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VIE DEL CALCIO

Vie del Calcio: Cosenza

Ma mi manca quel bar, le mie strade. Se togli le A alla parola CaSa, cosa rimane?

Percorrendo la penisola italiana da settentrione, una volta varcato il confine della Basilicata, la prima provincia che si incontra è Cosenza, la città più a nord della regione più a sud.

Il fortissimo senso di appartenenza dei cosentini alla propria città, quel viscerale amore che valica ogni cosa, lo si percepisce maggiormente da chi Cosenza l’ha abbandonata, come Kiave, il rapper autore del verso della canzone utilizzata come incipit. Ma per comprenderlo appieno c’è un altro modo. Se chiunque chiedesse – con candida innocenza – ad un cosentino fuori-sede se sia calabrese, riceverebbe una risposta negativa. Il cosentino risponderebbe “Nono, sono di Cosenza”. È buffo, quasi scanzonato, ma significativo.

Cosenza è una graziosa città situata ai piedi della Sila e a meno di 30 chilometri dalla costa tirrenica. È ricchissima di storia già dal nome, che secondo i libri deriva dalla parola “consenso”. Il “consenso” che i bruzi, antenati degli attuali cosentini, davano ai romani di prendere la legna dai boschi della Sila. Hanno lasciato innumerevoli tracce del loro passaggio gli svevi, i borboni, gli aragonesi e i normanni.

Cosenza
Vista dal basso del centro storico di Cosenza

Per iniziare la nostra passeggiata nella (splendida) Cosenza è proprio il caso di partire dal punto più in alto, che domina il resto della città ed è proprio un lascito dei normanni.

Castello Normanno-Svevo

È situato in cima ad uno dei sette colli che circondano la città, precisamente colle Pancrazio, e con i suoi 383 metri sul livello del mare permette una splendida vista su tutta la città. Ci sono dei dubbi sulla paternità del forte: testimonianze di un’origine addirittura antecedente alla dominazione normanna lo collocano intorno al 937 d.C. da parte dei Bretii. Il nome però ci parla più prepotentemente dei normanni – che con Ruggero II ingrandirono il castello intorno al XII secolo – e degli svevi, che con Federico II di Svevia ricostruirono il castello dopo uno dei tremendi terremoti – citati con accezione negativa da qualche cattivo pubblicista di compagnie aeree – che caratterizzano la provincia cosentina.

Con la ricostruzione sveva, il castello ha raggiunto l’attuale conformazione architettonica, la quale prevede un impianto rettangolare, torri angolari, camminamenti di ronda merlati e sale voltate. Grandi classici dell’impostazione federiciana. Nei secoli seguenti, le varie dominazioni – Angioini, Aragonesi, Borboni – lo hanno usato a proprio piacimento nei modi più disparati: residenza principesca, deposito di materiali, seminario diocesano, addirittura carceri. Solo nel 1883, quello che ormai rimaneva del castello ridotto a rudere fu acquisito dal comune di Cosenza, il quale però lo ha lasciato praticamente a sé stesso per più di un secolo. Infatti, prima del 2008 nessuna amministrazione comunale era riuscita in un’opera di valorizzazione del luogo, che invece oggi viene adoperato per mostre ed eventi.

Il Castello Normanno-Svevo (Foto: Gazzetta del Sud)

Nonostante ciò, la popolazione ha sempre visto nel Castello un vero e proprio simbolo, oltre che un locus amoenus dove passare momenti romantici o interminabili chiacchierate notturne con gli amici. Non è semplicissimo da raggiungere a causa di una strettoia che lo congiunge con una delle arterie principali del centro storico della città, oltre che per i sanpietrini che compongono l’irta salita fino al colle. Ma, una volta arrivati in cima, si capisce quanto ne valga la pena. Una vista mozzafiato, un luogo che trasuda storia da tutti i pori e un’atmosfera molto intima sono dei veri unicum in una città piccola ma caotica come quella bruzia. Abbiamo iniziato la nostra passeggiata dall’alto, quindi non ci resta che scendere un po’, sempre rimanendo nel centro storico: subito dopo il castello si trova un’altra perla di Cosenza.

