Nell’Italia di oggi fatta di isole e di confini difficili da varcare, noi continuiamo a portarvi in giro per le città del calcio. Dopo la tappa nella Roma magistrale, risaliamo verso nord e ci fermiamo a Parma. L’ex ducato signorile dell’Emilia-Romagna, culla di sapori e sorgente di musica, cinema e letteratura, vanta la società del Parma Calcio, che – rifondata dopo i continui fallimenti – sembra aver ritrovato oggi una nuova stabilità. Grazie ai frammenti di storia dei crociati, potremo così percorrere strade e piazze di quella che ad oggi è la Capitale italiana della Cultura.
Parmigiano e Prosciutto di Parma. Più o meno in tutto il mondo occidentale si conoscono queste due pietanze, tra le più incredibili della nostra cucina, motivo di orgoglio non solo per gli emiliani. La città ducale ovviamente, non è solo questo. Giuseppe Verdi, Attilio e Bernardo Bertolucci, Arturo Toscanini, il Parmigianino, il Correggio. Qui hanno i natali alcuni dei vertici più alti della cultura italiana “universale“.
Il Maestro Verdi è nato infatti a Busseto, un paesino in provincia di Parma, dove ha vissuto e ha avuto la sua formazione, fino ad arrivare alla composizione di quel capolavoro che è il Va’ Pensiero. Le stesse note che a volte suonano allo Stadio Tardini prima delle partite del Parma, dove, sempre facendo appello all’immaginario collettivo (e pop) della cultura occidentale, ha mosso i suoi primi passi la leggenda del calcio Gianluigi Buffon. Parma è signorile. Ma Parma è calma. E Parma è anche questo:
La foto pubblicata da Repubblica pochi giorni fa avrebbe tutto il diritto di contendersi il primato dello scatto più bello dell’anno con il mare in tempesta di Polignano. E questa foto rispecchia appieno la natura della città e della sua provincia. Un contesto fiabesco in cui storia e urbanizzazione si incontrano con la natura più selvaggia. Il Parco Ducale in pieno centro è uno degli esempi più sorprendenti di questa convivenza, e la candidatura della città a Capitale verde europea è un segnale che fa capire che il lato green della città è ancora soltanto all’inizio del suo percorso.
Ma torniamo tra i palazzi e i monumenti maestosi del centro, dove una volta la moglie di Napoleone Bonaparte, la Duchessa Maria Luigia, passeggiava e governava rendendo il Ducato di Parma e Piacenza un tripudio di ricchezza invidiato da tutti i territori circostanti. Dal Palazzo della Pilotta al Teatro Regio, da Piazza Duomo al quartiere Oltretorrente: ecco Parma con le sue vie e il suo tifo che non si è mai fermato, che sogna un futuro calcistico che la possa riportare ai vertici d’Europa.
Piazza Garibaldi
Si tratta dello snodo principale della città. È il nucleo nevralgico per passeggiare o la zona perfetta per fermarsi al bar di fronte al Palazzo del Governatore. Piazza Garibaldi è forse la piazza più famosa di Parma – insieme a quella del Duomo con il suo Battistero e allo spazio intorno al Palazzo della Pilotta – e ospita spesso mostre temporanee o eventi culturali. Si trova tra via Mazzini e via Repubblica e, pur essendo tagliata dalla strada che le passa in mezzo, si tratta di uno spazio largo, da dove si dipanano vicoli e stradine del centro, ricchi di ristoranti, bar e negozi.
Come ogni piazza che si rispetti, nella piazza Garibaldi di Parma si tengono e si sono tenuti in passato importanti eventi che riguardano la città intera. L’accensione dell’albero di Natale, incontri culturali con l’allestimento del palco, eventi sportivi e occasioni di ritrovo per celebrare particolari successi cittadini. L’ultimo di questi, la promozione del Parma Calcio, la seconda nella sua storia dopo quella del 1990, in Serie A.
Il 18 maggio 2018, infatti, nell’ultima giornata di campionato di Serie B, il Parma giocava in trasferta contro lo Spezia. Il minuto chiave fu l’89’, quando il Foggia pareggiò con il Frosinone ottenendo un prezioso 2-2, dando la possibilità ai crociati – nel frattempo sul 2-0 sui liguri – di centrare il secondo posto.
