Come sarebbe stata la storia dell’Inter senza l’infortunio di Ronaldo? Scopritelo in questa nuova puntata di “What If?”.
Il primo freddo sta iniziando a farsi sentire. Quello serio, che ti costringe a legare la sciarpa al collo, piuttosto che tenerla passivamente in mano o a sventolarla senza sosta. Quello che ti fa alzare il bavero della giacca a vento, che ti fa stringere le mani intorno alle braccia, o a portarle a coppa intorno alla bocca per sbuffare un po’ di rigenerante fiato caldo. Il freddo inizia a pungere e forse qualcuno inizia a farci caso, perché tutto sommato sta sopraggiungendo un po’ di quella noia entusiastica che caratterizza ogni partita di calcio che, con il risultato ormai acquisito, non ha più tanto da dire. E allora più di qualcuno inizia già a pensare a cosa farà quando tornerà a casa, al tepore che lo attende dopo quel freddo. Al relax dopo un’altra battaglia vinta. Ma nessuno immagina che i fili della storia si stanno intrecciando anche in quel clima di svogliata calma.
In campo c’è stato un vero e proprio show. Una marea nerazzurra che ha annichilito gli sfortunati sfidanti. Un pomeriggio di festa a San Siro, con i tifosi che hanno potuto esultare per ben cinque volte. E non è trascorsa nemmeno un’ora di gioco. A un certo punto, però, succede qualcosa che smorza tutto quell’entusiasmo. Che cancella ogni traccia di noia e che fa precipitare ancora di più la temperatura tra i tifosi nerazzurri.
Qualcuno è rimasto a terra. Non qualcuno, lui è rimasto a terra. La paura inizia a serpeggiare, s’insinua come un’agile vipera tra le rocce e aggredisce quegli spettatori che, fino a qualche minuto prima, nemmeno seguivano con troppa attenzione la partita. Ora invece si sono alzati in piedi, gettano gli occhi in campo, per capire bene cosa sta succedendo. A terra c’è Ronaldo. Si tocca il ginocchio. Sembra dolorante. Attimi che sembrano un’eternità, poi però quella sagoma in maglia nerazzurra si muove, si alza, viene accompagnata a bordo campo dai medici ma cammina tranquillamente sulle sue gambe. Qualche minuto dopo l’arbitro fa un cenno: Ronaldo torna in campo, il peggio è passato.
La grande paura viene cancellata. I tifosi possono tornare a rilassarsi e a godersi quell’ultima mezz’ora di partita. Nemmeno il freddo punge più, perché chi era allo stadio ha assaporato il gelo, e il frizzante vento che soffia su Milano sembra una leggera brezza marina a confronto. Il match poi finisce, l’Inter travolge 6-0 il Lecce. Una gara senza appello. È il 21 novembre del 1999, sta per cominciare una storia bellissima, che passa proprio da quel terrore esorcizzato, da quel ginocchio di Ronaldo che, per fortuna, ha retto.
Siamo la coppia più bella del mondo
Riavvolgendo il nastro a qualche mese prima, siamo nell’estate 1999. Il Milan ha appena vinto lo scudetto, al termine di un’incredibile rincorsa sulla Lazio. Milano è in fermento, ma non è solo la sponda rossonera dei Navigli a fare festa, perché quella nerazzurra è più agguerrita che mai e, con un grande colpo di mercato, può davvero cullarsi in dolci sogni di gloria.
Lo scudetto in casa Inter manca dal lontano 1989. Dieci anni che pesano tantissimo, un lasso di tempo davvero troppo ampio. Il Presidente Moratti decide allora di dare una svolta alla situazione. In panchina chiama Marcello Lippi, tecnico capace di conquistare due scudetti con la Juventus prima del trionfo rossonero. Per rinforzare la rosa invece acquista dalla Lazio, superata proprio dal Milan alla penultima giornata del campionato precedente, il bomber Christian Vieri per la cifra record di 90 miliardi di lire, la cifra più alta della storia del calciomercato al tempo.