Villa Vecchia

Infatti, subito dopo la strettoia che congiunge il Castello al resto del centro storico, si va su Via Siniscalchi: percorrendola fino all’incrocio della fontana dei 13 canali e svoltando a sinistra, ci si imbatte in Piazza XV Marzo. Qui ci sarebbe tanto da vedere. Oltre all’ingresso principale della bellissima Villa Vecchia, la piazza ospita anche: il Teatro Alfonso Rendano – unico esempio di teatro di tradizione calabrese -, la statua di Bernardino Telesio e il palazzo della Provincia.

Piazza XV Marzo (Foto: Italie)

La Villa Vecchia è un giardino comunale con un’estensione di quasi 30.000 metri quadrati, risalente alla fine dell’800. La struttura la caratterizza poiché la dispone su più livelli con terrazzamenti. Completamente immersa nel verde, può contare al suo interno le diverse specie arboree: acacie, pioppi e palme sparse per il giardino, mentre i lecci nel tratto iniziale e i platani in quello finale accompagnano chi cammina sul viale principale fino all’uscita posteriore, che affaccia ai piedi di colle Guarassano.

La sua grandissima estensione e il suo verde accecante hanno permesso alla Villa di essere un vero e proprio punto di riferimento per i cosentini di tutte le età. Se d’inverno vede perlopiù persone adulte e bambini passeggiare indisturbati in mezzo ad un tratto così naturale di Cosenza, lontano dallo smog e dall’inquinamento acustico della città nuova, d’estate – grazie a vari eventi organizzati da pubblici e privati -, diventa il cuore pulsante della movida giovanile che tra fiere gastronomiche, concerti e manifestazioni culturali popola il giardino fino a tarda notte. Sicuramente da considerare anche la possibilità di praticarvi sport all’interno: oltre al classico jogging, la villa ospita nell’ultimo livello di terrazzamento un piccolo campo da pallacanestro e, di fianco ai giochi per bambini, degli attrezzi per il fitness. Un giardino comunale adatto ad ogni età ed esigenza, in tutte le stagioni.

Villa Vecchia (Foto: Wikipedia)

Ora è il momento di andare nella parte nuova di Cosenza, abbandonando il centro storico. Per farlo, non c’è modo migliore che percorrere il corso principale, così da poter ammirare anche il Duomo di Cosenza e tutta la particolarità di una strada millenaria, chiamata come il più illustre dei cosentini.

Parco Piero Romeo – Parco Emilio Morrone

Abbandonando il centro storico, si entra nel cuore pulsante della città trafficato e irrequieto. Proprio in una delle strade più caotiche (via Misasi) ci si imbatte in due parchi, uno di fronte l’altro. Il primo nominato nel paragrafo, porta il nome di Piero Romeo, storico tifoso del Cosenza Calcio prematuramente scomparso. È un “parco giochi inclusivo”, unico nel suo genere in tutto il Meridione, poiché grazie a dei giochi ad hoc permette a bambini con disabilità di ogni tipo di giocare tranquillamente insieme ai coetanei normodotati. Non solo: è sede spesso di festicciole per bambini o presentazioni di libri e iniziative solidali. Il progetto è stato pensato e messo in piedi da una Onlus sorta in seguito alla scomparsa di Piero Romeo – che fa solidarietà a 360° grazie all’aiuto (economico e non) di tutta la città.

Oltre la strada, c’è invece il Parco Emilio Morrone. Fino al 1964 era il primo impianto sportivo in cui giocava le sue gare casalinghe il Cosenza Calcio. Un vero e proprio catino – diecimila spettatori in tribune addossate al terreno di gioco – in centro città, che ha lasciato spazio all’attuale San Vito – Marulla, proprio per questioni di ubicazione.