Significa Serie A. Significa esplosione di gioia. Gli emiliani allo stadio di La Spezia esplodono, e insieme a loro anche tutta la città. Non si tratta infatti soltanto di una promozione e di un passaggio alla serie successiva: è la terza promozione in tre anni, da quando il 22 giugno 2015 fu dichiarata fallita la società di Ghirardi e Leonardi. Dopo il crac, la squadra è ripartita dalla serie D. Dopo tre stagioni è tornata la massima serie: Parma si tinge di giallo e di blu. Bambini, adulti, anziani, tifosi appassionati e occasionali, tutti si riversano nelle strade e in particolar modo in Piazza Garibaldi, dove arriva il pullman della squadra a farsi celebrare dal calore dei suoi sostenitori.
La squadra è risorta dalle ceneri come una Fenice. Parma-città si sente di nuovo vincente, e si incarna tutta nella forza e nel successo della Parma-squadra.
"Tre anni fa ci davano per morti: si sono sbagliati"
Noi siAmo AncorA quA! 💪🏻💛💙#EhGià#comenoinessunomAi#ForzaParma pic.twitter.com/cmxdiYTHEq— Parma Calcio 1913 (@1913parmacalcio) May 18, 2018
Teatro Regio
Se passiamo in rassegna i teatri italiani, dalla Scala di Milano alla Fenice di Venezia, tra i più famosi c’è senza dubbio anche il più bel teatro di Parma. Il Teatro Regio è un tempio della lirica italiana. Costruito infatti nella prima metà dell’Ottocento, è stato voluto dalla Duchessa Maria Luigia. La facciata neoclassica ospita all’interno una meravigliosa platea ellittica. A decorarla è stato Girolamo Magnani, scenografo che collaborò con Giuseppe Verdi per alcune opere teatrali, e il maestoso lampadario dal peso di una tonnellata è stato realizzato a Parigi.
Il Teatro Regio di Parma, tuttavia, non è solo un reperto storico e una culla della cronologia lirica italiana. Il teatro è tuttora vivissimo e ospita opere ed eventi come il prestigioso Festival Verdi, concerti anche di musica pop e la Stagione Lirica annuale. Il Teatro si trova in pieno centro storico – vicino al complesso della Pilotta – e passeggiando per la città diventa una tappa fondamentale anche per chi è meno appassionato del genere lirico e dell’opera.
Il Teatro Regio, però, non è solo musica. È anche sport. O meglio: è anche calcio. Dall’aprile 2016, infatti, la Fondazione Teatro Regio e il Parma Calcio hanno stipulato una convenzione per “unire le due tifoserie“, entrambe eccellenza della città. Da lì in poi, l’ente teatrale e la società sportiva hanno collaborato per mettere in piedi alcune iniziative, tra cui un laboratorio musicale. Già prima della convenzione, però, il Coro del Teatro Regio aveva interpretato l’inno del Parma Calcio. La canzone è poi diventata un CD per sostenere l’Ospedale dei Bambini di Parma. Il tutto è stato un simbolo di una convergenza intelligente, a 360°, tra i più disparati valori della città ducale.
Parco Ducale e Palazzo del Giardino
Polmone verde del centro di Parma e oasi preziosa per molte specie di animali “urbani“, il Parco Ducale è una distesa di più di 200 metri quadrati. Anche se il parco non è in posizione centrata, tocca comunque il torrente Parma e le vie più importanti del quartiere Oltretorrente. Viene quindi spesso frequentato dai cittadini che si vogliono ritagliare una passeggiata in città, in una zona tranquilla.
È infatti un luogo di ritrovo e incontro in ogni giornata di sole, talmente familiare per i parmigiani che lo chiamano “giardino“, come fosse un’estensione delle proprie case. Estensione, però, davvero grande. Al suo interno, oltre alla famosa fontana, si trova il Palazzo Ducale, che come il parco è stato costruito a metà del 1500, e ha visto crescere la città e la sua ricchezza.
La struttura è ancora oggi teatro di eventi, commemorazioni, luogo di visite culturali. Tra tutto questo, c’è stata anche l’occasione per far incontrare, anche qui, il Parma Calcio e la più alta cultura parmigiana. Anno 2016 e stagione 2016-2017 alle porte. La squadra è stata accolta nel Parco Ducale e di fronte al Palazzo del giardino tra gli applausi dei tifosi è stata presentata e celebrata. In quell’anno di rinascita e di nuova speranza, una location ampia e signorile era la giusta sede per onorare società e giocatori. Tutti pronti per la nuova stagione, da giocare in Serie C dopo la promozione.