L’attaccante italiano va a unirsi al fenomeno che già veste il nerazzurro. Vieri-Ronaldo è la coppia d’attacco più forte del mondo. Quella che tutti sognano. Quella con cui l’Inter vuole tornare sul tetto d’Italia. Il brasiliano è, con tutta probabilità, il giocatore migliore del globo. Con al suo fianco un realizzatore come Vieri può esaltarsi ancora di più e, ai nastri di partenza della stagione 1999-2000, l’Inter sembra la favorita numero uno per la vittoria dello scudetto.
Il campionato in effetti parte bene, con i nerazzurri che conquistano quattro vittorie nelle prime cinque uscite. Poi però l’Inter rallenta un po’, le altre iniziano a prendere ritmo e così lì davanti si crea un gruppone con Lazio e Juventus in vetta e Roma, Parma, Inter e Milan a inseguire. Questa è la situazione al 21 novembre 1999, il giorno che cambia la storia della società nerazzurra.
Road to glory
I signori in camice sorridono, anche per loro la grande paura è passata. Gli accertamenti svolti in fretta e furia all’indomani della sfida col Lecce fanno gioire tutti in casa Inter e quei dottori non vedono l’ora di dare l’ottima notizia. Per Ronaldo si è trattato solo di uno spavento, il ginocchio non ha riportato alcun danno e il brasiliano può continuare tranquillamente a scendere in campo. E lo fa in maniera sublime.
La sua intesa con Bobo Vieri aumenta di giornata in giornata. L’Inter cresce, guidata da quei due fuoriclasse lì davanti, ma Lazio e Juventus non hanno intenzione di rimanere a guardare. La squadra di Cragnotti, al pari di quella di Moratti, è imbottita di campioni e costruita per vincere lo scudetto. L’anno precedente il sogno era sfumato alla penultima curva, con quel dannato pareggio sul campo della Fiorentina. Poi, a Perugia i rossoneri non hanno fallito il match-point, cucendosi il tricolore sul petto.
La Juventus di Carlo Ancelotti non è lo schiacciasassi allenato qualche anno prima da Lippi, ma è una squadra comunque solida che si compatta di partita in partita, mostrando di poter competere in maniera molto seria per la vittoria finale. Più indietro la nuova Roma di Fabio Capello e il Milan campione d’Italia.
La resa dei conti tra Lippi e il suo passato arriva presto. Nel dicembre del 1999 l’Inter fa visita al Delle Alpi alla Juventus e, al termine di una partita tiratissima, riesce a passare con l’ennesima firma del duo Ronaldo-Vieri. Assist del brasiliano, gol dell’azzurro e tre punti pesantissimi, che proiettano i nerazzurri verso la fine dello scudetto.
L’Inter è campione d’Italia
La data clou, che segna le sorti del campionato è l’11 marzo 2000. La Lazio ospita l’Inter all’Olimpico. Le due squadre sono appollaiate in cima alla classifica e la gara assume i connotati di un vero e proprio spareggio per lo scudetto. La febbre è altissima, il match ha un valore immenso e i nerazzurri partono fortissimo, trovando un doppio vantaggio con le firme di Christian Vieri e Luigi Di Biagio. Sembra tutto in discesa per i nerazzurri, l’Olimpico è in preda alla depressione, ma improvvisamente si riaccende, con Inzaghi e Pancaro che, in rapida successione, rimontano il vantaggio dell’Inter.
2-2. Tutto è riaperto. L’Inter ha sprecato un vero e proprio match-point per lo scudetto e ora, naturalmente, l’inerzia del match è tutta a favore della Lazio, forte dei due gol rimontati e della spinta del pubblico. Fattori che però vengono annullati quando in campo c’è il giocatore più forte del mondo. Sull’Olimpico cala con forza la scure del boia Ronaldo, che giustizia la Lazio con una giocata del suo repertorio pazzesco, una fuga nella metà campo avversario terminata con una conclusione imparabile. Ronaldo segna e l’Inter torna di nuovo avanti. Stavolta per rimanerci.
