík. L’ex Napoli sembrava aver detto addio al calcio che conta dopo la partenza in Cina nel febbraio 2019, eppure a 34 anni sapeva di avere un’altra chance da giocarsi. Per farlo ha scelto una città calcisticamente calda e affettuosa come Trebisonda, che pur avendo ormai ottenuto lo status di metropoli turca ha mantenuto i crismi e i costumi più rurali e genuini del paese, quelli che rendono questo porto sul Mar Nero così speciale e diverso dalla capitale.
Nel caso di Hamšík, risulta quasi inutile andarsi a spulciare le statistiche, perché i 2 gol e 3 assist in 19 partite non rispecchiano appieno quella che è stata la stagione dello slovacco sino ad ora. Marekiaro è tornato un giocatore influente e tuttocampista, capace di assicurare filtro in mediana distribuendo palloni importanti agli attaccanti. È in assoluto il giocatore più fidato di Avci, che lo utilizza come mediano nel 4-2-3-1 o come centrocampista centrale nel 4-1-4-1 con cui tanto bene ha fatto la squadra in questo periodo. Se non erano in dubbio le qualità dell’ex Napoli, sicuramente il fatto di rivederlo brillare con questa costanza è stata una sorpresa assoluta. E chissà che il prossimo anno le strade dello slovacco e del Napoli non possano tornare ad incontrarsi, magari in Champions League qualora i turchi dovessero mantenere questi risultati.
I gol di Andreas Cornelius
Quando Caleb Ekuban prendeva la rotta di Genova, sponda rossoblù, per abbandonare il veliero nel Mar Nero, a Trebisonda nessuno pensava ad un sostituto ideale. Ancor meno erano i fiduciosi che inquadravano quella figura nel nativo di Copenhagen Andreas Cornelius, visto in Italia con le maglie di Atalanta e Parma. Se nello stivale si era potuta osservare l’utilità di un profilo come quello del danese, grazie ad un’intelligenza tattica che gli permette di essere al servizio dei compagni tramite l’uso perfetto del fisico, in pochi credevano nelle doti di finalizzatore del classe 1993. Con 11 gol in 22 giornate, Cornelius è a tutti gli effetti il trascinatore della squadra, avendo segnato le reti più importanti del campionato, spesso pareggiando partite che sembravano perse. Un’altra caratteristica fondamentale di un attaccante che non si da mai per vinto e che ti permette di fare punti anche nei momenti peggiori. Per Avci è diventato fondamentale in attacco nonostante l’ampia concorrenza alle sue spalle, mentre la società gongola pensando ad un valore di mercato cresciuto esponenzialmente (8 milioni, dati Transfermarkt, ndr) dopo i 5 milioni spesi in estate.
Sicuri ma non troppo
Se durante tutto l’arco del campionato il Trabzonspor è apparso sicuro e tranquillo di mantenere la sua posizione, sfiorando i 15 punti di vantaggio sulle altre nel mese di dicembre, la realtà degli ultimi tempi è nettamente mutata. Perché, ad oggi, i celeste-bordeaux hanno sei sole lunghezze di vantaggio sul Konyaspor e si giocano tutto in un match casalingo già decisivo contro il Kasımpaşa. Sarà compito dello stadio Şenol Güneş e del suo pubblico spingere la squadra affinché il sogno diventi realtà: dopo 37 anni e mezzo la Turchia aspetta il grande ritorno dei Bordo-Mavililer. “Siamo nelle strade strette, sotto la pioggia incessante, ritrovandoci attratti dal tuo colore. Ci siamo innamorati di te e abbiamo sprecato i giorni e dato la nostra vita per il bene dei blu bordeaux” cantano i tifosi prima delle partite durante il loro inno. Questi giorni e queste vite, tra qualche mese, potrebbero non essere stati sprecati per godersi un successo apoteosico.