Per raggiungere la prossima meta del viaggio tra le città italiane sarà necessario addentrarsi nella vasta e umida Pianura Padana. Dalla provincia di Modena poi, spunterà Sassuolo. Nel luogo in cui la zona pianeggiante incontra le colline, infatti, si trova la cittadina da poco più di 40 mila abitanti, Sasôl, dove si incontrano i sapori del paesino di provincia con i flussi del mercato internazionale della ceramica.
Sassuolo è infatti il principale centro produttivo internazionale di ceramica e piastrelle, marchio che la contraddistingue tra le città più industrializzate del Nord Italia. Questo gli provoca un fatturato da 4 miliardi di euro, tra i più fruttuosi del panorama economico del nostro Paese. La sua tradizione però, è lunga secoli di storia, e per scoprire le origini del boom economico di Sassuolo, bisogna infatti riavvolgere il nastro fino a più di 6 mila anni fa.
Al di là degli stabilimenti industriali, la città modenese offre anche altro. A Sassuolo infatti si è sviluppata la fortunata dinastia degli Estensi, la famiglia borghese che ha governato la città per molti anni, regalandogli un prezioso patrimonio artistico, ancora vivo e motivo di attrazione turistica. In questo panorama, vive e cresce l’Unione Sportiva Sassuolo Calcio. Vive: dal 1920, quando fu costituita la società, che in campo scendeva ancora con i colori dello stemma comunale, giallo e rosso. Cresce: soprattutto dal 2013, quando salì per la prima volta in Serie A dopo anni di B e C.
Ma andiamo con ordine. Partendo dalle periferie e dai territori al di là dei confini cittadini, seguiremo una forza centripeta, che ci porterà dritti dentro il centro sportivo e lo stadio Ricci, dove il Sassuolo ha militato prima di passare al Mapei Stadium di Reggio Emilia.
Calanchi e ceramica
Osservando le colline che accarezzano i bordi della città di Sassuolo, si potranno notare delle macchie grigie chiare a intervallare il verde che anticipa l’Appennino modenese. Non si tratta di disboscamento né di altri fenomeni umani invasivi. Anzi, il panorama a chiazze è tutto naturale. Il territorio che circonda la città, infatti, è peculiare nell’avere una massiccia presenza di calanchi. Si tratta di un particolare fenomeno geomorfologico di erosione del terreno, dovuto alla presenza di rocce argillose e di altri particolari processi chimici e fisici.
Oltrepassando una cioffiana lezione di scienze, è necessario precisare il motivo per cui i calanchi sono così importanti per la città. La sua argilla è chiamata “l’oro di Sassuolo” ed è stata la sua vera fortuna: migliaia di anni fa si scoprì che i calanchi erano in realtà pozzi di petrolio e risorse per la materia prima che sarebbe servita per fare la ceramica. Da attività artigianale di modesta dimensione, la produzione della ceramica è diventata negli anni ’70 la principale attività industriale del territorio. È nato il Distretto Ceramico di Sassuolo e la crescita economica della città è balzata alle stelle.
Già 6 mila anni fa tuttavia, dicono i reperti archeologici, il luogo era stato teatro della Cultura di Fiorano, un periodo neolitico di fiorente produzione culturale che aveva come suo perno proprio la lavorazione dei materiali dei calanchi. Radicata nel suo DNA quindi, la lavorazione della ceramica è per Sassuolo la rotaia che ha accompagnato la città fino ai giorni nostri, quando il comune è ormai uno dei massimi produttori al mondo di questo materiale.
A ripercorrere la storia nei suoi dettagli più tecnologici è il Museo della Ceramica, che si trova proprio a Fiorano Modenese. Qui si possono vedere le fornaci per la cottura della ceramica, ma anche le ricostruzioni degli attrezzi del ceramista. Dalla produzione domestica dell’antica Cultura di Fiorano, si arriva poi alle informazioni della raccolta contemporanea. Oggi a prendersi la maggior parte del mercato sono l’azienda Marazzi, ormai famosa a livello mondiale, e la Kerakoll, che porta la firma sulla struttura a fungo alle porte della città.
Piazza Garibaldi
Addentrandosi nel centro di Sassuolo, partiamo dalla piazza principale, la più famosa. I sassolesi la chiamano Piazza Piccola o Piazza dell’Orologio e ne sono particolarmente orgogliosi. Il suo nome in realtà è Piazza Garibaldi, il luogo di ritrovo principale, tra bar, portici accoglienti e la possibilità di fare due passi tra il patrimonio artistico sassolese. Qui ha sede il mercato cittadino e per questo è il centro della vita di paese di tutti i cittadini di Sasôl. Mentre consumano le proprie attività più basilari, alzando gli occhi possono vedere i palazzi che la abbracciano. Soprattutto la Torre dell’Orologio, chiamata più comunemente Campanone.
Piazza Garibaldi si è sviluppata tra il XVII ed il XVIII secolo ed è sorta grazie ad Alessandro Pio. La Torre, invece, è stata costruita a partire dal 1676, mentre del Settecento è il portico che la affianca. Di più recente costruzione è la lapide in ricordo di Giuseppe Garibaldi e del suo passaggio a Sassuolo, prima della famosa spedizione dei Mille. Nella piazza, inoltre, si trova anche il Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, apposto nel 1921.