La Lazio non riesce a reagire e al triplice fischio finale l’Inter è avanti 3-2. Gli uomini di Lippi espugnano l’Olimpico. Un passaggio decisivo per il proseguo del campionato, con i nerazzurri che conquistano la vetta della classifica per non mollarla più. Quello di Ronaldo è il gol che, di fatto, nell’immaginario collettivo regala lo scudetto all’Inter. Un titolo che mancava da 11 anni.
L’Inter non sbaglia più fino al termine del campionato e tiene lontane Lazio e Juventus. Finalmente quell’attesa che sembrava interminabile finisce. La Milano nerazzurra può tornare a festeggiare grazie a quella strepitosa coppia di attaccanti che si è caricata la squadra sulle spalle e l’ha portata in cima all’Italia. Davanti a tutti, col tricolore sul petto. Al termine della stagione 1999/2000 l’Inter è campione d’Italia.
Il bis dell’Inter
La festa per lo scudetto nerazzurro si prolunga praticamente per tutta l’estate e ai nastri di partenza del campionato successivo, l’Inter è ancora la squadra da battere. Ronaldo e Vieri hanno affilato la propria intesa e sono pronti a dominare un’altra stagione.
La grande antagonista stavolta è l’altra romana. Reduce da un campionato deludente, la Roma in estate si è rinforzata con gli arrivi di Samuel, Emerson e soprattutto con l’approdo nella Capitale di Gabriel Omar Batistuta. I giallorossi sono fortissimi, come lo era la Lazio l’anno prima, e come i cugini danno filo da torcere all’Inter per tutto il campionato. Come i rivali cittadini però alla fine capitolano, nulla possono contro lo strapotere della coppia Ronaldo-Vieri.
Al termine della stagione 2000/2001, arriva un altro scudetto per l’Inter, un altro successo che porta la firma di quella coppia d’attacco spettacolare. La squadra di Lippi sta segnando un’era, i nerazzurri non vincevano due campionati consecutivi dal 1966, dalla doppietta con Helenio Herrera in panchina. Tre titoli consecutivi però non sono mai arrivati per la Beneamata e quello è il grande obiettivo di Moratti: il terzo sigillo, l’ingresso definitivo nella storia.
La fine del sogno
Tutte le storie, anche le più belle, hanno però una fine. Una conclusione che spesso non avviene per circostanze particolari, ma accade così, in maniera naturale. Forse perché chi tesse le trame dei racconti si è stancato, vuole imprimere una svolta inaspettata al proprio narrato. Un evento così, inaspettato e casuale, che stravolga ogni cosa.
Arriva quindi il 5 maggio. Non la morte di Napoleone, ma quella dell’Inter di Ronaldo. La Lazio ottiene la sua piccola vendetta, batte l’Inter, prima in classifica, nell’ultima giornata del campionato 2001-2002, regalando di fatto lo scudetto alla Juventus. Un finale amarissimo, che aggiunge un velo di malinconia a una storia che fino ad allora era stata bellissima. Le lacrime di Ronaldo sono il simbolo della conclusione di un’era in casa Inter. A un passo dalla storia, dai tre scudetti consecutivi, i nerazzurri si sono fermati. Spezzati così, sul più bello.
A fine stagione finisce anche la storia tra Ronaldo e l’Inter. Il fenomeno si trasferisce al Real Madrid, dopo aver vinto un Mondiale da assoluto protagonista. Vieri rimane in nerazzurro, ma senza il brasiliano al suo fianco non riesce più a incidere come prima. L’avventura di Lippi s’interrompe qualche mese dopo, nemmeno a metà di una stagione triste e dimenticabile.
Cala così il sipario sulla grande Inter di Ronaldo. Una squadra nata dalla grande paura per il ginocchio del brasiliano, da quelle lacrime respinte indietro quando l’attaccante si è rialzato dopo essere stato a terra. Finisce invece con altre lacrime, che stavolta scorrono liberamente e rigano il viso di migliaia di tifosi e le guance di quel ragazzo che ha riportato l’Inter tra le grandi del nostro calcio. Sono lacrime che però nascondono anche la gioia di aver vissuto un viaggio che sì, è finito in modo tremendo, ma è stato anche tremendamente bello.