Il vecchio terreno di gioco del Cosenza (Foto: SoloCosenza)

Nel 1981, venne completamente demolito per far posto all’odierno parco. Un’altra villa comunale, la più grande per espansione di tutta la parta nuova della città e senza dubbio la più verde. Gran parte del parco è infatti costituito da un bellissimo prato inglese, che insieme alle imponenti querce caratterizza la parte più green di Cosenza nuova. Ciò rende il parco un vero paradiso per i cinofili, che lo popolano giornalmente. Proprio per questa capacità di attrarre gli amanti delle quattro-zampe, è stata anche sede della prima mostra cinofila “Città di Cosenza”. Non sono solo loro però i frequentatori della villa. Il parco, infatti, fornisce varie possibilità di svago a chiunque lo popoli. Si trovano due punti ristoro con sedute immerse nel verde, delle piste utili per lo skating e il pattinaggio e nella parte centrale in pavimento sono presenti anche i canestri.

Corso Giuseppe Mazzini

Il cuore pulsante di Cosenza. Congiunge il comune di Cosenza sito in Piazza dei Bruzi e Piazza Bilotti, pieno centro commerciale cittadino. Dal 2002 è il tratto pedonale più esteso dell’intera regione (oltre 1 chilometro). Si tratta di un chilometro e mezzo pieno di tutto ciò che possa desiderare un turista, quanto una persona del luogo. Ricchissima di negozi per lo shopping, attività di ristorazione di ogni tipo ma non solo.

Corso Mazzini è sede infatti del “Museo all’Aperto Bilotti“, collezione di opere d’arte di interesse storico e artistico esposte lungo tutto il tragitto pedonale. L’idea nasce dall’idea di Carlo Bilotti, cosentino che ha dedicato la sua vita all’arte e alla cultura, di donare a Cosenza un cospicuo numero di opere d’arte. Ce ne sono in tutto venti e raccoglie opere di autori molto famosi: Dalì, De Chirico – la splendida Ettore e Andromaca trova sede proprio qui -, Rotella e Modigliani. Quasi tutte le opere sono posizionate su un piedistallo di plexiglass luminoso che, tramite un sistema interattivo, è in grado di riprodurre delle introduzioni delle opere.

Testa di Cariatide, Modigliani (Foto: Cultura Cosenza)

Il corso, data la sua natura, si presta non solo a delle passeggiate culturali; nel suo distendersi da piazza in piazza, ne ingloba altre due di fondamentale importanza sociale. La prima che s’incontra camminando da Piazza dei Bruzi in direzione nord – verso Bilotti – è Piazza XI Settembre. Essa, oltre ad essere caratterizzata da alcune bellissime panchine costruite intorno ad alberi, è sede del Palazzo degli Uffici, un imponente struttura costruita a fine anni ’60 che ospita enti delocalizzati del Comune di Cosenza. La piazza, proprio in virtù di ciò che questo enorme palazzo simboleggia, viene utilizzata storicamente da studenti e sindacati per manifestazioni di protesta di ogni tipo.

La seconda piazza che si incontra – sempre percorrendo da sud a nord il corso – è Piazza Kennedy. Negli anni ’80/’90, il vero centro sociale della città dove tutti i ragazzi si incontravano dal primo pomeriggio fino a notte fonda. Da quando è stata inglobata all’interno dell’isola pedonale, si è un po’ persa questa funzione di ritrovo: è sede di banche, bar storici e grandi marchi d’abbigliamento, ma è ormai più un altro punto di passeggio che di vero e proprio ritrovo.

Per concludere l’ideale passeggiata di Corso Mazzini si giunge a Piazza Bilotti. Una forma futuristica e unica nel suo genere: le “due vele” che dominano tutta la città. Al suo interno si trova un museo multimediale, che di volta in volta ospita manifestazioni diverse. Dopo i recenti lavori di riqualificazione, è diventata senza dubbio la zona più in voga di Cosenza, per nuove attività commerciali che circondano la piazza in tutti e quattro i lati del perimetro.