Oltre però a questi reperti storici di diverse epoche, c’è in Piazza Garibaldi anche un po’ di contemporaneità. Al numero 15, infatti, si trova lo store ufficiale del Sassuolo. È stato aperto nel dicembre del 2020, proprio nell’anno in cui la società festeggiava il suo Centenario. Per l’occasione, i neroverdi hanno inaugurato il negozio, rinnovato il sito e ridisegnato il logo della squadra per affrontare le prossime stagioni.
Palazzo Ducale
Arte, signoria, storia. Il Palazzo Ducale di Sassuolo è uno dei luoghi più significativi per collegare i punti che hanno portato la città ad essere quella che è oggi. Si tratta di una struttura sontuosa e imponente, che domina il comune di Sasôl dal 1634, quando fu edificato nel luogo si trovava il castello dei Pio. All’epoca, il Palazzo era la residenza dei duchi di Modena, gli Este, e già negli anni della sua costruzione era uno dei più fastosi edifici barocchi dell’Italia settentrionale. Fu proprio Francesco d’Este a volerlo nell’aspetto che presenta tutt’ora: dalla facciata alle pitture murali che si trovano all’interno, si ritrova infatti l’equilibrio artistico che la famiglia di duchi ha saputo riproporre nelle strutture che abitava.
In particolar modo, al suo interno, si trovano alcune sale spettacolari, come la Sala della Fortuna, la Camera del Genio o la Camera dell’Amore. Tutte queste sono decorate da illustri pittori dell’epoca. Il più celebre è Jean Boulanger, pittore barocco francese. Lui stesso ha affrescato anche la famosa Galleria di Bacco insieme a Gian Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi. Nel complesso di Palazzo Ducale tuttavia, si trova anche il tocco di Gian Lorenzo Bernini. L’artista aveva creato il disegno delle statue che si trovano all’ingresso, raffiguranti Galatea, Nettuno e la Divinità marina con delfino (posta nel cortile interno), poi scolpite da Antonio Raggi.
All’esterno, invece, nel parco vicino alla residenza, si trova il cosiddetto Fontanazzo, ovvero la Peschiera Ducale, che consiste in una piscina circondata da rovine. L’obiettivo era quello di dare l’idea di una città sommersa e il bacino d’acqua deriva dall’antico fossato della chiesa di San Francesco in Rocca.
È chiaro che l’intero sito sia un luogo di estremo interesse artistico e architettonico, ma è solo da poco tempo che il complesso è visitabile. Per molti anni, infatti, il palazzo è stato sotto amministrazione militare, al quale sono seguiti lunghi lavori di restauro. Solo dal 2004 il Palazzo è entrato in consegna del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
Stadi e centri sportivi
Difficile concludere con il racconto dello stadio, per quanto riguarda la città di Sassuolo. Il comune infatti presenta la sua propria struttura dove ospitare le partite casalinghe, ma l’Unione Sportiva Sassuolo Calcio ha dovuto riadattarsi in base alla sua crescita.
Lo stadio Enzo Ricci di Sassuolo è lo stadio comunale cittadino. Qui la società calcistica ha le sue radici e gli albori della sua storia. Al Ricci, però, il Sassuolo è rimasto fino al 2008, prima che fosse promosso in Serie B. Alla guida della promozione c’era Massimiliano Allegri, che portò la squadra a vincere la Serie C1 e la Supercoppa di categoria. Il Ricci era troppo piccolo e inadatto per ospitare la squadra neopromossa, e anche se fu approvato un progetto per ampliarlo, i neroverdi iniziarono a giocare le partite casalinghe allo stadio Alberto Braglia di Modena.
Nel frattempo, le prestazioni e la competenza del team del Sassuolo sono aumentate. Ancora sotto l’egida di Giorgio Squinzi, patron della società dal 2002, la squadra infatti fu promossa in Serie A per la prima volta nella sua storia. Era la stagione 2012/2013 e sulla panchina sedeva Eusebio di Francesco. Ancora uno slancio di carriera e una crescita graduale ed esponenziale. Lo stadio di Modena non poteva quindi più reggere le sfide contro le squadre più forti d’Italia. Il Sassuolo fu ancora costretto a trasferirsi.
Il Mapei Stadium di Reggio Emilia accolse quindi i neroverdi a partire dalla loro prima stagione in A. La Mapei, infatti, principale sponsor della squadra di Sassuolo, rilevò la struttura prima proprietaria della Reggiana e acquisì l’egida sullo stadio. La squadra, comunque, nonostante alcuni passi falsi durante le prime partite nella massima serie, trovò nel 2016 il sesto posto in classifica. Questo significava preliminari di Europa League e il sogno sembrava ormai compiuto. Con ancora Di Francesco e la guida di Squinzi, poi scomparso nel 2019, la squadra sfiorò i vertici più alti in campo nazionale ed internazionale, livelli forse inimmaginabili durante la lunga militanza nelle categorie più basse.
L’ascesa ha trovato posto anche a livello strutturale. A giugno 2019, infatti, è stato inaugurato il nuovo centro sportivo, il Mapei Football Center, un altro universo rispetto al centro sportivo Ca Marta di Sassuolo. La struttura, pensata per trovare armonia tra paesaggio e artificialità, fu costruita su tre piani proprio per sfruttare meno suolo possibile. Oggi appare come una struttura di mattoncini neri, in forte contrasto con il verde dei campi e i prati di allenamento che la circondano. Lo stesso contrasto duale delle strisce delle divise che i giocatori indossano in ogni sfida.
Un ringraziamento speciale a Giacomo Moreali