La Cittadella
Quello del 2016 fu infatti l’inizio della scalata di promozioni del Parma. Anni prima, tuttavia, c’era stata un’altra grande soddisfazione calcistica per la città. Il derby contro la Reggiana del maggio 1990 fu la ciliegina per il percorso di crescita della squadra. Dopo la vittoria per 2-0 contro i reggiani infatti, il Parma conquistò il quarto posto in Serie B, aggiudicandosi la prima storica promozione in A.
Il successo degli anni ’90 fu l’autentico avvio dell’escalation di successi che poi avrebbe interessato il Parma nel decennio successivo. C’era però un problema: mancava un centro sportivo che potesse accogliere gli intensi allenamenti della squadra. E quindi, in mancanza di campo e strutture adeguati – fino alla costruzione del centro di Collecchio -, allenatore e squadra si ritrovavano al Parco Cittadella. Appena fuori dal centro, nel grande parco storico della città, per ben sette anni, Nevio Scala e i suoi giocatori si allenarono nel parco cittadino, da Apolloni a Minotti, da Zola a Stoichkov, che facevano i lanci porta a porta nel campetto dentro il Parco.
Il Parma di Scala rappresentava così un calcio improvvisamente autentico e spoglio. Tra la città e tra i cittadini. Lì su quei campi e tra i ciuffi d’erba del parco, il grande Parma degli anni Novanta si è preparato per scalare l’Europa. La Parmalat l’acquistò dopo la promozione e il patron Calisto Tanzi la portò sempre più in alto. Alla Cittadella ebbe inizio la favola del Parma e lì è rimasta cristallizzata l’idea di quel periodo, che più volte è stato rievocato anche negli anni successivi. Così parlava infatti l’allenatore Francesco Guidolin nel 2008, quando voleva riportare i crociati alla Cittadella.
Mi piacciono i parchi, e mi piace pensare di andare ad attingere un po’ di storia del miracolo Parma Calcio, i primi passi che hanno portato ai successi del Parma sono stati mossi lì.
Stadio Ennio Tardini
A Sud-Est della città e alle porte del quartiere Cittadella, lo stadio della squadra è simbolo e icona della storia stessa dei crociati. Alzato all’inizio degli anni Venti, era pensato per una squadra di paese e di piccola portata. Gli fu dato il nome di Ennio Tardini, come l’avvocato e presidente del Parma, che ne ha voluto la costruzione.
Il proprietario della squadra quindi permise ai ragazzi di giocare in uno stadio vero e in un centro sportivo organizzato, con una sede propria. Prima di allora i gialloblu vagavano da un campo all’altro, e solo grazie alla grandissima caparbietà di Tardini si riuscì a formare un gruppo di amministratori e appassionati di calcio che finanziassero i lavori.
Da lì iniziarono le partite più serie e sentite del Parma. Lo stadio era sufficiente, i posti erano abbastanza per accogliere i tifosi crociati di allora e non ci furono molte modifiche nel corso dei decenni. Poi, però, arrivò il 1990. La prima promozione del Parma in Serie A stava troppo stretta in quella struttura da squadra di provincia. Con le ristrutturazioni – prima della tribuna Petitot e poi della Curva Nord -, il Tardini ha iniziato quindi il suo restyling, seguendo di pari passo la crescita della società. Nella seconda promozione del Parma in Serie A, è stato rifatto anche il campo da gioco e sono stati sistemati i seggiolini, facendo salire la capienza a più di 22 mila posti. Nel 2019, infine, è stato approvato il progetto per ristrutturare completamente tutto l’edificio.
Uno dei giorni più incredibili stampato nei ricordi del Tardini è il 19 novembre del 1995. Il Parma sfidava il Milan di Fabio Capello e l’allenatore Nevio Scala decise di schierare in campo un giovanissimo Gianluigi Buffon. Esordio in Serie A per il portiere e rete inviolata. L’inizio in maglia gialloblu di una carriera dalla fama mondiale.
Con il Parma, Gigi ha anche vinto il suo unico trofeo europeo, l’indimenticabile Coppa Uefa nel 1999. Un trofeo diventato coronazione dell’intenso decennio calcistico della squadra. Un successo che i crociati hanno raggiunto dopo le annate storiche di Scala e gli allenamenti nel parco cittadino, tra le persone comuni.
VIAGGIA CON NOI PER L’ITALIA DEL CALCIO
Un ringraziamento speciale a Chiara Corradi e Simone Buratti