Piazza Bilotti (Foto: Calabria 7)

Tantissime le iniziative che nei vari periodi dell’anno vedono protagonista tutto il corso. Da un punto di vista gastronomico, è impossibile non citare la “festa del cioccolato”, alla fine di ottobre, con degustazioni e vendita delle più disparate lavorazioni del cacao. Ma niente è come passeggiarvi nel periodo natalizio. Oltre alle splendide luci e giochi di colori, in quel periodo ci si può far guidare dall’olfatto alla ricerca del fritto tradizionale cosentino del periodo: i cuddruriaddri. Tutta la strada è infestata dall’odore di queste (all’apparenza semplici) ciambelle di patate, precedute dalla loro fama ma che vale veramente la pena assaggiare. Tutti i weekend centinaia di persone accorrono da tutta la provincia a fare shopping o una semplice passeggiata nel corso che dà più identità alla città.

Stadio San Vito – Gigi Marulla

Siamo partiti dal punto più in alto della città per arrivare a quello più in basso e pianeggiante. Lo Stadio San Vito – Gigi Marulla è situato in Via degli Stadi e ospita le partite del Cosenza Calcio dal 1964, data che ricorderete come dismissione del precedente impianto di Via Misasi – ai tempi Via Roma. Fino al 1993, era uno degli stadi con la forma più inusuale di tutta la penisola. La struttura prevedeva infatti solo una curva (la Sud) e le due tribune, formando il cosiddetto “ferro di cavallo”. Dopo il 2018 – anno della quarta, storica, promozione in Serie B dei Lupi – sono stati svolti dei lavori di abbellimento e ammodernamento della struttura che ora, grazie ai seggiolini bicolore (rossoblù ovviamente) offre uno splendido colpo d’occhio.

Cosenza
La casa del Cosenza (Foto: Maurizio Lagana/Getty Images – OneFootball)

Il manto erboso, sempre rifatto nel 2018, ha una particolare conformazione a “schiena d’asino”, che permette all’acqua di drenare con estrema facilità. Grazie a questo, si contano veramente sulle dita di una mano le partite in cui si è reso impraticabile causa pioggia. Hanno calcato questo terreno diversi calciatori di grandissimo spessore nazionale ed internazionale: Michele Padovano, Marco Negri e Cristiano Lucarelli, per citarne solo tre.

Ma il nuovo nome dell’impianto, ci spinge ad un’altra amara digressione. Gigi Marulla è stata la più luminosa bandiera del Cosenza, che ha segnato valanghe di gol in un altrettanto grande mare di presenze, legando indissolubilmente il suo nome a quello della città dei Bruzi. Tragicamente scomparso nell’estate del 2016, è stato quasi naturale che lo stadio venisse intitolato a lui.

Gigi Marulla Cosenza
Murales del compianto Marulla a Cosenza (Foto: Wikipedia)

Ma lo stadio non è l’unica espressione dello sport in quella zona di Cosenza che ambisce, anche se con l’aiuto di associazioni private, ad essere una “Cittadella sportiva“. Adiacente all’impianto principale, troviamo infatti la pista d’atletica del CONI, recentemente ristrutturata con materiali d’avanguardia e a poche centinaia di metri sia il Tennis Club Cosenza con campi da futsal, tennis e padel, sia la Polisportiva Real Cosenza, scuola calcio d’élite in tutta la regione.

Manca solo una cosa per la vocazione avanguardista delle infrastrutture e per la voglia di una città intera che si nutre di calcio 7 giorni su 7, 24 ore al giorno (impressionante la presenza agli allenamenti dei tifosi): la Serie A. Il sogno di tutti i cosentini, accarezzato solo una volta a fine anni ’80, è riuscire a calcare i terreni da gioco della massima serie. Non solo per una questione meramente sportiva, quanto anche per il prestigio e la vetrina che porterebbe a tutta la città. Data la classifica attuale, anche questo non sarà l’anno giusto, ma un giorno chissà se il sogno di tutta la città potrà diventare una realtà. L’uomo del Monte dirà A?

Cosenza
“L’uomo del Monte ha detto B” (Foto: Iacchite’)

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